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Autore: Layla Reira    16/02/2012    4 recensioni
Questo era troppo anche per Alexander William Gaskarth.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yo, questa è la prima storia che pubblico. Ero annoiata e ho deciso di scriverla. Ci tengo a precisare che è COMPLETAMENTE inventata. Mi scuso per gli errori grammaticali. Ogni critica è ben accetta se ben construita :'D. Se state leggendo questa storia e non conoscete la canzone che ho messo, siete messi male XD. Ok, Enjoy.

Mi fissava.
Mi stava fissando da troppo tempo.
La penna che stavo tenendo in mano con decisione aveva ormai sprigionato tutto l'inchiostro che ormai si era disperso per quanto gli fosse possibile.
Dopo aver affrontato quel viaggio, l'attesa dell'arrivare a casa, la festa dei miei cani, adesso mi rimaneva solo una cosa: il silenzio. Un silenzio inquientante. Un silenzio che lasciava che la mia coscienza mi urlasse contro, oltrepassando la barriera di menefreghismo che ha tentanto invano di proteggermi. Ormai ho compreso che è completamente in frantumi.
I sospiri non riescono ad allentare il peso di quel macigno piazzato sul cuore. 
Le orecchie sembrano sussurrarmi parole incomprensibili che per me non sono altro che un ronzio fastidioso.
Mi butto sul letto. La schiena mi fa male. Cerco di mettermi in una posizione più comoda. Niente. Rieccolo. Non riesco a rilassarmi, le lancette scandiscono il tempo che mi sfugge tra le mani. Questa volta, non c'è nessun Jack. Questa volta, non c'è nessuna lattina di birra. Questa volta, non c'è nessuno che mi avrebbe difeso. Sono nudo, davanti alla cruda verità:
se n'è andata. Seriamente. Per più di un mese. Pensavo fosse la solita incazzatura passeggera, invece no. Invece non c'era più. L'unica cosa che mi è rimasto sono i sensi di colpa che picchiano più forte di quanto mi aspettassi.
Ho sbagliato. Lo ammetto, ho sbagliato un sacco di volte, e lei mi ha sempre perdonato. Ma forse questa volta non era più disposta a farlo. Non era più disposta ad accettare le mie scuse programmate.
Lo ammetto. Mi è capitato di pensare che, qualche volta, fosse un po' una palla al piede, visto come sono abituato a cavarmela da solo. Ma adesso l'ho persa.
 E forse per sempre, non sono realmente pronto a questo.
Mi avvicino al computer, con gli occhi pungenti. 
Questo era troppo anche per Alexander William Gaskarth.
Ma se c'era qualcosa che almeno avrebbe evitato di farlo sentire ancora più male era la musica. Sapeva che quella dolce melodia sarebbe bastata a penetrare nelle sue orecchie e a scacciare quelle nuvole che non permettevano al sole di splendere, pronte a scatenare le peggiori tempeste, nuvole che lo stavano minacciando da troppo tempo, che non era riuscito ad affogare nell'alcol. Galleggiavano.
Ho messo la playlist casuale.
Avrei riconosciuto quella melodia fra mille, ovviamente.
I got your picture
I'm coming with you.
Dear Maria, count me in.
There's a story at the bottom of this bottle
And I'm the pen.
 
Un sorriso si è ormai dipinto sul mio viso. Finalmente.
Mi ricordavo bene come, quando e perchè l'avevo scritta.
Ero un ragazzetto di quelli che vogliono sentirsi grandi, il classico bad boy wannabe. Trasgredire le regole e divertirmi erano tra gli obiettivi principali della mia vita di teenager. Non potevo essere più orgoglioso di dove siamo arrivati oggi, ho tutto quello che ho sempre desiderato: una casa, dei cani, essere famoso abbastanza da girare il mondo con i miei migliori amici, ed esibirmi davanti ai miglialia di fans (e fangirls).
 
When the lights go up
I wanna watch the way you
Take the stage by storm
The way you wrap those boys around your finger
Go on and play the leader
'Cause you know it's what you're good at
The low road for the fast track
Make every second last
 
La prima volta che avevo sentito parlare di Maria è stato per...puro caso. In un bar, stavo origliando una conversazione tra "adulti" mentre parlavano entusiasti di questa ragazza, la più bella spogliarellista dell'Hustler Club di Baltimora. Semplicemente, la sera stessa ci andammo. Ci fecero entrare nonostante avevamo solo 16 anni, ma tanto si sa, l'importante sono i soldi. Abbiamo preso qualche drink e abbiamo aspettato fino a quando non è arrivata. Difficile non capire quale fosse, un gregge di uomini si è avvinghiato al palco, e lei era lì, tranquilla, a ballare come se niente fosse, rendendosi conto del potere che aveva in mano.
Make it count when I'm the one
Who's selling you out
'Cause it feels like stealing hearts
Calling your name from the crowd.
 
Mi ci volle un po' per realizzare che Jack mi stava tirando il braccio, urlandomi di avvicinarmi, con tanto di banconota in mano. Un po' ridendo e un po' sentendomi a disagio, ci siamo infiltrati in quell'ammasso di sudore e urla alla quale poco dopo si unirono anche le nostre, ed io appoggiai la banconota proprio davanti ai suoi piedi. Più la guardavo e più non riuscivo a smettere.
 
Live and let live.
You'll be the show girl of the home team
I'll be the narrator
Telling another tale of the American dream.
I see your name in lights.
We can make you a star,
Girl, we'll take the world by storm
It isn't that hard.
 
Talmente tanto che la mia mente aveva preso un biglietto di sola andata per il mondo dei sogni. Qualche giorno prima ero andato ad una partita di rugby con mio padre, e mi aveva ricordato terribilmente le ragazze che si 'esibiscono' prima della partita. E magari chissà, l'avrei potuta raccomandare a qualche agenzia, e sarebbe diventata più o meno famosa. E anche io.
 
Take a breath, don't it sound so easy?
Never had a doubt
Now I'm going crazy
Watching from the floor.
Take a breath and let the rest come easy
Never settle down
'Cause the cash flow leaves
Me always wanting more!
 
A furia di cantarla live in praticamente ogni tour, non ho più fatto molta attenzione al testo. Non penso che riuscirò mai ad avere la nausea di questa canzone. Non importa quante volte quelle parole usciranno dalle mie labbra, non importa quante volte i miei compagni suoneranno quel ritmo. Perchè quella donna mi stava davvero facendo diventare pazzo, avrei voluto che mi notasse in qualche modo, anche se mi sarebbe costato l'intero portafoglio. Per fortuna arrivarono Rian e Zack, un po' stufi di stare là seduti a guardare quanto stavamo sclerando, e ritornammo al tavolo.
Ma ormai io ero da un altra parte, in un altro mondo.
Restammo lì ancora un po', parlando, o almeno cercando di farlo, della scuola, delle ragazze e del nostro album di debutto.
'Cause I got your picture
I'm coming with you
Dear Maria, count me in.
There's a story at the bottom of this bottle...
 
Usciti fuori dal locale che ormai stava chiudendo, restammo fuori. L'alcol era in circolo e non sentivamo freddo, per niente, neanche col vento così secco. Passati 20 minuti a sistemare i capelli che continuavano a sparpagliarsi - ecco uno dei motivi per cui gli ho tagliati - notai che Maria era uscita dalla porta del retro. Si stava accendendo una sigaretta. Nonostante non sopporto chi fuma, specialmente se sono delle ragazze carine a farlo, non gli ho dato peso. Non sembrava minimamente scalfire la sua innaturale bellezza. 
Si muoveva con nonchalance, facendomi sentire come se non fossi parte di questo pianeta.  Beh, pensandoci adesso probabilmente non gliene poteva fregare di meno se dei ragazzetti allupati la stavano guardando a debita distanza. Jack però tirò fuori il cellulare e facendomi una smorfia le scattò una foto. Subito partì una sessione di risatine stupide e soffocate. Mi feci passare quella foto prima di tornare casa alla bellezza dell'alba. Ci entrai come un ladro, a passi furtivissimi, attento a non fare il minimo rumore anche se sapevo già che i miei l'indomani mattina mi avrebbero strozzato. Gli occhi si rifiutavano di chiudersi, e dopo l'ennesimo tentantivo mi passò per la testa che tutto ciò che avevo provato quella sera non poteva certo lasciarlo lì, in attesa che tutto quel bere lo cancellasse. Così, cominciai a scrivere. Mi venne così naturale che mi sorpresi. Probabilmente non sarei diventato famoso con lei, ma grazie a lei.
Ironicamente, a distanza di così tanti anni, me lo ricordo come se fosse ieri. Il mio corpo e la mia mente sono ormai elettrizzati da questa scarica positiva ed ignorano il resto della playlist. Esco fuori, porto a spasso i miei cani e respiro. Più volte e più intensamente.
 
San Valentino è alle porte, farò di tutto per farmi perdonare. Lisa non capisce che, anche se avevo dato un innocente bacio ad un altra ragazza - che, ohimè, era finito dritto sulla copertina di Dirty Work -, non c'era niente di più. Con lei ci mettevo tutto l'amore possibile, e che diamine. Non siamo stati insieme tutti 'sti anni per nulla. L'amavo, l'amo e l'amerò. E sei lei non avrà voglia di ritornare con me...immagino che andrò avanti, per quanto mi risulti difficile. Andrò avanti, scrivendo canzoni, uscendo, coccolando i miei cani, dormendo, bevendo, mangiando, respirando e vivendo.
  
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