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Autore: Alchbel    16/02/2012    11 recensioni
Poi un rumore inatteso interruppe quella calma. Incuriosito, il ragazzo scattò dal letto e – facendo quanto meno rumore possibile – aprì la finestra della propria camera. Quello che vide lo gelò sul posto.
Panico. Erano fregati. Completamente.

Piccolo spoiler della 3x15 - Non so se ci sia bisogno dell'avvertimento OOC, ma lo metto per precauzione ^^
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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How I met your brother

 

Doveva essere una mattina come tutte le altre, anzi migliore dato che era domenica e che svegliarsi accanto al proprio ragazzo impreziosiva sempre la giornata. Era proprio ciò che fino a quel momento stava pensando Blaine, osservando Kurt dormirgli accanto con un'aria tranquilla ed ingenua, i lineamenti dolci e una mano ancora nella sua.

Poi un rumore inatteso interruppe quella calma. Incuriosito, il ragazzo scattò dal letto e – facendo quanto meno rumore possibile – aprì la finestra della propria camera. Quello che vide lo gelò sul posto.

Panico. Erano fregati. Completamente.

Blaine scattò di nuovo verso il letto e a malincuore scosse il suo ragazzo per svegliarlo.

«Kurt, alzati! Kurt! Lo so che non è un bel modo di darti il buongiorno, ma credimi: mi ringrazierai!»

Insistette fino a che l’altro non si svegliò, la faccia di chi vuole commettere un omicidio, e si trattenne dal mandare a quel paese il suo ragazzo.

«Blaine, ma che diavolo…?» biascicò con la bocca ancora impastata dal sonno.

«Sono qui

Kurt guardò il viso preoccupato del suo ragazzo e benché sapesse che doveva esserci una ragione importante per quel panico – e che fosse collegata con i soggetti dell’ultima frase che aveva pronunciato – la sua mente non riusciva ancora a carburare per bene; l’unica cosa che fece fu guardarlo per alcuni istanti senza capire nulla.

«Kurt! Hai sentito quello che ti ho detto?» insistette allora il riccio, il panico che aumentava data la poca collaborazione dell’altro.

«Blaine, io non capisco cos–»

E poi tutto fu terribilmente chiaro. Il rumore del portoncino di casa Anderson che si chiudeva fu come una lampadina accesasi nel buio dei neuroni scollegati nella testa di Kurt.

Oh cavolo. Erano ufficialmente fregati!

Il panico si trasferì con immediatezza nei suoi occhi chiari e, mettendo meglio a fuoco tutto ciò che lo circondava con scatti isterici, li rivolse infine verso Blaine in una muta richiesta di soccorso.

«Non dovevano essere qui!» gridò, l’isteria che ormai non si governava più; sgranando gli occhi, Blaine lo fermò premendogli una mano sulle labbra soffici, facendogli cenno con dito di stare zitto.

«Avevi detto che non sarebbero venuti che nel pomeriggio!» continuò invece quello, sottovoce.

«È quello che sapevo! L’aereo doveva partite alle tre di questo pomeriggio!»

«Merda, merda! Che facciamo?»

«Di certo non puoi uscire dalla porta principale e non posso nasconderti neanche nell’armadio!»

La situazione trasudava così tanta isteria da essere quasi comica, sebbene nessuno dei due si stesse divertendo in quel momento. Se uno dei genitori di Blaine – perché, sì, erano appena tornati dal loro ultimo viaggio – fossero entrati in camera del figlio… Dio, nessuno dei due voleva realmente sapere che cosa sarebbe successo.

Kurt aveva lo sguardo fisso nel vuoto mentre cercava una soluzione a quel casino, ma quando mise di nuovo a fuoco il suo ragazzo, un brivido gli percorse la schiena. Blaine stava guardando la finestra.

Oh no. Assolutamente no, io non salterò dal–

«La finestra! Kurt la finestra!» e dall’espressione che il riccio aveva sul volto si sarebbe potuto credere che avesse appena trovato una cura al cancro.

«Tu sei pazzo, sei pazzo!» gridò sottovoce l’interessato «Non esiste che io salta dalla finestra e me ne vada in questo modo!»

«Hai altre soluzioni? Non possono trovarci qui, sai che non possono…»

Per un attimo Blaine abbassò la testa, ma Kurt gli prese il mento tra pollice ed indice e lo riportò alla sua altezza, facendolo incontrare con un sorriso che, pur stonando in una simile situazione, non spiacque a nessuno dei due.

«Devo vestirmi» fece poi pratico, scattando dal letto e recuperando boxer, calzini e pantalone.

Blaine restò a guardarlo per un attimo, poi si mosse verso la finestra e controllò quanto fosse la distanza da terra, nonostante conoscesse quella casa da sempre. Un metro, un metro e mezzo, su per giù: nulla di preoccupante. Si voltò di nuovo verso Kurt e lo scorse in piedi, accanto a lui, ancora a petto nudo e con il resto dei suoi vestiti in mano.

«Ci metterei troppo a sistemarmi qui, lo faccio appena siamo “fuori pericolo”»

Enfatizzò le ultime due parole quasi con ironia.

«Non dirmi che ti stai divertendo!» lo rimproverò indignato Blaine.

«Divertendo no, ma devi ammettere che la fuga dell’amante all’alba è una cosa che non mi sarei mai aspettato di fare…» gli si avvicinò, le labbra che sfioravano l’orecchio dell’altro «…e devi ammettere che, pensandoci, è… eccitante»

Blaine deglutì in difficoltà. Possibile che in una situazione simile Kurt stesse pensando a quello? Guardò il suo ragazzo che ora, allontanatosi di nuovo, gli sorrideva. Se voleva farlo calmare, almeno in parte ci era riuscito. Sorrise anche lui.

«Kurt Hummel, salta subito da questa finestra oppure ti prometto che, genitori o meno, ti farò vedere quanto questa situazione potrebbe davvero diventare eccitante!» lo minacciò ancora sorridendo.

L’altro gli porse i vestiti con la richiesta implicita di reggerli mentre saltava, poi si sporse dalla finestra, prima sedendosi sul bordo di marmo e poi puntellandosi con le braccia per spiccare il salto.

«Fa attenzione» gli sussurrò Blaine, pochi istanti prima che questo li lanciasse e il riccio trattenne il fiato fino a che, atterrato su tutti e quattro gli arti, non lo vide alzarsi e spazzolarsi con grazia i pantaloni, prima di rivolgersi a lui, dicendogli a gesti di dargli i vestiti.

«Bravissimo» gli sussurrò con sollievo, lanciando i diversi strati che, come sempre, lo separavano dal suo amato.

Kurt gli fece un occhiolino e dopo aver recuperato tutto, gli lanciò un bacio affettuoso con la mano e fece per andarsene nel modo più silenzioso possibile. Non aveva fatto che pochi passi, però, superando l’angolo della casa, che qualcosa lo freddò.

«Ciao!»

Si bloccò sul posto, gli occhi chiusi ed il fiato trattenuto. Qualcuno lo aveva appena visto. Lo aveva visto mentre se ne andava alla chetichella, con nulla addosso se non i pantaloni.

Merda.

«Sto dicendo a te» puntualizzò la stessa voce.

Ovvio che stai dicendo a me, non credo ci siano altri ragazzi che girano mezzi nudi per il giardino di casa tua!

Kurt si fece forza e voltandosi aprì gli occhi, incrociando un ragazzo sui venticinque che lo osservava a braccia conserte ed un mezzo sorrisetto sul volto. Nonostante la tensione del momento, non poté fare a meno di notare quanto fosse attraente e che c’era qualcosa in lui che gli ricordava terribilmente Blaine.

«Ch-che hai intenzione di fare?» chiese sulla difensiva, facendo un passo indietro.

Il ragazzo avanzò, sempre con lo stesso sorrisetto.

«Tu che avevi intenzione di fare?» lo sfidò.

Kurt respirò innervosito dalla sicurezza dello sconosciuto, forte del fatto che fosse lui ad essere in torto. Torto per cosa, poi? Amare Blaine?

«Io stavo andando via, se proprio vuoi saperlo! E sono sceso dalla finestra della camera di Blaine, perché sfortunatamente lui ha una famiglia che–»

«Woh, woh! Calma un secondo la tua lingua, ragazzino! Io–»

«Cooper, con chi stai parlando?»   

La voce che proveniva dall’interno della casa fece letteralmente tremare Kurt che ormai aveva perso ogni speranza per una risoluzione positiva della cosa. Guardò per un attimo il ragazzo, convito che da un momento all’altro questi avrebbe riferito alla voce all’interno della casa – certamente il padre di Blaine –  della sua presenza.

Ma lo sconosciuto lo sorprese.

«Sono a telefono!» gridò, senza staccare gli occhi da lui e il suo atteggiamento sereno, rendeva chiaro che la questione fosse così risolta.

Lo aveva aiutato? No, lo aveva addirittura coperto! Che diavolo…?

«Cooper?!»

Entrambi stavolta si voltarono verso la finestra, dalla quale, di nuovo affacciato, Blaine aveva appena parlato. L’interpellato allargò il suo sorriso in direzione del nuovo interlocutore.

«Che ci fai qui?» continuò il riccio, momentaneamente ignorando la presenza di Kurt.

«Sorpresa!» fece quello, allargando le braccia «Ma immagino che ora non lo sia più» ora la sua espressione era diventata ironicamente pensierosa.

Solo allora Blaine parve ricordarsi della situazione e spostò la sua attenzione su Kurt che, intanto, non stava capendo molto di quello che stava succedendo.

«Ti ha visto mio padre? L’ho sentito parlare…» chiese, ora preoccupato, ma fu Cooper a rispondere

«Vi ho coperti io» fece con naturalezza «Ma ora voglio sapere che succede»

Blaine parve imbarazzato e per qualche istante esitò, non sapendo bene come affrontare la questione.

«Lui… lui è Kurt» lo presentò «e Kurt, lui è mio fratello, Cooper» concluse.

«Piacere…?» chiese dubbioso il ragazzo, mentre il più grande gli tendeva la mano con naturalezza.

«Quindi questo è il famoso Kurt! Non vedevo l’ora di conoscerti!» continuò Cooper ed ora il più piccolo era certo che gli stesse sfuggendo qualcosa; invece di stringergli la mano, si rivolse al suo ragazzo con aria interrogativa.

«Sa…. Sa di noi? Intendo, tutto?» chiese titubante.

«Sì. Oh, Kurt, lui è ok! È l’unico della famiglia con cui posso parlarne!» gli sorrise il riccio e solo allora l’altro si permise di tirare un sospiro di sollievo.

«Quindi è… ok…?» volle sincerarsi indicando se stesso, ancora senza nulla che gli coprisse il petto.

Cooper stette a guardarlo per qualche istante, poi scoppiò a ridere.

«Tutto ok, sì! Ma spero davvero che tu non faccia sempre così le tue conoscenze!»

Kurt arrossì.

«No, no, ovvio che no!» si giustificò con la voce stridula di quando era terribilmente in imbarazzo «Ora… ora sarà meglio che vada…» azzardò.

«Sì, meglio: conoscere il fratello del tuo ragazzo è bastato per oggi, no?» scherzò ancora Cooper.

Kurt restò a guardarlo per un attimo, poi si decise ad andare, non senza guardarsi qualche volta alle spalle per vedere se davvero la situazione fosse tranquilla come gli era sembrata.

Erano stati davvero fortunati.

«Blaine?» lo chiamò Cooper quando ormai il ragazzo era lontano «Non sapevo che voi due…» disse, alzando le sopracciglia con un sorrisetto malizioso che fece arrossire il fratello fino all’ultimo riccio «Devi assolutamente aggiornarmi!»

       

 

 

   
 
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