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Autore: Scarlett87    17/02/2012    1 recensioni
"Sentii di essere stata scoperta, ma allo stesso modo ne fui sollevata. La maschera era caduta, e con lei le mie paure."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tonfo si fece largo nel silenzio. Un libro cadde a terra. Mi avvicinai per raccoglierlo e vidi che si era aperto proprio sulla pagina ingiallita dal tè.

 

Improvvisamente mi ritrovai con la mente a cinque anni prima, nella vecchia casa della nonna. Era primavera, scoppiata già da tempo nei colori accesi delle primule e delle viole; nella veranda il tè aspettava di essere servito e le ciambelline appena sfornate avevano le forme perfette che solo mia nonna sapeva fare a mano. Lei era là, con la schiena ricurva, mentre versava il tè, il viso rosso per il calore del forno, le mani rugose ma dalla pelle morbida, curata. I suoi capelli erano bianchissimi: un tempo li aveva avuti rossi, era di razza austriaca, ci diceva. Aveva degli occhietti piccoli, indagatori e sembrava sapesse sempre cosa stessi pensando.

Sospirai e lei si volse a guardarmi. Stavamo sedute in veranda, con la brezza leggera leggera che le faceva volteggiare a tratti dei ciuffi ribelli che scappavano dalle forcine attorno alla crocchia; Lana, il mio gattone nero e altezzoso mi riscaldava le gambe nude sotto la gonna corta.

“Che sono questi piagnistei?” La nonna non conosceva mezzi termini. E in più sapeva. Eccome se sapeva.

“Nonna, io sono speciale?”

“E che sciocchezze sono?”

“Si, insomma, credi che sia diversa? Mi hai mai visto fare cose diverse dalle altre bambine, da piccola?”

“Se con queste domande vuoi sapere se nonna si fosse accorta della tua omosessualità, allora si, eri diversa e sei speciale. “

 “Lo sapevi? Chi te l’ha detto?!”  Lo stupore mi fece dimenticare di avere Lana in grembo, agitai le mani bruscamente, cosa che lo fece spaventare: saltò sul tavolino, con la coda sinuosa fece cadere la mia tazza di tè sulla sedia accanto, dove il mio libro aspettava di essere ripreso in mano dopo la pausa. In un attimo le pagine si tinsero di giallo. Per sempre.

“Malasorte al gatto! Ti ritrovino arrosto!” La nonna cercava di tamponare il mio libro, sapeva quanto tenessi ai miei amici di carta. Intanto Lana era scappato alla velocità della luce, lasciando che le mie gambe sentissero il fresco della sera che arrivava.

“Allora figlia mia, lo sai che nonna ti conosce meglio di sé stessa, di cosa ti meravigli? Ti ha cresciuto nonna, no? “ Lei parlava sempre in terza persona, come se ad accudirmi ci fossero lei e un’altra lei, per proteggermi meglio.

Sentii  di essere stata scoperta, ma allo stesso modo ne fui sollevata. La maschera era caduta, e con lei le mie paure. Quella di non riconoscermi, quella di essere rifiutata, quella di non essere più amata. Mi stringevo le gambe con le braccia, con il mento sulle ginocchia. Le perline dei miei sandali luccicavano attraverso le lacrime.

“Oi oi, fossero tutti questi i mali del mondo!” mi disse baciandomi i capelli sulla testa. “Dai figlia mia, vieni dentro che inforniamo il pane, dai.”

 

Mentre chiusi il libro per riporlo nella mensola dalla quale era caduto, pensai che mi sarebbe mancata per sempre. 

  
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