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Autore: St. Jimmy    17/02/2012    3 recensioni
"Anni dopo, precisamente quattro anni dopo, in occasione del suo quarantesimo compleanno, Billie Joe si sarebbe trovato a ripensare a quella magnifica giornata del 17 Febbraio 2008, ricordandola per quello che realmente era stata: la giornata in cui aveva imparato il vero significato di felicità."
Un piccolo tributo a Mr. Armstrong, per i suoi splendidi 40 anni, che per me rimarranno sempre 32. Tanti auguri, Capitano.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bliss
Prima Tiratura


6076 Manchester Drive, Oakland, California, 17 Febbraio 2008, Ore 18:32

“Permesso, uomo nano!” Karen si sedette sul divano accanto a Billie Joe, facendosi spazio con l'imponente didietro e riuscendo ad infilarsi tra lui e il bracciolo rivestito di stoffa leopardata.
Il buon vecchio Leo, pensò sorridendo raggiante.
“Hey Karry! Così mi spiaccichi!” rise in risposta Armstrong, felice di riuscire a passare almeno per una volta il giorno del suo compleanno in famiglia, con solo sei invitati extra che considerava come fratelli a tutti gli effetti. E sorelle, certo Karen, non mi sono mica dimenticato di te. “Bene, così la smetti di spalmarti la torta addosso! Hai fatto fuori quattro fette e solo una è riuscita a finirti in bocca!”
“E avanti, dovresti provare anche te la panna nelle mutande, è una sensazione fantastica!”
“Certo tesoro, e non sai come mi piacerebbe dovertela pulire di dosso, ma qui sono presenti anche due minorenni, non so se te ne sei accorto, e credo che tu non sia esattamente il tipo di esempio da seguire per i tuoi figli” disse Karen continuando a ridere, i denti bianchi splendenti sotto la luce del salotto.
Karen era la migliore amica di Billie Joe e lui l'adorava come adorava Mike e Tré. L'aveva conosciuta al quinto anno di elementari, dopo che erano finiti in aula punizioni insieme per l'intero pomeriggio. Lui era stato castigato per aver portato un topo in classe ad averlo liberato durante la lezione di matematica, spaventando tutti, insegnante compresa, e lei per un motivo che Billie Joe riteneva assolutamente spregevole ed ingiusto anche adesso: aveva dato dei “fottuti bastardi bianchi” a quattro del sesto anno dopo che l'avevano picchiata per “essere un'inutile nera che occupa solo spazio.” Sì, Karry era una ragazza di colore, ed ora una donna di colore, e non era mai andata a genio a quel gruppo di undicenni imbecilli che frequentavano la Hillcrest Middle School.
Karen dal canto suo aveva immaginato che loro non sarebbero stati puniti, al contrario di lei, perciò non aveva fatto storie quando il signor Benson le aveva detto che sarebbe dovuta restare a scuola fino alle 17 quel giorno.
Lei e Billie avevano iniziato a parlare e avevano parlato anche la mattina dopo e la mattina dopo ancora, fino a diventare praticamente inseparabili. Avevano gli stessi interessi e gusti musicali molto simili e soprattutto Billie Joe si era innamorato di quel sorriso bianco e sincero che caratterizzava Karry.
Le voleva un bene dell'anima, non c'erano dubbi.
Amava Adrienne e nessuna donna avrebbe mai potuto prendere il suo posto, ma lo stesso amava anche lei, più come una sorella maggiore (aveva un anno più di lui), che come una fidanzata.
“Hanno dodici, quasi tredici per dire la verità, e nove anni, sono grandicelli ormai... Vorrà dire che impareranno alla perfezione come cospargersi di panna il-”
“Okay amore, allora, apri i regali?” lo interruppe Adrienne sorridente, abbracciandolo da dietro lo schienale del divano e posandogli un tenero bacio sul collo.
“Certo baby, ma prima vieni qui, su,” le disse, battendo leggermente la mano sul posto libero alla sua sinistra e seguendo con lo sguardo il percorso della moglie fino a lui.
Adie si sedette e Billie Joe la strinse a sé, sussurrandole un leggero e dolce “ti amo” all'orecchio. Poi le fece scivolare una mano sul fianco e con tutta la calma e la gentilezza di un giovane innamorato la baciò sulle labbra rosee, gli occhi chiusi.
“Ah papà, ma devi proprio farlo in pubblico?!” disse Joey sedendosi sulla poltrona accanto al divano dove si trovavano Karen, Billie, Adrienne, Mike e Tré. Jason White, Jason Freese e Jeff Matika si erano accomodati sul divano davanti al loro, ridendo ancora come pazzi dopo che White aveva tentato di bere la birra con il naso, fallendo miserevolmente il suo numero sull'orlo del soffocamento, mentre Jakob aveva preso posto sulla sedia vicino al fratello.
“Caro il mio Joey, quando avrai anche tu la fidanzata capirai, ma fino a quel momento-”
“Ma io ce l'ho la fidanzata!” esordì il ragazzo, interrompendo il padre e lasciando tutti a bocca aperta. Tutti tranne Tré Cool, che iniziò a ridere sguaiatamente fino a farsi lacrimare gli occhi.
“Sì, la fidanzata! Tu! Ahahahahah! Ma se con quel ciuffo di capelli ossigenati riusciresti a malapena a rimorchiare una femmina di cacatua mezza cieca! Ahahahahah!” disse il batterista in preda alle risate.
“Sai Tré, mi sembra che Ramona non la pensi così” rispose Joey con un'espressione di sfida stampata sul volto paffutello, “e quella sua voglia a forma di cuore che ha sulla natica destra è davvero adorabile, sai?”
“Brutto BacaArmstrong, io ti strangolo!” sbraitò Cool in una perfetta imitazione di Homer Simpson che sarebbe passata per spassosissima, se Tré non avesse cercato davvero di strangolare il ragazzo, catapultandosi letteralmente verso la sua poltrona.
Fortunatamente Billie Joe lo afferrò per un braccio prima che sfogasse la sua rabbia sul suo malcapitato pargolo, ora terrorizzato dall'espressione furente del batterista.
Adesso era Billie che rideva, mentre teneva stretta la presa su Cool.
“Calmati Frank,” sogghignò il cantante, “Joey non ha mai attentato alla verginità di tua figlia e se lo avesse fatto l'avrei già sistemato a dovere,” disse mimando con le dita le lame di un paio di forbici e portandosele all'altezza dell'inguine.
“Papà!”
“Ragazzo mio, sto cercando di difenderti, dovresti essermi grato,” ribatté Armstrong con aria di finta indignazione tra le risa generali.
Tré si placò e smise di contrarre i muscoli con cui si teneva ben ancorato al suolo.
“Ma allora come fa a sapere della voglia di Ramona sulla sua-”
“Ragiona amico, ragiona: quante volte hanno fatto il bagno assieme quando avevano cinque anni? Erano tutti e due belli che nudi, l'avrà vista e gli sarà tornata in mente, no?” spiegò Billie Joe con calma. Frank parve capire e tornò a sedersi al suo posto, un po' imbarazzato per l'inconveniente.
“Pff, tutto suo padre,” sbuffò con ancora il volto arrossato.

In realtà la cosa che nessuno sapeva era che a Joey Armstrong Ramona piaceva davvero, anche se in quel momento sembrava solo scherzare. E Joey in cuor suo sapeva che Ramona in qualche modo lo ricambiava. L'aveva capito da come lo salutava la mattina a scuola, ed era sicuro che non facesse così solo perché si conoscevano praticamente da quando erano nati. C'era un altro ragazzo in classe con loro che Ramona conosceva da una vita, Richie, ma non lo salutava come salutava lui.
Con Richie batteva solamente il cinque, come saluto abituale, mentre con lui era tutto diverso: sorrideva, diceva “ciao Joey” e poi lo abbracciava, e quando lo abbracciava Joey sentiva che non era un abbraccio normale, di quelli che si danno ad un caro amico. No, era un abbraccio di quelli da cui nessuno dei due si vorrebbe più sottrarre e una volta, un anno prima, erano rimasti uniti l'uno con la testa appoggiata sulla spalla dell'altra per quasi dieci minuti. Ma allora non erano a scuola. Si erano dati appuntamento al cinema di Berkeley per vedere un film (Joey non ricordava quale) e dopo aver comprato i biglietti ed i pop corn erano entrati in sala e si erano seduti nell'ultima fila a destra, per evitare occhi indiscreti (erano pur sempre un Armstrong ed una Wright in fondo). Si erano accorti entrambi che all'entrata del cinema non avevano avuto il tempo di salutasi perché avrebbero rischiato di attardarsi troppo e perdere l'inizio del film, così in silenzio, senza dire una parola, si erano abbracciati in sala.
Forse Joey non ricordava il titolo del film che avevano visto, ma ricordava perfettamente la sensazione di pace che Ramona gli aveva trasmesso quando aveva sentito la sua piccola mano bianca accarezzargli la schiena.
Si era sentito a casa.
Ma ora che erano cresciuti e Ramona aveva tredici anni e lui li avrebbe compiuti entro pochi giorni, capivano entrambi che forse, se la loro amicizia fosse sfociata in qualcosa di più profondo, non sarebbe stato un bene.
Quando erano ancora due bambini era tutto a posto, non c'era alcun problema se si frequentavano per giocare ed è vero, facevano addirittura il bagno o la doccia assieme a cinque anni, però con il tempo molte cose erano cambiate.
Il padre di lei era estremamente geloso della figlia e non sembrava propenso a concedere la sua mano ad un Armstrong, per quanto bene volesse a Billie Joe, e Joey ricordava di aver sentito i suoi genitori parlare una sera, e mentre origliava da dietro la porta della cucina aveva distintamente udito una frase di suo padre, la frase di suo padre: “Mi dispiace per Joey, ma finché sarà figlio mio e porterà il mio cognome, con Ramona Wright non potrà dividere più della stessa aula di scuola.”
Non ne aveva capito il motivo. Gli sembrava assolutamente insensato. Quelle parole però bruciavano ancora come tizzoni ardenti, anche se ora non ci pensava più così spesso.

A poco a poco le acque si calmarono e White, Freese e Matika smisero rispettivamente di soffocarsi e di ridere, rimettendosi seduti al loro posto.
Adrienne era appena tornata con quattro pacchi regalo tra le braccia, di cui uno particolarmente voluminoso che teneva sotto gli altri a mo' di piano d'appoggio.
“Ecco i regali per il festeggiato!” disse adagiandoli sul tavolino davanti a Billie.
“Guarda che sono tuoi solo se indovini cosa c'è dentro eh!” fu il repentino intervento di Karen che si affrettò ad aggiungere, “inizia dal mio, è il più semplice da indovinare. Vedrai che lo troverai piuttosto... stimolante.
“Ah be', se lo dici tu Karry! Okay, è questo?” domandò Billie Joe afferrando il pacchetto rettangolare alla sinistra del mucchio. Karry annuì e Tré avrebbe giurato di averla vista ridere per un secondo, quasi come se pregustasse il momento in cui lo avrebbe aperto.
“Dai, indovina che cos'è!” trillò lei felice.
“Oh, sono sicuro che è una bicicletta!” rispose il cantante, altrettanto raggiante. Inventare idiozie sul momento era la sua specialità, non c'era dubbio.
“Eee! Errore Signor Armstrong! Ma se lo può tenere lo stesso, penso proprio che ne avrà bisogno...” disse la donna, stavolta con una punta di malizia nella voce, facendo l'occhiolino ad Adrienne.
Billie Joe scartò il pacco regalo e la prima cosa che vide fu una grande scritta nera in grassetto a caratteri cubitali che sicuramente parlava da sé: KAMASUTRA.
Scoppiò a ridere, seguito da Adie e da tutti i presenti, Joey compreso.
“Ehy! Io non vedo!” piagnucolò Jakob sporgendosi verso il padre, “cos'è?”
“Joey, copri gli occhi a tuo fratello, non credo che voglia davvero sapere quale bel regalo mi ha fatto zia Karry” disse Billie asciugandosi le lacrime dalle guance con il dorso della mano. Jakob sbuffò indignato.
Adie si avvicinò silenziosamente all'orecchio del marito. “Magari lo proviamo stanotte mh, bel gattone. Ti va?” sussurrò senza farsi sentire dagli altri.
“Dammi anche solo una ragione per cui non dovrebbe andarmi,” mormorò lui in risposta, dandole un bacio all'angolo della bocca.
“Oh, che carini!” esordì Karen sarcastica guardandoli, “ma ora non abbiamo tempo per le smancerie da piccioncini, qui il Signor Armstrong deve studiare il suo nuovo libro di scuola!”
“Sì, l'unico che aprirò mai!”

La serata era volata via in un lampo tra risate, regali e torta nelle mutande (con gran gioia di Billie Joe), e gli invitati erano appena usciti da casa Armstrong: Jakob poteva ancora vederli dalla grande vetrata del salotto mentre si avviavano verso le rispettive auto.
Erano appena scoccate le 23:30.
“Vorrei che ogni 17 Febbraio fosse come questo...” sospirò Billie sprofondando nel divano, “a casa con la mia famiglia come una persona normale... in tour non ho tutto questo... in tour mi manca la normalità, ogni tanto.”
Adrienne si sedette accanto a lui e gli passò un braccio attorno al collo. Joey prese posto alla sinistra del cantante.
“Siamo felici che ti sia divertito tesoro, e ti dirò, in realtà la festa non è esattamente finita,” gli disse, facendo un cenno con il mento a Jakob in piedi davanti alla finestra. Il ragazzino unì pollice ed indice a formare un cerchio e corse al piano di sopra, cercando di fare meno rumore possibile.
Tornò in salotto poco dopo tenendo tra le mani un sottile pacchetto quadrato.
Si avvicinò al divano e lo aggirò, fermandosi davanti a Billie Joe, porgendogli timidamente il regalo. Il cantante lo guardò con un grande sorriso e poi prese il figlio in braccio, facendolo sedere sulle proprie ginocchia.
“Questo è da parte nostra” mormorò Jakob lasciando che il padre gli sfilasse il pacchetto dalle mani.
“Non serviva che mi faceste un regalo anche voi,” disse Billie dando un bacio sulla guancia al bambino, “ma non mi tiro certo indietro. Grazie ragazzi.”
“Sono sicura che ti piacerà,” aggiunse Adrienne accarezzandogli sorridente i morbidi capelli neri.
Billie non aprì bocca. Non sapeva esattamente cosa dire, quindi decise di rimanere in silenzio. Si limitò a scartare il pacchetto, strappando la carta blu che conteneva il misterioso regalo.
Quando vide di cosa si trattava quasi non gli venne un colpo.
Quelle quattro facce serie sulla copertina del 33” lo stavano fissando, sotto ad una (o meglio, alla) scritta bianca leggermente diagonale nell'angolo superiore sinistro ed ora le parole gli morirono davvero in bocca.
RAMONES. LEAVE HOME. 1977. PRIMA TIRATURA. Joey, Johnny, Dee Dee, Tommy. Gabba Gabba hey, bro!
Una vivida scintilla gli illuminò lo sguardo, immobile a fissare il disco che teneva stretto tra le dita bianche.
“Allora?” domandò Joey, “abbiamo preso il disco giusto?”
Billie Joe non riuscì a rispondere.
Era Leave Home, secondo album di studio dei Ramones, la sua band in assoluto preferita dall'età di otto anni
(Hey Anna, Holly, cosa ascoltate? Voglio sentire anch'io!)
ed era la prima tiratura! La prima tiratura! Quella che conteneva ancora Carbona not Glue prima che venisse censurata! Autografata per di più! E quelli non erano autografi fasulli, lo vedeva bene, erano autografi originali, persino scoloriti e appena graffiati in certi punti!
Erano gli autografi originali di coloro che gli avevano insegnato a vivere, né più né meno.
Un pensiero gli attraversò rapido la mente, lasciandolo immobile un attimo ancora: Allora è così che si devono sentire tutti quei ragazzi quando noi firmiamo i loro dischi...
“Be', aprilo no? Dai, così lo ascoltiamo assieme!” disse allora Adrienne, felice di essere riuscita ad ammutolire il marito una volta tanto.
Lui la guardò negli occhi per un istante solo e la vide sorridere del sorriso che le aveva illuminato il viso il giorno del loro matrimonio. La baciò sulle labbra, poi ritornò al vinile, ora un po' più tranquillo dopo aver superato lo shock iniziale. Lo inclinò appena, quel tanto che bastò a far delicatamente scivolare fuori dalla confezione il disco nero ed assieme ad esso un foglietto di carta sul quale riconobbe immediatamente la sbilenca grafia di Jakob.
Lo prese e lo girò.

Per il miglior papà del mondo
Da Joe, Boo e Adie.
Ti vogliamo bene!!!!
Hey oh, let's go!


Billie Joe non se n'era accorto, ma due sottili lacrime gli stavano solcando il volto, scivolando silenziose sulle guance bianche.
Fece segno a Joey di avvicinarsi e non appena il ragazzo gli fu davanti appoggiò il vinile sulle ginocchia di Jakob che sedeva ancora in braccio a lui e spalancò le braccia, stringendo a sé la moglie e i figli.
“Vi amo,” riuscì a malapena a sussurrare, e poi rimase in silenzio, in un abbraccio che valeva più di mille parole.




Quella notte Billie Joe ed Adrienne fecero l'amore. Fecero l'amore con passione e complicità, e per entrambi fu come farlo di nuovo assieme per la prima volta, come in quella profonda notte stellata del caldo Luglio '92. Come allora, all'apice del piacere, sfinito e appagato, Billie nascose il volto nel morbido cuscino bianco accanto al collo della sua Adie e sospirò ansante al suo orecchio, lasciandosi invadere dalla più potente carica di sensazioni che avesse mai provato. Ad Adrienne ricordò come quella lontana serata avesse fatto lo stesso, come le fosse sembrato indifeso ed innamorato quel ragazzo magrolino e tatuato, come l'avesse fatta sentire una principessa, e come poco prima di addormentarsi le avesse asciugato con una carezza le lacrime d'amore che le solcavano il viso, nascondendo le proprie nel buio della notte. Un tenero sorriso le si dipinse sul volto. Lo abbracciò, accarezzando con le mani curate la schiena liscia e sudata del marito e i suoi folti capelli corvini, e Billie la strinse a sua volta a sé, baciandola gentilmente sulle labbra carnose mentre si distendeva vicino a lei, lasciandola accoccolare al suo petto, solo un leggero lenzuolo candido a coprire i loro corpi nudi.

Anni dopo, precisamente quattro anni dopo, in occasione del suo quarantesimo compleanno, Billie Joe si sarebbe trovato a ripensare a quella magnifica giornata del 17 Febbraio 2008, ricordandola per quello che realmente era stata: la giornata in cui aveva imparato il vero significato di felicità.



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A/N
Gabba Gabba hey gente! Tanti auguri di buon Natale greendayano a tutti! Inutile spiegare il motivo per cui ho postato questa fic, immagino. L'ho postata oggi, naturalmente, sì, ma l'ho scritta quest'estate, a metà Agosto, se non ricordo male. Era il secondo capitolo di una long fic a cui stavo lavorando che ho mandato a baldracche poco dopo averla iniziata, quindi non sperate di leggerla. Solo un paio di precisazioni, poi rotolo via: so che Ramona vive a New York e so (o almeno penso, non posso certo esserne sicuro) che tra lei e Joey non c'è nulla, ma mi sembrava una cosa carina da scrivere e poi mi serviva per la LF. Karry è totalmente OC.
Bene, ho finito quindi... ahm... Tà-dà!
Grazie a chiunque legga e/o recensisca! Un ringraziamento tutto speciale va alla mia adorata beta reader StrychnineTwitch nonché mia Red Ranger d'eccezione. Ti voglio tanto bene cara ♥


"This story is dedicated to Billie Joe Armstrong, frontman, singer, guitarist, husband, son, father and best elder brother ever. Happy birthday mate, you made me the person I am today. I wish you all the best. Stay Punk and rock on."
Jimmy
   
 
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