Ricordando te
Questa one-shot
riguarda la coppia Makoto e Setsuna, si colloca alla fine della mia fic, qui ci
sono i ricordi di Setsuna dal loro primo incontro alla loro tragica
separazione, avevo detto che l’avrei fatta ed eccola qui xD dopo questa proverò
a seguire il consiglio di Yas V provando a fare un seguito dell’altra fic, non
so quando inizierò a farla ma qualche idea potrebbe venir fuori dopo questa
shot o dai vostri commenti xD
Camminava per
i corridoi del Mugen distrattamente, non le sembrava vero, era riuscita a
passare l’esame d’ammissione, non credeva di riuscirci eppure era lì con la sua
divisa verde e rossa, stava cercando il club di kendo da sempre sua grande
passione dopo la cucina e i fiori. Finalmente trovò ciò che cercava, mentre
stava per entrare la porta si aprì e la ragazza che aveva davanti le finì
addosso.
Makoto: “
stai bene? Mi dispiace non ti ho vista”
Setsuna: “
si grazie, solo un po’ indolenzita, comunque io sono Setsuna Meio, frequento il
secondo anno e sono la responsabile del club di kendo”
Makoto: “ mi
dispiace senpai, farò più attenzione a dove cammino”
Setsuna: “
tranquilla, ma dimmi, quel è il tuo nome? Per essere qui deduco ti piaccia il
kendo”
Makoto: “
sono Makoto Kino primo anno”
Setsuna: “
bene Mako-chan, entra pure a lasciare la tua richiesta di partecipazione”
Makoto era
incantata da quella ragazza, era così misteriosa, il suo sguardo sembrava
triste e distaccato, sembrava soffrire, non si capacitava di come una ragazza
così fosse triste, decise di non pensarci dopotutto non la conosceva e
probabilmente l’avrebbe vista qualche altra volta nell’aula del club.
Passò una
settimana dal loro incontro, ma di lei nessuna traccia, Makoto si allenava con
costanza, ogni suo allenamento era perfetto, impeccabile, la sua tecnica e i
suoi fendenti erano veloci e aggraziati, fu proprio dopo uno di quegli
allenamenti estenuanti che la rivide; era appoggiata alla porta con le braccia
conserte e guardava il suo allenamento, sembrava che il suo sguardo si
illuminasse tutte le volte che si posava su di lei, un po’ imbarazzata continuò
fino alla fine e attese che la gran parte dei suoi compagni lasciasse la
stanza, voleva parlare con lei per cercare di conoscerla meglio.
Entrambe si
avvicinarono titubanti, l’imbarazzo sul viso di Makoto era evidente, mentre
Setsuna era come sempre impassibile e quasi disinteressato.
Setsuna: “
Mako-chan, devo parlarti, puoi raggiungermi oggi pomeriggio dopo le lezioni
qui?”
Makoto: “
certo Setsuna-senpai, allora a dopo le lezioni”
Setsuna guardava
allontanarsi quella ragazza, non capiva cosa le avesse scatenato, ma da quando
si incontrarono il suo cuore aveva perso un battito, la sua gentilezza nel
rivolgersi a lei, l’inchino di cortesia, la sua voce modulata, il suo modo di
allenarsi, tutto questo procurava nel suo animo un sentimento che mai avrebbe
pensato di provare.
Tutti la evitavano, le stavano alla larga, non
aveva mai avuto amici, sempre sola con se stessa e i suoi pensieri, sentiva
chiaramente i commenti velenosi delle sue compagne quando passava, aveva
imparato ad ignorarle diventando col tempo fredda e insensibile, arrivata al
Mugen credeva che le cose potessero cambiare ma per quanto si sforzasse non
riusciva ad avere amicizie. Fu un giorno che conobbe quella che era diventata a
tutti gli effetti la sua migliore amica, Haruka Tenou, primo anno come lei, l’aveva
vista spesso entrare in ritardo e comportarsi in modo altezzoso con tutti,
proprio per i suoi comportamenti non credeva che potesse essere gentile con
qualcuno che non fosse lei.
Haruka: “
hei Secchan come mai tutta sola? Non hai amici con i quali passare l’ora del
pranzo?”
Setsuna: “
Tenou-san non sono affari tuoi e chi ti ha permesso di chiamarmi Secchan? Non siamo
amiche e nemmeno in confidenza quindi per favore non chiamarmi in quel modo”
Haruka: “ bè
Secchan, devi sapere che anche se non siamo in confidenza voglio chiamarti in
questo modo perché voglio esserti amica, ho visto e soprattutto sentito come ti
trattano le persone di quest’istituto e non mi andava che una ragazza come te
diventasse lo zimbello dell’intera scuola, sei libera di pensare ciò che vuoi
ma ti sto dicendo la verità se vuoi possiamo fare amicizia”
Quelle semplici
parole la fecero piangere, nessuno le aveva mai detto di voler essere sua
amica, lei era la prima e probabilmente sarebbe stata l’ultima, decise di
provarci, voleva provare anche lei la gioia di poter avere un’amica, anche se a
guardar bene Haruka, non sembrava per niente il tipo di persona che fa amicizia
con tutti.
Passarono un
intero anno insieme conoscendosi e avvicinandosi sempre di più, Setsuna era
felice aveva trovato un’amica con la quale passare un po’ di tempo e con la
quale divertirsi, da quel momento decise di fare qualsiasi cosa per aiutarla,
così fece, tutte le volte che era nei guai con qualche insegnante lei
interveniva per evitare di farle beccare sospensioni o espulsioni,pian piano
anche lei era diventata un po’ più ribelle come Haruka e spesso insieme
marinavano la scuola per andare sulla costa, passarono così il primo anno.
Haruka: “
wow un nuovo anno in questa fottuta scuola, sai Secchan vorrei tanto andare via
in un posto lontano che non conosce nessuno, dove la gente non ti giudica e non
ti tratta come un reietto della società”
Setsuna: “ ma lo vuoi capire che odio quando mi chiami
Secchan? E comunque Ruka-chan a meno che non vuoi diventare un eremita non puoi
andare in un posto così sperduto, anche se devo ammettere che il tuo modo di
isolarti dalla gente è incredibile, sei un asociale, ecco cosa sei”
Haruka rise
di gusto, le piaceva punzecchiarla, quella ragazza era la sua migliore amica,
non l’avrebbe mai ammesso a nessuno ma era felice di essere sua amica. Si diressero
a scuola, essendo le nuove responsabili del club di kendo e di quello di
atletica dovevano controllare le nuove matricole che si iscrivevano, fu quel
giorno che Setsuna conobbe Makoto, da quel momento la sua mente riviveva ogni
istante il loro incontro, decisa più che mai prese una decisione, le avrebbe
chiesto di essere sua amica, di aiutarla e chissà pian piano le avrebbe
confessato i suoi sentimenti.
Le lezioni
erano finite e Makoto si stava dirigendo nel club di kendo, la sua mente aveva
pensato per tutta la giornata a cosa poteva volere da lei la senpai, però era
comunque felice di avere questa opportunità, avrebbe fatto di tutto per esserle
amica e pian piano le avrebbe rivelato cosa le scatenava la sua sola presenza.
Makoto: “ Setsuna-senpai sei qui? Scusa per il
ritardo ma la sensei mi ha trattenuta”
Setsuna era appoggiata
al muro appena la vide il suo cuore batté all’impazzata, fece un respiro
profondo e si avvicinò, doveva assolutamente avvicinarsi a lei.
Setsuna: “
Mako-chan non preoccuparti non aspetto da molto, volevo parlarti di una cosa
importante però, devi sapere che per me è difficile visto che il più delle
volte sono sempre sola, vorrei chiederti di diventare mia amica, da quando ti
ho vista ho sentito l’esigenza di avvicinarmi a te per capirti”
Makoto era
arrossita all’invero simile, le aveva chiesto di diventare sua amica, certo lei
aveva fatto un altro pensiero però non le avrebbe detto di no, magari col tempo
sarebbe riuscita a farle capire i suoi sentimenti, ora doveva solo starle
vicina e conquistare un posto nel suo cuore.
Makoto: “
Setsuna-senpai mi fa piacere, anche io voglio esserti amica e ho avvertito le
stesse cose appena ti ho vista, sono felice di aver ottenuto questa possibilità”
Felici uscirono
dall’aula, iniziarono a frequentarsi ogni giorno, Setsuna le fece conoscere
Haruka che ovviamente sapeva perfettamente la situazione tra loro definendola “nuovo
modo per frequentare le ragazze” non capiva perché ma quella due a tutti gli
effetti sembravano una coppia, solo erano troppo timide e impacciate per confessarsi,
poco male, prima o poi avrebbero fatto il grande passo.
Setsuna e
Makoto passavano molto tempo insieme, fregandosene delle strane voci che
giravano tutte le volte che passeggiavano nei corridoi, passò così il secondo
anno e le due si avvicinarono molto di più, durante la pausa estiva del terzo
anno Makoto portò Setsuna nella sua casa in collina, voleva mostrarle un lato
di lei che nessuno conosceva, sapeva che l’avrebbe capita e non l’avrebbe presa
in giro.
Makoto: “
Setsuna-senpai questa è la mia casa in collina, non ci vengo spesso qui perché per
me è troppo grande, ma quando posso vengo a dare una sistemata alla serra e al
frutteto, purtroppo non posso mostrarti tutto l’interno perché è in
ristrutturazione, i miei hanno deciso di ampliarla per renderla più accogliente
per me e i miei amici, quando sarà completa ti prometto che te la farò
visitare, ora però posso mostrarti la mia piccola serra e il mio piccolo
frutteto, non è molto ma quando vengo qui grazie a loro non mi annoio mai”
Setsuna ascoltava
rapita ogni sua parola, non credeva che quella ragazza avesse tanti interessi,
era una gioia per lei poterli scoprire per prima, più passava il tempo e più si
rendeva conto di amarla, voleva dichiararsi ma non sapeva come fare, avrebbe
aspettato il Natale per dirlo, se non fosse stata ricambiata le sarebbe rimasta
accanto perché la sua presenza era importante per lei.
Passarono un
mese al mare godendo della reciproca compagnia, quando rientrarono in città si
diressero direttamente al covo, non avevano voglia di riprendere le lezioni e
poi c’era qualcosa di strano sembrava che qualcosa doveva cambiare e che loro
dovevano essere lì in quel momento.
Fu così che
cominciò la loro avventura tra esseri che sembravano essere usciti dai film
horror, passarono diversi giorni a combattere tra quei mostri che si erano
impadroniti della loro bella città. Una sera dopo essersi riparate nel tempio
della loro compagna Rei, Setsuna prese coraggio e le rivelò i suoi sentimenti.
Setsuna:
“ Mako-chan, tu mi sei sempre piaciuta, la tua forza, il tuo animo nobile, la
voglia di essere sempre presente anche quando vorresti scappare e stare da sola
con i tuoi pensieri, mi piace tutto di te, io Mako-chan ti ho amata dal primo
momento che ti ho vista”
Guardava il
viso di Makoto che diventava via via più rosso per l’imbarazzo, stava quasi per
pentirsi di quello che le aveva rivelato quando le sue labbra si posarono
dolcemente sulle sue, sentì chiaramente il suo cuore galoppare nel petto, non
si aspettava di essere ricambiata eppure era quella la realtà, Makoto l’amava
con la sua stessa intensità, poteva percepire in quel bacio la sua forza, il
suo animo forte e gentile che era stato capace di darle conforto in ogni
momento, ricordava ancora l’abbraccio che le aveva regalato sul terrazzo dell’istituto,
sentiva di essersi unita a lei già in quel momento.
I loro
baci diventarono bollenti, ormai non importava più cosa sarebbe potuto
accadere, in quel momento c’erano solo loro due che si amavano e si mettevano a
nudo. Passarono la loro prima notte d’amore e si addormentarono l’una tra le
braccia dell’altra felici nonostante il putiferio a pochi passi da loro.
Passarono
diversi giorni da quel momento e ogni volta che ne avevano l’occasione stavano
assieme, fino a quel tragico incidente in cui Makoto perse la vita per una
stupida frenata causata da Haruka che stava per schiantarsi contro il
laboratorio. Setsuna non ha mai incolpato Haruka, sapeva in cuor suo che la sua
amica non avrebbe mai rischiato la vita di una loro compagna in questo modo, eppure in quell’esatto
momento, quando il corpo di Makoto urtò violentemente contro il muro voleva
solo incolparla per la sua morte, voleva raggiungerla e continuare ad amarla ma
sapeva che non sarebbe stato giusto, avrebbe continuato a vivere anche per lei e
lo fece. Andò avanti e riuscì a portare la sua amata nella sua casa, seppellì
il suo corpo, tra le viole che avevano piantato solo il mese prima, in quel
momento capì; doveva essere forte e portare a termine la loro avventura, lo
doveva oltre che a se stessa, anche alla donna che le aveva rapito il cuore.
Era passato
ormai un mese dalla scomparsa di Makoto, Setsuna era rimasta in quella casa
sulla collina e continuava a prendersi cura dei fiori e del frutteto che con
tanto amore erano stati tirati su dalla sua amata, le altre più volte le
avevano detto di andare con loro alla ricerca di altri sopravvissuti ma lei ha
sempre rifiutato, abbandonare quel luogo per lei voleva dire abbandonare la sua
Makoto e questo non poteva sopportarlo.
Ogni sera
si addormentava nel suo letto mentre rileggeva le pagine del suo piccolo diario
che aveva iniziato a scrivere per ricordare la sua amata, l’avrebbe tenuto
stretto per ricordarsi di lei anche quando sarebbe diventata vecchia, ma il suo
cuore sapeva che presto o tardi l’avrebbe raggiunta, le sue compagne erano
andate a cercare altri sopravvissuti per aiutarli con l’antidoto che era stato
terminato, ogni tanto riusciva a ricevere qualche loro notizia ma sapeva che
presto o tardi sarebbero tornate da lei stanche.
Le avrebbe
aspettate, come avrebbe aspettato il momento per raggiungere la sua Makoto che
sapeva la vegliava ogni sera quando in preda alle lacrime si addormentava.
Ecco la
shot che avevo promesso xD mi è uscita più triste del previsto, non ho messo il
corsivo anche se erano i ricordi di Setsuna perché un intero capitolo scritto
in questo modo mi sembrava un po’ pesante, spero sia piaciuto x3 grazie a Yas V
che era ansiosa di leggere questa shot xD grazie a chiunque la leggerà x3 alla
prossima (se mai deciderò di dare un seguito alla mia fic) XD