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Autore: Arisu95    17/02/2012    1 recensioni
Quel giorno Lombardia non si era sentita bene.
Aveva iniziato a pensare e ripensare ad un periodo della sua vita che avrebbe voluto dimenticare: quando Francia e Spagna si erano contesi il suo cuore senza quasi preoccuparsi di quello che lei davvero provava.
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One.Shot. Lombardia (Alessandra Vargas) é la mia OC di Hetalia :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE.  Questa fanfiction l'ho scritta l'altro ieri ... Avevo appena finito di studiare Storia e mi sentivo ispirata xD ♥ ... Intanto Lombardia/Alessandra Vargas é la mia OC di Hetalia. La FanFiction é ambientata più o meno ai giorni nostri, ma i fatti a cui fa riferimento sono accaduti (ammazzatemi se sbaglio i secoli) nel XIV/XV Secolo ... Quando la Francia e la Spagna si contesero il Regno di Napoli, e battendo in ritirata sconfitta, la Francia si prese il Ducato di Milano. Poi successivamente, durante le Guerre d'Italia, la Francia dovette cedere il Ducato alla Spagna in seguito alla Pace di Cateau-Cambrésis ... Se quello che ho detto non é esattamente corretto o nella fanfic ci sono imprecisioni storiche di qualche genere, perdonatemi! D:
Ci sono un po' di frasi in Francese e Spagnolo, ho messo la traduzione alla fine ... Spero vi piaccia! =)


- Odio Amore ~





Era ormai ora di cena.
Nell'aria imbrunita aleggiava il profumo delle pietanze che cuocevano pigre sul fuoco in milioni di case.

Lombardia non si era sentita molto bene.
Era solita rimestare più e più volte la polenta nel paiolo, a quell'ora precisa, perché amava cucinare quasi quanto desinare.
Vedere i suoi domestici attorno al tavolo, assaporando le pietanze da lei pazientemente cucinate, le riempiva il cuore di gioia più che il cibo lo stomaco.

Ma quella mattina si era svegliata pallida in viso, debole e senza forze, dopo una notte prigioniera dei suoi peggiori ricordi.
Quel momento della sua vita che più di tutti avrebbe voluto dimenticare.

Comparato a quel periodo, qualsiasi altro evento tragico sfumava miseramente, dal peggiore al meno disastroso.

Alessandra era una donna forte.
Era caduta più volte, ed ogni volta si rialzava, più forte di prima, senza alcuna intenzione di essere spazzata via dallo scorrere inesorabile del tempo.
Teneva le sue tristezze nascoste, e nessuno riusciva mai a capire cosa in cuor suo provasse davvero.

Ma poi, quando il peso nella sua anima si faceva così forte da non riuscire a sostenere il corpo e la sua immagine di donna decisa, ella crollava in attimi di depressione.

Allora, lacrime limpide le rigavano le gote di neve, mantenendo un'espressione così falsamente forte che il suo pianto pareva solo una strana illusione.


Vedendola camminare inquieta come un fantasma tra i corridoi del suo palazzo, con quell'espressione così diversa dal solito, che rivelava il suo cuore di donna pura e fragile, i domestici insistettero a fare ogni cosa al suo posto, benché questa si oppose testardamente.

Era stata nobildonna per tanto, troppo tempo.
Amata e adulata da tutti, non aveva alzato un dito per secoli se non per dare ordini.

Poi, quando i suoi fratelli partirono in guerra lasciandola sola, dovette rimboccarsi le maniche e lavorare duramente.
Allora si rese conto dei secoli trascorsi in preda alla noia, perchè il mondo offriva meno libri e svaghi di quanti lei ne volesse, e colta dalla meraviglia della novità, qualsiasi lavoro per gli altri faticoso si era rivelato per lei quasi un divertimento.

Da quel momento, decise di chiudere con il suo passato da nobile.
E così, quella donna che tanto fermamente ordinava ed esigeva, coinvolta in intrighi ed omicidi, si trasformò in una grande e felice lavoratrice, legata al suo passato solo per nome e per fama.


Lombardia passò quel giorno forzatamente libero tra casa, giardino e città.

Girava le stanze nella speranza di distrarsi dal suo dolore.
Niente.
Ogni angolo della casa le ricordava lui.

Era uscita in giardino, dondolandosi su una vecchia altalena.
E lui ... Come adorava quel luogo!
Si distese sull'erba del prato fissando le nuvole.
Ma le nuvole parevano le stesse.
Le stesse che soleva ammirare in quel periodo.
Quando c'era lui ... E quando entrò in scena quell'altro.

Decise dunque di uscire in città, sperando di ingannare i suoi ricordi.
Macché ...
Quelle strade si erano trasformate in una mappa dolorosa.
Ogni centimetro di terra era stato luogo di guerra e di passione.
Morte e nascita.
Odio ed amore.

Amore ...
Com'era possibile che proprio lui non lo capisse?
O forse lo aveva capito.
Lo aveva sempre saputo.
Ma era stato troppo egoista e vigliacco per rimanere al suo fianco.


Voleva lavorare, avrebbe tanto voluto farlo ...
Quei domestici non capivano nulla di lei.
No, proprio niente.
Alcuni erano troppo giovani per ricordare.
Gli altri semplicemente non se ne curavano.
Perché la vita di una Nazione é un continuo cambiamento, e certi eventi sono una cosa normalissima.
Forse, solo il lavoro avrebbe potuto distrarre la sua mente in preda al passato.

Dopo una giornata estenuante, in fuga da sé stessa, decise di tornare in casa.
Tutti l'avevano accolta sorridendole e ricoprendola di onori, come l'antica nobildonna che era avrebbe adorato.

Invece no.
Certe cose non bastano per guarire un dolore profondo.

Lombardia si era distesa sul letto.
Sperava di addormentarsi, e allo stesso tempo il pensiero la inquietava.
Quali orrende visioni avrebbe avuto?
Forse avrebbe sognato cose ancor peggiori della realtà ... La quale già non era cosa rosea.

Si accovacciò sul fianco, pallida e debole, e chiuse gli occhi.


Je t'aime ...




Sentì quella voce calda e ammaliante vibrarle nelle orecchie e d'un tratto le ossa le si riempirono di ghiaccio.
Erano bastate tre parole ... Tre odiosissime parole per farla piangere.

Non era lei ...
Non ci credeva.
Una donna forte come lei che piangeva da secoli per un bastardo.
Strinse forte le lenzuola tra le mani a pugno, serrando i denti e odiandosi per essere così debole.
Non era importante quanto aveva combattuto e conquistato nei secoli passati ...

Pensava di essere divenuta decisa ed impavida, nobile e stratega, senza tempo né riguardo per i sentimenti.
Invece no ...
Ora, come allora, stava piangendo come una persona qualsiasi, come la più povera e debole del mondo, per una ferita d'amore.

Quella ferita faceva male, davvero male ...
Più di qualsiasi cicatrice di guerra.
I mali del cuore non guariscono, rimangono segretamente nascosti, e quando pensi di essere guarito, ecco che il sangue ricomincia a sgorgare e la ferita pulsare dolorante come appena procurata.

 

L'Amour est l'arme la plus puissante du monde ...




Lombardia sorrise in preda ai gemiti coprendosi gli occhi con un braccio.

Era proprio bravo a parlare.
Le sussurrava queste parole all'orecchio, e lei sorrideva piano fremendo.
Non che ci credesse.


 

_____________ • • • _____________




"Monsieur Bonnefoy, a volte mi domando da dove prendete queste frasi!" - Esclamò Lombardia con un lieve sorriso facendosi più distante, come a farsi desiderare.

"Chèrie, la vostra poesia mi ha sempre ispirato." - Rispose Francis intrecciando i suoi capelli tra le dita.

"Mes frères aussi ...?" - Chiese Alessandra, un po' per curiosità e molto per distrarlo, spostandogli delicatamente la mano dai capelli.

"Ahah! Oui! Vos frères aussi!" - Rispose in una grande risata Francia, come se Lombardia avesse detto chissà quale battuta di spirito, con un fragoroso ma brevissimo battito di mani.

"Ma ... Non sono forse il Governo e l'Esercito a fare uno Stato potente? Se, come dite, l'Amore è più forte di questi, perché la vostra stessa Patria si basa su altri valori?" - Chiese ancora Alessandra.

Francia si levò il sorriso smagliante dalle labbra, e abbassando il capo, parlò per una volta più seriamente.

"Si tout le monde comprendesse la potenza dell'Amore ... Alors, nemmeno io avrei bisogno di eserciti o altro ... Ma finché nessuno lo comprende, non potrò fare altrimenti. C'est logique, non?" - Spiegò il francese, allungando la mano verso quella di Lombardia - "Mais ... Se voi foste al mio fianco ... Magari insieme riusciremmo a cambiare il mondo ..."

Alessandrà arrossì quando l'uomo le baciò la mano, e la ritirò imbarazzata fingendosi impassibile.

"Siete un uomo galante." - Decise di dire Lombardia, sfuggendo dagli occhi azzurri e intriganti dell'altro.

"Merci." - Sorrise Francis. - "Et vous êtes vraiment jolie."

"Oh, merci!" - Ringraziò a sua volta la ragazza.

Lo guardò in quegli occhi dalle iridi marine.
Guardò i suoi capelli d'oro, scendendo lungo il suo corpo elegante e virile.
Non aveva mai guardato un uomo in quel modo prima di allora.
Più lo guardava, più sentiva il suo cuore pulsare impazzito nel suo petto, e una strana sensazione di vuoto, malessere e piacere nello stomaco.

Quell'uomo l'aveva sempre affascinata.
Aveva combattuto qualche tempo prima contro Antonio Fernandez Carriedo di Spagna, solo per conquistare la sua mano.

E ci era riuscito, benché dopo pochissimo tempo dovette occuparsi di affari importanti in patria, e lei rimase sola, formalmente sul territorio di Sacro Romano Impero.
Lo rimase ad aspettare per anni, finché, finalmente, non si fece di nuovo vivo.

Ed ora erano lì, a disquisire amabilmente, nel segreto tentativo di sedursi.
Lombardia si morse il labbro maliziosamente al pensiero che Francis, pur avendola già sedotta tempo addietro, non era mai andato oltre a questo.

Non era proprio da lui, lo sapeva bene: la fama di quell'uomo lo precedeva.
Se dopo molti anni era ancora lì, a riempirla di complimenti e belle parole, doveva interessargli davvero.
E non poteva essere puro desiderio fisico, o non avrebbe aspettato così tanto.

A questo pensava Lombardia e un sorriso si dipinse sulle sue labbra, mentre con gli occhi maliziosi stava a fissare Francis parlare, come sempre, dell'Amore e la sua forza.


Si incontrarono in questo modo per mesi, e ormai Alessandra pareva rifiorire solo all'ennesimo avviso di qualche suo servo o domestico, che acclamava a gran voce "Monsieur Bonnefoy é qui per vedervi!".

Poi, finalmente, Francis si decise.
Stavano parlando come al solito dei loro Paesi, di Filosofia, di Amore, quando finirono col discutere il vero significato del bacio.
Discussione che si concluse, com'era prevedibile, con una dimostrazione pratica.
Da quel momento, fu un grande susseguirsi di momenti di amore e passione.
Ormai si preoccupavano più della loro relazione che del benessere dei loro Paesi.




 

_____________ • • • _____________


 

Ripensando a tutto questo, Lombardia non poté trattenere un gemito più forte, e aprendo appena gli occhi, si accorse che la sua vista era completamente annebbiata e le lenzuola bagnate di lacrime.

Il momento più bello ...
Era già presagio del dolore.
La donna, contro il suo stesso volere, non riuscì ad evitare di pensarci.
 

Quel bastardo ... Quel bastardo!


Sussurrò con il fiato gonfio e stanco dal suo pianto.


 

_____________ • • • _____________




Da qualche tempo, Francis pareva preoccupato.
Trascorreva meno tempo con Alessandra, la quale aveva spesso provato a chiedergli spiegazioni.

"Rien, mon amour, rien ..." - La rassicurava sempre, baciandola ed amandola sperando che si dimenticasse delle preoccupazioni di entrambi.

No ...
L'angoscia non si lava via in una notte.

Lombardia iniziò a spiarlo.
Spiava ogni suo movimento, nella speranza di capire cosa gli stesse accadendo.
Poiché Francia non voleva abbandonarla, molti uomini francesi arrivavano lì, ogni giorno, in pellegrinaggio, per parlare con lui.

Sembravano davvero preoccupati.
Tutti, nessuno escluso.

Alessandra si sforzava di tendere le orecchie, di farsi trovare nella stessa stanza dove quegli uomini francesi parlavano con il suo innamorato, ma niente da fare.


 

"Mon Amour, puoi lasciarci soli? Merci ..."



Era l'unica cosa che usciva dalla sua bocca, seguita da un sorriso falso volto a nascondere chissà quali segreti.

Cosa diamine stava nascondendo?
Francis era conosciuto per essere un grande amante, estremamente portato al tradimento, e questo Lombardia non poteva negarlo.
Le era venuto il sospetto che quegli uomini con Francis volessero fare ben altro che scambiare quattro chiacchiere, ma esso si era rivelato infondato.

Aveva origliato dietro la porta per giorni, ad ogni ora, e quello che si sentiva non erano altro che parole.
Parlavano dannatamente veloce, e, ovattati dalla porta chiusa, sarebbe stato difficile per chiunque capire cosa dicessero.
Lombardia riusciva ad intendere solo qualche parola qua e là.

 

" ... Espagne ... Il va conquerir ... Il faut penser à quoi faire ..."



Le discussioni erano tutte così.
Nient'altro.
E a meno che quegli uomini non si fossero inventati un linguaggio simbolico per non farsi capire, il tradimento era da escludere.
Ma allora cosa ...?


 

"Vous ne pouvez pas mentir encore! Vous devez lui dire ce qu'il se passe!"


Ce qu'il se passe ...?

Lombardia sentì un brivido percorrerle la schiena, e rapita da mille domande, non si accorse che Francis aprì la porta per uscire.

"Lombardie!" - Esclamò sorpreso nel vederla.

"Cosa mi devi dire?" - Chiese fredda Alessandra, al che Francis impallidì.

"Rien ... Va tutto bene, mon amour." - Cercò di rassicurarla il francese, con l'espressione di chi è colto con le mani nel sacco e non può più mentire.

"Smettila. Ho sentito quello che ha detto quell'uomo! Ha detto che devi dirmi cosa sta accadendo. Ebbene! Cosa succede?" - Chiese di nuovo, innervosita.

"..." - Francis fece una risata nervosa, quasi per sdrammatizzare - "Hai origliato? Ah! Sembra essere un peccato ... Credo che dovrai pagare un bel po' d'indulgenze!" - Ironizzò, prendendosi gioco di quella strana e diffusa usanza.

"Non cambiare discorso. Dimmi cosa succede."

"... Oui. Te lo dirò. Tanto, prima o poi avrei dovuto dirtelo, comunque ..."

"Cosa?"

"Spagna e Sacro Romano Impero si sono uniti. Ora sono circondato ... La situazione é preccupante, potrebbero attaccarmi da un momento all'altro ... Sarò molto più impegnato d'ora in poi, credo che a breve dovrò tornare in patria per seguire meglio le vicende."

Un'espressione addolorata si dipinse sul volto prima severo di Alessandra, e mentre due lacrime iniziavano a nascere agli angoli degli occhi, si gettò tra le braccia di Francis.

"Non lasciarmi di nuovo sola ..." - Lo pregò, mentre le accarezzava i capelli, ed emetteva un sibilo dalle labbra appena dischiuse, come per dirle di smettere di piangere.

Era tutto qui, dunque?
Non c'era nient'altro?
Allora perchè così tanta voglia di nasconderlo?
Eppure, non si era fatto problemi a lasciarla sola dall'oggi al domani, in passato.

... Allora non erano in rapporti così intimi, ma era semplicemente stupido farsi problemi per dire una cosa del genere, tanto più che era già accaduto.

"Perché ti facevi tanti problemi a dirmelo ...?"

"Je ne sais pas ... Simplement, avevo paura che ci stessi male e piangessi, come stai facendo ora." - Le prese il mento facendo incrociare i loro sguardi - "Non voglio vederti piangere, Lombardie ... Ma perdonami. Il dovere chiama. Non posso proprio rimanere qui ..."


 

_____________ • • • _____________



Lombardia si asciugò le lacrime, decisa a voler reagire.
Non era sopravvissuta a tutto questo per piangerne secoli dopo.
No ...
Era impensabile.

Fece un giro per i corridoi del suo palazzo, arrivando fino al portone dell'uscita secondaria.
E, alla vista di quel portone, proprio mentre pensava di aver sconfitto i suoi ricordi per sempre, almeno per qualche tempo, essi si impossessarono nuovamente di lei.

 

_____________ • • • _____________



Francis era partito per la Francia da alcune settimane.
Aveva da poco ricevuto una sua lettera, in cui diceva che le cose potevano andare peggio.
Aveva stretto legami non ufficiali con Prussia e Turchia nella speranza di indebolire e sconfiggere Spagna e Sacro Romano Impero, ma per ora la situazione era piuttosto in stallo, sebbene gli scontri non mancavano.

Lombardia sentì il profumo del francese intriso nella carta, e ne godette per qualche istante chiudendo gli occhi, mentre il cuore le batteva già più forte, per poi riporre la lettera con cura in un cofanetto.

Fuori pioveva, ma aveva voglia di prendere una boccata d'aria.
Scese le scale e camminò per mille corridoi, fino a raggiungere l'entrata secondaria.

Lì nessuno ci andava mai, e proprio per questo Lombardia amava stare a riflettere e rilassarsi in quel punto.
Appoggiata alla porta, iniziò a scorgere, tra la pioggia e la nebbia, una figura avvicinarsi.

Strizzò gli occhi per vedere meglio.
Un ragazzo, più o meno dell'età sua e di Francia, si faceva sempre più vicino a lei.
Una volta arrivato a pochi passi, si fermò, guardandosi attorno.

"Pero qué tiempo! Siempre està asì en este lugar?" - Esclamò sorridendo e puntando gli occhi color smeraldo su di lei.

"Oh..." - Lombardia rimase per un attimo sorpresa nel sentire quella lingua. Era dal lontano '300 che non parlava spagnolo, e allora era solo una bambina. - "Ya, oggi el tempo està asì ..."

Il ragazzo la guardò incuriosito.

"Pero qué es?! Ti sei dimenticata di come si parla spagnolo?" - Chiese ancora lo spagnolo, facendole notare la sua cattiva pronuncia.

Lombardia lo guardò confusa, come se avesse il presentimento di averlo già incontrato, ma non ricordava proprio dove.

"Non ti ricordi di me?" - Aveva un forte accento spagnolo, anche quando parlava italiano.

La ragazza rimase muta, e l'altro le rinfrescò la memoria.

"Nel Trecento ... Eri solo una niña, forse es por esto che non ti ricordi!" - Spiegò - "Sono Antonio. Antonio Fernandez Carriedo ... Spagna!" - Aggiunse con un sorriso.

Alessandra ricordò di essere stata sotto il suo dominio per un periodo, quando era una bambina.
Lei si ricordava davvero poco di quel periodo, ma molti lo descrivevano come terribile.

Inoltre ...
Non era forse quello stesso Spagna che Francia stava combattendo?!

"Ti sei fatta davvero bella ..." - Commentò accarezzandole il viso, gli occhi avvolti da una strana luce.

"Uhm, grazie." - Ringraziò fredda la ragazza, facendosi più in là.

Si sentì un tuono, e l'acqua iniziò a scendere più forte, al che Spagna decise di entrare nel portone, vicino a Lombardia.

"Mamma mia, che acquazzone! Starò qui un pochino, se non ti dispiace!"

"..."

"Oye! Che c'é? Mi sembri triste ..." - Cercò di attaccare bottone.

"S-Sì ... Francia é tornato in patria ..."

"Oh ... Y lo dices de esta manera, mmh? Te gusta este chico, verdad?" - Chiese maniacalmente, come se si aspettasse di sapere dove si trovasse un tesoro prestigioso.

"... Ci amiamo." - Concluse Lombardia, preoccupata. Una parola in più su Francia avrebbe potuto essere d'aiuto a Spagna per sconfiggerlo.

"Ti ama? Ti ama e ti lascia qui tutta sola? E questo sarebbe un uomo ?!" - Incitò Antonio.

Lombardia avrebbe voluto dirgli che non erano affari suoi.
Che se Francis era tornato in Francia era solo colpa sua, perchè si era alleato con Sacro Romano Impero e lo avevano circondato.
Ma non era dell'umore giusto per discutere.

"Io, non lascerei mai sola una chica tan hermosa como tì ..." - Disse con un tono strano, allungando il braccio dietro le spalle di Lombardia - "Perché ... Ci sono molti uomini meschini e senza morale, là fuori ..."

Lombardia era così presa a pensare a Francis, che quando si accorse di quello che stava succedendo, era troppo tardi.

Antonio l'aveva immobilizzata contro il muro e aveva già posato prepotentemente le labbra sulle sue.

"N-No! Lasciami!" - Gridò Lombardia, scoppiando a piangere quando Spagna le tirò il ricciolo.

"Jaja! Eres como Romano!" - Commentò divertito, tirandolo e tirandolo sempre più forte.

Quell'uomo ...
Si era già impossessato di suo fratello Romano, e ora voleva fare lo stesso anche con lei ?!
No! Non glielo avrebbe permesso!

Lei amava Francis, e non aveva alcuna intenzione da farsi toccare da un altro uomo.
E quello non era un uomo qualsiasi ... Era addirittura il nemico del suo amato!

 

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Lombardia, fissando quello stesso luogo dopo secoli, tirò un sospiro di sollievo ripensando a come, per puro caso, un domestico fosse passato di lì, costringendo Spagna alla fuga.
Alessandra riprese a camminare nel silenzio, tornando in casa, pensando a come quel pericolo scampato fosse in realtà l'ultimo segnale prima del disastro.

 

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Lo spiacevole incontro con Antonio era ormai acqua passata, e Lombardia iniziò a non pensarci nemmeno più.
Il ragazzo non si era più fatto vedere da allora, e la vita della ragazza procedeva abbastanza tranquilla tra agi, ricchezze e lettere di Francis.

Queste ultime, si erano fatte sempre più frequenti e piene di meravigliose parole.
Quanti 'Je t'Aime' scorrevano tra le righe, e quanti regali le faceva recapitare da Parigi! Persino la carta pareva profumare più del solito.

Francis era sempre stato un uomo romantico e galante, ma Lombardia iniziò a chiedersi, sorridendo e pensando di conoscere la risposta, se non si volesse far perdonare qualcosa.

Poi, un giorno, tutto cambiò.
Per sempre.

Le lettere di Francis erano diventate da quotidiane ad estremamente rare, e benché in ciascuna il francese si scusasse del ritardo affermando che avesse molto da fare e che la questione con Spagna si fosse inasprita, Alessandra cominciava ad avvertire qualcosa di strano nell'aria.

Le mani della ragazza tremarono e sudarono freddo mentre lesse l'ultima lettera.


 

Mon Amour, mi dispiace molto di quello che sto per dirti, ho provato di tutto, ma non c'é stato verso, é l'unico modo.
L'Amore é qualcosa di strano e fuggiasco ...



Lombardia lesse di sfuggita pagine e pagine di parole poetiche sull'Amore, come volte a nascondere qualcosa, finché, finalmente, non trovò l'agghiacciante fulcro della lettera.

 

Se voglio salvare me stesso e il mio Paese, ho una sola soluzione.
Cederti a Spagna.
So che mi odierai per questo.
Scusami, scusami davvero.
Ma non posso rischiare di soccombere, tenerti con me è davvero un rischio troppo grande.
Spero che tu capisca.
Je t'Aime.

 

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Come può un uomo essere così bastardo?!
Come può un sentimento nobile come l'Amore far soffrire tanto le persone ?!


Pensò Lombardia, salendo nervosamente le scale a passi pesanti.
Non poteva fare altro che odiarlo, quel francese.
Era quanto di più vogliacco potesse esistere sulla faccia della Terra!
Odiava più lui di Spagna.

Almeno Spagna era stato più sincero ...
 

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Il palazzo si era svuotato.
Ormai non vi era più traccia di francesi.
Come se non fossero mai approdati su quei lidi lombardi.
Invece, le mura si erano animate nuovamente da una lingua diversa, più rozza, prepotente, così diversa da quella che Lombardia era solita udire.

Poco tempo dopo, arrivò anche Antonio, trionfante, preceduto e seguito dai suoi beni.

"Disculpame per quello che ti ho fatto quel giorno." - Si scusò Antonio seduto in salotto, di fronte a Lombardia, proprio dove Francis soleva chiacchierare con lei d'Arte, Amore e Filosofia. - "Non volevo farti del male."

"Allora perché?" - Rispose fredda la ragazza, guardandosi attorno come ad escogitare un piano di fuga, qualora Antonio si fosse avvicinato con cattive intenzioni.

"Dovevo semplicemente appurare se era vero che voi due vi amavate." - Spiegò lo spagnolo - "Quiero decir, sabes como es Francis, no? E' difficile capire se ama davvero chi si porta a letto ..."

"Amavate? Io lo amo." - Lo corresse offesa Alessandra, rifiutandosi di ascoltare la seconda parte della frase.

"Ecco perchè ho fatto quel che ho fatto" - Proseguì. - "Avevo bisogno di sapere dove colpire Francis per fargli firmare il Trattato di Pace."

"Trattato di Pace ...?"

"Sì. Ho messo Francia con le spalle al muro. O tu, o la sua patria. E lui ha scelto." - Un sorriso scaltro si dipinse sulle sue labbra - "Qué asco! Un hombre que prefiere si mismo a su mujer ..."

"Non ... Non gli hai dato molta scelta ..." - Lo difese debolmente Lombardia.

Stava per mettersi a piangere.
Non era più nemmeno lei.
Probabilmente, se fosse stato un altro momento si sarebbe fatta prendere dall'ira e sbattuto fuori di casa Antonio a forza.
Ma la sua ferità d'amore faceva ancora male, troppo male, un male tremendo ...

"Alessandra ..." - Le si avvicinò, mentre aveva gli occhi acciecati dalle lacrime, e prima che la ragazza se ne potesse accorgere, Spagna aveva sfiorato le sue labbra in un bacio lieve e fuggiasco - "En serio, non era nulla di personale quel giorno. La verdad es ... Que te quiero. Ti amo, Lombardia."

Le lacrime presero a scendere di nuovo dalle sue guance, e non ebbe neppure la forza per opporsi alla Nazione della Passione.

Passione ed Amore ...
Si erano scontrati per averla, e alla fine era finita nelle mani di entrambi.

Passarono i mesi.
Il modo di amare di Antonio era tanto diverso da quello di Francis.

Ormai si era abituata alla sua presenza, e ogni tanto concludeva tra sé e sé che non era neppure poi così male.
Ma poi, l'immagine del francese si faceva nuovamente vedere nella sua mente, vivida come non mai.

Non importava quanto quell'uomo l'aveva fatta stare male.
Non importava se era sotto il dominio di Antonio per colpa sua.
Non poteva fare a meno di desiderarlo ancora al suo fianco.
E si considerava una stupida, davvero una stupida per questo.


 

"Te Amo ..."



Le sussurrava all'orecchio Antonio, ed un misto di malinconia e gioia le strappava il cuore.
 

"Je T'Aime ..."


Non c'era verso.
Era l'unica cosa che riusciva a sentire.
E non importava se gli occhi che la fissavano erano del colore del bosco e non di quello del mare.
Non importava se le mani e le braccia che la stringevano erano olivastre e non lattee.

Francis non se ne andava, non se ne andava mai.

 

_____________ • • • _____________



Alessandra era tornata nella sua stanza.
Così erano andate le cose.
Aveva rivissuto tutto in una giornata.

La ferita non era guarita per niente.

Pensare a Francis era rimasto piacevole e doloroso al tempo stesso, come secoli e secoli prima.

La ragazza andò in bagno a sciacquarsi il viso.
Si guardò allo specchio.
Erano passati secoli, e il suo aspetto non era cambiato quasi per niente.

Era identica ad allora, così come erano identici Francia e Spagna.
Aveva la stessa pelle bianca e liscia di allora.
Era pallida, pallida come a quel tempo.
Stava soffrendo, soffrendo per lo stesso maledetto male.


Male d'Amore.


Un servitore bussò timidamente al suo uscio.

"Mmh ...?" - Alessandra si voltò verso di lui.

"Ehm, Monsieur Bonnefoy é ... E' venuto qui per vederla." - Informò l'uomo timidamente, sapendo da cosa il malessere di Lombardia fosse causato.

"..." - La donna abbassò la testa. - "Mandalo via."

Ordinò freddamente, come non ordinava da anni.
Il domestico se ne andò, e lei rimase da sola.
Si riguardò allo specchio.

Erano passati secoli.
Erano cambiati i suoi abiti, erano cambiati i tempi, era cambiato tutto ...
Ma loro no.
Loro avevano lo stesso aspetto di un tempo.

Pensando a Francis al piano inferiore, le lacrime le rigarono il viso, ed un sentimento strano le affiorò nel petto.
Desiderava incontrarlo, voleva abbracciarlo, baciarlo, perdonarlo di tutto.
Ma, allo stesso tempo, avrebbe voluto gridargli di tutto e di più, che era un bastardo, un vigliacco, che non voleva vederlo mai più e che avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani.
 

"Mi scusi! La signorina Vargas non ha piacere di vederla!"
"Quoi ?! Mi lasci stare, la conosco molto meglio di lei!"


Alessandra aprì gli occhi, sentendo un rumore di passi veloci raggiungerla.

"Lombardie!" - La chiamò il francese, e lei non ebbe il coraggio di voltarsi.

"Lombardie ..." - La chiamò di nuovo.

"Vattene."

"Non!" - Protestò. - "Non mentire a te stessa ... So che stai piangendo ..." - E così dicendo le si avvicinò, abbracciandola alle spalle, dandole un lieve bacio sulla testa.

"Lasciami stare!" - Si ribellò lei allontanandolo e voltandosi. - "Sì ... Sto piangendo! E sai perché? Perché sei un bastardo!"

Si lamentò la donna, cercando di percuoterlo.

"Je suis vraiment desolé ..." . Si scusò in modo sincero Francis - "Lo so che ho fatto davvero una cosa orribile ... Ma sono passati secoli!"

"Con chi credi di avere a che fare?!" - Sbottò ancora Lombardia, tra le lacrime. - "Forse Inghilterra può perdonarti. Forse i miei fratelli possono farlo, forse Seychelles, forse qualsiasi altra persona con cui sei andato a letto! Ma io no ... No, non ti perdonerò mai!"


Le Nazioni erano abituate a certe cose.
Era naturale che ci fossero tradimenti di questo tipo.
Non c'era nulla di strano.
Ma Lombardia proprio non riusciva ad accettarlo.
No ...
Come poteva guardare in faccia l'uomo che tanto amava dopo che questi l'aveva tradita per salvarsi la pelle ?!

Cercò di dargli dei pugni, ma Francia le bloccò i polsi.
Non aveva l'espressione arrabbiata, ma quasi felice.

"Maledizione ... Sei un bastardo! Ma io ... Io ... Non so perché, ma io ..." - Tirò su col naso, fissando per terra e piangendo ancora. - "Ti amo! Maledizione, vorrei odiarti ma non ci riesco!"

"Mmh." - Francis sorrise. - "C'est parce que nous ne sommes pas humains. Per noi, Odio e Amore sono sempre in equilibrio, e poca differenza c'é tra loro."

"Vorrei tanto essere una mortale solo per odiarti ..."

"Vorrei tanto essere un mortale solo per amarti per sempre, senza dover fare alleanze e tradimenti. Vorrei amarti e basta, senza pensare a null'altro."

"Francis ..." - Lombardia si era calmata.

Il francese la abbracciò e accarezzò, guardandola negli occhi.
Lei fece lo stesso.

"Credo che sia pronta la cena ... Uhm, vuoi fermarti ... Da me?" - Chiese imbarazzata Alessandra, arrossendo e guardando altrove.

"Ah! Oui! J'en serais honoré!" - Sorrise limpidamente Francia, guardandola ammaliato.


I loro sguardi si incrociarono.
Non era cambiato nulla.
Avevano lo stesso aspetto di allora.
E, cosa più importante, si amavano ancora.

Come allora.
 

:.~ Fin ~.:

_____________________________

Traduzioni In Ordine:

• Je t'aime = Ti amo
• L'amour est l'arme la plus puissante du monde = L'amore è l'arma più potente al mondo
• Monsieur = Signore
• Chèrie = Cara
• Mes frères aussi? = Anche i miei fratelli (intendevo 'anche quella dei miei fratelli', solo che così suonava più sciolta xD)
• Oui! Vos frères aussi! = Sì! Anche dei vostri fratelli!
• Si tout le monde = Se tutti
• Mais = Ma
• Merci. Et vous etes vraiment jolie = Grazie. E voi siete davvero carina.
• Rien, mon amour, rien ... = Niente, amore mio, niente ...
• Espagne = Spagna
• Il va conquerir = Conquisterà
• Il faut penser à quoi faire = bisogna pensare a cosa fare
• Vous ne pouvez pas mentir encore! = Non potete mentire ancora!
• Vous devez lui dire ce qu'il se passe! = Dovete dirle cosa sta succedendo!
• Je ne sais pas = Non lo so
• Simplement = Semplicemente

• Pero qué tiempo! = Però, che tempo!
• Siempre està asì en este lugar? = E' sempre così da queste parti?
• Niña = bambina
• Es por esto = é per questo
• Y lo dices de esta manera, mmh? = E lo dici in questo modo, eh?
• Te gusta este chico, verdad? = Ti piace questo ragazzo, vero?
• Una chica tan hermosa como ti = Una ragazza bella come te
• Jaja! Eres como Romano! = Ahah! Sei come Romano!
• Disculpame = Scusami
• Quiero decir, sabes como es Francis, no? = Voglio dire, sai com'è Francis, no?
• Qué asco! = Che schifo!
• Un hombre que prefiere si mismo a su mujer = Un uomo che preferisce sé stesso alla sua donna ...
• En serio = Sul serio
• La verdad es que te quiero = La verità è che ti voglio
• Te Amo = Ti amo

• Quoi? = Cosa?
• Non! = No!
• Je suis vraiment desolé = Mi dispiace molto
• C'est parce que nous ne sommes pas humains = Questo é perchè noi non siamo umani.
• Ah! Oui! J'en serais honoré! = Oh! Sì! Ne sarei onorato!

  
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