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Autore: SmashTheSilence    17/02/2012    1 recensioni
Cosa potrebbe inventare un amico per rendere davvero perfetta una festa di compleanno? E cosa potrebbe fare per contrastare una curiosa crisi di mezza età?
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“Bill! Per Fortuna hai risposto...tu..tu non puoi immaginare...Joey...sangue, tanto sangue!” Da quella voce traspariva una forte agitazione e una paura che misero in allarme Billie.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Adie! Dove vai?”
Adrienne si avvicinò raggiante suo marito e gli stampò un fugace bacio sulle labbra.
“Mi dispiace, ho un impegno. Ci vediamo oggi pomeriggio!”
“Ma sono le nove di mattina! E dove sono i ragazzi?”
“Jackob è a scuola come sempre.” Billie Joe osservò attento lo sguardo interrogativo di sua moglie, mentre si chiedeva quale fosse il motivo di tutta quella fretta.
“Ci vediamo, tesoro.” Furono le ultime parole che la donna pronunciò prima di sparire dietro la porta. Un istante dopo però i suoi ricci neri fecero di nuovo capolino dentro la stanza. “Oh...ancora tanti auguri Billie Joe.”
Uno a strana smorfia di disappunto si dipinse sul volto di Billie, facendolo apparire più vecchio e triste. Fulminò con un'occhiata l'ambiente che lo circondava, poi prese una sigaretta e cominciò tristemente a fumarla. Si diresse tranquillo verso la sua camera e si soffermò per un istante di fronte a quello specchio lucido, muto testimone dei suoi cambiamenti fisici.
Ebbene, ora hai quarant'anni. Beh, tanti auguri Billie Joe.
La bocca dell'uomo si distese in un sorriso compiaciuto quando gli venne in mente di scacciare via la leggera malinconia con della buona birra fresca. Nel momento in cui aprì il frigorifero, però, notò che non c'era nessuna nessuna bottiglia.
Un po' stupito richiuse l'anta e decise che avrebbe dovuto fare qualcos'altro per ritrovare l'allegria perduta. Allora trovò la soluzione giusta.
Si diresse nuovamente in camera, ma questa volta con passo svelto e deciso. Aprì con fermezza l'armadio e tirò fuori una maglia bianca a maniche corte, le quali erano tinte di blu. Sfrecciò fuori dalla stanza in preda all'euforia e afferrò il primo pennarello che trovò per la casa. Poi si poggiò su un tavolo e con le dita tremanti tracciò una freccia che puntava verso il collo della maglia, anch'esso blu. Poi, sotto la freccia, prese a tracciare delle lettere fino a che la parola scritta in nero spiccò chiara sullo sfondo bianco:

Stupid

Billie guardò soddisfatto il suo lavoro, poi indossò la maglia e tornò allo specchio, osservando compiaciuto la sua figura esile.
Mi correggo: tanti auguri Two Dollar Bill!
E un sorriso si dipinse sul suo volto ormai felice e spensierato come un tempo.

* * *

Ore 19:30. Casa Armstrong.

Adrienne era tornata per il pranzo ed era rimasta insieme al marito fino alle sette e cinque, poi era scappata come aveva già fatto quella mattina. Dopo che sua moglie si fu nuovamente dileguata, Billie Joe si sentì terribilmente solo, ma felice. Poi lo schermo del cellulare si illuminò e mostrando nel mezzo il nome di Mike. La dolce suoneria del telefono invase la stanza e richiamò all'attenzione l'uomo, facendolo trasalire.
“Mike?”
“Bill! Per Fortuna hai risposto...tu..tu non puoi immaginare...Joey...sangue, tanto sangue!” Da quella voce traspariva una forte agitazione e una paura che misero in allarme Billie.
“Mike, cosa è successo?” Esclamò in preda allo spavento.
“Vieni subito a casa mia.” Poi il suono monotono che annunciava la fine della conversazione si insinuò nell'orecchio di Billie Joe facendolo impazzire.

L'uomo non ci pensò due volte ed afferrò la giacca che era sul divano, per poi infilarla e sfrecciare fuori dalla porta principale. Per strada corse come un pazzo e probabilmente fu un miracolo se non fece incidenti.

Di fronte alla casa di Mike non c'era anima viva, ma il Bill trovò Trè all'ingresso che lo guardava con espressione grave e cupa. Lo sguardo del cantante si spostò velocemente sull'oggetto che Frank aveva in mano: il cappellino da baseball di Joey, strappato e sporco di sangue. Una morsa di dolore strinse il cuore dell'uomo quando il batterista scosse la testa in modo triste. Sembrava quasi che stesse dicendo “Non c'è più niente da fare. Mi dispiace Bill.”
Improvvisamente Billie Joe non seppe più contenersi e si precipitò verso la porta che dava sul salone. All'interno era buio; niente riusciva a trasparire in quel luogo così nero e uniforme.
Risatine soffocate provenivano da alcuni angoli della stanza, e questo fatto così curioso fece sì che nella mente di Billie Joe si insinuasse una mezza idea di ciò che stava accadendo. I suoi lineamenti, prima duri e contratti, si rilassarono, ma non fece in tempo a riordinare le idee che sentì qualcosa, o qualcuno, spingerlo con forza all'interno della stanza. A quel punto le luci si accesero riverano una grande moltitudine di facce che sorridevano divertite.

“Tanti auguri Billie Joe!”

Quella scena e quelle parole penetrarono nell'immobilità dei suo cuore e vi rimasero tatuate.
Billie Joe si voltò e vide un Frank tutto sorridente che gli lanciava occhiatine divertite; la sua espressione non era nulla confrontata a quella di cinque minuti prima.

Il cantante spostò lo sguardo su tutti i presenti, osservando ogni volto di ogni persona che era nella stanza. Poi, un po' esitante, provò a parlare.
“Voi...io..ma che...” Farfugliò. Poi si affrettò ad aggiungere rivolto al figlio maggiore e alla moglie: “Fatemi prendere uno spavento del genere un'altra volta e io...io...” Non terminò la frase e corse ad abbracciarli. In fondo cosa avrebbe potuto fare?
Sua moglie sfoderò un sorriso radioso e provò a scusarsi con lui per essere stata così assente e misteriosa.
“Almeno io avrei dovuto passare un po' più tempo con te...” Disse.
“Non fa niente Adie, va benissimo così. Grazie” Billie Joe strinse sua moglie ancora più forte a se, quasi non volesse lasciarla mai più. Poi Adie sciolse l'abbraccio e guardò il marito negli occhi.
“No, grazie a te, Bill.” Sorrisero entrambi prima che la donna esclamasse: “Joey! Poggia subito quel bicchiere!”
“Ma mamma...”
“No, ti ho detto di poggiarlo!”

Allora Billie Joe rise di gusto per la reazione di sua moglie, poi si avvicinò a Frank e gli sussurrò all'orecchio: “Scommetto che l'idea dell'incidente di Joey è stata tua!”
“Umh...certo che è stata mia! Ma è stato Mike ad organizzare tutta la festa. E poi il tuo amato bassista è stato anche un ottimo attore...mi riferisco alla telefonata di oggi pomeriggio. Non puoi immaginare in che situazione ci trovavamo! Joey e Jackob ridevano come dei matti, Adie cercava di tenerli buoni per non farti sentire, Mike parlava al telefono con un'espressione da funerale e io avevo il bisogno di andare in bagno ma allo stesso tempo non volevo perdermi la scenetta della telefonata. Avresti dovuto esserci Bill!”
“Grazie Trè. Avete fatto davvero un ottimo lavoro.” Sussurrò ancora il cantante.
“Beh, modestamente si!” Era davvero la risposta che si sarebbe potuto aspettare da Frank, quindi non ne rimase sorpreso. Anzi, quell'affermazione lo divertì molto! Poi però qualcuno lo avvertì che erano finite le birre.
“Di già?” Chiese un po' stupito, ma poi decise di andare a prenderne delle altre in cucina.

Quando finalmente aprì il frigo capì che fine avessero fatto tutte le bottiglie che erano scomparse da casa sua quella mattina. Scosse la testa e ne prese una in mano. Poi si girò e prese a fissare il muro.
E quindi lo avevano fatto preoccupare tanto solo per organizzare quella festa?
Erano stati grandi! Avevano reso quel giorno bellissimo, ma anche pieno di malinconia.
Vedere lì, in quella stanza, tutte le persone che avevano costellato la sua vita lo aveva rattristato. Era come se fossero tutti lì per aiutarlo a ripercorrere tutte le tappe della sua esistenza.
Qualcosa gli attraversò la liscia pelle del volto, arrivò fino al mento e poi cadde perdendosi nell'immensità della stanza. In quella lacrime era racchiusa tutta la malinconia che provava in quel momento. Poi sentì qualcuno bussare alla porta e si asciugò in fretta il viso per evitare che qualcuno lo vedesse in quello stato. Si rincuorò vedendo che l'ospite era Mike, perché sapeva che di fronte a lui non era importante il suo aspetto o il suo stato d'animo. Si fidava di Mike da ormai trent'anni, e lo stesso era per il suo amico, quindi sarebbe stato difficile nascondergli le sue sensazioni.
“Hey Bill! Arrivano queste birr... - disse l'uomo. Poi, osservando i grandi occhi di Billie che lo fissavano tristi, aggiunse: - Ma tu stai piangendo! Oh, Bill...non mi dire...”
Il cantante annuì mesto, mentre il bassista scoppiò a ridere e l'abbracciò tanto forte da togliergli il respiro: “Crisi di mezza età a quarant'anni, eh Billie? Non fare così...ascoltami, Bill.”
Mike inchiodò il suo sguardo in quello di Billie Joe, gli passò due dita sulle guance per asciugare le lacrime e poi cominciò a parlare con voce dolce e amichevole:
“Bill, ti ricordi quel bambino che se ne stava tutto solo nella caffetteria della scuola? Quello dai ricci biondi che trovò il suo migliore amico proprio in quel luogo così insolito. Lo ricordi? Si? Bravo, Bill. E ricordi anche quel ragazzo di quindici anni che spacciava canne agli studenti dell'istituto che frequentava facendole pagare solo due dollari? Coma si chiamava? Ah, si. Two Dollar Bill. Lo ricordi?”
Un sorrisino fece piegare le labbra dell'uomo, che sussurrò divertito:
“Quelle canne non valevano davvero niente...”
“Si, Bill. Lo so. Lo ricordo bene anche io.
E ricordo anche quel ragazzo che scriveva canzoni ogni volta che gli accadeva qualcosa di stupendo. Quello lì che suonava al 924 di Gilman Street con una band formata da altri due ragazzi. Quando suonavano quelle canzoni non lo facevano per guadagnare o per poi vantarsi con i propri compagni. No, loro lo facevano perché quella era l'unica cosa che rimaneva loro, l'unica certezza in un mondo ignoto e pieno di pregiudizi. Ed erano anche davvero bravi! Non credi anche tu?”
“Oh, si. Eccome se lo erano! E lo sono tutt'ora...”
“Già, lo sono tutt'ora. E' innegabile quello che hai appena detto.
Ma io ricordo ancora un'altra cosa. Ricordo che dietro a quel ragazzo che passava giornate a fumare e a suonare c'era un giovane innamorato della sua Amanda, la ragazza che gli riempiva il cuore e la mente. Quella donna era il suo unico sogno, il suo unico desiderio. Ma poi anche quello sfumò e un altra donna prese il posto della bella Amanda. Quale era il suo nome? Adrienne, Adrienne Nesser. Si, Billie Joe: è la stessa persona che fino a un quarto d'ora fa stava tentando di salvare suo figlio Joey da un bicchiere di birra. Tuo figlio, Billie Joe.”
“Lo so bene, Mike. Ma io ricordo qualcosa in più. Quel ragazzo amava anche un'altra persona, o mi sbaglio?”
“Non ti sbagli, Bill. Amava un ragazzo, un ragazzo stupendo, alto, biondo, magro, con degli occhi azzurri molto profondi e un carattere molto...”
Mike si interruppe di colpo per osservare il sorriso che si era dipinto sulla faccia di Billie, un sorriso che stava a significare qualcosa come Ma come sei modesto!
Allora anche il bassista scoppiò a ridere, poi riprese: “Ok, forse è meglio che mi fermi. Comunque questi due ragazzi si amavano immensamente...”
“...e lo fanno ancora oggi, Mike. Non è forse vero?”
“Si, è verissimo.”

Il biondo avvicinò il suo viso a quello dell'amico, fino a che i loro volti furono troppo vicini per non toccarsi. Come una catena rimasta spezzata per troppo tempo, le loro bocche si legarono, unite da quello strano sentimento che era un misto tra amore e amicizia. Un sentimento che pochi hanno la fortuna di conoscere.
Le morbide labbra di Mike scorrevano veloci ed esperte su quelle del suo amico, alienando entrambi da quel mondo così reale e monotono.
Quando finalmente si divisero Mike riprese a fissare gli occhi umidi e felici di Billie Joe. Il biondo poggiò una mano sul petto dell'amico e gli sussurrò:
“Vedi, Billie Joe, quel ragazzo che ti ho descritto prima è ancora qui dentro, nel tuo cuore. E' cresciuto, è cambiato, eppure resterà sempre lo stesso ragazzo spensierato che amava incanalare tutti i suoi sentimenti in semplici canzoni. Ed accanto a lui resterà quel bassista che tanto ama, lui sarà lì per sempre.”
“Grazie Mike. Sei stupendo.”
Il biondo si bloccò con il fiato sospeso quando un rumore alle loro spalle li pece tasalire.
“Cazzo Mike, prendi quelle fottute birre!” Gridò Billie Joe.
“Agli ordini capo!”
Poi Trè apparve sulla soglia e intimò loro di sbrigarsi, perché lui aveva la gola secca, e scomparve di nuovo.
I due si guardarono e scoppiarono a ridere, poi Mike seguì Trè fuori dalla stanza con delle bottiglie di birra tra le mani.

Billie Joe sorrise felice, perché aveva appena avuto la conferma di ciò che già sapeva da tanto tempo: Mike, il suo Mike, non lo avrebbe lasciato mai più, e quella cosa contava troppo per lui. Poi sfrecciò fuori dalla stanza ringraziando Dio di aver trovato degli amici così sinceri e si unì alla festa divertendosi proprio come avrebbe fatto Two Dollar Bill.
Quel Two Dollar Bill che in fondo non era morto, ma che stava solo aspettando l'occasione giusta per venire fuori.

 

17 Febbraio 2012.
Happy Fucking Birthday Billie Joe!

   
 
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