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Autore: visbs88    17/02/2012    2 recensioni
Tre pairing yaoi. Cinquanta frasi per ognuno, gemme piene di sentimenti diversi che cercheranno di esplorare diverse facce dell’amore.
1) ~Naraku/Sesshomaru.
#16. Stelle.
«Avremo tanto potere da dominare la terra, il cielo, e quelle stelle che ora ci guardano come fossero nostre signore; se saremo insieme in battaglia come in amore, Sesshomaru-sama, nessuno potrà fermarci».
2) ~Koga/Ginta.
#01. Angelo.
Hakkaku gli aveva chiesto, una volta, se credeva nell’esistenza di esseri chiamati angeli; Ginta non aveva saputo rispondere, ma più osservava Koga più si convinceva che almeno uno ce ne dovesse essere, al mondo.
3) ~Renkotsu/Suikotsu.
#17. Delirio.
Temeva il dottore molto più di prima, adesso: aveva paura di perdere tutti i ricordi del suo amore per Renkotsu in uno dei suoi deliri.
[Raccolta scritta per la community di LiveJournal 1frase]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Koga, Naraku, Renkotsu, Sesshoumaru, Suikotsu | Coppie: Naraku/Sesshomaru
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I LIKE THE WAY YOU MOVE IN THE DARK ~ GEMME D’AMORE

 
Iniziativa: scritta per la community di LiveJournal 1frase.
Set: tutti, uno per capitolo.
Titolo: I like the way you move in the dark ~ Gemme d’amore.
Introduzione: Cinque pairing, quattro yaoi, uno yuri. Cinquanta frasi per ognuno, gemme piene di sentimenti diversi che cercheranno di esplorare diverse facce dell’amore.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. Il titolo della raccolta è ispirato all’omonima canzone dei Darren Hayes, che potete ascoltare qui. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.

 
 

GEMME DI DESIDERIO E DI PASSIONE

 
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Titolo capitolo: Gemme di desiderio e di passione.
Set: Alpha.
Pairing: Naraku/Sesshomaru.
Rating: Arancione/16+.
Generi: Angst, Drammatico, Erotico, Introspettivo, Malinconico; Commedia nelle AU.
Avvertimenti: AU, Lime, Missing Moment, Yaoi.
 

Buona lettura.
 
#01. Anima.
Naraku aveva cercato di cancellare da se stesso ogni forma di sentimento liberandosi del proprio cuore; ma quando guardava gli occhi d’oro di Sesshomaru le catene che legavano la sua anima a lui si facevano più strette, e sempre più amaro diventava sulle sue labbra il sapore del fallimento.
 
#02. Seconda volta.
Si era promesso che mai ci sarebbe stata una seconda volta, eppure di nuovo Sesshomaru gemeva fra le sue braccia: entrambi erano stati troppo deboli per resistere alla tentazione.
 
#03. Uomo.
Aveva guardato un uomo tornare dal duro lavoro nei campi alla sua casa, baciare la moglie, abbracciare i figli, prenderli in braccio e guardarli come fossero il suo tesoro più prezioso; poi, Sesshomaru si era voltato per trovare nel buio della foresta colui che ormai era la sua famiglia e che lo stava portando a dimenticare tutto il resto: un essere dal sorriso crudele e dalla risata beffarda, l’unico ormai che riuscisse a scaldarlo.
 
#04. Denaro.
Le donne umane vendevano il proprio corpo a uomini volgari per denaro; Sesshomaru vendeva il suo ad uno sporco mezzodemone dagli occhi infuocati senza riceverne nulla in cambio, se non piacere… anche se, in fondo, era perfetto così.
 
#05. Preghiera.
Era sempre divertente assistere alla debole resistenza di Sesshomaru, aprire le sue gambe e continuare ad esitare e a baciarlo fino a leggere in quegli occhi luccicanti di rabbia qualcosa che assomigliasse ad una preghiera prima di rendere proprio quel meraviglioso corpo perfetto e caldo.
 
#06. Padrone.
Forse era istinto, quello che lo spingeva a tornare da Naraku come un cane fedele torna al suo padrone; forse era semplice desiderio; forse era qualcosa che cominciava a somigliare all’amore.
 
#07. Attesa.
Sesshomaru, immobile, guardava il cielo scuro in attesa che il vento gli portasse l’odore di Naraku alle narici, il cuore fremente d’impazienza al solo pensiero di rivedere l’unico oggetto dei suoi desideri.
 
#08. Miglior amico. (AU)
Sesshomaru e Naraku erano ben lontani dall’essere migliori amici; migliori scopamici era una definizione più appropriata.
 
 #09. Notte.
Era meraviglioso per Naraku osservare i capelli di Sesshomaru ed i loro argentei riflessi alla luce del sole; ma ancor più lo era accarezzarli nel buio della notte mentre stringeva il demone al proprio petto.
 
#10. Pazzia.
Fidarsi così tanto di un nemico era una pazzia, entrambi lo pensavano; ma quella follia diventava sempre più inebriante giorno dopo giorno, ora dopo ora, istante dopo istante, e rinunciarvi era ormai impossibile.
 
#11. Fidanzamento. (AU)
«Se pensi che indosserò quell’anello come la dolce fidanzatina che non sono solo per farti piacere, Naraku, ti sbagli di grosso».
 
#12. Vita.
Ad ogni bacio di Naraku, ad ogni tocco delle sue mani, la convinzione che Sesshomaru aveva di essere l’unico arbitro della propria vita diventava sempre più debole, mentre più forte diveniva la paura di vedere quella sicurezza sparire per sempre.
 
#13. Noia.
Da quando tutto era cominciato, noia e tranquillità avevano cessato di esistere: ogni giornata vuota veniva riempita dalla passione, e ogni pensiero era rivolto a quelle lunghe notti solo per loro.
 
#14. Indifferenza.
Sesshomaru rimpiangeva quei giorni in cui, quando incontrava Naraku, poteva nascondere l’attrazione che provava per lui sotto una fredda maschera d’odio; ormai perfino tentando di apparire solo indifferente non riusciva più ad ingannarlo.
 
#15. Letto.
Naraku lo schiacciava, le lenzuola erano soffocanti: quel letto era una trappola piena di piacere in cui Sesshomaru riusciva a malapena a dimenarsi, del tutto prigioniero di quella passione che bruciava lui e il suo amante.
 
#16. Stelle.
«Avremo tanto potere da dominare la terra, il cielo, e quelle stelle che ora ci guardano come fossero nostre signore; se saremo insieme in battaglia come in amore, Sesshomaru-sama, nessuno potrà fermarci».
 
#17. Minuto.
La lingua di Naraku tormentava i suoi capezzoli da più di un minuto, ormai; Sesshomaru rabbrividì quando la sentì spostarsi verso il basso, dove sapeva sarebbe rimasta ben più a lungo.
 
#18. Limite.
Era al limite, non riusciva più a sopportare quelle carezze bagnate sulla sua eccitazione e lo sapevano entrambi: incrociò lo sguardo con quello di Naraku un istante prima che il piacere esplodesse e la sua vista si appannasse.
 
#19. Cuore.
Quando accarezzava il petto di Sesshomaru, riusciva a sentire il suo cuore battere e provava invidia nei suoi confronti; ma era un’invidia lieve, poiché insieme Naraku sentiva crescere l’immensa soddisfazione per essere il solo a possedere corpo, mente e sentimenti di quel gelido demone.
 
#20. Fede. (AU)
 “Se esiste qualcuno lassù, non gli perdonerò mai di avermi fatto incontrare Naraku… o forse non lo ringrazierò mai abbastanza.”
 
#21. Estate.
Il caldo si faceva sempre più soffocante malgrado Sesshomaru fosse immerso in quel lago dall’acqua gelida: non era a causa del sole che splendeva ardente nel cielo, ma per via dell’eccitazione che lo pervadeva mentre il corpo di Naraku premeva contro il suo e le loro labbra bagnate si cercavano senza sosta.
 
#22. Pioggia.
La pioggia scrosciava su di loro: gli abiti dei due demoni erano fradici, i capelli zuppi, gocce d’acqua imperlavano le loro ciglia rendendoli più attraenti che mai; si fecero più vicini, l’uno sorridente, l’altro serio, si baciarono e finirono in ginocchio sul suolo fangoso, mentre i loro corpi iniziavano a scoprirsi da quelle vesti bagnate e la pioggia scorreva sulla loro pelle nuda.
 
#23. Cielo.
Seduto in una radura, Sesshomaru guardava alcuni giovani uccellini librarsi nel cielo; socchiuse gli occhi, domandandosi cosa si dovesse provasse ad essere come loro, deboli, insignificanti, ma liberi da tutti quei dolorosi sentimenti che lui provava, compreso quell’amore malsano verso colui che avrebbe dovuto odiare.
 
#24. Nero.
Sesshomaru era un punto chiaro nel mondo nero in cui Naraku si muoveva; di certo le tenebre erano un luogo più piacevole se rischiarate dall’oro di quegli occhi ambrati.
 
#25. Medico. (AU)
Aveva scelto la carriera di pediatra perché si sentiva più a suo agio con i bambini che con gli adulti, ma per Naraku era sempre disposto a fare un’eccezione –a patto che la visita medica si svolgesse in una camera da letto con le luci spente e un materasso molto morbido.
 
#26. Parole.
La voce profonda di Naraku e l’ironia che sempre era presente nel suo tono infastidivano Sesshomaru, che preferiva dialoghi silenziosi fatti di sguardi e non di parole: quelle poteva leggerle negli occhi dell’amante senza che questo aprisse bocca, ed era certo che –purtroppo– potesse avvenire anche il contrario.
 
#27. Uccidere.
Da tempo ormai entrambi non uccidevano: non c’era più nulla di inebriante o di piacevole nel vedere il sangue di un avversario piegato e sconfitto scorrere sul terreno scuro; il loro desiderio più forte, forse, era uccidersi l’un l’altro per uscire da quella situazione così surreale, per liberarsi da quell’amore soffocante e passionale che non dava loro un attimo di tregua, ma che era la prima ragione per cui eliminarsi a vicenda era impossibile.
 
#28. Posto. (AU)
«Stavo ridendo perché mi è venuta in mente quella volta in cantina a casa di tuo zio… certo che abbiamo fatto l’amore in parecchi posti, Sesshomaru».
 
#29. Credere.
Naraku diceva che sarebbero vissuti in eterno, fianco a fianco, ma Sesshomaru non credeva alle sue parole: attendeva, non senza una certa inquietudine, il momento in cui tutti i sogni si sarebbero spezzati con la morte di uno di loro –sapeva bene che sarebbe arrivato, prima o poi.
 
#30. Lontano.
Il mondo umano era lontano, la guerra era lontana, i fiumi e i boschi erano lontani, perfino il cielo era lontano; e loro due erano vicini, nudi e vicini come non mai nel buio del castello di Naraku ormai abbandonato da tempo, senza pensare a nient’altro che alla loro lussuria.
 
#31. Barca.
Naraku guardava, a turno, il pescatore al centro del lago con la sua barchetta e Sesshomaru che osservava quell’uomo vecchio e solo dal bosco vicino alla riva; tratteneva a stento una smorfia irritata: davvero Sesshomaru, superbo e glaciale, provava interesse –invidia– per la corta, effimera e spensierata vita degli umani, quando loro avevano la bellezza immortale della razza demoniaca e un’eternità da vivere come meglio desideravano?
 
#32. Ricordi.
Rin e Jaken camminavano al suo fianco; erano lì, erano presenti, ma assomigliavano sempre più a pallidi ricordi sbiaditi che si sarebbero lentamente spenti, ingoiati dal buio di Naraku che aveva ormai imprigionato il suo cuore.
 
#33. Morte.
Ogni volta che incrociava quegli occhi rossi come il fuoco, Sesshomaru si domandava, senza mai darsi una risposta, come si sarebbe dovuto comportare se avesse mai assistito all’ultimo scontro di Naraku e Inuyasha, se il primo fosse stato in difficoltà: l’avrebbe salvato, gettando tutte le maschere con cui si era protetto fino a quel momento, o avrebbe assistito impassibile e freddo alla sua morte nell’egoistico desiderio di mantenere intatto il proprio onore?
 
#34. Peggio.
La situazione era difficile; ma il peggio sarebbe arrivato nel momento in cui Sesshomaru avrebbe partecipato alla disfatta del suo amante frantumando da solo la propria anima e il proprio cuore, e lo sapeva bene.
 
#35. Braccia.
Aveva paura che Sesshomaru scivolasse via, aveva paura di non aver vissuto mai appieno gli attimi passati insieme a lui, aveva paura di perderlo: e anche se sapeva quanto quel gesto fosse inutile, lo stringeva più forte fra le proprie braccia, ascoltando i suoi mugolii di protesta e baciando i suoi capelli, per una volta senza sorridere.
 
#36. Elettricità.
Le loro labbra fremevano e i loro corpi quasi tremavano come pervasi da una strana elettricità: si baciavano e gemevano, uniti e avvinghiati l’uno all’altro, consapevoli che non era solo il piacere ad agitare le loro membra, ma anche l’angoscia che tutto potesse finire troppo presto.
 
#37. Cellule.
Ogni cellula dell’uno pareva essere attirata da una forza irresistibile all’altro, e la resistenza dei due demoni era debole: c’era poco tempo, ormai.
 
#38. Promessa.
«Potete pensare che le mie promesse siano bugie, Sesshomaru-sama, ma questa non lo è: noi vivremo, vivremo per sempre, perché così abbiamo deciso, e noi dobbiamo essere i padroni del nostro destino».
 
#39. Speranza.
Sotto quel cielo così limpido e con quel vento così fresco, Sesshomaru sentiva quasi rinascere la speranza che lo scontro finale fosse ancora lontano; in quel clima così mite, mentre Naraku lo baciava, si sentiva quasi felice.
 
#40. Buco.
Sesshomaru guardò i segni del Meido Zangetsuha che aveva creato con Tenseiga; un giorno, uno di quei buchi oscuri avrebbe risucchiato anche Naraku?
 
#41. Rivelazione.
Il silenzio che era sceso dopo il culmine del loro piacere era pesante: non c’era nulla da dirsi, nessuna rivelazione da fare, nessuna paura che volessero svelare, perché almeno alla fine volevano fingere di non essere deboli.
 
#42. Volontà.
Una domanda attanagliava Sesshomaru, e soprattutto lo tormentava la sua probabile risposta affermativa, malgrado tentasse di liberarsi da quei tristi presentimenti: sarebbe bastata la forza di volontà di Inuyasha a sconfiggere Naraku, unita a Tessaiga e alle capacità del suo stupido gruppo di amici?
 
#43. Facile.
Quanto sarebbe stato tutto più facile se lui e Naraku non fossero mai stati nemici, se fin da subito avessero mostrato il vero legame che condividevano: Sesshomaru non avrebbe mai dovuto scontrarsi contro l’orgoglio e contro la paura dell’umiliazione, e in quell’ultima battaglia avrebbe combattuto con chi realmente amava.
 
#44. Terrore.
Aveva visto gli occhi pieni di terrore degli esseri umani mentre la sola aura di Naraku uccideva piante, animali e persone; aveva visto la determinazione di Inuyasha e l’apprensione di Kagome; ma si tratteneva dal mostrare il proprio tremendo dolore al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere.
 
#45. Fuoco.
Sentiva nel suo corpo bruciare il fuoco del piacere che aveva sempre provato unendosi a Sesshomaru; sentiva di volerlo provare di nuovo, di non volervi rinunciare a nessun costo, e di non voler rompere l’unica vera promessa della sua vita.
 
#46. Risposta.
Troppe domande senza risposta vorticavano nel suo cervello, e soprattutto una lo faceva soffrire mentre si rendeva conto di quale stupido errore fosse stato non porla in nessuna di quelle notti di passione: Sesshomaru l’aveva mai amato davvero?
 
#47. Chiaro.
L’esito scontro era ormai chiaro, e la più grande paura di Sesshomaru si era avverata: Bakusaiga era stata la spada che forse aveva causato più danni; la spada che, alla fine, aveva distrutto Naraku.
 
#48. Insieme.
«Staremo insieme per l’eternità, Sesshomaru-sama, che lo vogliate o no».
 
#49. Mente.
La sua mente faticava ancora a realizzare che infine quella promessa era stata spezzata, che Naraku gli aveva mentito, che Naraku davvero era morto anche per mano sua.
 
#50. Strada.
Sesshomaru guardò la strada di fronte a sé: al suo fianco c’era il fedele Jaken e all’orizzonte si profilava una vita eterna e serena; ma ad attenderlo ovunque fosse andato, colui che aveva amato non ci sarebbe stato più, e mai avrebbe riavuto il calore che Naraku era sempre riuscito a fargli provare.
 
 
 

Spazio autrice:
Queste frasi hanno preso una piega davvero inaspettata. Inizialmente pensavo sarebbero state tutte come le prime, scollegate tra loro, semplici attimi tra Naraku e Sesshomaru; poi invece sono finita per cimentarmi in quest’interpretazione a flash del finale dell’anime/manga, cosa che non avevo affatto progettato. Interpretazione molto personale, tra l’altro. Ma la farò, una What if? in cui Sesshomaru e Naraku conquisteranno il mondo o qualcosa di simile. La sto progettando sul serio, tremate.
Vediamo un po’ cos’altro aggiungere. Mi sono divertita molto a scrivere queste frasi anche se alcune non mi convincono; le parentesi AU dovrebbero avere un po’ alleggerito l’atmosfera nella prima parte, e d’altronde ammetto che non avrei saputo usare quei prompt rimanendo nel contesto originale.
Non so quando arriverà il prossimo capitolo, in tutta sincerità. Posso anticiparvi che la coppia sarà Koga/Ginta –sì, non so bene cosa tirerò fuori, chi vivrà vedrà.
Intanto spero che abbiate apprezzato questa frasi e che vogliate commentare, ci tengo davvero molto ad avere un parere.
Un bacio, visbs88.
   
 
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