1. Una chiamata, tante risate

“Sarà una serata tra amici, una festa per il vincitore di questa edizione! Non puoi mancare, deluderai le aspettative di tutti!”.
Le parole che quel fenomeno da baraccone di Chris McLean le aveva rivolto per telefono le rimbombavano ancora per la testa. Continuava a pensare che, se non fosse andata a quella dannata festa, nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. E perché avrebbero dovuto? Lei era pur sempre Jo, l’unica donna del gruppo a poter competere con quella massa di sfigati; nessuno avrebbe voluto sorbirla ancora, seppure per una sera. Ma il fatto che McLean avesse detto “deluderai le aspettative” l’aveva stuzzicata non poco.
“Bene”, si disse, alzandosi dal divano su cui stava facendo zapping, “sarà l’ennesima sfida. Stavolta contro me stessa”.
Prima di spegnere il televisore cambiò canale e, come un fulmine a ciel sereno, ecco comparire sullo schermo lo show della domenica pomeriggio. Normalmente non avrebbe mai guardato quei perdigiorno capaci solo di spettegolare (cosa che la irritava parecchio), ma in quel momento fu diverso. Stava per passare al programma successivo, quando sentì la voce del soldato.
“Oh, siamo alla frutta! Hanno chiamato anche Sir Piscione tra loro! Non c’è limite all’indecenza!”.
Decise su due piedi che avrebbe ascoltato un frammento della conversazione: a quanto pareva stavano parlando, come sempre, dell’esperienza del reality.
-Allora, Brick, rimaniamo su di te. Sei stato uno dei protagonisti più amati dell’ultima edizione, nonostante le cose per te non siano state sempre facili…-.
-Bè, ho cercato di dare il meglio, ma quando sono stato costretto a cambiare squadra avrei voluto prendermi a calci da solo. Insomma, tradire i propri compagni per una stupida vittoria… Probabilmente ci saremmo rifatti nella sfida successiva-.
-Già, quello di cui parli è stato davvero un brutto episodio. Soprattutto perché non hai ragionato con la tua testa, ma hai ascoltato il suggerimento di qualcun altro-.
-È vero, non avrei mai abbandonato degli amici in difficoltà. Ma quella volta in me ha prevalso la paura…-.
-La paura, dici? E di cosa?-.
“Del buio, dei ragni, dei mostriciattoli che strisciavano nella caverna… Voglio proprio vedere cosa hai il coraggio di rispondere, Bricco di latte!”.
-Brick, cosa ci dici?-.
Nonostante la conduttrice lo incitasse, il ragazzo se ne stava zitto a fissare il pavimento. Si vedeva lontano un miglio che si sentiva a disagio.
-Capiamo cosa provi, Brick. Non deve essere stato semplice fare il tuo gioco, se a comandarti c’era un’altra persona. Però a questa domanda non puoi tirarti indietro: il pubblico vuole sapere se davvero temi il buio e, soprattutto, come è nata questa fobia-.
Il ragazzo rimase in silenzio per alcuni istanti, mentre Jo, con un sorriso cattivo stampato sulle labbra, stava a sentire rimanendo comodamente nel salotto di casa.
“Svelerà i suoi segreti più imbarazzanti? Interessante… Così, se verrà alla festa di sabato prossimo, non avrà scampo! Lo perseguiterò, almeno la serata sarà divertente!”.
-Veramente preferirei non parlarne… però, sì, è vero: ho paura del buio. Ma ognuno di noi teme qualcosa!-.
Jo non riuscì a trattenersi: esplose in una risata che riempì il pianoterra di tutta la casa, echeggiando fino alla mansarda. Si calmò solo dopo alcuni minuti e, accortasi che l’intervista di Brick era terminata, spense la televisione, allegra come non mai.
“Sì”, pensò, “sarà proprio una bella serata”.