Prima che il mio unico lettore inizi a leggere, vorrei
precisare che Ichigo, Ryo e
Masaya hanno rispettivamente sedici, diciannove e
diciassette anni... sono stata fedele all'età che hanno nel fumetto, ovvero Ichigo=13, Ryo=16 e Masaya=14, e quindi ovviamente la
storia si svolge tre anni dopo: Masaya e Ichigo sono in un punto di rottura, lei non è più una Mew Mew e non vede Ryo da molto tempo... va bene, va bene, adesso vi lascio
davvero!!!
Recensite, recensite, recensite!!
Ma siate clementi!!
Bacionissimissimi, Momoka
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1: IL MIO CUORE
SI È FERMATO A MEZZOGIORNO
Era iniziata la primavera da pochissimo, e il compleanno di Ichigo si avvicinava (che cosa fittizia... non lo dice mai quand'è il suo
compleanno ^^' NdMomoka_che_tenta_di_giustificarsi). La ragazza era di ottimo umore: stava per compiere i sedic'anni,
si avvicinava all'età adulta, stava per diventare maggiorenne. Era davvero
felice.
L'unica cosa "no" era il fatto
che Masaya era davvero distante. Quando uscivano insieme, i silenzi imbarazzanti si
moltiplicavano ogni volta di più. Lo sguardo di lui,
di tanto in tanto, si perdeva nel vuoto. La abbracciava di meno e la baciava di
meno: era evidente che lui pensava ad altro.
Forse aveva un'altra.
-Brrr...- il solo pensare a questo
le fece scorrere un brivido lungo la schiena. Stavano insieme da tre anni.
Circa sei settimane prima, avevano anche fatto l'amore per la prima volta. Ma allora Masaya era lo stesso di
sempre. Solo da un paio di settimane era cambiato, distaccato... diverso.
Ichigo si era appena svegliata.
L'albero di ciliegi del suo giardino era fiorito e dei petali, sospinti dal
vento, arrivavano fin dentro la sua camera attraverso la finestra. Ormai la
ragazza ne trovava davvero tanti sulla scrivania, e li conservava dentro un
barattolo.
Si alzò e andò alla finestra. La vista del rosa chiaro che
in quella stagione era il colore dominante la
rasserenò un pochino. Lo sguardo cadde sull'orologio. Le
undici e mezza! Uao, aveva dormito davvero
tanto! Si sbrigò ad andare in bagno, lavarsi e vestirsi; quindi, scese al piano
di sotto.
-Buongiorno mamma!-
La madre si voltò.
-Buongiorno, tesoro!-
Sua madre era nata in primavera come lei,
per questo si chiamava Sakura.
Ichigo si sedette al tavolo per
fare colazione, però poi la madre le mise una mano sulla spalla.
-Ah, Ichigo, ha chiamato Masaya poco fa...-
Ichigo spalancò letteralmente gli
occhi e si voltò di scatto verso sua mamma.
-Da-davvero? Co-cos'ha detto, cos'ha detto??-
-Mmm… aspetta, che l’ho segnato su un foglietto… Ah, eccolo. Ha chiesto di te, io le ho detto che stavi dormendo, allora ha detto che vi sareste visti a mezzogiorno davanti alla fontana nella piazza vicino alla stazione.-
-Fiuuu, per fortuna è vicinissima… allora mi sbrigo!!-
Il cuore di Ichigo batteva a mille, mentre faceva colazione con foga, si lavava i denti e si aggiustava i capelli rossi. Da quando aveva tredici anni, i capelli le erano cresciuti molto, tanto che le arrivavano sotto il bacino. Decise di lasciarli sciolti, la frangetta sugli occhi castani.
Agguantò la borsa, controllando che vi fossero i soldi dentro e scese le scale come un fulmine, mettendosi le scarpe nel patio.
-Ciao mamy allora io vadoooo!!!-
Corse a perdifiato lungo tutta la strada, prese la metropolitana pregando che facesse il più presto possibile, e infine arrivò al luogo dell’appuntamento alle 12:01, col fiatone.
Masaya era già lì (ma davveeero?! NdMasaya), che si guardava attorno in attesa della ragazza.
Ichigo gli giunse di fronte, ansimando.
-Buo… buongiorno, Masaya!- fece lei, sorridendo.
Lui la guardò duro.
-Dobbiamo lasciarci.-
Tutto il buon umore che Ichigo aveva intenzione di avere per quella mattina, andò a farsi benedire. Gli occhi le divennero vitrei e il cuore quasi le si fermò.
-Cosa?-
-Ci dobbiamo lasciare, sei sorda?!-
Il ragazzò urlò, la prese per i polsi e l’attirò a sé. I loro visi erano vicinissimi.
-Non posso più stare con te.-
La vicinanza delle loro facce le fece aumentare tantissimo il battito cardiaco, ma le sue parole fredde, e pronunciate con quella leggerezza, le fecero venire le lacrime agli occhi. Trovò la forza per una sola parola.
-Perché?-
-Perché sento che non posso più starti vicino se non ti amo più.-
Quelle parole si abbatterono sulla povera Ichigo con la forza di un masso di cento tonnellate.
Il ragazzo le lasciò i polsi e si allontanò, veloce.
Ichigo si accasciò a terra.
Un solo pensiero le attraversò la mente.
“Il mio cuore si è fermato a mezzogiorno.”
Tornare a casa non fu davvero facile.