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Autore: LucyCassiopeia    19/02/2012    1 recensioni
"«Se potessi tornare indietro nel tempo sceglierei di rivivere quei giorni di risate con te, quei giorni così speciali di cui mi parli sempre. Se avessi questo potere, ti giuro, farei di tutto per fermare quei momenti nella mia mente, per imprimermi ogni immagine di te, ma lo sai che non posso. Allora aiutami, non lasciarmi così, sola. Resta con me, se ci sarai tu sono sicura che potrò
ricordare tutto. Non mi lasciare, ti prego»
Lo abbracciò, mentre quella fredda pistola cadeva a terra con un suono sordo, lentamente, come se quella fosse una scena di un film e qualcuno avesse messo l’effetto a rallentatore in quel preciso istante.
Lui la strinse a se come se ne avesse un bisogno vitale. Ed era così. Aveva bisogno di lei, della sua Yui. Ma aveva anche paura di lei, di quella Yui senza ricordi, paura che la sua memoria non sarebbe tornata mai, che per lei i loro ricordi non sarebbero stati altro che come foto bruciate impossibili da recuperare.
La strinse più forte. “Ti prego, ricorda!” pensò, urlò, Jaejoong nella sua testa.
L’eco di quella preghiera senza risposta riecheggiò, come a beffeggiarlo, ricordandogli che non sarebbe mai accaduto"
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
 
처음 Cheoeum – Inizio

 







Stava piovendo di nuovo, il vento infuriava contro ogni cosa si trovasse sul suo cammino. Soffiava, adirato, cercando di scaricare la sua rabbia contro persone, animali e cose. Travolgeva tutto.
Samuele lottava contro il vento e la pioggia, mentre chiamava Cassi a gran voce perché questa si decidesse a scendere di casa. Avrebbero perso il treno, ne era sicuro, e sarebbero arrivati in ritardo come al solito. Ma cosa doveva fare con quella ragazza?
Dal canto suo Cassi non si preoccupava più di tanto di arrivare in ritardo o meno, tanto l’unico che si accorgeva della sua presenza era Samuele. Gli altri compagni? No, loro non sapevano nemmeno dell’esistenza di Cassiopea. Era un fantasma, nessuno la vedeva, nessuno la sentiva. Samuele la rimproverava spesso per questo. Ma non poteva farci nulla, lei aveva paura delle persone, aveva paura delle parole, più di una lama puntata al collo, perché le parole ferivano cento volte più di un coltello. Lo sapeva bene lei, che era stata ferita fin troppe volte da quelli che per lei erano stati amici. Le avevano sempre mentito tutti. E non li aveva ancora perdonato per questo.
Samuele era la sua ancora di salvezza. Grazie a lui era ancora viva, altrimenti si sarebbe già suicidata da tempo.
Posò la spazzola sul bordo del lavandino, osservando i suoi lunghi capelli color oro spento e gli occhi verde melma cerchiati da occhiaie d’insonnia. Da quanto era che non dormiva bene? Fin troppo. C’erano incubi che la perseguitavano, che le impedivano di dormire serenamente. Afferrò il correttore con un sospiro, per poi abbandonarlo nuovamente sulla mensola. In fondo a chi sarebbe importato se fosse sembrata un panda? Solo a Samuele. Riprese il correttore e mascherò le occhiaie.
Uscì dal bagno strisciando a terra le converse che portava ai piedi. Metteva sempre le converse nere, che stesse piovendo, che nevicasse o che facessero 40°.
Indossò il solito giubbotto di pelle nera che ormai cominciava a consumarsi. D’altronde lo aveva comprato al mercato per 10€, non poteva pretendere che durasse in eterno.
Sistemò lo zaino verde mela sulla spalla destra e si trascinò fino a fuori, dove Samuele la aspettava con aria irritata, più irritata del solito. Ah, già, lui odiava la pioggia. Cassi si era sempre chiesta come facesse a non amarla, lei la trovava poetica e riusciva a infonderle calma. Sebbene la pioggia sbattesse violentemente sui tetti delle case, lei provava una strana pace osservandola scendere dal cielo grigio.
«Se perdiamo il treno giuro che ti infilzo con la punta della matita!» le intimò Samuele.
Cassi cercò di trattenere una risata. Sapeva che lui stava cercando di spaventarla, ma era troppo buono per riuscirci. Non sarebbe mai riuscito a farle veramente paura e questo non andava bene. Cassi aveva bisogno di qualcuno che la minacciasse, che le dicesse cosa fare. Samuele era sempre riuscito a farsi ascoltare, ma solo perché Cassi lo adorava. Lo vedeva come il suo angelo, giunto dal Paradiso per salvarla da una vita di paura e solitudine.
«Allora corri!» urlò Cassi iniziando a correre verso la stazione a pochi passi dal suo palazzo.
Correre sotto la pioggia, correre contro il vento, era una sensazione che a Cassi piaceva molto. Si sentiva libera e la paura spariva quando correva sotto la pioggia, assieme a Samuele.
Samuele era il suo migliore amico dalla prima superiore. Era stato l’unico a cercare di capirla veramente, quando gli altri l’avevano lasciata in disparte perché la ritenevano “una depressa senza speranza”. Samuele l’aveva fatta uscire dal suo guscio, facendola parlare e aiutandola nella vita quotidiana. Purtroppo non era ancora riuscita a farla diventare un po’ più sociale. Non aveva ancora guarito la sua fobia per la gente. Avrebbe dovuto lavorare molto per farle cambiare quella prospettiva. Sembrava che Cassi vedesse le persone come mostri pronti a sbranarla da un momento all’altro. E non aveva tutti i torti. Gli umani erano tra gli esseri più subdoli e malvagi che potessero esistere, ma non tutti erano così e Cassi non lo aveva ancora capito. Non esistevano solo persone pronte a ferirti, c’erano anche le persone gentili e sincere. Come Samuele. Ma Cassi si rifiutava di credere che al mondo, oltre a Samuele ci fosse qualcuno di tanto gentile.
«Visto? Lo abbiamo preso, che motivo c’era di arrabbiarsi tanto?» disse Cassiopea, sedendo su uno dei sedili in finta pelle blu del treno.
«C’è che a forza di correre per prendere il treno ogni santo giorno, mi farai diventare anoressico come te da quanto dimagrirò!» disse in tono tragico.
Lui era sempre così di prima mattina: tragico, pessimista ed estremamente irritabile. Ma gli bastava un sorriso e delle scuse mormorate da Cassi, per farsi passare ogni punta di malumore.
«Il solito esagerato…» disse alzando gli occhi, per poi accigliarsi facendo più attenzione a ciò che aveva detto «Ehi, io non sono anoressica!» esclamò dandogli un colpetto sulla spalla.
«Il primo passo è ammettere di avere un problema» disse fingendosi uno psicologo come sempre.
Tra una risata e l’altra arrivarono sani e salvi a scuola.
Cassi esitò sulla soglia della terrificante prigione in cui stava per entrare.
«Oh, ancora…» pensò Samuele al limite dell’esasperazione «Non puoi fare così tutte le volte che dobbiamo entrare a scuola!» esclamò con voce troppo alta rispetto ai suoi soliti standard. Si passò una mano tra i capelli color castano chiaro leggermente mossi.
Cassi fece un passo indietro. Samuele le faceva sempre una paura bestiale ogni volta che si arrabbiava sul serio, e questo non capitava mai. Era successo forse una volta che si arrabbiasse pesantemente con lei, ma le aveva telefonato lo stesso pomeriggio, scusandosi per esser stato tanto duro. Sapeva benissimo che Cassi era estremamente fragile e che se lui mai l’avesse abbandonata, lei ne sarebbe potuta morire.
«Perché ti arrabbi tanto?» chiese ingenuamente Cassi
Lui alzò gli occhi al cielo, stava per scoppiare. «Perché non ce la faccio più! Hai una paura irrazionale di questo posto, tu hai una vera e propria fobia per le persone, per la scuola e tutti gli altri posti affollati come… Oh, ma guarda, il mondo! In caso tu non lo avessi notato, il mondo è sovrappopolato e se non ti abitui a stare a contatto con le persone, non riuscirai mai a sopravvivere in questo universo!» le urlò contro gesticolando con enfasi.
Cassi lo guardò con aria sconvolta. Fece un passo indietro, poi un altro. Voleva scappare, scappare via da lui e Samuele sapeva bene che stava di nuovo cercando di rinviare inutilmente la discussione.
Si avvicinò a lei e la prese per un braccio.
«Non fuggire!» le intimò.
Cassi puntò i suoi occhi verdi in quelli azzurri di lui. Aggrottò le sopracciglia e con le lacrime che minacciavano di scendere dai suoi occhi, si liberò e corse dentro la scuola, lontana da lui.
«Brava, scappa ancora!» le urlò lui contro, attirando l’attenzione di qualche curioso.
Era vero, lei stava scappando dai problemi ancora una volta, ma non poteva fare altrimenti. Non era abbastanza forte per affrontare Samuele, non poteva reggere il confronto con lui.
 
La giornata passò lenta come sempre quando a scuola non c’erano interrogazioni né progetti speciali. Cassi passò tutte e cinque le ore a disegnare sul quaderno di matematica i personaggi dei suoi manga preferiti. Disegnava tutte le volte che si sentiva triste. E data la sua immensa tristezza, avrebbe dovuto disegnare per giorni interi. Non sapeva con che faccia presentarsi davanti a Samuele per prendere il treno assieme a lui, cosa si sarebbero detti? Anzi, la domanda era: si sarebbero parlati? Cassi aveva una paura tremenda che lui avrebbe deciso di tenerle il broncio.
Ma non dovette preoccuparsene più di tanto, perché all’uscita da scuola trovò l’auto di suo madre che l’attendeva.
Pioveva ancora.
Lanciò uno sguardo triste a Samuele. Anche lui la stava fissando.
“Vai con lui, prendi il treno anche tu” urlava una voce nella sua testa. Da dove veniva quella voce bassa e profonda? Non era la voce di Samuele.
“Vai da lui!” urlò la voce che sembrava tanto quella di Jaejoong, il suo cantante preferito.
Lo ignorò. Ignorò la voce e salì il macchina dopo aver salutato Samuele con un piccolo movimento della mano. Gli occhi tristi di lui si soffermarono su di lei qualche minuto, prima di voltarsi e camminare lentamente verso la stazione.


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Spazio autrice : D

Eccoci al primo capitolo di questa nuova Long Fiction!!
Vi avverto anticipatamente che:
1. I primi due capitoli potranno sembrare non centrare nulla con il resto della storia, ma, fidatevi, alla fine filerà tutto
2. Non potrò postare molto spesso perché questa Fan Fic ho intenzione di scriverla bene e senza fretta, quindi scusatemi!

I nomi dei capitoli saranno messi in coreano con accanto la traduzione in italiano. Sì, c'è un motivo.
Questa è una fan fiction mezza fantasy, non saprei come definirla, ma lo sarà solo nell'ultimo capitolo probabilmente.
No, non sarà una fiction corta, prevedo un bel po' di capitoli.

Spero vi piaccia : )
Grazie per aver letto questo primo capitolo, aspetto con ansia le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate : )

Baci,
LucyCassiopeia : )
  
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