Satira
Ascoltate, ascoltate chiunque voi siate,
Porgete gentili l’ orecchio al mio canto.
I prodi guerrieri, le lande fatate
Gli sporchi sentieri, le chiappe amaranto!
Di giorni e giorni di docce arretrate
Di veloci fughe nel sole o nel fango
Di porte e di locande sbarrate
Davanti alle qual’ rassegnati passammo.
Di mostri potenti e imbecilli io vi narro
Di guerrieri che a stento montan’ un quadrello,
D’ un gruppo che si credea tanto tamarro
Mentre di malvagio avea solo il… fardello.
Ma non considrate, ve’n prego signori,
Le nostre avventure esser’ dappoco
Per alcuni compir’ degni capolavori
Può essere anche accendendo del fuoco!
Come ad esempio il barbaro Tazzo
Che reputando il trattar’ troppo vile
Si lanciò contr’ un mago, che ardir’ il ragazzo!
Adesso si trova belante all’ ovile.
O il suo compagno il ladro Losclero
Con elfica grazia ,puzza sotto l’naso
Ebbe l’ ardire di esser’ guerriero
Due giorni dopo era già al cimitero.
Oppure il temibile ninja Gaetano
D’ esotico nome ed oscuro aspetto
La fortuna tanto gli dette una mano
Che una troll ora l’ usa a mò di reggipetto.
La piccola druida caparbia Spesare,
Halfling core d’ oro con ogni animale,
Lupi in berserk da noi volle salvare
Risultò digeribile pria del maiale.
Ma adesso, gentili uditor’, vi chiederete
Come mai voi restaste più intonso d’un nardo?
E’ qui la risposta a ciò che chiedete
Fu mica per niente che io feci il bardo!