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Autore: randomnessUnicorn    20/02/2012    4 recensioni
“Hello! Ho aperto la finestra e ho sussurrato.”
Si era svegliato quella mattina, come tutte le altre mattine, stanco e già consapevole che quella giornata sarebbe stata noiosa ed uguale alle altre. La speranza della novità, ormai, era solo una lontana illusione. Un’illusione che iniziava ad affievolirsi, come le lacrime che ogni giorno versava, che nessuno riusciva a vedere o solamente a percepire.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Canada/Matthew Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, How are you?


 
“Hello! Ho aperto la finestra e ho sussurrato.”

Si era svegliato quella mattina, come tutte le altre mattine, stanco e già consapevole che quella giornata sarebbe stata noiosa ed uguale alle altre. La speranza della novità, ormai, era solo una lontana illusione. Un’illusione che iniziava ad affievolirsi, come le lacrime che ogni giorno versava,  che nessuno riusciva a vedere o solamente a percepire.
 
“How are you? Da sola nella mia camera, senza nessuno”

Aperti gli occhi si accorse che almeno era vivo. Si era svegliato consapevole di esistere, di essere e di respirare. Ma allora perché? Perché la gente continuava a non accorgersi della sua presenza? Una domanda che si faceva sempre e che ancora non aveva risposta. Nessuno voleva dargliela.

“Morning! La mattina è arrivata con una forte pioggia.”

Anche il sole lo aveva abbandonato. Si alzò pigramente dal letto e si affacciò alla finestra, notando il temporale inarrestabile che era arrivato.
La stessa tempesta che aveva nel suo cuore, si era come catapultata nel mondo esterno; quelle gocce di pioggia non erano nient’altro le lacrime che stava trattenendo nella sua anima?
Almeno ora la gente le noterà! - Pensò, vedendo le persone aprire l’ombrello in mezzo alla strada.
 
“Tick tack. Vi prego che qualcuno mi restituisca la primavera.”

Ancora pioveva a dirotto. Le gocce cadevano e picchiettavano sulla veranda, producendo un rumore fastidioso; quello era l’unico suono che riusciva ad azzittire il silenzio, che regnava incontrastato nella stanza.
Lui odiava il silenzio, anche se c’era abituato, ormai. Era abituato alla quiete della solitudine, ed al freddo invernale che lo accompagnava.
La primavera dove era finita? L’inverno non poteva durare per sempre, l’anno non poteva essere formato solo da quella stagione… o forse sì …
 
 
“Hello! Ho visto quella ragazza in un vecchio anime,
How are you? Sono così gelosa del fatto che fosse amata da tutti.”

 
 
Non riusciva a comprendere come le persone potessero scambiarlo per suo fratello. Lo avessero fatto solo una volta, o due, ma lo confondevano sempre, e questo era davvero frustrante.
Era come perdere la propria identità, parchè sarebbe capitato il giorno in cui forse anche lui, osservandosi allo specchio, avrebbe pensato di essere America.
Provava un po’ di invidia verso l’ americano che, malgrado fosse odiato, riusciva ad imporsi agli altri, a dimostrare di valere qualcosa, o semplicemente riusciva ad essere ascoltato, anche quando diceva solo stupidaggini… lo consideravano.
 
 
“Sleeping! Dovrei smetterla di dire certe cose e cominciare a prepararmi,
Crying! In questo modo nasconderò il segno delle mie lacrime.”

 
Basta pensare a queste sciocchezze! – pensò iniziando a prepararsi, perché quella volta il meeting si sarebbe svolto nella sua Capitale.
Anche quel giorno, sicuramente, avrebbe finto sorrisi e recitato una falsa felicità, e gli altri ci sarebbero cascati, come sempre.
 
“Oh bene! era diventata la mia frase preferita,
quelle parole che dicevo mi sono arrivate diritte in testa.”

 
Dire di stare bene quando in realtà dentro si sta morendo: questo accadeva ogni istante della sua vita, perché a volte l’indifferenza può far male più dell’odio.
Lui non era odiato da nessuno, non aveva particolari nemici con cui litigare, anche perché non sapeva litigare e quindi non ne sarebbe stato capace.
 
“Bene, non ho più alcune aspettativa su di te!
 Bene anch’io, non ho più alcuna aspettativa su di me!”

 
Ogni qual volta che tentava di farsi sentire, falliva. Come se qualche forza misteriosa lo bloccasse, e gli impediva di farsi valere davvero.
La sua autostima era a pezzi come un vaso di ceramica caduto a terra e ridotto in mille pezzettini. Non aveva più aspettative da sé stesso. 
 
“Ma per cosa lo hai detto? 
Le parole che sono scappate dalla mia gola,
non erano nient’altro che bugie.
Anche oggi ho sprecato parole preziose,
pur continuando la mia vita come al solito”

 
Quando, per l’ennesima volta, spiegava chi fosse, la gente incredula diceva: “Davvero? scusa”. Scuse inutili che non gli bastavano più, non riusciva più ad ascoltarle.
La gente non si sentiva in colpa veramente, perché altrimenti non lo avrebbe ignorato una seconda o terza volta.
Forse non era la gente ad essere crudele, ma forse era lui ad essere sbagliato?
Perciò, magari è meglio la solitudine, lei non ti tradirà mai.
 
“Perché finisci per nasconderti?
Perché hai paura di essere deriso?
E’ perché non vuoi incontrare nessuno?
…è davvero la verità?”

 
Sembrava che con quelle parole stesse soltanto autoconvincendo se stesso, ma dentro il suo cuore c’era ancora una piccola fiamma che ardeva e che gli diceva di non arrendersi.
Perché in fondo il desiderio di poter finalmente incontrare qualcuno lo motivava ad andare avanti, fregandosene degli idioti che non credevano in lui.
“Don’t Give up!” - questa sarebbe stata la frase che lo avrebbe guidato nel cammino.
 
 
{ … }

“Thank you! in realtà vorrei dire Grazie.
Thank you! in realtà vorrei dire Grazie.
Thank you! anche se solo per una volta.
Quando piangevo dal profondo del mio cuore,
in realtà volevo dirti solo grazie”

 
-Grazie speranza, che ancora vivi dentro di me, ancora credi in me, e nelle mie possibilità, non mi abbandonerai mai, lo so. C’è ancora una piccola stella che brilla in quel cielo oscuro e spaventoso, quella stella sei tu Speranza, ti seguirò, e con te riuscirò a trovare almeno una persona che mi farà sorridere.

“Perché finisci per nasconderti?
è perché in realtà vuoi che io te lo chieda?”
 
-Sento una voce che mi sta chiamando, ma non so che voce possa essere, è cosi lontana e distante da qui, quasi un sussurro.
 
 
“Ti prometto che non riderò,
per cui perché non provi a dirmelo?
Non saprò niente se non apri la bocca,
non mi comunicherai niente se continui solamente a pensarlo!”

 
Ora quella voce è forte e chiara, sta parlando proprio con me, non è un sogno ma è realtà, non sono pazzo! Sorrido a colui che mi sta chiamando, lacrime di felicità scendono dai miei occhi.  Ehm… “hello, How are You? volevo dirti ciao, come stai?”.
 
 FINE.



 
 
~ Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia, e mi scuso per gli errori /che sicuramente/ avrò fatto. Perdono, chiedo umilmente Scusa! >.<
Questa è la mia prima Fanfict, e SongFict, quindi abbiate clemenza nei miei confronti.
Questa “storia” è dedicata a Canada, un personaggio con cui mi rispecchio molto, perché son molto simile di carattere a lui. Spero di non essere entrata nell’ OOC, altrimenti mi uccido!
 
La canzone è di Miku Hatsune (Vocaloid), si intitola “Hello, how are you?”, mi rispecchio anche in quella canzone, mi commuove sempre quando l’ascolto e quindi l’ho utilizzata.
Vi consiglio di ascoltarla se già non la conoscete, ecco il link da dove ho preso la traduzione:
http://www.youtube.com/watch?v=ovLS19AbuAo
 
Non ho usato tutto il testo, ma solo le parti che mi piacevano di più e che si adattavano meglio.
 
Se ho sbagliato qualcosa fatemelo presente, ma senza essere sgarbati per favore, in fondo si può criticare anche usando la gentilezza, grazie mille!
 
B|||
Kisses <3
  
   
 
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