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Autore: Ai_Sellie    20/02/2012    1 recensioni
Dean non è ancora riuscito a scoprire cosa – o chi – ha ridotto Castiel ad un angelo in miniatura ed è, quindi, costretto a portarselo in giro nel taschino della giacca anche quando va a caccia.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Scritta per il prompt sangue di sbri_holmes per la Notte Bianca di kinkmemeita, in occasione del Carnevale della Lande. Considerabile come una specie di sequel di "(Say) A little prayer" con cui, però, non c'entra praticamente una cippa. :°D
Il titolo è un verso da "Accidentally in Love" dei Counting Crows. 。◕‿◕。

*sospira* Cosa non si fa per una strisciolina. *si vergogna come una ladra*
Betata dalla gentilissima hikaruryu. 。◕U◕。

Warnings: Pre-slash. Pezzi d'interiora umane sparsi un po' dappertutto. :D



C’è qualcosa di inspiegabilmente adorabile nella scena che si sta svolgendo davanti ai tuoi occhi e già solo il fatto che tu ti renda conto da solo di aver appena pensato quell’aggettivo dovrebbe rendere già di per sé l’assurdità del momento.
Certo, il fatto che nella suddetta scena siano contemplati, oltre al cranio segato a metà pieno di sangue dentro al quale Castiel è caduto, anche il cadavere fatto a brandelli dell’ennesimo pazzo satanico a cui siete stati costretti a dare la caccia, un bulbo oculare di cui al momento ignori del tutto la provenienza ed interiora umane sparse un po’ per tutta la casa, non aiuta ma, per una volta, decidi che non te ne importa di meno – dopotutto è solo un pensiero ridicolo che stai formulando nella tua testa e chi mai potrebbe accorgersi di quello che succede nella tua testa?
Cas scuote il capo come fosse un cucciolo per liberare i capelli dallo strano liquido appiccicaticcio che si sente addosso, poi cerca di aggrapparsi ai bordi di quell’orrenda ciotola per uscirne ma calcola male il peso e finisce con il farla rovesciare.
Il liquido denso e scarlatto cola sul tappeto come fosse cera ed il minuscolo angelo rotola sul pavimento per una manciata di centimetri, prima di fermarsi contro il divano.
Castiel si mette seduto e scuote nuovamente la testa, schizzando gocce scure dappertutto, prima di guardarsi intorno, un po’ spaesato.
Si osserva le maniche del trench ormai irrimediabilmente zuppe di sangue con quello che sembra sincero dispiacere e tu senti qualcosa pungerti più o meno all’altezza del cuore – e forse anche allo stomaco, ma quella probabilmente è solo la nausea dovuta all’insopportabile fetore di marcio che ha appestato tutta la casa – perché ancora non sei riuscito davvero ad abituarti al fatto che stai viaggiando per mezza America con un angelo millenario nel taschino della giacca e la situazione è talmente assurda e ridicola che, fanculo, se in questo momento ammetti di trovare quel pennuto imbranato adorabile non è certo la cosa peggiore che ti sia capitata finora.
Cas cerca di rimettersi in piedi, ma scivola e cade di faccia nella pozza di sangue che ha ormai invaso metà della stanza.
Scoppi a ridere, attirando così la sua attenzione.
Lui piega leggermente la testa di lato e ti guarda con i soliti occhioni da cucciolo bastonato che ha sempre, da quando è stato costretto in quella forma, ma lo anticipi prima che possa riprendere con le sue solite imbarazzanti richieste di abbracci e lo raggiungi.
Ti arrotoli le maniche della giacca e della maglietta fin sopra il gomito, prima di chinarti a raccoglierlo nel palmo della mano, come fosse un pulcino.
« Sei senza speranza » ridi, cercando intanto il bagno con lo sguardo.
« Vediamo di darti una ripulita. Te lo scordi che ti faccio salire sulla mia bambina conciato così ».
  
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