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Autore: Amor31    20/02/2012    3 recensioni
Quando amiamo, ma sappiamo di non poter raggiungere l'altro come vorremmo, spesso ci aggrappiamo ad immagini labili: i sogni.
Questo accadde ad Emily.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Un sogno irrealizzabile
 

Emily aveva 21 anni. Da due aveva cominciato a frequentare l’Università e non era mai stata tanto felice ed appagata. Ma d’un tratto l’armonia si era spezzata. Qualcosa dentro di lei si era irrimediabilmente rotto. E come se non bastasse sembrava che nessuno se ne fosse accorto. Quel giorno aveva affrontato uno degli ultimi e più complicati esami dell’anno; nonostante non fosse dell’umore giusto, l’arduo studio aveva dato i suoi frutti. Era uscita dalla propria Facoltà solo nel tardo pomeriggio e fortunatamente aveva incontrato un gruppo di amici con cui passare la serata, solo per allontanare le tante preoccupazioni che la assillavano. Ed ora eccola lì, di ritorno a casa. Suonò il citofono ed aspettò almeno dieci minuti prima che la ragazza con cui condivideva l’appartamento le aprisse il portone. Stanca, Emily si preparò ad entrare in ascensore soltanto per scoprire che era guasto. -La mia proverbiale fortuna-, si disse. Sospirando profondamente salì le quattro rampe di scale che la separavano dall’appartamento. Si sfilò le chiavi dalla tasca dei jeans ed aprì la porta facendo attenzione a non provocare troppo rumore. Come aveva immaginato, Sarah, la sua coinquilina, stava beatamente dormendo sul divano con la televisione ancora accesa. Emily la spense e premurosamente coprì l’amica con una coperta leggera abbandonata sullo schienale della poltrona lì vicino; poi se ne andò in camera sua e sedendosi alla scrivania riavviò il portatile. Subito si ritrovò sul suo profilo Facebook, installato come pagina iniziale, ma non era quello che le interessava. Le dita volarono veloci sulla tastiera nera e premuto il tasto Invio esplorò l’account dell’utente che desiderava. Doveva aspettarselo: il profilo era ancora aggiornato a due settimane prima e sembrava che da allora il proprietario non si fosse più connesso. Delusa, Emily bloccò il computer e si mise a letto tra mille pensieri. Inaspettatamente si addormentò subito. Ed il sogno ebbe inizio.

Una spiaggia assolata, nel pieno dell’estate. Ma non una spiaggia qualunque: tutto era cominciato proprio da lì. Emily passeggiava lungo il bagnasciuga, attenta a non lasciarsi sfuggire le conchiglie più belle; da sempre ne faceva collezione. Ancora oggi la considerava una cosa infantile, ma in fondo le piaceva. Raccolse una grossa conchiglia arancione e guardandola si diresse lì dove aveva sistemato le proprie cose. Sedette a terra, sull’asciugamano colorato, scrutando l’orizzonte incendiato dal sole che lentamente compiva il suo percorso. -Che meraviglia-, disse fra sé e sé.
-Davvero-.
Una voce alle sue spalle la fece scattare e si ritrovò a fissare un ragazzo che ben conosceva. Ci mancò poco che il cuore le schizzasse fuori dal petto, tanta era la gioia di rivederlo dopo tempo, ma tutto quello che le uscì di bocca fu un semi sgarbato -Che ci fai qui?-.
-È la nostra spiaggia-, le rispose. -Non te lo ricordi?-.
Emily non riuscì a sostenere il peso del suo sguardo e si voltò, mentre il ragazzo le si sedeva accanto.
-Veramente magnifico-.
Emily sembrò rianimarsi e ne approfittò per cambiare argomento. -Sì, oggi è una bella giornata. E secondo le previsioni meteo…-.
Il ragazzo la interruppe: -Mi riferivo al tuo viso-.
Emily si sentì avvampare. Avrebbe voluto correre via, sprofondare, inveire contro di lui, ma niente. Semplicemente non ne trovò le forze. Il ragazzo le si avvicinò sempre di più: adesso potevano sfiorarsi. E le labbra si incrociarono, schiudendosi nel loro primo vero bacio. Parve durare secoli o forse un istante. Poi…
-Trevis!-.
Emily si svegliò di colpo, madida di sudore. Stravolta si passò una mano tra i capelli e si accorse di una lacrima che pian piano scendeva lungo la guancia destra. E ricordando le ultime due settimane la ferita si riaprì; la ragazza allora si stese di nuovo, affondando il volto nel cuscino e piangendo come già da giorni avrebbe dovuto fare. Era inutile, pensò, controllare il profilo su Facebook. Che cosa si aspettava che cambiasse? E quel sogno, a cui disperatamente cercava di aggrapparsi, cos’era? Solo un’illusione. L’illusione di un sogno irrealizzato ed irrealizzabile, ormai. Lui, Trevis, se ne era andato e non avrebbe più potuto fare ritorno. Non le rimaneva più nulla.
Ma Trevis, in quel momento, si trovava proprio lì. Oh, se solo avesse potuto vederlo… Non l’aveva mai abbandonata, né da vivo né da morto. Forse l’incidente lo aveva privato del corpo, ma non sarebbe mai riuscito a portargli via l’anima. E fin da quella maledetta notte di due settimane prima, Trevis si era rifugiato da Emily, non lasciandola mai. In quella calda sera di metà luglio si era steso sul letto, accanto a lei, e quando si era accorto che la ragazza dormiva aveva accarezzato i corti capelli biondi, continuando a contemplarla. Poi aveva deciso di raggiungerla in sogno e l’aveva trovata dove si aspettava: nel luogo del loro primo incontro. Aveva fatto ciò che da vivo non avrebbe mai avuto il coraggio di fare, ma adesso, guardandola addolorata e piangente, avrebbe dato qualsiasi cosa perché tornasse a sorridere. Fu così che scelse di accompagnarla, di guidarla sempre, finché non avesse conosciuto qualcuno degno di proteggerla.

   
 
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