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Autore: RedJoanna    21/02/2012    1 recensioni
Per Jeremy, fidanzato fedifrago, è arrivato il momento della scelta: la dolce e posata Ella o la passionale ed esuberante Catlina? Settima classificata al contest del forum di EFP "Kill my Valentine" di LeftEye.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: giallo
Tipologia: One-Shot (2’007 parole)
Genere: commedia


Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
 
Credits: il titolo della storia è il sottotitolo di Single Ladies, una canzone di Beyoncé.
Note dell'Autore: è la mia prima storia originale ed è la prima a nascere assolutamente dal nulla. Di solito mi ispiro a qualcosa, oppure i personaggi misteriosamente ricordano qualche persona realmente esistente o esistita. Ma non è stato così per Put a Ring on It . È semplicemente saltata fuori da un angolo della mia testolina. Ed è settima classificata al contest del forum di EFP Kill my Valentine di LeftEye.
 
Introduzione alla Fanfiction: questa storia è ambientata a Manhattan la sera di San Valentino. Non rivelo altro!
 
 
 
 

Put a Ring on It            


Quella sarebbe stata la volta buona, ne era sicuro. Dopo mesi di bugie, sotterfugi e  libri sull’ubiquità, era pronto a farla finita. Aveva trascorso intere notti immaginando i volti delle sue due ragazze, a turno, su una pagina di giornale sotto il titolo a caratteri cubitali: giovane scomparsa, il fidanzato aveva appena rotto con lei.
            Quale delle due avrebbero ritrovato senza vita fluttuante nell’Hudson?
No, si stava dando troppa importanza. Sia Ella sia Catlina erano sveglie, ragionevoli e abbastanza forti da sopravvivere ad un abbandono. Forse Catlina gli avrebbe incendiato casa avendo ben cura che tutto andasse distrutto, ma poi le sarebbe passato. Era un po’ troppo permalosa e vendicativa e era principalmente questa la motivazione che aveva convinto Jeremy a chiudere con lei. Il modo migliore per farlo sarebbe stato al telefono o via mail, lontano da lei, che aveva il potere di trasformare qualsiasi cosa in un’arma. Ma Jeremy riconobbe che perfino per lui, che aveva avuto due ragazze per sei mesi, all’insaputa l’una dell’altra, era una vigliaccheria. Quindi, avrebbe preso il coraggio a due mani, sarebbe andato a casa sua e gliel’avrebbe detto.
Ed era proprio lì che stava andando, scansando i palloncini a forma di cuore e le coppiette che fluttuavano a dieci centimetri da terra per le strade di Manhattan. Avrebbe rotto con Catlina, anche a costo della vita. Solo che poi non avrebbe potuto portare a termine la seconda parte del piano: dirigersi verso casa di Ella e chiederle di sposarlo.
Lui stesso non sapeva chiaramente come tutto fosse cominciato. Conosceva Ella dalle scuole medie, ma aveva trovato il coraggio per dichiararsi solo al college, tre anni prima. E poi, ad una festa, una sconosciuta l’aveva preso per il colletto della camicia e l’aveva baciato con passione frenetica, come se sarebbe potuto sparire da un momento all’altro. Quando Catlina vedeva qualcosa che le piaceva, automaticamente diventava sua. E così era successo anche con Jeremy. Catlina era esattamente come quel bacio: appassionata, energica, ambiziosa, seducente, imprevedibile e invadente. L’esatto contrario di Ella, che era la ragazza più tranquilla che si potesse mai incontrare. Al pensiero di essere riuscito a invischiarsi in quella storia incredibile, Jeremy non sapeva se farsi i complimenti o bollarsi come cretino.
Quando si ritrovò davanti alla porta dell’appartamento di Catlina, si accorse di essere senza fiato. Nervosismo? Ansia? Diciamo pure terrore. Gli tremava l’indice mentre suonava il campanello. E, davanti al sorriso raggiante con cui Catlina gli aprì la porta, gli venne una voglia furiosa di rimandare il giorno della sua rottura con lei. Insomma, voleva davvero rovinarle San Valentino?
Jeremy si infilò una mano in tasca e, al contatto delle dita con l’anello comprato per Ella, ricordò a se stesso che l’obiettivo finale era sposare la sua adorata fidanzata di sempre e non avrebbe lasciato che Catlina o la paura delle sue ritorsioni lo fermassero.
-Ciao! Sapevo che mi avresti fatto una sorpresa oggi! Dove andiamo?- lo assalì la sua esuberante quasi ex ragazza, che, effettivamente, sembrava pronta per una serata in discoteca da concludere in bellezza a casa sua.
-Ehm… Catlina, in realtà sono qui per… come dire… dirti una cosa.
Jeremy respirò a fondo. Stava incespicando nelle sue parole, gli sudavano le mani e cominciava a sentire caldo. Doveva mantenere il controllo. Ora o mai più, si disse. Prese fiato e, estraendo con foga la mano dalla tasca, proruppe in un:
            -Catlina, io voglio…
Qualcosa di metallico e luccicante cadde a terra e rotolò ai piedi della padrona di casa. Lei si piegò a raccoglierlo, incurante del mini abito nero che si sollevava fino alle natiche. Lo rigirò fra le dita, mentre le sue guance si tingevano di rosso e le labbra si allungavano in un sorriso che le andava letteralmente da un orecchio all’altro. Prese a sbattere convulsamente le palpebre e, rivolgendo gli occhi a Jeremy, strillò:
            -Non ci credo! Non ci credo, me lo stavi davvero… cioè, tu vuoi…?
Jeremy ci mise un po’ a capire cosa fosse avvenuto, ma quando Catlina gli si appese al collo, baciandolo dappertutto e ripetendo:
            -Sì, lo voglio! Certo che lo voglio! Oh, amore mio, non potevi farmi una sorpresa migliore! Lo voglio, facciamolo subito, andiamo a Las Vegas!-, realizzò improvvisamente la situazione. Desiderò con tutto se stesso che Catlina lo stringesse più forte, così sarebbe morto strangolato.
            Come aveva potuto lasciar cadere l’anello? Ora Catlina pensava di essere la fortunata!
            Sarà stata la disperazione, sarà stato il suo amore per Ella, fatto sta che Jeremy, afferrata Catlina per le braccia, la allontanò da sé e, fissando i suoi occhi in quelli della ragazza, sfoderò il suo tono più duro e spiegò:
            -Quell’anello non è per te. È per la mia ragazza.
Catlina aggrottò le sopracciglia, ma continuò a sorridere.
            -Jeremy, mi dispiace che la sorpresa sia rovinata, ma oramai l’ho scoperto e, credimi, è stato romantico come se me l’avessi chiesto in ginocchio.
            -Io ho una fidanzata, Cat. Un’altra fidanzata.
            -Cosa… cosa stai dicendo?- mormorò Catlina, divincolandosi dalla stretta del ragazzo che amava e incrociando le braccia sul petto.
            -Avevo già una ragazza quando la nostra… storia è cominciata. Ed è lei che amo e che voglio sposare.
            -Perché non me l’hai detto?
            -Perché… non ho mai avuto modo.
Catlina chinò il capo, mordendosi a sangue la lingua e arrossendo sempre di più. Annuì comprensiva, poi, sollevati gli occhi, chiese:
            -Chi è lei?
            -Ti prego, Cat, non cercare di accoltellarla.
Lei scoppiò in una risata nervosa e rispose:
            -Sul serio hai questa opinione di me?
Jeremy avrebbe voluto annuire, ma si limitò a ricambiare lo sguardo infuocato della sua ex ragazza.
            -Non preoccuparti, non le farò del male. Dimmi solo chi è.
            -Ella. Ella Cornelissen.
            -La biondina con i capelli corti che alla festa delle matricole al college ha messo il sale nella torta al cioccolato?
            -Catlina.
            -Ok, ok, la smetto.
Nella stanza scese il silenzio. La tensione si poteva tagliare col coltello. Dopo cinque minuti di sguardi imbarazzati fra i due, Catlina sospirò e mormorò rivolta a Jeremy:
            -Beh, adesso ti spiace sparire?
Il ragazzo chinò la testa e, scendendo le scale un gradino per volta, lasciò Catlina da sola. L’aveva presa molto, ma molto meglio del previsto. Non immaginava neanche come la sua super ex ragazza si sarebbe vendicata.
 
            Jeremy quasi saltellava sulla via per casa di Ella. Il pensiero che di lì a pochi minuti sarebbe stato ufficialmente fidanzato e che le sue maggiori occupazioni dei mesi successivi avrebbero riguardato principalmente il numero di piani della torta nuziale e la forma delle bomboniere l’aveva reso euforico.
            Si sarebbe comportato da semplice innamorato con Ella. Sarebbero usciti e avrebbero cenato nel ristorantino dove si incontravano di solito. Lui avrebbe detto di aver bisogno del bagno, ma si sarebbe diretto in cucina, per consegnare al pasticcere l’anello da nascondere nel cuore di cioccolato che avrebbe coronato la loro torta degli innamorati. Chissà che faccia avrebbe fatto Ella scoprendo che il cuore conteneva una sorpresa, e che sorpresa! Sarebbe stato il San Valentino migliore della sua vita.
            Era arrivato. Il nervosismo cominciava a farsi sentire: Jeremy allentò il nodo della cravatta e si schiarì la gola prima di suonare il campanello. Ella spalancò la porta con furia, le sopracciglia aggrottate, il mascara che le colava giù per le guance, gli occhi gonfi e rossi come se avesse pianto tutte le sue lacrime e il volto violaceo, proprio come quando si arrabbiava da morire e neanche le coccole del fidanzatino o una camomilla calda riuscivano a tranquillizzarla. Jeremy intuiva cosa era successo, ma preferì credere di sbagliarsi.
            -Ella, tesoro… cosa è successo?
            -Dovrei chiedertelo io, brutto bastardo traditore! Come hai potuto, per tutto questo tempo?
            Jeremy stentava a riconoscere in quella ragazza che strillava e imprecava la sua posata e amorevole promessa sposa. Avrebbe giurato che fosse Catlina, non fosse stato per il colore e il taglio dei capelli.
            E ora Jeremy non sapeva cosa dire. Non si era mai trovato in una situazione del genere. Al college non ti insegnano cosa fare quando hai due fidanzate e, proprio quando ne hai scaricata una, l’altra scopre il macello che hai combinato e ti si rivolta contro. Jeremy pensò di cominciare facendo lo gnorri. Tentò di abbracciare Ella, mormorandole teneramente:
            -Amore, come ho potuto fare cosa? Di che stai parlando?
Ella gli si sottrasse e, stringendo forte i pugni, strillò, mentre la sua voce riecheggiava in tutto il condominio:
            -E adesso fai anche finta di niente?! Non c’è alcun problema, ti ricordo io cosa hai potuto fare e che tutti sentano!
            Lungo il corrimano delle scale del palazzo si erano assiepati gruppetti di condomini che assistevano con l’interesse dei pettegoli ciò che stava avvenendo, come se fosse lo show del sabato sera. Jeremy avrebbe voluto ricacciarli tutti dentro casa, ma Ella non sembrava in condizioni di controllarsi se fosse stata interrotta.
            -Tu- cominciò, picchiando l’indice sul petto di Jeremy –ti sei fatto baciare da una ragazza a una festa, sebbene stessi con me. Tu hai cominciato una storia con lei, continuando a stare con me. Tu non mi hai mai detto niente e anche lei non sapeva nulla di questo casino fino a qualche minuto fa, quando tu sei andato a casa sua e l’hai mollata. Vuoi sapere se sono contenta che abbia preferito me a lei e che mi stia per chiedere di sposarti?
            Ella fissava Jeremy, con l’indice a mezz’aria, le lacrime che le stavano allagando gli occhi, le guance frementi e la rabbia nelle iridi. Sembrava attendesse una risposta e Jeremy aprì bocca sperando che ne sarebbe uscito qualcosa di sensato, ma Ella lo precedette:
            -Non sono affatto contenta! Non sono mai stata più delusa e incazzata in tutta la mia vita! E adesso, togli le tende e non farti vedere né sentire mai più!
            Mentre Ella usciva trionfalmente di scena barricandosi in casa, dalla tromba delle scale si levò qualche applauso. Qualche signora con i bigodini in testa e la crema verdognola spalmata sul viso urlò anche brava!
            Jeremy si sentiva tremendamente umiliato. Sì, non aveva sentito il rumore del suo cuore che si spezzava in due, avvertiva solo il dovere di riscattarsi e di non fare la figura del cretino davanti a tutti quegli estranei. Corse verso la porta di casa di Ella e vi picchiò con violenza il pugno.
            -Ella, ti prego… parliamone!
La ragazza non rispondeva. Jeremy fece qualche passo indietro per prendere la rincorsa e abbattere la porta con una spallata, come fa sempre l’agente figo dell’FBI nelle serie tv. Stava per scattare, quando ricevette una scarpa nera tacco dodici in piena fronte.
            -Sparisci!- gli urlò ancora Ella, prima di chiudere la porta a doppia mandata. Altri applausi risuonarono fra le pareti del condominio. Jeremy rimase come un ebete a osservare l’anello che luccicava sul fondo della sua tasca mentre un rivolo di sangue gli colava lungo il naso.
            Catlina. Aveva telefonato lei ad Ella per raccontarle tutto. E ora Ella l’aveva mollato. Catlina aveva seriamente superato se stessa. Che fantastico San Valentino.
            Piano piano nella testa di Jeremy prese forma l’idea di tornare a casa di Catlina e mettere fine alla sua sete di vendetta. Soffocarla con un cuscino, metterle l’arsenico nella cena, incendiare le tende del suo salotto, conficcarle un coltellaccio da macellaio nello sterno. Quante modalità per uccidere una terribile ex fidanzata, una più entusiasmante dell’altra.
            Jeremy uscì dal palazzo dove Ella abitava scendendo i gradini a tre a tre e raggiunse di corsa casa di Catlina. Avrebbe fatto qualche sciocchezza, se lo sentiva. Suonò il campanello e la padrona di casa, ancora con il mini abito nero indosso, i lunghi capelli scuri accuratamente raccolti in uno chignon e il trucco perfetto, gli aprì con un mezzo sorriso.
            -Cosa vuoi ora?- chiese.
Jeremy aprì bocca, senza sapere bene cosa dire. Non prese neanche fiato tanto grande era il suo desiderio di mettere fine a quella storia. In un modo o nell’altro. Anche a costo di giurare amore eterno a Catlina davanti a un prete e condannarsi così a morte.

 -Dov’è che volevi andare stasera? A Las Vegas?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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