Come
Marilyn
“Ma
guardalo, non è stupendo?”
Viviana continuava ad ammirare e rimirare quel luccichio che aveva al
dito. Non
le sembrava vero, aveva un diamante al dito!
Quante volte lo aveva sognato?
Un sogno che era diventato realtà.
Dello stesso parere però non era la sua collega Marika, che
faceva vagare lo
sguardo tra la porta e l’orologio.
“Ti muovi? Mettilo a posto che tra un po’ torna il
capo!”
“Uh, sei sempre la solita guastafeste! Fammi assaporare
ancora questi pochi
minuti di…eternità!”
Viviana rise sommessamente, mentre Marika sbuffò, alzando
gli occhi al cielo.
Accidenti, se il capo tornava e la beccava con il tesoro
in mano, sarebbero stati cavoli amari. Per lei,
naturalmente, perché era la responsabile del negozio in sua
assenza.
Il tesoro in questione era un anello, un grosso anello. Più
precisamente un
solitario. Ma non un solitario qualsiasi: era l’anello di
fidanzamento
destinato a Viviana, da parte del capo.
Il suo fidanzato, ovviamente.
Un tesoro che non doveva essere scoperto, ovviamente.
Viviana aveva un debole per i diamanti, e non a caso lavorava in una
gioielleria.
La gioielleria “La piramide” era una delle
più rinomate della città; il
proprietario, Giorgio Piramide, era considerato uno degli scapoli
più ambiti.
Non più almeno, visto che la sua fidanzata era una semplice
commessa che
lavorava nel suo negozio e che aveva un debole per i gioielli.
Viviana era informatissima su tutto quello che riguardava gemme e
pietre
preziose, nemmeno fosse una gemmologa.
“Un diamante per essere tale deve avere le quattro C. Lo
sapevi?” senza
attendere la risposta, Viviana continuò la spiegazione.
“Colore: più un
diamante è incolore e trasparente, più
è puro. E questo decisamente lo è!” Per
rafforzare la sua tesi, portò il solitario sotto la lampada.
“Clarity, ovvero la purezza. Terza C: cut e cioè
taglio. Qui la maggior parte
della gente sbaglia, sai?” Guardò Marika, la quale
essendo la responsabile del
negozio e sebbene lavorasse da circa cinque anni in quel posto, non era
poi
così informata.
“Questo” – Viviana indicò il
suo diamante, al suo dito – “ha un taglio rotondo.
Ed è una delle forme più comuni di taglio e viene
chiamata brillante. La gente
sbaglia perché per loro brillante vuol dire diamante. E
invece no!” Sbatté la
mano, tant’è che Marika sobbalzò
leggermente e sperò con tutto il cuore che la
mano in questione fosse l’altra e non quella che portava il tesoro.
“No?”, domandò titubante.
“No! Anche uno zaffiro o un rubino può avere un
taglio brillante rotondo!”
Viviana rialzò la mano, ammirandola nuovamente.
“La quarta C è quella che io adoro di
più: Carat, cioè i carati,
l’unità di
misura con cui vengono misurati i diamanti. Più è
alta la caratura, più è prezioso.
E io sono pronta a scommettere che questo è
preziosissimo!”
Marilyn Monroe le avrebbe fatto un baffo.
Maglie di tutti i colori e di tutte le dimensioni sparse a terra, scarpe spaiate sparse per la stanza, top, canotte, gonnelline (un po' troppo corte per i suoi gusti), pantaloni, shorts...sembrava fosse passato un uragano.
E Viviana...vicino all'armadio, rannicchiata, con una testa infilata dentro e il resto del corpo fuori...nel tentativo di cercare qualcosa.
“Ma dove diavolo l’ho messo? E perché me lo sono tolto? Mannaggia a me, mannaggia a me!”
Giorgio rise sotto i baffi, ben sapendo il motivo della disperazione della fidanzata. Non era passata nemmeno una settimana da quando le aveva regalato l’anello, e sebbene Viviana avesse fatto la faccia sorpresa, Giorgio aveva capito che la sua fidanzata l’aveva già visto, studiandolo e rimirandolo.
E no, Marika, la sua fidata commessa non aveva fatto la spia, ma lui se ne era accorto semplicemente perché la scatolina col tesoro era stata sistemata nel secondo cassetto della sua scrivania, quando invece lui l’aveva messa nell’ultimo. E conoscendo la fidanzata, non aveva avuto dubbi su chi fosse stato a fare lo spostamento.
E ora, in un certo senso, godeva del fatto che Viviana stesse disperatamente cercando qualcosa nell’armadio. La vide rovistare in una vecchia borsa, e successivamente in una scatola piena di foto che conservava lì dentro.
La verità era che Viviana aveva perso l’anello di fidanzamento, il suo tesoro.
Ma non era affatto così. L’aveva lasciato sbadatamente sulla scrivania nell’ufficio di Giorgio per poi dimenticarsene. E quando aveva realizzato che non aveva nulla all’anulare sinistro, era sbiancata di colpo ed era corsa a casa.
Giorgio non immaginava che, dopo due ore dalla fuga, lei lo stesse ancora cercando.
“E’ scoppiato l’armadio? Per questo sei scappata di corsa dal negozio?”
“Amore! Quando sei tornato?"
Giorgio trattenne la risata: tono di voce alto, quasi acuto, sguardo spaventato e colpevole e un sorriso tanto luminoso quanto falso...come se fosse stata colta in flagrante.
"Da abbastanza per vedere il casino che hai combinato in camera..."
"Beh..sì...è che...volevo trovare una cosa...e la situazione mi è sfuggita di mano..."
Giorgio annuì. Tanto per prenderla ulteriormente in giro.
Perlustrò la stanza con gli occhi..quasi la stesse passando ai raggi X.
"Non sapevo che avessi tutta questa roba..."
Tono ironico.
“Comunque…cosa stavi cercando?”
Viviana si guardò intorno, alla ricerca di un appiglio, di una valida scusa. O magari di un buco che la inghiottisse. Di tutto, pur di non dire la verità.
“Questo!” esclamò, prendendo un top nero con i brillantini.
“Sai, è che..lo voglio mettere alla cena di stasera!”
Giorgiò annuì ancora. “Perché così si abbina al solitario, giusto?”
Viviana deglutì vistosamente. “Sì, sì certo, il solitario. Ecco…”
“Ma dov’è? Non lo porti al dito?” chiese il ragazzo, con finta aria preoccupata – dispiaciuta.
“Ma certo che lo porto, amore! Ma che dici! E’ che me lo sono tolto un attimo…”
La ragazza si alzò, scavalcando una pila di maglioni, per dirigersi verso il bagno, mantenendo però la facciata. Non poteva averlo perso, non così!
Giorgio, vedendo che la messinscena sarebbe durata a lungo, decise di porre fine al gioco. La osservò uscire dal bagno, dopo cinque minuti abbondanti, con una faccia da funerale. Letteralmente.
In quei cinque minuti, Viviana aveva cercato il coraggio di dire al fidanzato che aveva perso il suo preziosissimo anello, proprio il giorno della festa di fidanzamento.
“Giorgio, senti, io…”
“Cercavi questo?” Il ragazzo, appoggiato allo stipite della porta, aprì la sua mano, rivelandone il contenuto. Qualcosa luccicò e non fu soltanto il diamante. Viviana aveva gli occhi lucidissimi, a un passo dal pianto.
“Amore mioooo!”
Peccato che fosse rivolto all’anello…Giorgio strabuzzò gli occhi: non solo per l’epiteto affettuoso non rivolto a lui, ma vide la propria ragazza prendere il gioiello e baciarselo, manco fosse l’anello del Papa!
“Mi fa piacere che il mio amore è ricambiato…” esclamò scherzosamente, mentre infilava il tesoro al suo posto. Viviana rise. “Ma che dici, scemo? Sono solo contenta di averlo ritrovato, tutto qui! “
Giorgio rise, abbracciando la ragazza.
“E poi, un diamante è per sempre...”, sussurrò Viviana.
“Quindi, mia cara Marilyn, mi stai dicendo” – Giorgio annullò la distanza tra i loro visi, mormorando sulle labbra della ragazza – “che devo dividerti con un diamante...per sempre?”
Viviana allacciò le braccia congiungendole dietro la nuca del fidanzato.
“Non lo sapevi? I diamanti sono i migliori amici delle donne…” Concluse, suggellando quel siparietto scherzoso con un bacio.
Uno di quei baci che si sarebbero scambiati da lì…all’eternità.
NdA: Il titolo e alcune battute si riferiscono al film “Gli uomini preferiscono le bionde”, in cui la protagonista Marilyn Monroe, fa un balletto sulle note di “Diamonds are a girl’s best friends”.
Le notizie tecniche sui diamanti sono tratte da Wikipedia.