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Autore: mizuki95    21/02/2012    8 recensioni
Com'è che Misaki affronta il vizio del fumo di Usagi-san? Nonostante abbia pensato ai più svariati modi per convincerlo a smettere, non riesce a trovarne uno attuabile! Che basti un po' di sincerità e soprattutto di istinto?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E finalmente sono tornata! Questi due mi mancavano! Cioè, mi mancava scrivere una storia “normale” su di loro, senza sangue, tragedie, sotterfugi, mi steri e cose simili. Ho avuto l’idea di scrivere questa one-shot dopo aver riflettuto circa tre secondi a testa su diverse cose, come il fumo, i suoi danni (non sono una moralista, fumo di tanto in tanto ma non sono dipendente), su come Misaki affronti questo argomento (la Nakamura non l’ha mai fatto nemmeno intuire, al massimo un accenno veloce all’inizio del manga) ed infine, ho notato che negli ultimi capitoli usciti in cinese Usagi-san fuma molto di meno rispetto ai primi volumi. Mi dispiace molto per la fine, volevo scriverci qualcosa ma proprio non mi viene nulla in mente. Che dite di Usagi-san,  è troppo OOC? E Misaki? Spero di no, sarebbe la prima volta! xD Che mi è rimasto da dire? Nulla, mi pare…ah, che spero di poter tornare a scrivere con quella strabenedetta one-shot a rating rosso su Tori e Chiaki (Sekai-ichi hatsukoi) che aspetta di essere terminata, con una NowakixHiroki (è da tanto che voglio scrivere una one-shot su di loro, ma non ho proprio idee) e una seconda SasazukaxIshigaki (Majin tantei Nougami Neuro), che forse ho trovato un’idea carina. Il mio problema è che le idee “carine” sono quelle che non vorrei mai scrivere e poi scopro che hanno riscosso successo, mentre quelle più complicate in cui mescolo sudore, sangue e lacrime per migliorarle, vengono calcolate da pochi individui (tipo la saga di “Lui vorrebbe dimenticare”, fan fiction UsagixMisaki dai temi forti che sto pubblicando su un altro sito). Ah, vorrei chiarire che questa one-shot NON è uno slogan anti-fumo o cose simili! Comunque sia, bando alle ciance (oi, ma mi sto auto-insultando?! D:) e leggete la storia! xD
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Era seduto su quel divano da una mezz’ora piena, ormai.

Da un po’ di tempo, anzi ad essere sinceri da sempre, non sopportava il fatto che Usagi-san fumasse. Capiva fumare una volta ogni tanto per concentrarsi e cose simili, ma un pacco al giorno era troppo! Per cui, quel pomeriggio lo aveva passato ad escogitare metodi per convincere l’uomo a smettere di fumare.

Sarebbe stato più facile far camminare sulla terraferma uno squalo sulle pinne. Sul serio, non sapeva più che inventarsi.

Sicuramente non avrebbe finto di fumare davanti a lui, sia perché non voleva prendersi il vizio sia perché avrebbe solo fatto arrabbiare lo scrittore. Avrebbe potuto nascondergliele, ma quello avrebbe sicuramente chiesto a lui (chi altro, se era il suo unico coinquilino?) che fine avessero fatto.

E se non gli avesse risposto…in pratica, avrebbe passato il giorno successivo a letto, distrutto. Usagi-san conosceva metodi molto “convincenti” per farlo parlare.

 Allora aveva pensato di fargli un bel discorsetto sui rischi che si corrono fumando, per questo aveva fatto un’approfondita ricerca su Internet, ma sicuramente il coinquilino avrebbe ascoltato sì e no le prime dieci parole e poi o lo avrebbe molestato o per la troppa noia sarebbe andato a lavorare.

 Infine, aveva pensato di dargli delle gomme da masticare quando gli veniva da fumare, ma l’uomo non era il tipo da mangiare roba simile. In seguito aveva avuto decine di pensieri simili, dal dissuaderlo imitando il Misaki dei Boys love del sensei a spezzargli tutte le sigarette davanti, ma non trovò alcuna idea realizzabile.

 Allora, sospirando, decise di tornare a pensarci un’altra volta e si alzò dal divano, indossando poi il grembiule e iniziando a preparare la cena. Una manciata di minuti dopo Usagi-san tornò a casa, salutando stancamente l’altro e sedendosi sul divano con aria distrutta.
Misaki gli preparò una tazza di caffè per farlo riprendere, ma neanche il tempo di portargliela che l’uomo aveva una sigaretta in bocca.

 Il ragazzo si arrabbiò davvero molto e posando con poca delicatezza la tazza sul tavolino davanti al divano tolse di bocca la sigaretta all’altra, e ne prese una boccata.

Usagi-san lo guardava sbigottito, ma la cosa che lo sconvolse davvero fu quando il partner gli prese il viso e lo baciò, soffiandogli in bocca il fumo della boccata appena presa.

 Peccato che Misaki non resistette più di tre secondi e staccatosi dalle labbra dell’altro iniziò a tossire convulsamente, tenendosi una mano sullo sterno. Sembrava che da un momento all’altro avrebbe rigettato pure l’anima, da come tossiva!

E tanto per migliorare ulteriormente la situazione, si dava mentalmente dell’idiota. Aveva provato a fare il figo come nei film, e cosa ci aveva guadagnato? Una figura da cani ed un attacco di tosse! Mentre si auto-insultava nel pensiero, avvertì la mano di Usagi-san battere delicatamente sulla sua schiena. Ecco, adesso lo aveva pure fatto preoccupare!

 «N-non è niente, Usagi-san…basterà che beva un po’ d’acqua…» disse nonostante stesse già smettendo di tossire «A parte questo…cosa diavolo ti è saltato in testa?» gli domandò l’uomo ancora stupito dall’atteggiamento del ragazzo.

Ci credereste che nemmeno lui sapeva che gli era saltato in testa? A quella domanda arrossì come un peperone e gesticolando cercò di spiegare il perché di una cosa che nemmeno lui sapeva il perché «Ecco…vedi, il fatto è che…uh, come posso dire? Proprio non mi viene…insomma, il problema è…aah, ecco, è solo che…».

Ma dopo poco si decise e riportando le mani parallelamente ai fianchi e abbassando lo sguardo, rispose «E’ che mi ha fatto rabbia vederti fumare» Usagi-san stava per chiedergli spiegazioni ma fu anticipato dal giovane, che mentre cercava di fare ordine nella propria mente, lentamente spiegava «Ecco, non mi piace il fatto che tu fumi così tanto. Capisco qualche volta, ma tu esageri! So che ti serve per rilassarti, per concentrarti quando scrivi, però…mi da veramente fastidio non sentire il profumo di Usagi-san a causa del fumo delle sigarette…e poi, uhm…lo sai che se fumi molto ti verrà il cancro? Oppure potresti avere un coso, non ricordo come si chiama, nei polmoni! E’ una cosa che si accumula col tempo, e se ne accumula di più se fumi molto…e poi ti viene il fiatone per un po’ di attività fisica e…lo sai che se si smette si vive vent’anni di più? Sicuramente non più di una persona normale, penso voglia dire rispetto a quanto se continuassi a fumare e…» ma s’interruppe quando vide un improvviso sulle labbra di Usagi-san, che lo abbracciò forte

«C-che c’è?» domandò allora Misaki, non sapendo se aveva detto qualcosa di stupido o se l’altro lo avesse ascoltato almeno un po’ «Come fai a sapere tutte queste cose sul fumo?» gli domandò lo scrittore, e lui rispose «Ah, ho solo letto qualcosa qua e là su Internet…» «E dimmi, quanto tempo hai speso per leggere queste cose “qua e là”?» domandò ancora l’altro, e nonostante si chiedesse come mai gli stava chiedendo queste cose, il ragazzo rispose ancora «Uh, direi…poco tempo, ho anche avuto il tempo per cucinare e…» «Quanto tempo?» ripeté l’uomo, e Misaki ammise «Due ore».


 Usagi-san lo strinse ulteriormente a sé, nonostante l’altro si opponesse con vigore «Lasciami, Usagi-san!»

«Non pensavo che arrivassi a fare delle ricerche per “aiutarmi” con il fumo»

«S-scusa tanto, eh! Allora la prossima volta…»

«Lasciami finire, Misaki. Non pensavo che facessi questo per me…e la cosa mi rende davvero felice»

«Eh?» esclamò stupito il più giovane, smettendo di dimenarsi «Mi rende davvero felice sapere che hai così tanto a cuore la mia salute» «Beh, è logico, no…?» domandò il bruno, tenendo lo sguardo rigorosamente sul pavimento per via dell’imbarazzo che gli stava procurando quella situazione.


Improvvisamente però si ritrovò seduto a cavalcioni sulle gambe dello scrittore, che con un braccio gli circondava la vita e con l’altra gli teneva fermo il mento tra l’indice ed il pollice, tenendo i loro visi pericolosamente vicini «Ora, sai cosa mi renderebbe ancora più felice? Sentirti dire “Non voglio perderti” e ricevere un altro bacio, ma senza fumo in mezzo. Se lo fai, ti prometto che smetterò di fumare» «Eh? Ricattatore! Scordatelo, pervertito!» sbottò Misaki arrossendo nuovamente e riprendendo a dimenarsi, ma senza successo «Almeno il bacio?» domandò Usagi-san, iniziando a baciare il collo del ragazzo «N-neanche per sogno!» disse quest’ultimo cercando di fermare il sensei, che smise di baciarlo.

Smise di baciarlo e lo fissò negli occhi, in completo silenzio «Che ti prende, Usagi-san?» chiese Misaki sentendosi in imbarazzo per via di quel silenzio «Smettila di fare così quando ti conviene, insomma! Mi spiace, ma non attacca!» ma lo scrittore non aprì bocca.
Si limitava a osservarlo con i suoi occhi color malva, in attesa. Il più giovane tentò inutilmente di guardare altrove, ma sentiva su di sé il desideroso sguardo dell’altro.

Allora, arrendendosi, fece un grosso respiro profondo e chiusi gli occhi baciò nuovamente il partner. Però, sulla guancia. Lo aveva baciato sulla guancia destra, come uno di quei baci che le madri danno ai figli piccoli prima di farli entrare a scuola

«Che fine ha fatto il tuo ardore di poco fa?» chiese Usagi-san visibilmente seccato da quella ennesima prova fallita di virilità dell’amato, che distogliendo lo sguardo rispose in modo strano, come al suo solito quando non sapeva come rispondere a domande come quella «E’-è perché l’ho esaurito poco fa!»

«Ah, è così?»domandò lo scrittore con una luce perversa che gli brillava negli occhi «Allora ti aiuterò a ricaricarti»e stava già inserendo una mano sotto il grembiule dell’altro, che una pentola prese a fischiare rumorosamente

«La cena! La cena è quasi pronta!» gridò Misaki approfittando della distrazione di Usagi-san per sfuggirgli dalle braccia e tornare correndo dietro i fornelli.


L’uomo però non si fermò per così poco, e mentre il ragazzo spegneva il fornello e sospirava, lo abbracciò da dietro ricominciando a baciargli il collo e infilandogli le mani sotto i vestiti «Aspet…fermo, Usagi-san! Devo finire di preparare la cena…ah!» «Non c’è bisogno, la cena è già pronta» e mordendogli delicatamente il padiglione auricolare sinistro «Tu sei meglio di qualsiasi cena. Buon appetito» e così dicendo se lo portò in camera, che presto si riempiti di gemiti e rumore di molle.

Il giorno dopo, quando si svegliò, Misaki si accorse di avere una mano che gli toccava la testa con delicatezza. Spalancò gli occhi e vide che era Usagi-san, che sdraiato su un fianco lo osservava e gli accarezzava la testa nonostante si fosse svegliato

«B-buongiorno, Usagi-san» disse il ragazzino mentre si chiedeva cosa fosse quella strana sensazione di inadeguatezza. Gli sembrava che ci fosse qualcosa di diverso dal solito…

”Alle volte Usagi-san fuma prima che io mi svegli, lo so perché gli sento addosso l’odore della sigaretta” pensò osservandolo a sua volta. Fu in quel momento che lo scrittore se ne accorse, poiché era perso nei suoi pensieri, e disse «Penso che limiterò le sigarette» «Bravo…» asserì Misaki quasi borbottando, visto che aveva affondato il viso sotto la coperta per l’imbarazzo che gli aveva procurato rendersi conto che si stavano fissando negli occhi a vicenda in modo fin troppo intimo.

Vedendo quella reazione così innocente lo scrittore non riuscì più a trattenersi e soffiando nell’orecchio sinistro del bruno, disse «La mia proposta è ancora valida, però. Se mi darai di nuovo un bacio sulle labbra, smetterò definitivamente di fumare»

«A-allora preparati ad avere i polmoni pieni di cartone, perché non lo farò mai!»

«Si dice catrame» lo corresse istintivamente l’uomo, finendo però per scatenare la permalosità dell’amato

«Maledizione,non correggermi!».

 
THE END
  
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