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Autore: bik90    22/02/2012    0 recensioni
Natsuki è una studentessa arrivata da poco, Shizuru è la presidentessa del consiglio studentesco. Si conosceranno e il loro destino sarà l'uno legato a quello dell'altra nonostante il preciso compito di Natsuki. Sarà mai possibile per Shizuru restarle accanto?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Natsuki aprì gli occhi lentamente e per un attimo si domandò dove fosse. Si mosse leggermente sotto le coperte mentre ricordava gli avvenimenti della notte precedente. Erano successe così tante cose che faticava a credere che fossero accadute realmente. Si voltò verso Shizuru che le dormiva accanto col braccio che le cingeva la vita e un lieve sorriso le increspò le labbra. Aveva fatto l’amore con lei ed era stato bello; per la prima volta dopo tanto tempo aveva sentito di essere veramente felice. Era come se in quella nottata fosse rinata. La diciottenne era stata così delicata con lei, così tenera da non farle dubitare mai del suo sentimento. Con la punta delle dita le accarezzò il volto seguendo i contorni prima del mento e poi delle labbra. A quel gesto Shizuru si svegliò e un meraviglioso sorriso si disegnò sul suo viso mentre pensava a quello che avevano vissuto. Le baciò tenuamente la mano. Quella notte Natsuki era stata solo sua, l’aveva lasciata entrare nel suo cuore e adesso che era legata a lei, non sarebbe più riuscita a starle lontana.
<< Buongiorno >> la salutò allungò una mano per sfiorarle una ciocca di capelli scuri.
L’altra arrossì abbassando gli occhi; poi si alzò e iniziò a vestirsi. Shizuru la osservò indossare l’intimo e non poté impedire a nuovi brividi di attraversarle la schiena. Avrebbe voluto dirle che l’amava moltissimo, che quello che avevano vissuto insieme era stato la cosa migliore che potesse capitarle, che lei rappresentava tutto il suo mondo ora che finalmente accettava e ricambiava i suoi veri sentimenti. La vide accendere la televisione e cercare il canale dei notiziari prima di chinarsi sulle ginocchia ed ascoltare. Shizuru le si avvicinò da dietro, senza dire nulla, e respirò l’odore gradevole della sua pelle.
<< …non siamo ancora in grado di offrire a tutti voi che ci state ascoltando una precisa descrizione su cosa è accaduto qui stanotte… >> stava dicendo una donna con un microfono in mano in primo piano << …i pochi dati certi sono che si tratta di un incendio doloso che ha completamente distrutto il campo da calcio usato come punto di ritrovo da tutti i bambini che abitano nel quartiere… >> la telecamera inquadrò la zona con i pali delle porte completamente anneriti e l’erba bruciata prima di tornare a fissare il volto della giornalista << …sono stati ritrovati dei resti umani, ad una prima analisi risulterebbero appartenere ad una adolescente. La polizia sta indagando sull’accaduto per scoprire che c’è dietro, non si esclude nessuna pista, e stanno interrogando gli abitanti del posto per avere delle informazioni. Alcuni dicono d’aver sentito urla di ragazze e d’aver intravisto strane creature animali… >>.
Natsuki spense il televisore e tutto intorno a lei e a Shizuru divenne silenzioso. La presidentessa del consiglio studentesco si accorse che la sedicenne stava stringendo con entrambe le mani un lembo del lenzuolo mentre si mordeva il labbro inferiore. Con delicatezza le posò la sua sopra e la sentì sussultare.
<< Mi dispiace tanto, Natsuki >> disse comprendo che era questa la persona a cui si riferiva la ragazza quando era andata da lei piangendo.
Natsuki fece un leggero cenno del capo senza riuscire a parlare. Una lacrima le scivolò sul volto, poi un’altra e un’altra ancora. Di fronte a Shizuru non si vergognava di mostrare le sue debolezze. Involontariamente iniziò a tremare. A quel segno la diciottenne la abbracciò ma l’altra si divincolò dalla sua stretta alzandosi in piedi.
<< No >> affermò cercando di non piangere << Non è giusto, non posso chiederti questo >>.
Si voltò per cercare il suo cellulare sentendo un nodo d’angoscia formarsi in gola.
<< Tu non mi hai chiesto niente >> rispose Shizuru << Sono io che… >>.
Natsuki non la fece terminare scuotendo il capo.
<< Non è possibile, Shizuru >> replicò << Io devo andare via >>.
A quelle parole la presidentessa si alzò in piedi e la afferrò per un braccio in preda al panico.
<< Cosa? >> esclamò terrorizzata << Perché? >>.
Si guardarono per un attimo negli occhi che Natsuki subito abbassò non riuscendo a sostenere quelli della ragazza che amava.
<< Tu non capisci >> disse con un filo di voce provando a dimenarsi << Lasciami >> si allontanò di qualche passo << Non capisci, non puoi capire. Quella era una mia amica, la conoscevo da tanto tempo e lei sapeva quello che io e Mai facciamo. Ci dava una mano a trovare i mostri ed è morta per colpa mia! Mia, solo mia! Non sono riuscita a proteggerla, non sono riuscita a salvarla quando l’Orphan ci ha attaccati e adesso non c’è più! Midori è morta >> si coprì il volto con entrambe le mani mentre ricominciava a piangere << E ora non posso permettere che accada la stessa cosa a te perché io ti amo e… >>.
Si bloccò sentendo d’aver detto veramente quelle parole e sentì il cuore perdere un colpo. Guardò per un attimo Shizuru che le stava sorridendo come se tutto ciò che aveva detto prima fosse privo d’importanza rispetto quegli unici termini e le guance le presero fuoco.
<< Dillo di nuovo >> le sussurrò la diciottenne tornando ad avvicinarsi come se tutto il resto avesse perso d’importanza.
Le prese le mani per poter guardare il suo viso e glielo accarezzò.
<< Io ti amo >> ripeté Natsuki senza staccare gli occhi verdi dai suoi << E proprio per questo devo starti lontana. Se rimani accanto a me metteresti a rischio la tua vita e potresti morire come è accaduto a mia madre e adesso a Midori. Porto solo morte, distruggo tutto quello che tocco e non voglio che capiti anche te. Tu sei la cosa più bella che potesse capitarmi, non posso trascinarti in questo vortice. È un fardello che è solo mio, un peso che devo portare da sola. Ascoltami >>.
Shizuru non disse nulla preferendo baciarla e tenerla stretta contro di sé. Era la prima volta che le parlava così risolutamente dei suoi sentimenti e questo la faceva sentire euforica.
<< Ti amo anch’io Natsuki >> le rispose dopo averle dato un bacio tenero tra i capelli << Ti ho sempre amata e non ti lascerò andare via per nessuno motivo. Ovunque andrai, io starò al tuo fianco perché non potrei mai, e ripeto mai, riuscire a starti lontana. L’amore ci fa fare delle scelte. Io scelgo te >>.
Le sorrise con calma e Natsuki comprese che non sarebbe riuscita a farla desistere dal suo scopo. Si ritrovò a pensare che la cosa non le dispiaceva affatto. Si staccò da Shizuru di pochi centimetri, quel tanto che bastava per farla girare verso la porta.
<< Vieni >> le disse infine << Voglio mostrarti una cosa >>.
 
La presidentessa del consiglio studentesco aveva sempre pensato d’aver visto parecchie cose strane nella sua breve vita ma, da quando aveva conosciuto Natsuki, si era dovuta ricredere. La sedicenne l’aveva condotta in un luogo che non aveva niente che ricordasse i normali paesaggi delle città. Sembrava di essere entrati in una di quelle cartoline che descrivevano posti della natura incontaminati e non accessibili all’uomo. Si guardò intorno mentre l’altra ragazza si rialzava da terra. L’aveva vista disegnare con l’indice dei simboli sul pavimento della sua stanza che si erano illuminati per pochi attimi prima di scomparire e improvvisamente era stata trasportata lontano dalla camera.
<< Qui non può succederci niente >> le disse Natsuki notando con quanta forza le stringeva la mano.
Shizuru la guardò allentando la presa.
<< E’ tutto… >>.
<< E’ tutto vero, sì >> rispose la sedicenne senza permetterle di finire la frase << Ci troviamo in una dimensione parallela al nostro mondo. Fu creata dal mio antenato Aruk più di settecento anni fa >> mosse qualche passo sull’erba molle e fresca sorridendo come se si sentisse felice. Allargò le braccia come se volesse racchiuderlo tutto e, poi, indicò una struttura simile ad un arco di trionfo << Quello è il portale >>.
Si mosse nella sua direzione mentre Shizuru la seguiva. Quel luogo le faceva venire in mente dolci ricordi che aveva condiviso con Mai quando i loro genitori erano ancora vivi. Era lì che le portavano quando decisero di iniziare ad allenarle, era lì che aveva conosciuto la ragazza dai capelli rossi, era lì che aveva imparato a lottare.
<< E’ bellissimo >> mormorò la diciottenne senza smettere osservare il paesaggio circostante.
Natsuki annuì. Aveva deciso di mostrarle il portale e di raccontarle tutta la verità sulla sua vita, desiderava che tra loro non ci fosse nessun tipo di segreto. Era disposta ad aprirle completamente il suo cuore, solo a lei che era diventata così importante.
<< Mia madre mi portava spesso qui >> iniziò quando furono abbastanza vicini << Diceva che era il nostro posto, un posto speciale per noi che eravamo speciali. Guardiani, ecco quello che siamo io e Mai; le ultime guardiane che controllano il portale di Aruk. Ti racconterò una storia se vuoi ascoltarmi >>.
Guardò Shizuru che le sorrise mentre si sedeva a gambe incrociate sul prato tirandola per la manica della camicia per invitarla a fare lo stesso. Natsuki ubbidì mettendosi di fronte.
<< Settecento anni fa nel mondo imperversava il potere malefico del Principe d’Ossidiana, un uomo che si era donato completamente al male e alla magia nera. Creò legioni di soldati, gli Orphan, mostri che uccidevano sotto il suo comando per conquistare le Terre Libere e, per essere sicuro che mai nessuno potesse sconfiggerli, li legò ai sentimenti peggiori degli uomini. Sarebbero esistiti per sempre perché erano proprio quest’ultimi che inconsapevolmente li generavano. Nessuno riusciva ad ostacolarlo, era diventato forte e potente e sicuramente sarebbe riuscito nel suo intento se un uomo, Aruk, non avesse osato sfidarlo. La battaglia che combatté fu lunga e sanguinosa, si narra che lo stesso Aruk sia dovuto ricorrere alla magia più oscura pur di sconfiggerlo ma non riuscì ad ucciderlo. Creò un varco in un altro universo e vi rinchiuse il Principe d’Ossidiana sigillandolo attraverso il portale. Poi chiamò a raccolta i suoi dodici figli e diede loro l’incarico di custodire il sigillo che vi aveva impresso col sangue affinché nessuno potesse aprirlo per liberare chi c’era dall’altra parte. Avrebbero dovuto vegliare sul mondo per sempre e lo stesso vale per loro figli e i figli dei figli perché lui non era riuscito a spezzare il legame tra gli Orphan e i sentimenti umani. Quei mostri avrebbero continuato ad esistere e avrebbero tentato di uccidere i guardiani per poter aprire il portale. Più di ogni altra cosa, essi bramano di ricongiungersi al Principe. Non hanno dimenticato il potere che lui aveva conferito loro e desiderano riaverlo. Per renderli più forti creò dodici Child, esseri simili ad animali ma molto più forti e li consegnò ai suoi discendenti per combattere gli Orphan. Per molto tempo l’incarico affidato da Aruk è stato mantenuto, ogni guardiano alla sua morte ha donato il suo Child al figlio maggiore affinché continuasse lì dove essi non potevano più farlo ma col trascorrere degli anni molti sono morti prima di riuscire ad avere un discendente e la loro linea di sangue si è estinta >> fece una pausa per guardare il portale dalle bianche mura << Fino ad arrivare ad oggi, al nostro tempo dove gli unici guardiani rimasti siamo io e Mai. Da noi dipende il futuro del mondo. Se morissimo anche noi senza avere figli, il sigillo si spezzerebbe permettendo al Principe d’Ossidiana di tornare >>.
Si alzò in piedi prendendo per mano la diciottenne che era rimasta in silenzio, colpita da quella storia fantastica eppure vera, e la condusse ancora più vicino al portale. Adesso Shizuru poteva vedere distintamente le spesse porte di legno che sigillavano l’ingresso e le colonne a base quadrangolare che si ergevano ai lati. Natsuki vi mise l’altra mano sopra e l’accarezzò quasi con affetto.
<< In questo luogo sono custoditi tutti gli antenati della mia famiglia, da Aruk fino a mia madre e al padre di Mai >> fece un leggero sorriso mentre una lacrima solitaria le scorreva sulla guancia nell’indicare una lunga lista di nomi incisi nel marmo << Un giorno anch’io starò qui >>.
Sentì la presa della presidentessa aumentare ma non osò guardarla. Sapeva che stava contemplando la magnificenza della struttura, l’eleganza della scrittura dei suoi antenati, le incisioni dei Child morti con i loro ultimi padroni. Con la coda dell’occhio la vide poggiare un dito sul nome della donna morta e accarezzarne i rilievi.
<< Doveva essere una persona in gamba >> disse infine << Se ha avuto una figlia fantastica come te >>.
Senza darle il tempo di replicare la baciò sulle labbra.
 
Natsuki era seduta per terra con la schiena contro la colonna mentre guardava il paesaggio circostante. Erano giorni che non si muoveva da quel posto, che non mangiava e che Duran vegliava su di lei in silenzio. Le piaceva la pace che si respirava lì, le pareva che sua madre non fosse ancora morta, anche se ogni volta che alzava gli occhi leggeva il suo nome sul marmo. Si sentiva sola nonostante la compagnia del suo Child. Aveva parlato molto con lui e l’animale sembrava che l’avesse ascoltata e avesse compreso quello che le diceva. Aveva provato a dare forma e sostanza al dolore che la divorava dentro senza riuscirci. Si sentiva sola senza Saeko, senza l’unica persona che le aveva dimostrato di volerle bene. Suo padre era andato via, le aveva fatto comprendere che non gli interessava niente della figlia, che non accettava quello che era diventata. Ora era esattamente ciò che era la madre, una guardiana.
<< E’ qui che ti nascondi allora >>.
Al suono di quella voce, la bambina aveva alzato lo sguardo. Mai si stava avvicinando e le sorrideva mentre la salutava con la mano.
<< Lasciami stare >> le aveva risposto senza troppe mezze parole.
<< Ti stanno cercando tutti, Natsuki >> aveva continuato l’altra fermandosi davanti a lei.
La bambina dai lunghi capelli neri aveva alzato il sopracciglio destro alzandosi in piedi.
<< Tutti chi? >> aveva domandato.
<< Sono tutti molto preoccupati >>.
<< Non mi interessa niente >> aveva replicato ostinatamente Natsuki incrociando le braccia davanti al petto.
<< Torniamo insieme, vuoi? >> aveva cercato di convincerla Mai allungando una mano verso l’amica.
L’altra l’aveva guardata a lungo negli occhi senza rispondere.
<< Mi metteranno in collegio >> aveva sussurrato infine abbassando lo sguardo << Mio padre vuole mettermi in collegio >>.
A quelle parole Mai aveva spalancato gli occhi per la sorpresa. Nonostante avesse saputo che il padre dell’amica era andato via, la possibilità che Natsuki finisse in uno di quegli istituti non l’aveva mai sfiorata. Aveva cercato di sorridere per non farle vedere che era stata colpita.
<< Andrà tutto bene >> le aveva detto.
<< No che non va tutto bene! >> aveva esclamato la bambina dagli occhi verdi << Mia madre è morta! >>.
<< E’ morto anche mio padre! >> aveva urlato Mai incapace di trattenersi mentre le prime lacrime le rigavano il volto.
Natsuki era rimasta in silenzio rendendosi conto che entrambe avevano perso qualcuno di molto importante. In quei giorni non si era soffermata molto su quello che stava provando l’amica, la sua pena l’aveva assorbita completamente facendole dimenticare il mondo esterno.
<< Scusa >> aveva detto infine comprendendo d’aver esagerato.
La bambina dai capelli rossi aveva scosso il capo prendendole entrambe le mani.
<< Qualunque cosa succeda fuori da questo posto, ricordati che sei sempre una guardiana >> le aveva detto << Come me >>.
Le aveva sorriso abbracciandola. Natsuki non aveva contraccambiato il gesto, immobile mentre pensava a quelle parole appena dette. Prima che se ne rendesse conto, Mai aveva disegnato le rune magiche e si erano ritrovate entrambe dentro un’aula scolastica vuota. La bambina dai capelli scuri si era sciolta dalla sua presa avvicinandosi ad una finestra. Il sole stava tramontando e, per le strade, bambini con i rispettivi genitori stavano tornando a casa. Si era ritrovata a stringere le mani a pugno ripensando a quello che aveva perso. Lentamente era tornata a guardare l’amica che le stava sorridendo. Quegli occhi erano così felici, così ridenti che quasi l’aveva invidiata. O forse fingeva per non rivelare il vero tormento interiore.
<< Andiamo >> aveva affermato con dolcezza.
Erano uscite dall’istituto in silenzio, ognuna assorta nei suoi pensieri. Mai avrebbe tanto desiderato conoscere cosa le passasse per la mente ma sapeva che non glielo avrebbe mai detto. La vita della sua amica era cambiata radicalmente adesso e le sarebbe occorso del tempo per tornare ad essere quella di prima. Ancora non aveva compreso che quella ragazzina che giocava spensieratamente con lei era morta per sempre.
<< Potresti venire a casa mia adesso >> aveva continuato camminandole accanto << E poi potremmo chiamare la polizia per dire che ti abbiamo trovata >>.
Natsuki si era limitata ad annuire fissando il marciapiede sul quale camminavano; poi istintivamente aveva alzato gli occhi al cielo. Mai l’aveva imitata e in quel momento videro un Orphan in volo verso di loro. Era grigio e assomigliava vagamente ad un’aquila anche se aveva le ali palmate. Aveva emesso un verso stridulo mentre si avvicinava.
<< Un… un Orphan… >> aveva sussurrato la bambina dai capelli rossi in preda al terrore. Era la prima volta che ne vedeva uno da quando era morto suo padre.
Natsuki si era messa davanti a lei per proteggerla e aveva evocato le sue pistole.
<< Duran! >> aveva esclamato puntandole contro l’uccello.
Subito il suo Child le si era materializzato accanto in posizione di difesa. La bambina gli aveva dato l’ordine di sparare mentre lei faceva lo stesso ma il mostro aveva evitato i proiettili.
<< Invoca Kagutsuchi! >> aveva continuato rivolta all’amica tirandola per farla spostare.
Ma Mai era praticamente bloccata dalla paura e non riusciva nemmeno a parlare.
<< Cosa aspetti? Fallo adesso!>>.
<< Ka… Kagutsu… >>.
Natsuki l’aveva guardata per un attimo senza capire, poi aveva scosso il capo concentrandosi sul Child da eliminare. Aveva caricato nuovamente le sue pistole aspettando il momento opportuno per sparare. Non doveva sbagliare, Mai era bloccata dal panico e quindi toccava a lei ucciderlo. L’attimo dopo aveva fatto partire il primo colpo che lo aveva ferito ad un’ala. Il mostro si era inclinato perdendo l’equilibrio e Natsuki ne aveva approfittato per far partire il secondo colpendolo al cuore. L’Orphan era precipitato ai suoi piedi privo di vita. Lo aveva osservato scomparire senza battere ciglio mentre le sue pistole e Duran scomparivano. Aveva alzato gli occhi verso l’amica che stava piangendo, ma non si era mossa. Quello era il loro compito adesso, non avrebbero potuto fare niente di diverso.
<< Devi imparare a usare il tuo Child >> le aveva detto senza nessun tono nella voce.
Mai aveva annuito. Era rimasta colpita dal comportamento di Natsuki, freddo e distaccato come il suo sguardo mentre sconfiggeva il mostro e si era ritrovata ad ammirarla. Si era domandato per un solo istante che fine avesse fatto la bambina che conosceva, quella che le stava di fronte aveva appena ucciso un Orphan senza mostrare nessun sentimento particolare. Aveva scosso il capo scacciando quei pensieri. Natsuki era sua amica e lo sarebbe stato per sempre. Le si era avvicinata per darle un bacio sulla guancia.
<< Grazie >> aveva mormorato.
<< Impareremo insieme ad usare i nostri Child >> aveva aggiunto la bambina dagli occhi verdi riprendendo a camminare.
Mai aveva sorriso.
<< Credo che dovrai insegnarmi parecchie cose, sei più brava di me >>.

 
<< Sapevo che eri qui >>.
Il suono di quella voce familiare fece alzare gli occhi di Natsuki mentre un lieve sorriso le increspava le labbra.
<< Ciao Mai >> salutò staccandosi dalla colonna dove era appoggiata.
La ragazza dai capelli rossi le sorrise avvicinandosi assieme a Tate che la teneva per mano e si guardava intorno con sguardo curioso. Non c’era bisogno di spiegare il motivo della sua presenza in quel posto, era lo stesso che aveva spinto Natsuki a portare Shizuru.
<< Ciao Shizuru >> disse Mai fermandosi a pochi passi da loro.
<< Kuga >> salutò come al solito il ragazzo con ironia << E’ un piacere rivederti Shizuru >>.
La diciottenne da seduta si mise in piedi e si affrettò a contraccambiare.
<< Ti ho cercata nel tuo appartamento e, non vedendoti, questo è stato il primo posto a cui ho pensato >>.
Natsuki fece un gesto con la mano che indicava sia il portale che il resto.
<< Qui c’è tutta la nostra famiglia, è solo nostro >>.
Mai annuì sentendo nel suo cuore che ogni dubbio su una possibile reazione negativa da parte dell’altra era svanito. Il semplice fatto che Shizuru fosse accanto a lei era un segnale evidente del suo cambiamento. Non avrebbe mai portato qualcun altro davanti al portale se non fosse stata sicura dell’importanza che aveva acquistato nella sua vita. Gettò una breve occhiata a Tate e arrossì nel riconoscersi in quei sentimenti che avevano spinto l’amica a comportarsi in quel modo. Sentì la presa del ragazzo sulla sua mano aumentare e ne fu lieta.
<< Ora sapete tutto; siete gli unici, oltre a noi, a conoscere l’esistenza di questo luogo >> disse alzando gli occhi verso il cielo limpido.
Shizuru inclinò leggermente la testa a sinistra e con il braccio destro avvolse le spalle di Natsuki spingendola verso di sé. L’altra ragazza non si oppose sentendosi felice di quel calore che le procurava. Aveva compreso che era diverso da quello della madre perché era diverso il sentimento che c’era alla base ma non era brutto.
<< Quello che fate è semplicemente fantastico >> costatò la diciottenne guardando Mai negli occhi. Nel vederla abbassare lo sguardo imbarazzata, sorrise. Era proprio come la sua Natsuki. Nel mettere quell’articolo possessivo davanti al nome della sedicenne dai capelli scuri, aveva provato una sensazione piacevole all’altezza dello stomaco; poteva finalmente dirlo senza timore di venire respinta.
<< Che cosa farai adesso? >> domandò Mai a Natsuki che aveva già avuto un vago presentimento sulle sue intenzioni.
Lei si passò una mano tra i capelli senza sciogliersi dalla presa della presidentessa e la guardò per un attimo sorridendo.
<< I genitori di Shizuru abitano in un paese del nord e lei non va a trovarli da molto tempo. Credo che la accompagnerò >> rispose con calma << E poi chissà, potrebbe anche piacermi e potremmo restare lì. Se a lei va bene, ovviamente >>.
L’altra ragazza si limitò ad annuire senza riuscire però a mascherare i suoi veri sentimenti per quell’annuncio. Anche se non lo stava dicendo apertamente, quello era un addio. Involontariamente si ritrovò a stringere a pugno la mano libera mentre pensava che suo padre aveva sempre detto loro di non separarsi per nessun motivo. Preferì tenere lo sguardo fisso per terra.
<< Ehi >> continuò Natsuki nel vederla dispiaciuta. Si allontanò leggermente da Shizuru per avvicinarsi a Mai e le prese il pugno in entrambe le mani sollevandolo << Questo non è addio >> le sorrise mentre si guardavano negli occhi << Ci rivedremo ancora, non so dirti quando ma accadrà sicuramente. Sono successe così tante cose per entrambe in queste poche settimane ma questo non cambierà nulla tra noi. Tu sei una guardiana esattamente come me, te lo sei dimenticato forse? >>.
La ragazza dai capelli rossi gemette nel ricordare quella frase di tanti anni prima e le gettò le braccia intorno al collo.
<< Natsuki >> sussurrò piangendo per la contentezza << Sono… sono così felice… >>.
<< Anch’io >> le rispose l’altra posandole le mani sulle spalle per poter tornare a fissarla. Con la punta del dito le asciugò le lacrime continuando a sorridere << Davvero >>.
Si voltò verso Shizuru che aveva il cuore che le martellava nel petto per l’intensità del momento e tornò ad avvicinarsi alla sua ragazza sentendo il bisogno di stringerle la mano. Lentamente iniziò a disegnare con l’indice nell’aria le rune magiche e prima di scomparire agitò la mano verso i due ragazzi che le stavano guardando.
<< Ci rivedremo presto, Mai! >> esclamò << Trattala bene Tate perché, se scopro qualcosa, torno e te la faccio pagare! >>.
<< Non preoccuparti >> rispose sorridendo il ragazzo mentre abbracciava la sedicenne dai capelli rossi.
Prima di riuscire a contemplare il cambiamento, Shizuru si ritrovò a fissare le bianche pareti della sua stanza.
<< E’ tutto a posto? >> le domandò Natsuki posandole una mano sulla spalla.
La diciottenne le sorrise sentendosi leggera e appagata.
<< Credo che dovremmo preparare le valige >> rispose dandole un breve bacio sulle labbra.
  
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