Il giorno
seguente Kurt si scoprì deluso del fatto che quel giorno non
avesse spagnolo.
Passò tutta la giornata con i suoi amici del Glee.
Durante
l’
ora di pranzo cercò disperatamente Blaine con lo sguardo. Ma
non lo trovò, così
si rattristò, immaginando che fosse andato a mangiare tipo
in bagno. Non gli
era difficile credere che qualche bulletto con il cervello di
un’ ameba lo
avesse spintonato, o che gli avesse detto qualcosa come
‘Torna in Messico’,
rovinandogli la giornata.
-Che stai
cercando? –chiese ad un tratto Rachel, senza ottenere una
risposta. A questo
punto intervenne Mercedes –Kurt! Rachel ti ha appena chiesto
che cosa stai cercando!
–la ragazza stava praticamente urlando, oltre a scandire bene
le parole.
Nemmeno in questo modo ottennero una risposta.
-Ragazze,
per me è andato! –sentenziò Puck
prendendo posto al tavolo vicino alla “Mostra
entomologa”, ovvero ad una pittoresca finestra che disponeva
di vari tipi di
insetti morti.
Mentre
Brittany era intenta a spiegare la differenza tra un unicorno e un
poni, Quinn
provò a richiedere a Kurt che cosa stesse cercando.
–Oh, no… nessuno, solo che
ieri un ragazzo mi aveva detto che avrebbe fatto l’ audizione
per entrare al
Glee, ma ora non lo trovo più... –così
dicendo si sporse dalla sedia per
cercare di rintracciare il ragazzo.
-E chi
è?
–chiese stupita Rachel che, nonostante fosse un’
adorabile esaurita che vive
solo per il Glee, sapeva benissimo che nessuno avrebbe mai osato
mettere il suo
nome sulla lista.
-E’ il
ragazzo nuovo, hai presente? –rispose Kurt cercando di
apparire disinvolto, e
tenendo la testa china. –Chi dici? –s’
intromise Puck –Quell’ Anderson? Quello…
- qui Kurt non si seppe trattenere e corresse il suo amico.
-Andàrson.
–lo disse un po’ troppo ad alta voce e,
soprattutto, con troppa enfasi.
-Mi stai
prendendo in giro? –chiese seccato il suo amico, lisciandosi
quella specie di
opossum che aveva sulla testa. –No, sono serissimo Puck.
–rispose Kurt con tono
irriverente, facendo cenno al suo amico di proseguire.
-Dicevo…
-prima di parlare diede un’ ultima occhiata a Kurt
–che ho visto questo Blaine
informarsi sulla squadra di basket. Vedeste come ci è
rimasto quando gli hanno
detto che solitamente i giocatori sono alti! –Puck
scoppiò in una solitaria
risata. Solitaria perché nessuno aveva presente la
fisionomia del ragazzo,
tranne Kurt che non la trovò divertente.
-Kurt, tu
che lo conosci: è quello laggiù? –era
stata Santana a parlare, indicando un
ragazzo moro seduto ad un tavolo molto frequentato, intento a
raccontare
qualcosa che aveva tutta l’ aria di essere molto divertente.
–Sì! –esultò Kurt.
-Perché
stai
fangirlizzando? –chiese Puck, con un tono molto scettico.
–Io credo, Puckerman
–Santana non sapeva mai quando starsene al suo posto
–che ad Hummel interessi l’
integrazione a scuola di
quel ragazzo. O sbaglio? –chiese poi, rivolgendosi
all’ interessato.
Kurt
arrossì
violentemente –Sì! Vinciamo il razzismo!
–poi si accorse del tono poco
convincente della sua voce e abbassò lo sguardo.
-Allora vai immediatamentissimamente a chiedergli
quando farà l’ audizione.
–ordinò Rachel, la quale non aveva capito
ciò che
Santana voleva far intendere. Né lei, né il suo
fidanzato. Brittany invece sì.
Kurt si
alzò
lentamente, sotto lo sguardo vigile di Santana Lopez. Da quando erano
diventati
amici, Santana aveva tentato in tutti i modi di trovare un ragazzo a
Kurt. Così
seguì tutti i suoi movimenti.
Kurt si
avvicinò con passo felpato al tavolo di Blaine, ma
nonostante gli sguardi
intimidatori di Santana, non gli rivolse la parola: tutti i suoi
ascoltatori
pendevano letteralmente dalle sue labbra, e non voleva intromettersi
rovinando
tutto.
Riuscì
a
cogliere qualche frammento di discorso, come “E
poi… a vedere… ma
comunque…”oppure
“Mi avevano detto che… invece era…
però non…”.
Così
Kurt
finse di essersi alzato per gettare della plastica nella spazzatura,
tornando a
posto sconfitto e a testa china.
-Sei senza
spina dorsale! –lo aggredì Santana, ma Puck la
corresse –Peggio, sei senza
palle! –Kurt simulò un’ aspra risatina
ironica, per mostrare il suo disappunto,
ma in realtà la pensava come loro.
-Non
importa! –con questa affermazione Rachel se ne
uscì con una vocetta stridula,
così Puck strinse i pugni per evitare di tirarle il collo
–Possiamo sempre
chiederglielo all’ ora successiva. Io ho geografia. Voi?
–
-Idem.
–affermò
un gruppetto, mentre tutti gli altri sbiascicarono –Francese.
–
Kurt li
guardò tutti con la faccia da cucciolo con la coda
schiacciata –Ma come? –piagnucolò
–Non ditemi che nessuno dopo a storia! –gli altri
lo guardarono e gli dissero
qualcosa, ma Kurt non ricevette nulla. Probabilmente ci sarebbe stato
qualche
idiota che lo avrebbe preso in giro tutta l’ ora.
L’
ultima
volta gli erano arrivate una decina di palline di carta sulla schiena.
-Sii uomo,
Hummel. Se ci riesci... –lo incoraggiò Puck.
–Già! –disse Tina –Non ti
preoccupare. –
“Speriamo
bene.”
Kurt
entrò a
lezione prima del previsto, e dopo un paio di minuti entrò
Blaine. Il ragazzo
saluto con un ampio cenno della mano, al quale Kurt rispose con un
timido sorriso.
-Posso
sedermi accanto a te? – Blaine stava quasi urlando, visto che
Kurt era
rannicchiato in ultima fila, mentre lui era in piedi sulla porta.
Il soprano
annuì, e dopo una frazione di secondo Blaine era
già accanto a lui, intento a
sistemarsi un ciuffo ribelle. –Allora, per l’
audizione? –chiese, ma Kurt
percepì solo una minima parte della frase.
RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
-Come hai detto,
scusa? –finalmente si era svegliato dalla trance,
accorgendosi che gli era
stata posta una domanda.
-Ho chiesto:
a che ora devo venire per il Glee? –Blaine scandì
bene le parole, anche se in
verità lui parlava quasi in quel modo.
-Certo,
certo… il Glee. Dopo storia vieni con me, ti accompagno in
aula canto. Ah,
dimenticavo: porta un tuo coltello, così quando ti
incideremo ti sentirai a
casa. – Blaine spalancò gli occhi, poi si
ricordò della setta satanica e
scoppiò a ridere.
-Oh,
andiamo! Ce l’ hai ancora con me? –chiese
fingendosi disperato. –Sappi che ti
prenderò in giro per tutta la vita. –lo
avvertì Kurt.
-Pensavo che
ti fossi dimenticato di me: aspettavo che tu davi
le informazioni per oggi. –a queste parole Kurt si
irrigidì,
non voleva che Blaine pensasse questo.
-No, no, no!
–disse con un po’ troppa enfasi –Oggi
stavo per venirtelo a dire, solo che
stavi parlando con dei ragazzi, e sembravano così
interessati. Perciò non ti ho
disturbato. –Blaine sorrise poi gli confidò
–Non mi avresti disturbato. Tanto non
raccontavo nulla di interessante, solo che quando parlo, anche se parlo
della
cosa più banale del mondo, tutti mi ascoltano. Si
chiama… ehm… c-car… ca… -
qui
si bloccò, a causa di una parola strana.
-Charisma.
–suggerì Kurt. Blaine annuì,
pensando che era davvero stupido, visto che si diceva quasi uguale in
spagnolo.
In quel
momento si accorsero che la lezione stava iniziando.
La professoressa
spiegava davvero bene e riusciva a far appassionare tutti. Kurt
prendeva
appunti, poi spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide
Blaine con la faccia
stravolta e letteralmente disperato che leggeva il testo di storia e
consultava
un dizionario inglese-spagnolo.
-Tutto bene?
–chiese piano Kurt.
-No!
–Blaine
sembrava davvero abbattuto –Non capisco: riesco a parlare con
tutti, ma non
riesco a capire che accidenti c’è scritto nei
libri di scuola. –Kurt non sapeva
cosa rispondere, non poteva dire ti capisco, né dare
consigli che potessero
essergli davvero utili.
-Questo
è
perché nei libri vengono usati vocaboli più
complessi. –Kurt era stato molto
diplomatico, ma non era servito a nulla.
Vocabolo.
Che cosa voleva dire? Prese il dizionario inglese-spagnolo.
Term=palabra
Era tutto
più difficile, in più lui era molto indietro con
il programma di storia.
Uscirono
dall’
aula canto e Blaine era pienamente soddisfatto della sua esibizione.
Aveva cantato
The One That Got Away, di Katy
Perry.
Non Aveva portato un pezzo in spagnolo, ma un giorno l’
avrebbe fatto.
-Hey Kurt!
È
stato magnifico. Grazie! –Blaine abbracciò Kurt
come un bambino abbraccia il
suo orsetto di peluche.
-Di niente,
Blaine. –rispose.
-Ah, mi
dispiace darti tanto disturbo, insomma: prima starmi accanto, poi il
Glee… ma
avrei bisogno di ripetizioni. In molte materie. Però non
voglio disturbarti. –
Kurt spalancò gli occhi e disse –No, no, non ti
preoccupare. Non mi disturbi
affatto. – poi divenne di colpo tutto rosso,
perché si era accorto di aver
esternato un po’ troppo i suoi sentimenti.
-Però,
Blaine –disse Kurt –avrei anch’io bisogno
del tuo aiuto. Voglio candidarmi come
rappresentante di istituto, e mi servite tu ed il tuo carisma ad
aiutarmi con
la propaganda. –Blaine annuì.
-Come mai ti
vuoi candidare? –Kurt sperava in quella domanda.
–Mi batto contro la violenza
ed il bullismo. –rispose orgogliosamente.
-Wow!
–Blaine
sembrava sempre entusiasta di tutto.
-Allora
affare fatto? –chiese Kurt tendendo la mano.
-Affare
fatto. –disse Blaine, stringendola.