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Autore: Cry Baby    22/02/2012    4 recensioni
Una volta concluse le lezioni, quando uscii dall'edificio, la pioggia era talmente fitta e tagliente che percepirne le gocce d'acqua era praticamente impossibile. Così corsi verso l'albero cui eravamo soliti ripararci e Taemin era già lì. Senza ombrello né cappotto.
“Ma sei impazzito? Vorrai mica prenderti un malanno?! Vieni subito qui!”
“No Minho... scusa, non volevo farti preoccupare!”
“Stai già tremando... vieni qui da me.”, così si avvicinò a me per ripararsi dalla pioggia.
“Minho, non abbiamo molto tempo ma c'è una cosa di cui devo parlarti...”
“Avanti, sono qui.”
“Non so come la prenderai, se mi vorrai ancora al tuo fianco, e se sarai pronto ad accettarmi ma...”
“Ma?”
“Iomisonoinnamoratodite...” disse tutto d'un fiato.
“C-come?”
“Io ti amo Minho... non ti obbligherò a fare né a dire nulla... tranquillo.”, e se ne andò via senza neanche darmi il tempo di rispondere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1

Note d'autore: rieccomi qui con un'altra fic! Mentre sto scrivendo “A Photographer with his Model” propongo anche qualcosa di più leggero. Spero vi piaccia! Dedicata a goddess!


1. “Hey hyung... Two Min!”

“Hey hyung...” disse quella testolina buffa di Taemin mentre ero in dormiveglia; “Mmmh... Tae, sto dormendo...” risposi con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi.
“Fa come vuoi tontolone, stavo per dirti una cosa carina...”
“Mmh, dai... sentiamo.”, così mi sforzai di aprire gli occhi e ascoltarlo;
“Noi siamo siamo la Two Min!” esclamò Tae soddisfatto.
“Che...?!” chiesi io. Sì... ero perplesso. Riposare con Taemin al proprio fianco è un'impresa a dir poco titanica, ma a parte ciò, nonostante quel sonno incombente che mi impediva di essere lucido cercavo davvero di prestargli attenzione.
“Minho...!”
“Sì Taemin?”
“Two Min!” ripeté lui solleticandomi il petto.
“Ho capito... di farmi dormire proprio non ne vuoi sapere, eh?”
“Beh, sai com'è Minho, abbiamo la casetta tutta per noi...”
“Piccolo... i miei genitori potrebbero tornare da un momento all'altro...”
“Ma dai, sono solo le cinque del pomeriggio, e poi abbiamo la fortuna di essere confinati in mansarda...”, sì, io e i miei genitori abitiamo in una villa molto grande, e la mansarda è la mia camera da letto.
Taemin, il mio fidanzato, da cinque anni a questa parte si è stanziato in camera mia facendone la sua seconda casa. Quando dico stanziato non prendetemi alla lettera: Taemin vive con la sua famiglia, ma in un certo senso è come se si fosse stanziato qui da me perché passiamo parecchie ore insieme. Soprattutto d'estate, quando abbiamo la possibilità di stare in terrazza a guardare le stelle fino a notte fonda.
Taemin abita a pochi passi da casa mia, e ci conosciamo sin dall'asilo. Sì, insomma, si può tranquillamente dire che siamo cresciuti insieme: una coppia indistruttibile. Ora, anche se tutte le volte che lo guardo vedo ancora il bambino indifeso che ho conosciuto quasi vent'anni fa, lui ha ventitré anni e io ne ho venticinque.
Il senso di quelle due piccole paroline, “Two Min”, mi era ancora del tutto oscuro. O meglio, ora come ora non lo è più, ma dal giorno in cui me le disse al momento in cui effettivamente ne capii il significato, passò un po' di tempo. A volte il mio fidanzato se ne saltava fuori dicendo “Two Min!” e io davvero non capivo. Questa sua stranezza andò avanti per tutto il mese di giugno, finché il 18 luglio, giorno del suo compleanno, non si decise a rivelarmene il significato.
Comunque... tornando a quel giorno, ossia il giorno in cui pronunciò quelle parole per la prima volta, poco dopo aver esclamato “Two Min!”, ricominciò con la storia del sesso:

“Amore... sai quanto ti desideri anche io, ma non siamo più due ragazzini... dobbiamo controllarci, su...”
“Ma che vuol dire dobbiamo controllarci, Minho?!”
“Amore quando avevamo diciotto e vent'anni un po' di incoscienza ci stava... ma ora no. Ti ho detto che a breve potrebbero arrivare i miei genitori... e poi non posso neanche sfinirmi... insomma, abbiamo concluso un'oretta fa.”, Taemin mise immediatamente il broncio.
Anche se non è più un ragazzino, ama ancora fare i capricci e lasciarsi andare a qualche lamento di troppo, perché alla fine... ce l'ha sempre vinta lui.
Forse è anche colpa mia se da cinque anni a questa parte Taemin non è mai cambiato... anzi, è decisamente colpa mia. Anche se oppongo resistenza per un po' alla fine non so dirgli mai di no e lo accontento sempre.
“Amore... ma non mi desideri più?”
“Taemin, non dirlo neanche per scherzo!”, così lo abbracciai accarezzandogli il viso.
“E io che ne so... magari dopo cinque anni non mi trovi più attraente...” mugugnò a denti stretti lui;
“Ma la pianti di dire stronzate? A volte sembra che ci provi gusto!”
“A fare cosa?” mi chiese col sorriso;
“A mettere a dura prova la mia pazienza cucciolo...” risposi io, e dopo lo baciai dolcemente.
“Mmh... hyung caro, ritieniti fortunato ad avere un fidanzato così focoso come me.”
“Quanto sei scemo!” esclamai divertito.

Non per vantarmi, ma alla fine avevo ragione. Poco dopo mia madre fece ritorno a casa ed entrambi andammo ad accoglierla in soggiorno. Già, ovviamente né i miei genitori né quelli di Tae sapevano di noi, ma in compenso dopo tutti quegli anni di conoscenza entrambe le famiglie ci trattavano con grande affetto.

Ma proprio quel 18 luglio, giorno in cui Taemin mi spiegò il significato delle parole “Two Min”, decisi di fare qualcosa di molto importante...

  
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