È così che capita.
Un giorno, correndo di qui e di lì, con addosso la tua vita. Guardi il biglietto che hai tra le mani, stropicciato e ansante. Su un tram, che va da Porta Ticinese a Piazza del Duomo.
Sei in ritardo, sembra che il tempo sia sempre in vantaggio su di te, lui ha sempre la meglio. Hai il fiato corto, perché hai corso per salire su quel tre, che non aspetta nessuno.
Ed è proprio così che capita: colonne rossastre, ordinate ed infila, scaldate da un sole tremolante.
Milano ti frega, in giorni come questi, e puoi star sicuro che, prima o poi, lo farà. In un modo o nell'altro, t'incastra. Un attimo prima ne hai tirate giù talmente tante, contro questo "schifo di città". Solo un'istante prima ti sei detto quanto tu possa odiarla: Milano, giovane donna in carriera, sempre troppo di fretta, seduta al tavolo di un bar, un tailleur grigio, a fumare la propria malinconia. Milano, una vecchia signora dagli occhi nebulosi e stanchi.
E poi ti frega... Le colonne di San Lorenzo giocano con un Sole freddo, lasciandosi cullare dai suoi raggi. Tra una colonna e l'altra, un ragazzo con una Reflex.
In una città che non può soffermarsi, che non può bearsi della propria bellezza, in cui tutto dev'essere in funzione di qualcosa... Eccolo lì: un ragazzo, fermo, piegato sulle gambe, che con movimenti lentissimi, quasi privi di consistenza, cattura l'angolo d'un sorriso di Milano.
E tu lì, sul tram, non puoi che riempirti di quella scena, e tutto questo non ha senso! In un mondo dove vivere è correre, quando correre è l'unico modo per star al passo, e quindi vivere; un ragazzo lì, immobile che ferma il tempo.
È così che Milano ti frega, che ti innamora. Perché tutto può essere il contrario di tutto.
Ed è meraviglioso.