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Autore: _piccy_    23/02/2012    4 recensioni
La vita è troppo corta per non essere vissuta al meglio e pure Noah Puckerman l'aveva capito.
PICCOLO SPOILER 3X14
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Sam Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Life's Too Short

Autrice: _piccy_
Beta/Rilettrice: Najin
Pairing: Suck (SamxPuck)
Desclaimer: Glee, Sam e Puck non sono miei bla bla bla o farebbero porcate 24h su 24h.

Dedica:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel dietro le quinte c'era un via vai di gente che correva da una parte all'altra, si cambiava, intonava canzoni, imprecava, mangiava, beveva.

Sul palco le ragazze cantavano, in un modo formidabile, quell'inno ad andare avanti, qualunque cosa succeda.

Lui stava lì a guardarle, paralizzato, assorbendo ogni singola nota, ogni singola parola e facendole sue.

Si sentiva strano, da quando a scuola era arrivata quella notizia.

Quante ore aveva trascorso con Karofsky negli spogliatoi, quante volte si erano fermati insieme agli altri a parlare della partita, del football in generale, di ragazze.

Ora uno si trovava in ospedale, un tentato suicidio sulle spalle.

L'altro pensava. O meglio, ripensava.

Ripensava ad ogni volta in cui si era tirato indietro, in cui non si era alzato da quella fottuta sedia per dire che sì, lui lo voleva un futuro migliore con la persona che amava, ad ogni volta in cui quegli occhi azzurri l'avevano fissato accusatori mentre raccontava le sue one night stand -nonostante sapesse che erano tutte inventate-.

Ripensava a quante volte, facendo l'amore, avrebbe voluto urlare il suo nome, alla voglia che lo assaliva nei corridoi di prenderlo per mano, di potergli accarezzare la guancia e sussurrargli che lo amava davanti a tutti.

Si diceva che non poteva, che la sua fama di Puckzilla non glielo permetteva, che avrebbe perso la sua stuola di ammiratrici e lui ci teneva troppo.

Balle.

Non gliene poteva fottere un cazzo di quelle galline infoiate, tanto meno della fama di sciupa femmine che si era fatto -puttana, avrebbe detto qualcuno-.

La verità era che temeva il giudizio della gente, della famiglia, degli amici.

Temeva quegli occhi che lo avrebbero seguito ad ogni suo passo, le voci sussurrate alle sue spalle, gli spintoni, i pugni e tutto quello che poteva arrivare, le urla e le scritte -frocio, checca e chi ne ha più ne metta- che si sarebbe trovato ad affrontare.

Eppure ora si ritrovava lì, la matita colata per le lacrime, a desiderare di essere uscito allo scoperto quando tutto quello era iniziato perché, ehi, la vita è troppo corta per non essere vissuta al meglio e pure Noah Puckerman l'aveva capito.

Tra poco tocca a noi, dobbiamo andare” gli disse una voce alle sue spalle.

Prese un respiro e si girò verso la fonte dei suoi pensieri.

Lo vide sgranare gli occhi, mentre fissava le sue lacrime.

Ma cosa...”

Sam fece per avvicinarsi, ma si fermò, indeciso.

Puck gli sorrise e colmò la distanza che li separava, baciandolo, proprio lì, in mezzo a tutto quel via vai di gente, mentre le Troubletones terminavano l'esibizione, si godevano gli applausi e lasciavano spazio a Rachel sul palco.

Fu più che sicuro di sentire Santana esclamare “Prendetevi una camera” e le fece un gestaccio, ancora intento a godersi il magnifico sapore che avevano i baci del suo ragazzo.

Quando si separarono, lo sguardo di Sam era un misto di gioia e incertezza.

Ma cosa....” ripeté, spiazzato.

Lui gli sorrise e lo prese per mano, avviandosi al palchetto da cui sarebbero spuntati durante Here's To Us.

"Niente, pensavo solo che ti amo."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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