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Autore: Arisu95    23/02/2012    2 recensioni
La Guerra dei Cent'Anni era ormai finita, e Inghilterra giaceva in fin di vita su un letto d'ospedale. La visita di Francia, poi, non fece altro che aggravare la situazione. Lo odiava, lo odiava profondamente.
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One-Shot. Leggermente Shonen-Ai.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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•Lamento MUTO•
[[POV di Inghilterra]] 




Fissavo il soffitto ansimando.
Grigio e giallo, incrostato e pieno di macchie.
Eppure doveva essere stato bianco un tempo, tanto tempo fa.

"Presto! Alla sala operatoria!"

Il silenzio era riempito da frenetici rumori di sottofondo.
Scarpe correre per il corridoio, con barelle che slittavano a fatica sul pavimento con le ruote arrugginite e bisognose d'olio, le voci frenetiche di medici, pazienti ed infermiere, tutti presi dallo stesso vigore, panico, voglia e bisogno di sbrigarsi.
Rumori fastidiosi, taglienti, come di lame affilate e di vetri che si rompono.

Anf ...
La testa mi faceva male.

Restai immobile fissando quell'orrendo soffitto.
Mi dava la nausea, ma non avevo neppure la forza di voltarmi.
Voltarmi per guardare cosa, poi?
Tutta quella gente correre a destra e a manca?
Mi innervosivano, tanto per la loro frenetica vita quanto per il fatto che potevano muoversi liberamente.
Mentre io non potevo.

Il mio corpo bruciava, come immerso in un fuoco perenne.
Come crepitavano quelle fiamme incandescenti, sulla mia pelle nuda e morbida, coperta e ingessata da mille fasce, irrorata di disinfettanti dall'odore pungente e dal mio stesso sangue.

Avrei voluto morire.
Era certo molto meglio che essere blindato a questo diamine di letto.
Per quanto dovevo ancora stare lì, senza che nessuno mi avesse degnato di uno sguardo?
Per quanto ancora avrei dovuto fissare immobile quel maledetto soffitto nauseante, con quei rumori frenetici che mi ronzavano nelle orecchie e mi pulsavano nelle tempie?

Volevo gridare, ma non avevo voce.
Volevo scappare, ma il mio corpo era troppo stanco per potermi obbedire.
Volevo pensare ad altro, chiudere gli occhi e sperare di addormentarmi.

Invece quei maledetti dolori non mi passavano mai, il mio corpo bruciava a tal punto che aveva ormai scordato cosa si provasse ad essere sani.
Ero prigioniero di me stesso, di quel corpo così debole che nemmeno era riuscito a sopportare una stupida guerra.

Ed era tutta colpa sua.

Mi faceva davvero arrabbiare ... Non avevo mai conosciuto nessuno di così ... Di così ... Così ...

"Hey Arthur!"

Quella voce mi fece tornare alla monotona realtà.
Era ... Lui.

"..." - Non dissi nulla. Non avevo voglia di parlare, e forse non ero nemmeno in grado di farlo. Anche la gola mi bruciava.
Rimasi immobile, con la testa volta al soffitto.

"Sei sveglio ...?" - Si mise proprio davanti a me, con quella sua faccia da schiaffi proprio a tre centimetri dalla mia.

Odioso ... Era odioso.

"Uhmuhm ..." - Cercai di dire qualcosa, ma uscì solo un borbottìo seccato.

"Hai sete?" - Lo vidi rialzarsi per prendere la brocca d'acqua ed un bicchiere.

Anche lui era ferito, nonostante avesse vinto.
Il suo viso era deturpato da cerotti e tamponi qua e là, e le sue braccia in gran parte fasciate, così come quel poco che riuscivo ad intravedere del petto.
Mi era addirittura parso di vederlo zoppicare.

"Iggy Iggy, cosa mi fai fare ..." - Sospirò versando l'acqua e appoggiando il bicchiere alle mie labbra - "Non é stata una passeggiata nemmeno per me, sai?"

Tenni le labbra serrate per porre resistenza.
Farmi porgere il bicchiere da lui? Bere da un bicchiere che stava tenendo in mano? Mentre mi fissava con chissà quali pensieri che passavano per quella sua mente pervertita ?!

... Ma alla fine mi arresi, accorgendo che la mia gola stava bruciando solo per la sete, e non per le ferite.
Acqua fresca mi scese giù per la gola, e per un attimo mi parve quasi che i miei dolori si fossero attenuati.
Un bagno purificante che aveva lavato via ogni sofferenza.

Ma durò poco.
Pochissimo.
Giusto qualche secondo.
Per poi tornare al solito inferno.

"Tu as été plutot forte ... All'inizio pensavo davvero di non farcela a sconfiggerti, Angleterre!" - Mi sorrise, posando il bicchiere sul mobiletto di fianco al mio letto.

Rimasi immobile come sempre. Non che potessi fare molto altro.
Avevo tentato di fare un'espressione di sufficienza, risentita, scontrosa ... Ma probabilmente il mio viso era rimasto ingessato nell'espressione di una bambola priva di emozioni, che fissa con gli occhi opachi cio' che le sta davanti senza la voglia né il coraggio di reagire.

E lui continuava a starsene lì, a fissarmi con lo sguardo quasi sofferente ...
Francis stava soffrendo?!
Quello avrei dovuto essere io.

Mi ero illuso per decenni di poter vincere quella lunga battaglia, ero convinto di avere in pugno quel bastardo ... Invece nulla é servito.

Avevo sconfitto gran parte dei nobili francesi della cavalleria.
Quegli ingenui, così fissati con la letteratura e le gesta nobili che leggevano sui libri, da non riuscire a dominare uno scontro.
Ti buttavano giù dal cavallo, ti toglievano abilmente la spada di mano, e poi ... E poi sorridevano fieri, convinti di averti sconfitto.

Sciocchi.
La vita non é un bel poema epico.
La guerra non é finzione, né prosa, né poesia.
E' la morte di un uomo a determinarne la sconfitta, non certo una caduta da cavallo.

... Invece quegli ignoranti francesi se ne stavano lì, pensando a quali soavi parole avrebbero usato, i loro intellettuali compaesani, per descrivere i loro atti nobili e cavallereschi, mettendosi in pose epiche. Un po' girati da questa parte, sorriso ammaliante, mani sui fianchi, cavallo ben lustrato e un inglese a terra, vivo e vegeto, che loro consideravano sconfitto.

... E così presi a farsi ritrarre per i posteri, non si accorgevano nemmeno delle frecce inglesi che gli trafiggevano quei cuori così falsamente nobili, facendoli cadere a terra in mucchi di carne e sangue, accrescendo l'orgoglio inglese.

Ero soddisfatto.
Pensavo che non ci sarebbe voluto niente a sconfiggere quegli sciocchi francesi maniaci del protagonismo.
invece mi sbagliavo ...

Non so neppure io cosa fosse successo.
Forse ero diventato troppo sicuro di me, e avevo abbassato la guardia.
Forse quella ragazzina ignorante e analfabeta aveva davvero cambiato qualcosa nel cuore dei francesi, aveva donato loro una spinta, una forza d'animo, un motivo in più per combattere che a noi inglesi mancava.

... E' brutto ammetterlo.
Ma non del tutto scorretto.
Perché mai volevo sconfiggere a tutti i costi Francia ...?
Lui era il mio nemico di sempre, ed ogni occasione era sempre stata buona per rinnovare la tradizione.
Ormai ci battevamo più per forza d'inerzia, l'uno contro l'altro, che per vera volontà.
Era sempre stato così, in ogni conflitto.

Francis si alleava con Antonio?
Io di sicuro mi sarei alleato con i loro rivali.
Tutto pur di non battermi al fianco di quel vinofilo pervertito.

Ed ora, quello stesso francese bastardo ed egocentrico, che mi aveva distrutto nel corpo e nell'orgoglio era lì, vicino a me, come se gli fregasse qualcosa della mia salute.

"Coff coff ..."

All'improvviso mi era mancato il respiro.
Avevo visto la mia intera vita passarmi davanti in un istante, nel panico cieco di lasciarla per sempre.
E in tutte quelle immagini confuse di ricordi perduti ... C'era sempre lui.
Con quegli occhi blu, quei capelli biondi, quella barba incolta e quella brutta faccia francese che avrei preso a schiaffi dalla mattina alla sera.

"Ça va?"

... E mi chiedeva anche come stavo, quel bastardo di un francese ??!!
Era colpa sua se ero così.
Solo colpa sua.

Se in bocca sentivo il sapore del mio sangue ... Era colpa sua.
Se avevo l'odore pungente dei disinfettanti e di sangue rappreso sotto il naso ... Era colpa sua.
Se le mie tempie ora pulsavano ancora di più dal malditesta ... Era colpa sua.
Se il mio intero corpo sembrava ora un ammasso di carne da macello, se mi sentivo una specie di cadavere, se percepivo la falce della Morte punzecchiarmi già il collo ... Era solo colpa sua.

Il nervoso mi stava massacrando tra le sue fauci, quasi più della mia stessa agonia fisica, rodendomi e mangiandomi da dentro.

Sentii una goccia di sudore scendere giù dalla mia fronte, disegnando una linea umida tra bende e pelle, e corrermi giù fino al naso.
Come preso da un impeto, come posseduto da qualche strano demone, senza nemmeno rendermene conto avevo iniziato a tremare.

Non avevo freddo, anzi, stavo soffocando, così coperto dalle fasce e in quell'ambiente non poi così sano.
Tremavo di rabbia, dal nervoso, perchè nessun francese doveva permettersi di ridurmi così.
Un'indomabile bestia si era agitata dentro di me, e spingeva da ogni parte per poter uscire, per abbandonare il mio corpo inutile e in fin di vita.

Le mie mani e braccia presero a muoversi a scatti, inconsapevoli di essere masochiste.
Così come il mio intero corpo, che, come se avesse vita propria, voleva alzarsi da quel letto maledetto e prendere a pugni e calci quell'uomo di fronte a me.

...
Ugh.
In tutto quel trambusto interiore, d'un tratto anche naso e bocca smisero di obbedirmi.
... I miei polmoni si erano come impietriti.
Tutto d'un tratto sembrò muoversi più lentamente, anche Francis, che sembrava venire preoccupato verso di me, a balzi e quasi zoppicando, urlando il mio nome per chiamarmi.

"Aaaangleeeeteeeerreeee" - Anche la sua voce sembrava come a rilento.

Che idiota di un francese.
Muoversi così a rilento, dire il mio nome in quel modo assurdo, come se fosse l'ululato di un lupo o il richiamo di una balena.
Proprio ridicoli questi francesi.
Nulla a che vedere con i gentleman inglesi.

No ... Nulla a che ... Vedere ...

"Fraaa ..."

...?!
Perché?!
Perché lo volevo chiamare?
E perchè la mia voce flebile si era ammutolita in una disperata ricerca d'ossigeno, prima che potessi finire la frase?

Ouch ...
Non riesco a tenere gli occhi aperti.
La testa mi fa male.
Il mio corpo è tornato immobile e morto, e non ho la forza nemmeno di muovere un dito.
Vedo il suo viso distorcersi in un nugolo acquoso mentre agitato continua a muovere la bocca, senza suono, come se fosse in playback.
Che stupido francese, scherzare mentre io sto male ...
E poi sparire inghiottito nel buio.
Le mie palpebre si sono calate.
Sento il cuore battere forte e rimbombarmi nelle orecchie.
I miei arti addormentati.
Sono come avvolto in un incubo oscuro ma quieto.

Sento la sua voce in lontananza ...

"Angleterre! Iggy! Arthur!"

Idiota.
Alza la voce se vuoi che ti senta meglio, no?
E poi ... Perché mi chiami?
Perché con quel tono agitato ...?

Qui c'é pace ...
Davvero pace, era da più di centosedici anni che non mi sentivo così tranquillo.

Perché ti agiti tanto Francis ...?
Chiudi quella tua dannata bocca e lasciami riposare ...
Goditi la vittoria finché puoi, perché presto io ...

...
Mi sento come stretto in un abbraccio caldo e piacevole.
Eppure è tutto buio qui.
Credo di essere solo.
Non si sente più nemmeno la voce di Francia.
Sento qualcosa di caldo e umido sulla fronte, come un bacio.

Questo luogo è bellissimo ...
Finalmente sono in pace.

Sento come una tiepida pioggia bagnarmi qua e là, come lacrime.
E quel tiepido abbraccio più forte di prima.
E quel qualcosa di caldo e umido toccarmi ancora, più volte, come tante farfalle sul mio viso.

Poi niente.
Poi silenzio.
Solo silezio.

"Devi farcela!"

Un grido lontano e quasi inudibile.
Mi viene da sorridere, e non so nemmeno il perché.
Poi nient'altro.
Silenzio.
Solo silenzio.

Fin.                                         
 

NOTE. Questa FanFiction risale al 26 Settembre 2011, giorno più , giorno meno. La scrissi proprio mentre stavo studiando la Guerra dei Cent'anni a scuola 'xD. La 'ragazzina analfabeta' che cita Iggy é Giovanna d'Arco. Spero vi sia piaciuta. C: ♥

~ Ary.

  
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