Era bella e non riusciva a vedere la fine, bella e senza fine , abbassò lo sguardo , comunque lei non l'avrebbe mai visto, era troppo buio nella stanza, troppo per riuscire a vederlo.

Per riuscire a vedere come la guardasse, si chiese se non stesse diventando troppo umano e stupido come gli uomini, esseri che non avevano nulla in comune con lui.

Caroline appariva così umana, umana e fragile, poteva essere una ragazza fatta di cristallo, un cristallo lucente che lo abbagliava, un diamante forse , respirava piano , il viso disteso, i capelli biondi scomposti sul cuscino.

Osservare qualcosa di così lontano e così vicino, avrebbe voluto ucciderla anche in quell'istante , avrebbe voluto procurare dolore , sofferenza e odio, ma ogni volta che la sua mano sfiorava la pelle profumata di quella ragazza fatta di vetro, si scopriva desideroso di poter percepire quel profumo, la smania di distendersi accanto a lei e affondare la bocca in quella carne, mordere e amare quel corpo.

Desiderava .

Questo era un altro grande problema, lui desiderava, il desiderio che non dava pace, aveva provato ad avvicinarsi a lei alla luce del giorno, aveva teso la mano, si era sentito così vivo, così tremendamente vivo, non aveva potuto farne a meno, più del sangue, più del potere, più della vendetta quello che bramava era poterla avere per una notte, o una vita che nel suo caso non era poi così tanto.

Si avvicinò al letto , dove Caroline dormiva , non gli aveva più parlato da quel giorno in cui lei lo aveva preso in giro, in cui lui si era visto per quello che era stato, solo uno stupido uomo.

Da quel giorno aveva osservato in silenzio, mantenendo l'odio per lei e la violenza che percepiva nel volere qualcosa che non avrebbe mai potuto ottenere, voleva che tutto finisse, ma come la bellezza di Caroline anche quel logoramento che sentiva pareva non avere fine, era profondo, troppo profondo, senza senso.

Chinò la testa, appoggiando il ginocchio sul materasso del letto, lei si spostò , ma solo di poco, sentì lo strano calore che proveniva dal suo corpo, un calore tale che lo attirava di più in quella rete , piano, senza fretta andò con il naso a sfiorare la pelle del collo, il suo profumo, un profumo di viole che Klaus non ricordava di aver sentito se non un' estate di tanto, troppo tempo addietro, quando ancora era troppo giovane per capire cos'era, lo investì facendogli socchiudere gli occhi  mentre le labbra si posavano sulla pelle .

Per un solo secondo immaginò di poterlo fare ancora e ancora, immaginò di poter essere Tyler Lockwood , immaginò di essere stato Matt , immaginò di essere stato qualcun altro, qualcuno che lei avrebbe voluto, qualcuno che avrebbe potuto baciarla un milione di volte, farla diventare sua un miliardo di volte.

Si staccò con la stessa lentezza che l'aveva portato fino a quella stanza, davanti al letto di Caroline Forbes, la guardò per poi voltarsi, chiudere gli occhi e cercare di odiarla ancora più forte.

Questo era l'altro problema , più la odiava e più la desiderava, senza nessuna speranza .