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Autore: ambra83    29/09/2006    5 recensioni
Ho riscritto la mia fic in html, così sarà più chiara da leggere!!!!!E' una AU un pò diversa, Kaori la paziente e Ryo l'infermiere...come si evolverà il loro rapporto?
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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E' permesso?

 

Capitolo 1.  Il solito risveglio

 

Kaori aprì gli occhi.

Fuori c’era ancora buio. Dalle vecchie imposte non filtravano ancora i raggi del sole.

Sbuffando si girò verso il comodino per prendere le cuffie della sua vecchia radiolina, consapevole del casino che di lì a poco sarebbe ricominciato.

Mentre le note di una melodia trip-pop la riaccompagnavano dolcemente nel tepore del dormiveglia, una delle infermiere che più odiava la svegliò di soprassalto.

“Makimura, la temperatura!” urlò questa con tono luciferino, porgendo alla ragazza l’oggetto di vetro.

Kaori, nuovamente sveglia, mise il termometro sotto l’ascella e si accasciò tra i cuscini, desiderando di essere ovunque tranne che lì.

 

Guardò l’orologio.

07:12

Già due ore che era sveglia.

Si girò a fatica, perché ancora una volta il laccio del catetere le si era attorcigliato alla gamba.

‘Di nuovo! Che palle…’

Mentre premeva l’interruttore del campanello, pensò che mancava una settimana al suo ventesimo compleanno.

E desiderò nuovamente di non essere lì.

 

“Signorina, thè o latte?”

“Thè al limone, grazie”.

Cazzo, erano due settimane che stava lì, e ancora quella rimbambita di una inserviente non aveva capito che lei odiava il latte?

Prese le fette biscottate e cercò di ammorbidirle con un po’ di marmellata, mentre con occhi stanchi osservava il reparto riprendere vita.

Erano passati esattamente quindici giorni dal giorno del suo ricovero, i primi dieci trascorsi a fare esami e visite estenuanti, poi finalmente l’intervento alla colonna vertebrale, che però ora la costringeva a letto da tre notti e quattro giorni.

Il trapianto sembrava essere andato a buon fine…ma era ancora presto per dire che era fuori pericolo.

E lei era stufa marcia, non ne poteva più di stare immobile e ferma tutto il giorno….Lei, che studiava lingue alla prestigiosa università di Tokyo, dove aveva appena cominciato il secondo anno. Lei che giocava a pallavolo tutti mercoledì con le sue amiche, andava in palestra ogni martedì e giovedì….Ora era inerme e ferma, si sentiva un vegetale!

Le cadde la fetta mezza mangiucchiata nel thè.

La osservò sciogliersi lentamente nel liquido color cannella, pensando a quanto sarebbe stata triste la sua esistenza una volta uscita da lì.

 

“Kaori?”

“Finalmente Maki!! Mi hai portato il libro?”

“Si…” sospirò il giovane poliziotto. Anche se in quelle condizioni, sua sorella non poteva non pensare allo studio.

“Non potresti evitare di sforzarti, almeno in questi giorni?”

“Ma dai!!! Lo vedi anche tu che qui sono tutti moribondi! Come faccio a passare il tempo??” urlò Kaori scandalizzata. Non capiva proprio niente lui….Gli uomini!

E poi era sempre meglio studiare, che osservare da vicino la propria sofferenza riflessa nei volti impietositi degli altri pazienti. Tutti a pensare la stessa cosa ‘Ma com’è giovane!’.

Kaori invece odiava essere compatita.

“Perché non parli un po’ con qualcuno?” continuò lui, mentre si sedeva sulla poltroncina vicina al letto.

“Non so….qui stanno tutti male, e poi da quando mi hanno operata non posso nemmeno alzarmi!”

“E’ vero, ma con sette compagne di camera avrai pure la possibilità di scambiare quattro chiacchiere, o no??” le disse lui sorridendo.

Kaori gli sorrise a sua volta, perché sapeva che suo fratello aveva ragione. La realtà era che la sua timidezza la faceva stare sui libri tutto il giorno, piuttosto che andare in giro per le corsie dell’ospedale a conoscere gente.

Rimase lì con lei fino all’ora di pranzo, poi Maki tornò in centrale.

 

“Ah Kaori, hai già conosciuto l’amico di Saeko?”

“Chi Maki?”

Kaori lo guardò confusa.

“Non lo sai? Qui dovrebbe lavorare un infermiere amico di Saeko…Forse però non è ancora rientrato…so che era in ferie, magari lo vedrai in questi giorni.”

“Spero di no!!! Chissà che tipo è se conosce la tua ragazza!!”

“Ehi che fai, sfotti???”

Ma Maki era felice. Sua sorella non aveva ancora perso il suo senso dell’umorismo, nonostante tutto.

Era proprio una ragazza forte.

 

13:30.

Kaori ascoltava i brontolii delle donne che vicino a lei schiacciavano il sonnellino del dopo pranzo. Lei come sempre non riusciva a dormire, ma le infermiere molto gentili chiudevano totalmente le imposte, lasciandola al buio della stanza e dei suoi pensieri.

I rumori dallo stanzino del personale le ricordarono che fra poco sarebbe cambiato il turno.

Pensò a quello che le aveva detto Maki. Sarebbe stato bello  conoscere una persona gentile in quel posto. Qualcuno che ti rispondesse decentemente, e che ti trattasse come un essere umano. Solo quello, non pretendeva molto Kaori.

Chiuse gli occhi, poi il trillo del cellulare la ridestò dalla sua melanconia, riportandola alla triste realtà.

 

14:14

“E’ permesso?”

Cavolo!

Una volta che riusciva ad addormentarsi…

Kaori aprì gli occhi e stiracchiò le braccia.

Incuriosita cercò la fonte di quella voce….Una voce nuova, bassa e vibrante, una voce che stonava in una stanza di ospedale.

Rimase a bocca aperta, quando vide che un uomo, apparentemente giovane, era entrato nella stanza e stava passando a salutare le vecchiette a lei vicine, quasi fossero vecchi amici. E loro squillavano e gongolavano tutte alla vista del tipo, vestito da infermiere, che girando di letto in letto sistemava cuscini, lenzuola, e con zelo controllava le flebo.

Lasciò lei per ultima.

“E’ permesso? Scusa, ti ho svegliato vero?”

Kaori arrossì violentemente.

Odiava essere visto mentre dormiva. Soprattutto da uno come lui.

“Ciao, io mi chiamo Ryo…tu devi essere Kaori vero?”

Ancora più rossa.

Non riusciva a parlare.

“Si…”

Ma appena provò ad aprire la bocca, lui mise a controllare il suo flebo e la sacca del catetere.

“Aspetta un attimo, devo cambiare questa e torno subito…”

Dio che vergogna!!!

Kaori avrebbe voluto sprofondare!!!!

Come poteva star lì nel letto, quando un tipo così…così assolutamente perfetto le cambiava….non osava nemmeno pensarlo.

Si tirò su il lenzuolo sulla testa, cercando di nascondere le guance scarlatte.

 

“E’ permesso?”

 Di nuovo!

Stava sotto il lenzuolo, e non  l’aveva nemmeno sentito avvicinarsi!

“Ciao…” era tutto quello che riusciva a dire.

“Come ti senti?” le disse appoggiando una mano sulla fronte.

Kaori si perse in quegli occhi neri, ed il tocco di quelle dita la fece andare fuori di testa.

Sentì il cuore accelerare violentemente i battiti, il sudore colarle giù lungo la schiena, inzuppano la spessa fasciatura, e istintivamente chiuse gli occhi mentre vedeva la mano avvicinarsi.

“No sei fresca…bene, vuol dire che non ci sono infezioni in corso.”

Male…pensò invece Kaori, perché ora che l’aveva lì davanti a lei, desiderava con tutta sé stessa che rimanesse a farle compagnia. Anche a costo di farsi fare centinaia di iniezioni, da quelle mani…

“Ora devo fare il giro, magari dopo passo ancora così parliamo un po’, eh?”

Lui le sorrise dolcemente, poi si alzò e con fare deciso tornò in corsia.

‘Ryo…’…Kaori fece solo in tempo a vedere le vecchiette vicine ridere per la sua faccia rossa dall’emozione, per tornare poi ai suoi adorati libri.     

 

 

Capitolo 2. Un nuovo compagno di viaggio

 

06:22

 

“E’ permesso? Kaori?!? Kaori….sveglia, dovresti provare la temperatura…Kaori!!”

La ragazza dormiva beatamente.

Ryo rimase qualche secondo a fissarla, pensando che la vita era davvero ingiusta a volte. Non conosceva il motivo della sua degenza, sapeva solo che la sua situazione non era delle più rosee.

“Forza Kaori….svegliati per favore!” sussurrò con tono supplichevole..

Finalmente la ragazza aprì faticosamente gli occhi…e appena si rese conto di chi si trovava a dieci centimetri dal naso si sentì morire.

Sentiva prudere il naso.

Aprì meglio gli occhi, e vide che un ciuffo di capelli corvini le stava solleticando le narici.

Sussultò, un po’ per lo spavento ed un po’ per l’emozione, tirandosi su di scatto.

Ryo le stava sistemando il lenzuolo con modi affettuosi e teneri, come mai neanche suo fratello aveva fatto.

Poi le disse che sarebbe tornato dopo, per riprendersi il termometro.

“Spero tu abbia riposato bene!” aggiunse, e mentre diceva questo le diede un buffetto sulla guancia.

Poi veloce e fulmineo si rituffò nella corsia ancora illuminata dalle luci notturne.

Kaori benedisse il buio.

Si immaginò in quel momento, appena sveglia, e pensò che se il giorno prima aveva anche avuto un milionesimo di possibilità di conquistare l’infermiere, ormai quella remota speranza era perduta.

Capelli scompigliati e arruffati in ciocche informi.

Il rivoletto di saliva secco all’angolo destro della bocca (aveva il difetto di dormire con la bocca aperta!).

Quella terribile camicia da ospedale che la faceva apparire un sacco di patate….

Oddio! L’aveva vista col sedere all’aria!!!

No… forse, se era ben coperta dal lenzuolo, le sue natiche erano rimaste al loro posto…

Borbottando imprecazioni non certo femminili e delicate, Kaori aspettò con ansia il ritorno dell’infermiere.

 

10:09

 

Li sentì arrivare ancora prima di vederli.

I camici bianchi si aggiravano sempre in gruppo, mai troppo presto e mai dopo pranzo. Chiacchieravano e ridevano ad alta voce, come un gruppo di turisti durante una visita guidata.

Kaori però sapeva benissimo che era dal loro verdetto che dipendeva la sua libertà. Erano loro che potevano darle il permesso di alzarsi dal letto, cosa che in quel momento più desiderava al mondo!

Voleva essere presentabile, così allungò il braccio verso il cassetto del suo comodino per afferrare la spazzola.

Che era andata a finire sotto il tovagliolo.

Il quale si era incastrato nell’apertura del cassetto.

Kaori non era un tipo paziente, così cercò di afferrare l’oggetto, strattonando e tirando come una forsennata senza considerare il suo precario equilibrio.

Fu un attimo.

Le cedette il braccio sinistro, con cui faceva leva sul letto.

Si trovò così spostata in avanti, troppo avanti…

Un momento dopo Kaori era ingrugnata tra il pesante letto ed il comodino, l’agognata spazzola fra le mani, la camicia da notte ospedaliera tutta arricciata sulle cosce, e metà degli oggetti posti sul mobile sparpagliati nella camera.

Per non parlare del tubo del catetere, che naturalmente si era staccato dalla sacca, facendo uscire il liquido caldo e inzuppandole le caviglie.

E per non parlare del baccano…

Tutte le sue compagne la guardarono preoccupata, ed in quattro schiacciarono contemporaneamente il campanello di emergenza.

Naturalmente fu l’infermiera più antipatica a presentarsi.

“Makimura, che diavolo hai combinato??? Cosa volevi fare?”

“Io…mi spiace, volevo solo…”

“Tu non devi volere un bel niente! Guarda che casino hai combinato, e proprio mentre stanno facendo il giro i medici! Se tu stessi calma queste cose non  succederebbero…”

L’infermiera non smetteva più di brontolare, mentre con stizza raccoglieva alcuni degli effetti personali che erano finiti di fronte alla porta della camera.

Kaori era rimasta immobile e con le lacrime agli occhi.

Non aveva fatto apposta.

E se avesse chiamato l’infermiera per farsi dare la spazzola…L’avrebbe sicuramente mandata al diavolo!

Era lì ferma da qualche minuto, mentre il freddo del pavimento iniziava a farsi sempre più pungente.

L’odore di urina le dava la nausea.

Si sentiva uno schifo, ma aveva paura a fiatare, per non irritare ulteriormente la donna.

“Non puoi alzarti da sola?” le chiese quella seccamente.

“No…”

‘perché la schiena mi fa un male cane, e perché ho paura di cadere di nuovo. Cretina’.

“Allora vado a chiamare Saeba, tu intanto cerca di non combinare altri danni”.

Kaori cambiò colore.

 

10:13

 

“Ti sei fatta male? Dovresti stare attenta, sai?”

La stava sostenendo, tirandola su con quelle forti braccia facendo attenzione a non toccarle la schiena. E stando attento a non girarla…rivelando così a tutta la camera le parti basse della ragazza.

“Grazie Ryo.” Kaori si sentiva ancora agitata. Offesa. Mortificata soprattutto.

“Non fa niente! Ora sta qui che ti risistemo il catetere e ti vado a prender un’altra camicia da notte…Quella che indossi è sporca.”

Fece appena in tempo ad uscire, che Kaori cominciò a piangere silenziosamente.

 

11:25

 

Poteva alzarsi.

Il dottore le aveva dato il permesso.

Rimaneva solo un piccolo problema.

Dovevano toglierle i due punti sulla schiena (poco male).

E sfilarle il catetere.

Kaori era molto timida, anche se non lo dava mai a vedere.

E dopo la caduta…Non voleva mettersi in mostra ancora di più, specialmente in quelle zone! Le infermiere poi avevano la delicatezza di un pachiderma…

Al pensiero che Ryo l’avrebbe vista praticamente nuda….si sentì mancare.

Sospirò piano.

Credeva di essersi presa una bella cotta…

Ma Kaori era un tipo razionale, riflessivo e molto realistico.

Era sicura che un tipo così bello, affascinante, seducente…insomma, così fantastico avesse sicuramente già una ragazza.

Però poteva sempre chiedere a Saeko….

Dimenticando le sventure di quella mattina, in preda ad un nuovo entusiasmo Kaori afferrò il cellulare, e compose il numero di quella che presto sarebbe diventata sua cognata.

 

 

Cap .3 Il prezzo della libertà

 

16:16

 

Libera!

Libera!!

Libera!!!

Finalmente Kaori era stata liberata da quelli che considerava degli strumenti di tortura.

E la Dott.ssa Mimiji era stata molto gentile con lei, posizionando anche dei paraventi affinché le altre persone della camera potessero evitare di ammirare il suo ‘popò’ per aria. Era stata anche molto delicata nel toglierle i punti dalla schiena, non aveva sentito quasi niente.

Si stiracchiò più volte, riappropriandosi definitivamente del suo corpo.

Per prima cosa sarebbe andata in bagno.

Kaori afferrò la busta voluminosa che conteneva tutto il suo mondo, e con passo ancora un po’ incerto si diresse verso i minuscoli servizi del reparto, trascinandosi a dietro la flebo che le avevano lasciato ‘per ricordo’ .

Due piccoli specchi e una doccia microscopica, ma che in quel momento le sembravano il paradiso.

Mentre camminava lungo la corsia, pensò alle parole che Saeko le aveva detto al telefono qualche ora prima.

“E’ molto introverso, ma ha un cuore d’oro.”

“Professionale, si impegna moltissimo per le sue pazienti…è davvero bravo nel suo mestiere.”

“Fidati di lui Kaori, se hai bisogno di qualcosa non farti scrupoli e fatti aiutare da Ryo.”

Queste frasi continuavano ad echeggiare nella sua testa…

Era il ritratto del suo principe azzurro, dove lo trovava un altro così?

Immersa nelle sue fantasticherie, non si rese conto della profonda voce maschile che arrivava dallo stanzino del personale, situato proprio di fianco al bagno.

Kaori sentì un brivido lungo la schiena, forse perché non si aspettava di trovarselo lì quel pomeriggio. Sapeva con certezza che aveva staccato alle 14.

Avanzò piano, per non farsi vedere.

‘Che stupida sono! Perché non dovrei farmi vedere?’

Ma Kaori era molto timida, e certi incontri preferiva che avvenissero per caso.

Non resistette però alla tentazione di sbirciare dentro alla porta.

E quello che vide le gelò il sangue.

Lui, seduto al tavolo, una mano a sostenergli lo splendido viso.

L’altro braccio disteso, come a tener afferrato qualcosa. O qualcuno.

Una risata di donna accompagnò le parole dell’uomo.

Poi lui si sporse a darle un bacio.

E vide che la donna non era altri che la cara, gentile, tenera Dott.ssa Mimiji.

Kaori rimase impietrita di fronte alla porta.

Il cicalio di un campanello interruppe l’idillio.

I due si allontanarono bruscamente, e la Dott.ssa uscì di corsa senza neanche notare la paziente che stava imbambolata di fronte al bagno, la borsetta in una mano e l’asta della flebo nell’altra.

Ryo uscì tranquillo, buttandosi la giacca di jeans sulle spalle.

L’aveva sentita arrivare, sospettava fosse lei perché la sua ‘ragazza’ le aveva raccontato che finalmente la Makimura avrebbe potuto alzarsi dal letto. Smettendo di rompere le scatole a tutti i dottori che ogni volta le passavano accanto.

Ryo si era infastidito a quelle parole ciniche, ma non aveva replicato.

Non era certo nella posizione per poterlo fare.

E ora se la trovava lì, a mezzo metro.

Kaori però non gli lasciò nemmeno il tempo di salutarla, perché si era già fiondata in bagno.

 

 18:45

 

“Kaori, perché non mangi?”

“Maki non ho fame” rispose la ragazza infastidita, allontanando da sé il vassoio con la cena. Le si era chiuso lo stomaco dopo quello che aveva scoperto nel pomeriggio.

“Saeko mi ha detto che domani verrà a trovarti, dice che ha un sacco di cose da raccontarti…”. L’uomo cercò di cambiare discorso.

Ma Kaori sembrava non sentirlo nemmeno, come se fosse su un altro pianeta.

Maki prese una sedia e si sedette accanto alla sorella, cingendola con un braccio per avvicinarla a sé.

“Sorellina, sei preoccupata per qualcosa?”

Kaori non si aspettava un gesto così affettuoso.

Le si riempirono gli occhi di lacrime.

“Oh no! Non devi piangere Kaori! Non sappiamo ancora cosa dicono gli esami…Non fasciamoci la testa prima di averla rotta! Magari i dolori che hai avuto sono insignificanti…”

Kaori appoggiò la testa alla spalla del fratello, come faceva da piccola ogni volta che scoppiava un temporale. Aveva una paura folle, specie dei tuoni.

Pensò che era davvero fortunata ad avere un fratello così buono e premuroso, che continuava imperterrito a dirle di stare tranquilla e serena…In realtà il suo malumore non era causato dalla malattia che minacciava di stravolgere la sua vita. A quello Kaori proprio non aveva pensato più dal momento in cui aveva visto Ryo.

Rimasero così per qualche minuto, intenti a sostenersi l’un l’altro.

 

22:18

 

La finestra del bagno non offriva un gran panorama.

Si vedevano i tetti rossi dei palazzi di fronte. Le finestre con le imposte chiuse, le luci

che filtravano dalle tapparelle di vari colori.

Fuori la vita scorreva normale.

Kaori era in piedi nello stanzino del water, con il busto appoggiato alla finestra...non il più bel luogo della terra, ma almeno lì poteva pensare tranquilla.

Provava ad immaginare cosa stavano facendo gli abitanti del palazzo di fronte…Tanto per passare il tempo. E per non uscire.

Era arrivato in anticipo, aveva sentito la sua voce almeno mezz’ora prima che cominciasse il suo turno.

Quando stava facendo il giro di controllo per le medicine lei si era fiondata (si fa per dire, visto che l’amico flebo le teneva sempre compagnia) nel bagno, dove aveva praticamente passato la maggior parte della serata.

Infatti vi si era recata anche durante il giro della camomilla.

E anche durante il saluto della buonanotte, che in effetti dato da Ryo assumeva un senso…

E anche ogni volta che una delle sue compagne di stanza chiamava un infermiere, lei sistematicamente si alzava e si dirigeva o in bagno, o nella stanza della televisione. Che però veniva cortesemente chiusa alle 22, per evitare che le sorde vecchiette tenessero il volume troppo alto.

Kaori sapeva che non avrebbe potuto evitarlo per sempre.

Ma si sentiva una stupida, una cretina.

Si era illusa per qualche ora, crogiolandosi nelle sue romantiche fantasticherie, senza considerare quella che era la realtà dei fatti: un tipo così bello non poteva essere single!!

Si sentiva stanca.

Decise però di aspettare ancora un po’, per evitare strani incontri.

Era persa nei suoi pensieri, le mani incrociate sul petto, quando sentì bussare alla porta.

“E’ permesso? Kaori, sei lì dentro?”

Per la seconda volta in quel giorno Kaori si sentì morire.

Ma questa volta non aveva via di fuga.

 

 

Vorrei che notaste il modo in cui è stato descritto Ryo, e le caratteristiche che lo riguardano. Nonostante la differenza di lavoro e di vita, ho cercato infatti di mantenerlo il più fedele possibile al manga. E questo vale anche per Kaori, che ho cercato di immaginare a soli 20 anni….Questa non è solo una fic AU, perché cercherò sempre di rispettare il più possibile le personalità e le caratteristiche dei personaggi!
  
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