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Autore: Dea Elisa    24/02/2012    2 recensioni
House cerca di capire quali problemi possa avere Lisa. Ma Lisa non è una sua paziente. Forse non accetterà così volentieri di farsi... curare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Pairing: House/Cuddy (seconda persona: Cuddy);

Ambientazione: sesta serie.









Giusto o sbagliato





Hai agognato questo momento da almeno qualche minuto dopo l’inizio di quell’ennesima discussione.

L’immagine bianca stilizzata sul cartello blu ti anticipa il senso di libertà e fuga più amato dalle donne e da te, soprattutto dopo aver passato mezza mattinata a lottare contro la testa in fiamme e la vista annebbiata dalla rabbia.

Con una mano dai uno schiaffo alla porta pesante che ti introduce finalmente nell’ambiente riservato, freddo e rimbombante della toilette femminile.

Ascolti il rumore del silenzio dopo aver placato la voce dei tuoi tacchi, e ti appoggi alle gelide piastrelle del muro.

 

Respiri forte più volte, ma purtroppo ti accorgi di quanto non sia sufficiente a drenare dal tuo corpo l’istinto omicida nei confronti dell’uomo che avevi assunto dieci anni prima; ancora ti chiedi il perché tu l’avessi fatto.

Non c’era giorno che passasse senza che ideasse un nuovo gioco, un nuovo modo per prendere in giro te, il tuo corpo o la tua relazione con Lucas, che negli ultimi tempi sembrava scalasse ogni classifica di preferenza.

Non era però difficile ammettere che non c’era modo di ribattere alle sue argomentazioni: era palese che la tua relazione con Lucas arrancasse sulla via del tramonto, in cerca di un ennesimo appiglio a cui reggersi perché non si sfaldasse.

 

«Oh, ecco il capo chiuso in bagno a piangere» ti volti di scatto verso la porta e trovi un bastone lucido a indicarti il petto.

«È il bagno delle donne, House.»

«Chi è questa guastafeste? Mi avevano detto che era appena entrata una bionda mozzafiato…»

Sbuffi stizzita, quando capisci che a irritarti fosse unicamente il fatto che non ti desse fastidio essere al centro delle sue battute.

«… e ci trovo una quarantenne con il trucco sbavato.»

Appoggi il capo sul palmo di una mano, con la schiena ancora adesa alla parete.

«Oh, Dio, posso immaginare quanto un uomo possa creare imbarazzo in questo ambiente, ma…» deglutisce, incartato tra le sue stesse parole. «È tua pratica abituale entrare in quello maschile!» ti aggredisce poi, roteando la testa con gli occhi volti al cielo.

«Non sono io, che mi dileguo senza avvertire, lasciando i pazienti a morire.»

«E io cosa sto facendo, secondo te? Cioè, cosa stai facendo tu, secondo me?»

Gli lanci un’occhiata esasperata, lasciandogli il tempo di architettare qualcos’altro.

 

«Lucas ti ha lasciato, passerai la giornata chiusa qui dentro a frignare, poi troverai qualcuno con cui consolarti, che ti lascerà e…» si bloccò. «Aspetta un attimo. Se colui con cui ti consolerai sarà chi-penso-io, di certo non avrai più bisogno di venire a piangere in bagno, farai meglio il tuo lavoro, salveremo più pazienti e io…»

Ti sforzi di sorridere, cambiando posizione per mascherare un fremito.

«Io avrò una scusa per arrivare tardi al lavoro.»

«Stamattina sei arrivato alle 11.»

«Avevo finito i cereali e sono andato a comprarli.»

«Tu non mangi cereali.»

«Ma Jessica sì.»

Ti chiedi se l’avesse fatto apposta, se qualcuno lo avesse istruito su come deluderti e distruggere la tua illusione. Lui ti sta guardando, con espressione vuota, ma quasi non ritieni necessario studiarla per interpretarne rimorso o successo.

Lentamente ti volti verso il lavabo. Appoggi le mani ai bordi e ti lasci sorreggere unicamente da quelle, mentre sollevando lo sguardo verso lo specchio di fronte a te incroci gli occhi di House.

Dovresti esserci abituata: ci sono giorni in cui i riferimenti più o meno espliciti alle sue frequentazioni ti fanno persino sorridere. Non hai mai negato a te stessa la verità; questa come altre abitudini fa parte di House, ti ripeti. Non ha una relazione stabile, ha il denaro per permettersi tutto ciò che vuole ed è libero di scegliere con chi passare le notti.

«D’accordo, non vedo il motivo di tutta questa intransigenza, però potremmo trovare un compromesso sulle ore di ambulatorio.»

«Vattene» sibili a bassa voce, distogliendo lo sguardo.

 

«Lucas non ti ha lasciata» sembra sorpreso delle sue stesse parole.

Stringi le unghie provando a graffiare la ceramica, ma ti fai male. Respiri più velocemente, rincorrendo il cuore che ti rimbomba nel petto. Sai già cos’avrebbe detto.

«Sei stata tu a farlo.» Tace, aspettando invano una tua reazione. «Ecco perché ci sei rimasta così male. Sei corsa qui perché volevi che io ti raggiungessi, volevi che io scoprissi la verità. L’hai lasciato perché-»

«Non sono una tua paziente!» gridi, fuori di te, stavolta guardandolo in faccia senza l’aiuto dello specchio. Indietreggi, perché si è avvicinato. «Non devi dare un senso a tutto ciò che faccio e dico, non devi risolvere i miei problemi… non muoio senza di te!» Ti dai della bugiarda.

«I malati più stupidi pensano di guarire senza medicine.»

Ti dai della stupida bugiarda.

«Se solo ascoltassimo di più quello che hanno da dirci…» non ti è più necessario urlare, perché vi distanziano pochi passi.

«Ti ho ascoltata abbastanza.»

 

Ti senti a casa, quando riconosci i brividi provocati dalle sue braccia che ti stringono a lui. Vorresti non staccare mai le labbra dalle sue, nemmeno per respirare, vorresti far tacere a forza di baci quella voce che ti ricorda di non cadere nella sua trappola, perché sai già quanto male ti provocherà.

 

«L’hai lasciato per farmi sentire libero di venirti a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato» prova a inginocchiarsi per raccogliere il bastone scivolato a terra, ma una smorfia di dolore dimostra l’inefficacia del suo tentativo.

Ti pieghi e l’afferri velocemente, porgendoglielo.

House avvolge la propria mano sulla tua, stringendo fino a farti male. «Perché hai troppa paura di farlo tu.»

Riprende in malo modo ciò che gli appartiene, e zoppicando ti lascia sola di nuovo, a respirare aria che non ti soddisfa, e a pensare a quante azioni sbagliate ti abbiano trascinata a questo punto della tua vita.

Una in più non avrebbe cambiato nulla, confermi tra te e te.

 

Corri fuori, lasciando sbattere la porta.









Note: La stesura iniziale prevedeva una drabble, partecipante ad uno dei tanti Huddy Weekly Drabble Contest indetti sul forum Huddy (in questo caso, il tema era il "bagno"). Prima di pubblicarla qui su Efp ho deciso di ampliarla, cambiarne il finale, il tema e altri particolari.



   
 
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