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Autore: abbey    24/02/2012    1 recensioni
E poi c'ero io.Quella tempesta,come mi chiamava lui,che c'era sempre,anche quando le previsioni del tempo non l'avevano annunciata.Anche quando i suoi scroscianti non mi guardavano e quando le uniche parole che proferiva erano "sparisci" e "ti odio".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono pungente della sveglia mi ridestò mentre un raggio di sole biricchino mi trafiggeva gli occhi.Mi portai le mani al volto per ripararmi e con veramente poca voglia trascinai le gambe giù dal letto,sedendomi.Quel momento era piuttosto "sacro" per me poichè mi permetteva di riflettere sull'universo cosmico che mi circondava e tutte le meraviglie del mondo.No okay.Pensavo solo che alzarsi alle cinque e mezzo del mattino fosse solo un'inutile tortura e una fottuta fregatura.Scesi in cucina cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare nessuno e feci colazione.Non con calma,non di fretta:feci colazione.Poi mi lavai,mi vestii e uscii di casa,semplice e banale come può essere solo la giornata di una diciassettenne idiota.Quando arrivai a scuola l'atrio era deserto e ne approfittai per godermi quegli ultimi attimi di pace prima che una mandria di corpi meleducati e disordinati invadesse la mia quiete.L'iPod disturbava meravigliosamente la mia mente e la musica mi pervadeva in ogni mia parte facendomi sentire parte di qualcosa che nemmeno io conoscevo.Tutto stava filando liscio fino a quando qualcuno non si sedette accanto a me e buttò la testa sulla mia spalla.Dalla mia bocca uscì un «Ciao Joseph.» biascicato e un sorriso smorzato da uno sbadiglio curioso. «Perchè deve essere sempre tutto così tremendamente difficile?Eh?Perchè Lauren?» Lo guardai confusa. «Credevo che per Jay niente fosse difficile.» Sorrisi.Ricambiò lo sguardo e il mio cuore eseguì un triplo carpiato con doppio avvitamento,rientrando al suo posto con successo. «Sai meglio di me che non è così.» Sospirai e spostai lo sguardo sul mio iPod sgangherato. «Se devi dire qualcosa,qualsiasi cosa ad una persona,a qualsiasi persona,ti prego di farlo Joseph.Fallo perchè è giusto così,perchè se devi fare qualcosa è giusto che tu la faccia e non dover poi sopportare i rimpianti una volta seduto sul pavimento della tua stanza.Fallo perchè sarà un bene,anche se nel male.Fallo perchè non sai mai cosa potrebbe rispondere quella persona,a cui devi dire tante di quelle cose e dimostrarne altrettante.Fallo perchè ti sentirai meglio e vedrai che non è poi così tanto difficile.Fallo semplicemente perchè è così che deve essere.» Eravamo amici da dieci anni ma non ero ancora riuscita a capirlo fino in fondo.Era bello come un Dio,aveva un seguito di ragazze da far paura eppure era solo.Come il niente,solo.E poi c'ero io.Quella tempesta,come mi chiamava lui,che c'era sempre,anche quando le previsioni del tempo non l'avevano annunciata.Anche quando i suoi scroscianti non mi guardavano e quando le uniche parole che proferiva erano "sparisci" e "ti odio".Sì,perchè anche io lo odiavo.Con tutta la mia mente e il problema stava lì.Lei lo detestava profondamente ma la mia anima la pensava diversamente ed io ero rovinata.Lo detestavo perchè lui detestava me ma lo amavo da far paura perchè quel sorriso mi salvava,quando me lo rivolgeva,e quegli occhi mi illuminavano quando tutto era buio.E..Fece un respiro che sembrò durare un'eternità e mi ripresi. «Lauren ..» Il suono della campanella mi scosse. «Sì?» Pausa. «Niente,ci vediamo dopo» .Un cenno con la testa e sparì.Era bravo ad andarsene da me,molto bravo e giurai a me stessa che sarei stata io prima o poi quella che sarebbe scappata via.Quella mattina sembrò non terminare mai e quando finalmente fui libera da quella prigione mi sedetti fuori dalla sua classe.Così,perchè mi andava anche se sei ore prima nella mia mente mi ero ripromessa di non farlo.Aprii un libro a caso e cominciai a leggerlo quando una mano raccolse la mia e mi portò via.

«Quindi credi che dovrei sputare il rospo?» mi chiese,mentre ero intenta a sistemare un paio di cd al loro posto. «Mi sembra di essere stata chiara questa mattina.» «E allora dimmi come devo fare.» «Io?Cosa c'entro io?» «Tu sai sempre tutto,sei così intelligente.» Usò un tono di voce che mi intenerì e gli scompigliai i capelli. «So molto meno di quanto pensi,credimi.Però ora voglio che tu faccia ciò che ti ho detto e vedi che non te ne pentirai,JoJo.» Prese un altro dei suoi soliti respiri e se ne andò senza aggiungere altro. Cinque giorni dopo ci fu una di quelle tempeste che una persona può difficilmente scordare:una tempesta fatta d'acqua scrosciante e luce,luce che proveniva da chissà quale parte.Non sentivo e non vedevo Jay dall'ultimo incontro a casa mia e pensai che probabilmente lo avrei beccato mentre si baciava con una di quelle ragazze che sembrano uscite da un concorso di bellezza per Miss Mondo,tanto per intenderci.Era una domenica pomeriggio ed ero casa da sola,cullata dal dolce rumore della pioggia a guardare un film orribile e privo di senso,uno di quelli fatti tanto per vendere e sparare due stronzate in croce.Bussarono alla porta e lo trovai molto seccante,come sempre,così mi avvinghiai al pomello e aprii.Joseph era in piedi davanti a me,fradicio dalla testa ai piedi e senza dire niente mi prese per mano e mi trascinò sotto l'acqua scrosciante.Non opposi resistenza,non dissi niente,ero in balìa delle sue mani.Sì voltò trafiggendomi con quegli occhi che per me erano il paradiso,ma non come lo intendono tutti,il mio paradiso personale. «Ho dovuto aspettare una cosa del genere - indicò il cielo - per poterti dire che non posso stare senza di te.» Sorrise. «Per dirti che probabilmente al mondo non esiste altra persona in grado di capirmi come fai tu,di sgridarmi con quel tono che hai,di insegnarmi le cose,di restarmi vicino quando non me lo merito affatto e di mandarmi a quel paese in un modo così gentile.Non esiste altra persona che io voglia guardare sorridere o piangere e guardare chissà che cosa all'orizzonte.Non c'è nessun'altra al mondo come te,Lauren.» Una lacrima,piccola piccola,si confuse sul fiume che avevo addosso.Gli stampai un bacio sulle labbra e lo abbracciai,per la prima volta in assoluto in tutti quegli anni d'amore nascosto.Non seppi dire niente,strano da parte mia,e non seppi esprimere nulla di quello che provavo per lui ma ero sicura che avrei avuto parecchio tempo per farlo.Quindi rimasi in silenzio facendomi cullare da lui. «Ti amo,tempesta.» «Ti amo,paradiso.»
  
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