Mi chiamo Sarah Walsh, ho quasi 18 anni e vivo in una piccola cittadina in Virginia, precisamente Mystic Falls.
E’ una cittadina piccola ed intima, ed anche se non c’è molto di particolare, mi è sempre piaciuta. Amo la storia di questa città e tutti i misteri che porta con sé.
Succedono spesso cose molto strane , soprattutto di recente: misteriose sparizioni che nemmeno mia madre riesce a chiarire.
Mia madre è lo sceriffo della città, per questo si occupa delle recenti sparizioni. Tuttavia non riesce a trovare una spiegazione, né lei, né gli altri suoi colleghi, o meglio, i membri del “Consiglio”. E’ una cittadina piccola, è vero, ma non per questo è priva di una storia.
Al contrario, la storia della nostra città è importantissima per tutti noi, tanto che quasi una volta al mese c’è una particolare festa a tema.
Con mia madre ho un rapporto molto particolare: non è mai stata molto presente nella mia vita in realtà, nemmeno nel periodo dopo la morte di mio padre. E’ caduta in depressione, e sono stata io a farle da madre. Era strana la situazione, perché mi vedevo nel suo ruolo, ma è stato comunque piacevole passare un po’ di tempo con lei ed aiutarla ad uscire da quel brutto periodo.
Io, invece, non sono una persona che si integra nella società come lei, al contrario sono una persona solitaria, ma non per questo sola. Ho due amiche senza le quali difficilmente riuscirei a vivere:  Caroline e Annabelle.
Sono le mie migliori amiche e le conosco praticamente da tutta una vita.
Caroline è una persona meravigliosa, patita per la moda e per i pettegolezzi. A me piace definirla “gli occhi e le orecchie di Mystic Falls ”, perché se c’è uno scoop, lei è la prima a venire a saperlo. Ancora oggi non capisco come faccia a sapere sempre tutto di tutti, è una domanda che porterò sempre con me, credo.
E’ una bellissima ragazza, bionda, con due vispi occhi azzurri, snella e slanciata, con il classico fisico da cheerleader. Non per niente è a capo delle cheerleader del nostro liceo.
Annabelle , al contrario, è più riservata,  nonostante le riesce difficile non socializzare con la gente. E’ un’amante dei film horror ma potrebbe morire senza cartoni animati. E’ quasi impossibile descriverla, perché la sua personalità ha mille sfumature, è una persona tutta da scoprire. Fisicamente, è un po’ più bassa di Caroline, ma anche lei ha un bel fisico, occhi a mandorla, che ricordano quelli orientali, capelli lunghi scuri e mossi, e sempre un sorriso acceso sul volto.
Sono le persone più importanti della mia vita, senz’altro, senza però dimenticare Jeremy. L’uomo più importante della mia vita, dopo mio padre. Lui è l’amico con la A maiuscola.  Il compagno di infanzia, di giochi e di segreti che mai e poi mai mi ha fatta sentire sola.
E’ decisamente il mio migliore amico, e non riesco proprio ad immaginare una vita senza di lui. Nei momenti più belli, ed anche in quelli più brutti lui mi ha sempre aiutata, così come Annabelle e Caroline.
Grazie a loro sono riuscita a combattere il dolore per la morte di mio padre, e così quindi ad aiutare mia madre.
E’ morto circa sei mesi fa, in un orribile incidente d’auto. Perderlo è stato difficile, ma la cosa che non riesco a spiegarmi è perché proprio lui è dovuto morire, perché non io.
E’ la rabbia più grande che ho: avrei voluto salvarlo, avrei voluto essere stata io al suo posto perché non meritava di morire, tra l’altro così giovane.
Mio padre era un uomo meraviglioso, sicuramente, l’uomo più forte che io abbia mai conosciuto. L’uomo che ho amato e che amerò sempre più di chiunque altro.
Mi pongo spesso questi interrogativi, e non vi trovo mai risposta alcuna.. Così, mi affido al destino, e penso “era la sua ora”, anche se è orribile doverlo ammettere.
Tuttavia, credo profondamente nel destino, e sono certa che lui veglierà sempre su di me, e mi sarà accanto in ogni piccolo gesto.
Siamo a Settembre e tra pochi giorni ricomincia la solita routine, che si alterna tra scuola, casa e studio. Fatico ad accettare che lui non sarà più con me, ma devo farmi forza, devo riprendere in mano la mia vita e cercare di affrontarla nel modo migliore possibile.
Il pensiero che mi aiuta, è che avrò sempre vicino i miei amici e con loro riuscirò a sorridere di nuovo, a stare bene, a vivermi la mia vita, come non ho mai fatto prima.