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Autore: sterne    24/02/2012    6 recensioni
Se volere bene a qualcuno significa sacrificare una parte di sé, io per Dylan sacrificherei tutta me stessa.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non importa…”

 
 
- Sono innamorata di te dal giorno del mio sedicesimo compleanno. Quando hai organizzato una sorpresa e sei entrato in casa mia con una torta in mano, seguito dai nostri amici.
Lì ho capito che ti amavo, che mi mancava  il respiro se ti allontanavi da me, perché eri tu il mio ossigeno.
Perché tremavo se ti avvicinavi.
Perché il mio cuore sussultava se mi sfioravi.
Perché mi sentivo librare nell’aria se mi guardavi.
Perché quel giorno, quando cominciarono a suonare le prime note dell’ultimo singolo del mio cantante preferito, tu eri lì, di fronte a me, con i calici colmi di spumanti e con un sorriso che arricciava le labbra e che ti rendeva la cosa più bella del mondo per me, mimasti ‘Buon compleanno bimba e tutti gli altri scomparvero. In quel momento esistevi solo tu.
Lì ho capito di amarti. Anche se eri il mio migliore amico ed era sbagliato, perché probabilmente tu non provi quello che provo io. -

 
-“Che cosa stai scrivendo?” Eccolo, bello come il sole, Dylan il mio migliore amico. Tempismo perfetto.
-“Nulla!” -copro una delle mille confessioni scritte, anche questa non arriverà mai in suo possesso, con altri fogli, appunti della lezione di storia e di matematica.- “Che ci fai qui? sei in anticipo!” mi scruta curioso come un gatto. Nota il mio nervosismo evidentemente, ma, lascia correre almeno per ora.
-“Non mi vuoi? Me ne vado”
-“No. No!” lo blocco afferrandogli la mano. Intrappolandola tra le mie. E mi do della stupida per la foga con cui l’ho fermato. I nostri sguardi corrono sulle nostre mani. E un fremito mi attraversa la schiena e ritiro le mani come scottata da quel contatto
-“Volevo dire -tossicchio schiarendomi la voce- che solitamente sei in ritardo. Mi hai sorpresa.” Continuo incerta. Mi sorride e con uno slancio riafferra le miei mani. Di nuovo quel brivido.
-“allora bimba, che scrivevi? Prende posto di fianco a me, su quella vecchia panchina verde ormai sbiadita dal sole e dalla pioggia. E i suoi occhi saettano di nuovo su quei fogli, per fortuna infestati solamente da incomprensibili appunti e numeri. E prima che possa sfogliarli e trovare ciò che non deve assolutamente trovare. Una folata di vento corre in mio aiuto sollevandoli un po’. La scusa migliore per metterli via. Li riordino e li ripongo al sicuro dentro la cartella. Lontano da occhi indiscreti ma non lontano dal mio cuore.
-“Stavo studiando.” Sospiro, sperando che così l’argomento sia chiuso definitivamente.
-“ Passeggiamo?” la sua voce mi ridesta. Annuisco.
Si alza in piedi e quando lo guardo per poco non rischio un mancamento. Il sole del primo pomeriggio illumina tutta la sua figura. La luce filtra attraverso i suoi capelli castano chiaro, rendendoli quasi biondi. Rendendo la sua immagine luminosa e brillante. Sembra un angelo, il mio angelo.
La piccola collinetta sulla quale passeggiamo è ricoperta da papaveri rossi e fiori di maggio, piccole margherite gialle che quando ero piccola raccoglievo per fare “m’ama non m’ama”.
Raccoglie una margherita con la mano che non stringe la mia e me la porge sorridendomi.
-“Grazie” sussurro
-“Che hai fatto in questi giorni?”
-“Niente. -che non sia pensare te. Ma per fortuna tengo per me questo particolare- ho studiato!” bugiarda. Non è vero. Non riesco a studiare da settimane non faccio altro che pensare a lui.
-“brava la mia bimba!” scioglie la stretta che intreccia le nostre mani e sposta una ciocca di capelli dalla mia fronte. Chiudo gli occhi per godermi al meglio questo istante. Per non fare scappare nessuna delle sensazioni che sto provando. Per non far volare via il brivido che ha attraversato la mia pelle.
-“Che hai? Sei silenziosa. Va tutto bene?” chiede preoccupato analizzando ogni mia espressione.
-“Sì, sì tutto bene.” Sorrido sforzandomi di apparire naturale. Annuisce con fare comprensivo ma non de tutto convinto. Anche lui sa che qualcosa non va. Che qualcosa mi turba, ma non riesce a capire cosa. E a me va bene così. Perché ho paura che se sapesse quello che provo, potrebbe allontanarsi, tutto andrebbe perduto. Io sarei perduta senza di lui. “allora, dimmi qualcosa” cerco di aprire un discorso. Almeno così ci pensa lui a colmare il silenzio.
-“Ti ricordi quando l’altro pomeriggio ti raccontavo di quella ragazza che ho conosciuto dopo la scuola?” il mio cuore accelera, certo che me lo ricordo. Ricordo pure le lacrime che ho versato per le successive dieci ore.
-“Sì!” sussurro senza levare lo sguardo. Non riuscirei a sostenere il suo.
-“Ci siamo baciati!” e sento un rumore dentro il mio petto. Sì lo sento perfettamente. E’ il mio cuore che si spezza. Per un attimo sembra smettere di battere. Le mie mani, ancora intrecciate alle sue, sembrano andare a fuoco così come i miei occhi. Li sento pizzicare, ma non posso piangere. No, non devo.
-“oh… bene. Sono contenta per te Dylan.” Nessun altra parola esce dalle mie labbra. Non so nemmeno io come ho fatto a dire queste. La sua stretta però per un attimo sembra intensificarsi, ma solo un momento. Tanto che mi chiedo se me lo sono immaginato soltanto.
-“Grace sei sicura di stare bene?” non mi sono nemmeno accorta che mi stesse guardando.
-“Certo che sono sicura. Ho solo mal di testa, ho studiato troppo.” Menomale che non è vero che le bugie hanno le gambe corte, io sono già nana di mio.
-“Ti vedo strana, Grace. C’è qualcosa che non mi dici?”
-“Sto benone. Solo… non me l’aspettavo. Ecco, non mi avevi detto che vi foste rivisti.”
-“Ecco… è successo tutto così in fretta, non ho avuto nemmeno il tempo di realizzare. È per questo che ti ho chiesto di vederci qui oggi. Volevo parlare con calma senza che nessuno ci interrompesse.” Soffia tutto in una volta, scrutandomi con attenzione. Come se volesse vedere anche la minima reazione. Ma nulla. Sono brava a nasconderle, sono anni di allenamento. “Vedi abbiamo deciso di iniziare a frequentarci. Non stiamo insieme, è presto ci stiamo solo conoscendo.” Ecco un altro battito perso. Non so quanto ancora riuscirò a trattenere le lacrime. E se adesso lui capisce che lei gli piace. Caratterialmente dico, perché fisicamente lo sa già. È bella, è più bella di me senza alcun dubbio. E se domani, tra un mese o sei, viene e mi dice “Grace sai, mi sono innamorato.” Io che faccio? Il mio cuore non può reggere una notizia del genere. Dovrò allontanarmi da lui. Non potremo più vederci e io come farò senza di lui? No non posso perderlo. Se mi fossi resa conto prima di esserne innamorata. Magari le cose sarebbero andate diversamente. Magari… magari… oh al diavolo devo dirglielo non posso vivere con questo rimpianto, io devo almeno provarci. Mi giro verso di lui e afferro le sue mani, cercando si ignorare i brividi che sembrano attraversarmi.
-“Dylan vedi, io… -i suoi occhi puntano speranzosi i miei, di nuovo quel brivido lungo la schiena. Forza Grace è semplice, puoi farcela! Il mio cuore inizia a correre furiosamente e non so cosa i miei occhi leggono nei suoi perchè- …Dylan io, sono contenta per te. Se è questo che ti rende felice, io sono felice per te.” E anche il mio cuore deluso dalla ragione rallenta la sua corsa, fino a quasi fermarsi. Ma è questa la cosa giusta. Il luccichio che si era acceso nei suoi occhi sembra essersi adombrato. Probabilmente è solo una mia impressione, magari è solo la delusione che provo verso me stessa che influenza i miei occhi. È il mio migliore amico e quello che voglio è solo la sua felicità, se non è anche la mia non importa. Se volere bene a qualcuno significa sacrificare una parte di sé, io per Dylan sacrificherei tutta me stessa.
 
 
 
Spazio per me
Non so nemmeno io da dove è uscita questa scemenza. Ieri sera mi annoiavo e mi sono detta perché annoiarmi da sola quando le mie fanciulle possono farlo insieme a me? xD ed eccomi qui. Scusate se magari sembra incompleta o montata per aria.
Fatemi sapere che ne pensate.
Ah OGNI RIFERIMENTO A FATTI, PERSONE O COSE NON E’ PURAMENTE CASUALE. Vi ringrazio in anticipo. Perché se siete arrivate fino qui vuol dire che non avete premuto la crocetta rossa in alto a destra.
 
 
Spazio Pubblicità
Non pubblicizzo MAI me, in spazi comuni, visto che questa è la mia storia, mi prendo questa libertà se vi va passate dall’altra storia.

“Where were you?”

   
 
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