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Autore: Feel Good Inc    25/02/2012    4 recensioni
Dicono che, ogni volta che un innocente le va incontro, la Morte si arricchisce di una Figlia. Dicono che è quella la ragione che li induce poi a seguirci. Ci chiamano nostalgia.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Dita di Polvere
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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falena ~

 

 

 

 

 

 

 

Gli avevano raccontato [...] che nessuno restava lì a lungo: eccetto lui.

Perché sapeva evocare il fuoco...

 

Cornelia Funke, ‘Alba d’inchiostro’

 

 

 

 

 

 

 

Bianco è dove tutti i colori confluiscono.

Nulla è dove il tutto si fonde.

Qui è il Regno in cui le anime dei vivi, dopo tanta pena, riposano.

 

 

 

Lo hanno condotto in tante, cantando una muta nenia di perdita e trionfo. Lo hanno adagiato nel blu e gli hanno chiesto di tingerlo di rosso. Lui le ha guardate, senza capire, per uno sprazzo di eternità che per noi non ha alcun senso – qui è il Sempre, qui è il Mai: il nostro è un tempo che non esiste.

I primi bagliori hanno illuminato un volto che non ha più ragione di essere ma che è, poiché neppure la Morte ha avuto il cuore di disperdere i tratti di Colui che Danza con il Fuoco, di affidarli all’oblio, alla metamorfosi, alla rinascita.

Hanno illuminato i suoi occhi.

Quelle che lo portavano hanno riso, quelle che lo conoscevano hanno sussurrato il suo nome, quelle che non attendevano il suo arrivo hanno sfiorato il punto in cui il cuore aveva cessato di battere. Sorprese, felici. Il fuoco ci è così lontano, così paurosamente lontano. Anche noi abbiamo paura di ciò che non conosciamo e non comprendiamo.

Non dalle carni che si è lasciato alle spalle, né dai suoi occhi pure così vivi il diverso ci ha colpite. Colui che Danza con il Fuoco non sa, non ha mai saputo, ma è la sua anima stessa a governare vita e morte: poiché ci ha tanto temute e tanto bramate, poiché ci ha invocate e ci ha sfuggite, così la fiamma – genesi che muore – piegandosi a lui lo ha reso degno del nostro rispetto e timore. Mute e ridenti lo abbiamo osservato e accolto.

Per la prima volta il blu si è tinto di rosso, e in quell’istante di eternità gli occhi di lui si sono posati nei miei.

 

 

« Che cosa siete? »

« Siamo chi siamo. »

« E io, cosa sono? »

« Sei ciò che sei. »

 

 

Molte sono le voci dei mortali, e molte sono anche le storie che parlano di noi. La paura porta all’esigenza della comprensione. Chi siamo? Da dove veniamo? Perché esistiamo? Dicono che, ogni volta che un innocente le va incontro, la Morte si arricchisce di una Figlia. Dicono che è quella la ragione che li induce poi a seguirci. Ci chiamano nostalgia. E forse è l’illusione di un ricordo, ciò che Colui che Danza con il Fuoco insegue nei miei occhi.

Sediamo insieme al fiume, ove il suo volto bianco e privo di segno alcuno si riflette nei sogni di chi ha lasciato a ricordarlo. Anche questo blu, sotto le sue dita, può diventare rosso: lascia danzare la fiamma per me, perché sa che l’amo e l’odio, come lui ama e odia il fiume le cui immagini non riesce mai a distinguere.

Altrove lo faceva per delle donne, per delle bambine, per un giovane dalla pelle scura come la terra. Non può ricordarsene e se ne strugge. E si strugge del non potermi toccare, del non potermi sentire, del bianco che gli lascio addosso ogni volta che tento vanamente di lasciare che le nostre due essenze si sfiorino.

Non potrei mai dirglielo, non dovrei. Ma in fondo cos’è la paura se non desiderio di conoscere? Cos’è il confine, se non ha ragione di essere oltrepassato? Non è forse vero che le braci non aspettano che un soffio per divampare ancora?

Quale dogma presuppone che la Morte non possa amare la Vita?

In silenzio, lascia danzare la fiamma per me, perché è l’unico modo che abbiamo di toccarci.

 

 

« Perché sono qui? »

« Ci hai scelto. »

« Che posto è questo? »

« Il tuo, ora. »

 

 

Verrà qualcuno che lo porterà via.

Verrà qualcuno che parlerà con voce di musica alla nostra Signora, verrà qualcuno che varcherà ancor più fermamente la linea. I mondi si toccheranno e il ciclo si romperà, e sarà giusto così.

Sarà triste lasciarlo andare.

Nella nostra eternità canteremo ancora il suo nome, quello che gli abbiamo tolto, quello che qualcuno gli restituirà. Nessuno mai potrà di nuovo restare tra noi. Nessuno mai ci mostrerà come l’essere e il non-essere possono stare insieme, colorando di rosso il blu e annullando finanche il bianco. Nessuno dopo Dita di Polvere, Colui che Danza con il Fuoco, colui che è morto per la Vita e che ha vissuto in casa della Morte.

A cantare più forte sarà la mia voce senza suono; poiché lui mi ha guardata, e io vorrei piangere, e per sempre me ne stupirò.

Verrà anche per noi, forse, un tempo.

 

 

 

Nulla è dove il tutto si fonde.

Bianco è dove tutti i colori confluiscono.

Qui è il luogo ove le dame bianche, impotenti, sognano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

... Diciamo che favoleggiavo su una Dita di Polvere/Dama bianca da molto, molto tempo.

Cionondimeno, non ho la minima idea di cosa abbia scritto.

Siate clementi, perché non la capisco nemmeno io. Ho seguito le parole dove mi hanno portata – non me la sono sentita di fare altrimenti. In qualche modo, l’atmosfera lo giustificava.

Adoro il nonsense

Aya ~

   
 
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