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Autore: MirianaCastello_    25/02/2012    0 recensioni
Questa storia racconta di due ragazzi e due ragazze delusi dall'amore, e vanno alla ricerca dell'amore vero e si accorgeranno presto di averlo sempre avuto davanti gli occhi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi sveglia alle 7 del mattino pronta per intraprendere un nuovo anno della mia vita, in una nuova scuola, con nuovi compagni e nuovi professori. Mio padre e mia madre mi accompagnarono davanti a questo edificio molto grande, con una scalinata che portava a delle porte di vetro, dietro esse si vedevano dei tabelloni in una stanza, che a parere mio, poteva essere l'atrio. Iniziarono a chiamare tutte le classi in ordine scientifico, linguistico e classico, io ero nel secondo gruppo con altre due mie amiche, che avevo perso durante la folla di ragazzi pronti per iniziare un nuovo anno scolastico. Quando le trovai iniziarono a chiamarci, iniziarono dallo scientifico e Eleonora e Matteo, altri due compagni delle mie medie scomparirono con la loro classe e poi toccò a noi, quando chiamarono il mio nome mi accorsi di una ragazza davanti a me, aveva i capelli scuri e mossi, gli occhiali neri e gli occhi azzurri dai quali si riusciva a scorgere tristezza e solitudine; mentre mi accorgevo di lei mi accorsi che chiamarono anche le mie migliori amiche Ilenia e Clara le quali mi sorrisero -Avevo paura di cadere!- Clara sorrise e Ilenia mi rispose -pensa che figura!- io scoppiai a ridere -Già il primo giorno di scuola dovete farvi riconoscere?- aggiunse Clara sorridendo e noi scoppiammo a ridere. Finito l'appello, al quale erano tutti presenti, ci incamminammo verso la classe e seguivano commenti del tipo -Clara domani te la ricordi tu la classe vero?- e lei rispondeva ridendo, quella scuola era un labirinto, molto probabilmente i primi giorni ci saremmo perse, osservando la strada mi accorsi della ragazza di prima che era con altre due ragazze, sembrava più felice di prima, non me ne preoccupai. Arrivati in classe ci sistemammo in ordine sparso io, Clara e Ilenia vicine, Ilenia aveva vicino un altro ragazzo di nome Federico, con il quale strinse subito amicizia iniziarono facendo l'appello e scoprì il nome di quella ragazza che continuavo a fissare da quando eravamo entrati, era Caroline poi seguendo con lo sguardo mi accorsi anche di un ragazzo, di nome Marco molto alto, con i capelli castani e gli occhi marroni come il cioccolato, mi colpì di lui il suo sorriso che era solare come una giornata d'estate, magnifico. La giornata passò in fretta e io continuai ad osservare Caroline e Marco, erano strani per me, perché di loro non capivo niente erano come un vicolo buio non mi facevano vedere niente di loro, solo quello che volevano e quindi non lì capivo, quando io capivo sempre tutti, infatti in quella classe non c'era nessuno che poteva piacermi togliendo poche persone. Il pomeriggio parlai con Ilenia e Clara, ero strana e loro lo sapevano, le avevo avvertite; a me i cambiamenti non piacevano e non mi portavano mai nulla di buono quindi mi ritrovai estraniata da tutto e tutti, anche da loro che subito non capirono il mio comportamento, io ho bisogno di sicurezza e loro non me la stavano dando, però perlomeno non ero sola. Il secondo giorno di scuola andò malissimo, non riuscivo a parlare, non volevo parlare mi ritrovai sola nel giro di due giorni, ci stavamo allontanando, lo sentivo; ci diedero un compito di trovare una frase che ci rappresentava io scelsi una frase di Fabio Volo, uno dei miei scrittori preferiti 'la felicità non è fare ciò che vuoi, ma volere ciò che fai' essa mi fece pensare molto sulla nostra amicizia, perché io facevo ciò che volevo ma non ero felice e non so se volevo fare ciò che facevo, si sono molto strana e a volte mi dico che penso troppo, però penso che bisogna pensare alle scelte da intraprendere e questa mi sarebbe costata cara, perché io tenevo a loro più di quanto loro tenessero a me, però se io le avessi lasciate andare, avessi mollato la presa sulla nostra amicizia, loro avrebbero fatto lo stesso? Oppure si sarebbero riavvicinate a me, cercando di non perdermi? Pensai per tre giorni a questo e infine trovai la risposta.
  
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