Le mani sono mani, si sa. Come gli occhi sono occhi e le labbra sono labbra.
Ma le tue, oh, le tue mani sono radici giovani e vive. Sono sentieri per l’ infinito, strade ricolme di ciottoli candidi. Sono scie color latte lasciate da aerei senza meta. Sono rivoli d’ acqua sull’ asfalto quando piove e non vuole smettere. E sono amore le tue mani, perché mi tengono allacciato alla vita e mi fanno scoppiare il cuore.
E ora che ci penso, i tuoi occhi non sono occhi, sono finestre regali che si aprono su Paradiso e Inferno. Sono pietre cerulee talmente belle, che a volte mi chiedo come tu le abbia prese.
E le tue labbra… dannazione, le tue labbra non sono labbra! Sono i germogli che sbucano con prepotenza dalla terra. Sono le deliziose curve che fa il legno quando lo si leviga. Sono la schiuma sul cappuccino che bevo la mattina.
Io lo so che non ho sempre ragione, anzi quasi mai, perché tra i due sono sempre quello con meno intuito. Ma adesso, in questo istante in cui mi sfiori, sono certo che le tue mani non siano solo mani; o solo radici, o sentieri, o scie di aerei, o rivoli d’ acqua.
Le tue mani, ora, sono mie.
Anche se l'ho classificata come flashfic non so cosa sia.
Cioè, ancora non ha senso per me. Ma ho voluto pubblicarla lo stesso, tanto per :)
Dovrebbe essere raccontata dal punto di vista di John nella puntata di Reichenbach quando si prendono le mani, perchè è così che l'ho pensata; ma credo che possa essere interpretata in infiniti modi, quindi... feel free :)
Jude.