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Autore: taemotional    25/02/2012    1 recensioni
[JunKi] [NakaNishi] [Seguito di BLOSSOM II]
“Junno, guarda...”
“Cosa?”
“La scia di quell’aereo.”
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jin, Junnosuke, Koki, Yuichi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Commento: mi chiedo chi siano tutte quelle visualizzazioni xD fatevi avanti voglio sapere chi è che leggeeeeeeeeeee!! ahah grazie comunque xD
Passando alla ficci... eccoci all'ultima blossom =.= madò è davvero infinita x°D questa prima parte ha il punto di vista di koki ed è scritta un po' strana ^o^ ma mi sono divertita a scrivere così! spero vi piaccia! la seconda parte invece sarà scritta "normalmente" in terza persona xD Buona lettura! <3

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<< Nel cielo blu, il percorso di un aereo disegnò una linea bianca.
Non può essere cancellata, e non può cambiare rotta. E’ triste e doloroso. >>

 
“Junno, guarda...”
“Cosa?”
“La scia di quell’aereo.”
 

**

Esco dalla prigione e, fuori, ad accogliermi, c’è il sole.
Avevo dimenticato cosa fosse quella sensazione, sebbene avessi tentato più volte di ricordarla. Eppure... c’era stato un periodo, lontano, in cui un calore simile aveva bruciato la mia pelle.
Junno, cosa stai facendo ora? A chi stai pensando? Ho letto il tuo diario, continuo a tenerlo nel taschino interno della giacca, vicino al mio cuore. Ma non è caldo.
Ti sei dimenticato di me?
 
Vago per questa città sconosciuta senza meta. Sono passati parecchi giorni da quando sono uscito di prigione. Appena fuori, un senso di smarrimento mi aveva preso il petto. Dov’erano quelle mura che delimitavano la mia vista? Il cielo, così vasto, mi aveva fatto girare la testa.
Eppure ora sono qui. Lentamente, ho ricostruito un me stesso in questa società, in queste convenzioni. Ma è inutile... è assurdo, se non posso vederti.
Alzo lo sguardo verso il sole. Forse in questo momento anche tu stai guardando nella mia stessa direzione... il sole è uno solo.
 
Sono a lavoro, in un piccolo ufficio polveroso.
In qualche modo, mi ricorda la mia vecchia cella. Mi ricorda la prigione. Perché nessuno qui si rivolge a me. Sono di nuovo solo, in questo brulicare incessante di voci. Fuori e dentro la mia testa.
Avete paura di me? Non vi faccio nulla, non vi preoccupate.
Me ne sto davanti alla scrivania, come un automa. Quale sarà il mio futuro? Lo schermo va automaticamente in stand-by e in quel nero riesco a specchiarmi, scorgendo il volto di uno sconosciuto.
 
Devo tagliarmi i capelli.
Esco dall’ufficio e salgo le scale esterne d’emergenza, fino al tetto.
Una volta arrivato in cima mi lascio cadere in un angolo, con la schiena premuta sulla rete che delimita il tetto.
Passo le dita tra i capelli e alzo lo sguardo verso l’alto. Il sole è sempre là.
Sbuffo, continuando a pensare che la rete sia troppo alta, che sarebbe troppo faticoso arrampicarsi. E lasciarsi cadere.
Se fosse per me, non mi alzerei nemmeno la mattina, se è questa la realtà che mi aspetta.
Mi distendo sulla schiena sfilando la camicia. Era soffocante. Ma da quando odio i vestiti stretti? Da quant’è che preferisco l’aria aperta?
 
Chiudo gli occhi. Il pavimento non è più così gelido come quando mi sono disteso, e il sole inizia a scottare sul petto.
Non vorrei che qualcuno dell’ufficio mi vedesse così. Dovrei tornare a lavorare.
Ma si sta così bene ora, con gli occhi chiusi e le membra rilassate. Non è nemmeno buio, il sole riesce a penetrare le mie palpebre... potrei anche lasciarmi morire ora.
 
Qualcosa vibra e mi riscuoto improvvisamente. Prendo il cellulare e lo porto all’orecchio:
“Pronto...?”
-Ah! Koki! Sono Akanishi, ti ricordi?-
Una quantità infinita di ricordi, immagini, parole, sensazioni, inizia ad esplodermi nel cervello. Tremo.
“Uhn...”
-Scusa se ti disturbo, non sai quanto ci ho messo a contattarti!-
“Già...”
-Volevo dirti... Junnosuke esce di prigione domani. Pensavo che tu volessi saperlo.-
“Ah...” ma le parole mi muoiono in bocca. Spalanco gli occhi e il sole mi acceca.
La vita è tornata? Sento finalmente i battiti del mio cuore.
Mi alzo di scatto e mi aggrappo alla rete per non cadere, la testa gira vorticosamente.
“Ah... Akanishi, come posso vederlo?”
-Dimmi dove sei.-
 
Corro a casa. Il mio superiore si era stupito del mio comportamento quasi ‘vivo’ nel momento in cui gli ho chiesto di prendermi un giorno di ferie, ma io non potevo farci nulla. Ora corro.
Arrivo nel mio misero appartamento con il fiatone. Mi guardo allo specchio dell’entrata. Sono io? Sono di nuovo io?
Mi fiondo in bagno e prendo le forbici, questi capelli vanno tagliati.
La persona che mi sorride nello specchio sono io.
Sono finalmente io.
 
Aspetto.
Sono in cima al tetto di quell’edificio, e aspetto.
La mia schiena poggiata sulla rete è completamente esposta al sole e rischio di prendermi un’insolazione, avrei dovuto indossare un cappello. La canottiera mi lascerà sicuramente il segno, forse dovrei toglierla.
Da quanto tempo sono qui? Non lo so... non ricordo nemmeno a che ora Akanishi mi aveva detto che Junno sarebbe venuto.
Forse sono in anticipo? In ritardo?
Inizio ad avere sonno, questa notte non ho dormito affatto.
Mi siedo, poggiando la fonte sulle ginocchia. Dopotutto chi mi assicura che sarebbe venuto?
 
Percepisco con l’udito il suono di passi.
Dovrei alzare il viso? E se non fosse lui? Ah... è sicuramente il mio superiore che mi scopre qua in cima. Sarebbe la prima volta che accadrebbe una cosa simile, ma prima o poi doveva succedere.
Quel suono si fa più vicino, poi cessa. Stringo forte gli occhi, sono pronto per essere licenziato.
 
“Koki...”
Qualcuno mi chiama, ma non è la voce del capo. Alzo lentamente il viso, sto sognando?
“Junno...”
I miei sogni possono prendere forma tangibile? Lui è accucciato di fronte a me e sorride. Quante volte ho sognato questo momento...
“Akanishi mi aveva detto che ti avrei trovato qui.”
Annuisco debolmente. Che mi prende? Non riesco a muovermi. Vorrei allungare un braccio e toccarlo, verificare la sua esistenza, ma il mio corpo non risponde. Ho paura... e se per lui è cambiato tutto? Un anno è lungo.
“Sei cresciuto...” riesco a dire, la bocca è impastata.
Lui molleggia un po’ sulle gambe poi si siede accanto a me. Spalla a spalla, sento la sua presenza, sei vero?
 
Poggia la nuca sulla rete che ondeggia un po’.
“Junno, guarda...”
“Cosa?”
“La scia di quell’aereo.”
Quella stessa riga bianca che squarciava il cielo in Francia il giorno in cui entrai in prigione. La traiettoria di un aereo non si può cambiare.
Quella scia, dove mi aveva portato? Posso dire... verso la felicità?
 
Junno si muove al mio fianco e mi circonda improvvisamente il collo con le braccia. Il viso premuto sul mio petto, avverto l’odore dei suoi capelli. Resto un secondo sorpreso, posso toccarti?
“Non è cambiato nulla, vero?” lo sento dire. E singhiozza. Stai piangendo? Da quanto stai piangendo?
Lo stringo a me e scendo a baciargli i capelli. Sei sempre il mio bambino.
Lui alza il viso arrossato e sale, sfiorando il naso sulla mia canottiera -ora un po’ umida- fino ad arrivare al mio collo.
Stringe la base dei miei capelli. Ti sei accorto? Che li ho tagliati per te, per cercare di tornare a quel ‘me’ che hai visto l’ultima volta?
 
Mi bacia le labbra. Sanno di sale. Il sale delle tue lacrime.
Scusa se ti ho fatto piangere, sono il peggiore di tutti. Non mi sono preso cura di te come dovevo. Te l’avevo promesso...
“Farò di tutto per tornare da te” e non ci sono riuscito...
Premo le dita sulla tua schiena ora così ampia e tu spingi il tuo corpo ancora di più contro il mio, ti siedi su di me. La mia testa si conficca nella rete.
 
Fisso i tuoi occhi, che si specchiano nei miei. Sospiro sul tuo viso, che non si vuole allontanare dal mio.
“Junno...”
“Nh...?”
“Possibile che siano aumentati...?”
Mi guarda interrogativo.
“...i miei sentimenti per te.”
Sorride. E torna a baciarmi. Chiudo gli occhi e mi perdo nella sua bocca.
“Non hai... mantenuto... la promessa” sussurra sulla mia pelle. Il mio cuore si stringe, non mi perdoni?
“Perché...” continua con il sorriso “...avevi promesso che avremmo fatto il bagno insieme.”
Rimango sorpreso, e lui ride. Come il sole.
“Hai fretta?” dico sorridendo “ora abbiamo tutto il tempo di questo mondo.”
 
<< Quindi non mollare, I tuoi giorni di ieri sono finiti.
Ora, per la seconda volta, continuiamo ad avanzare lungo la stessa strada. >>


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Commento: Breve ma intensa no? xD Vi aspetto alla seconda parte che sarà Nakanishi!! <3

   
 
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