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Autore: dont_Forget    26/02/2012    0 recensioni
i miei personaggi preferiti, uniti dalla passione :D adorabili!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Arrivando al distretto, Raid e Morgan stettero ben attenti a non entrare nello stesso momento. Morgan si fermò alle macchinette dell’ingresso e prese il suo solito caffè, Raid invece andò dritto verso la sua scrivania e poggiò la borsa sulla sedia. Emily era già al suo posto e quando lo vide entrare gli rivolse un sorriso. Raid si diresse con disinvoltura verso la scrivania di JJ, per aspettare gli altri. 
 
“ciao JJ! Come stai oggi? Il piccolo sta bene?” le chiese con un sorriso. In quel momento entrarono Morgan e Hotch, che gli indicò la sala riunioni. “sta bene, grazie!” rispose JJ con un sorriso mentre si avviavano verso la sala.
Raid prese il suo solito posto e bevve dal bicchiere di caffè che Penelope gli aveva offerto, sedendosi poi affianco a lui. “ci hanno chiamato dalla California, una ragazza è stata picchiata e violentata e in seguito abbandonata in un vicolo. Kate Beckett, 25 anni, studiava all’università dello stato. Tornava da una festa quando l’hanno attaccata. il suo cadavere è stato trovato sta mattina vicino a un cassonetto nel centro di Los Angeles. Nessuna traccia dell’aggressore, solo un biglietto nella mano della vittima. Probabilmente lo stava recapitando quando è stata colta di sorpresa. C’era scritto “non domani”. Dichiarò Hotch, determinato. 
 
“Va bene. Qual è la nostra pista?” chiese Emily dal lato opposto della sala. “sul cellulare è stato trovato un messaggio da un certo Richard Castle. le dava appuntamento per ieri sera all’ “Interstate 60”, un locale a pochi isolati da dove è stato trovato il cadavere. Nella borsetta della vittima c’era un invito per una festa che si sarebbe tenuta li, quindi probabilmente c’era una lista dei partecipanti. Penelope, controlla se era una festa pubblica o privata, rintraccia la lista degli invitati e fai una ricerca incrociata con i compagni di università di Kate, chiamami se trovi qualcosa.” Disse Aaron. “consideralo già fatto!” esclamò Garcia, e il rumore dei suoi tacchi sul pavimento si affievolirono fino a sparire del tutto. “qualche indizio sul corpo che ci possa aiutare a identificare l’SI?” chiese JJ con aria preoccupata.
“l’SI e un uomo, probabilmente qualcuno di cui la vittima si fidava ciecamente. Ho parlato con i suoi genitori, era una ragazza perbene. Non si sarebbe mai allontanata con uno sconosciuto. Probabilmente si tratta di qualcuno che avrebbe dovuto incontrare alla festa.” La voce di Hotch rimbombò nella stanza delle riunioni, amplificata da un silenzio in cui tutti riflettevano. “aveva una relazione? Viveva da sola o era sposata?” chiese Raid dopo qualche secondo. “ha un fidanzato, Noah Puckerman, 32 anni, vive a New York. Si è trasferito lì per lavoro dopo 2 anni di convivenza con Kate a Los Angeles, nella casa in cui lei abita tuttora. Nonostante lui sia lontano la loro relazione non si è rotta, si vedono due volte al mese, di solito va a trovarla lui. Non è partita con lui per finire l’università, una volta i genitori di lei li hanno sentiti discutere perché voleva andare insieme a lui… Noah è stato operato ai reni 3 anni fa, ha avuto un’infiammazione piuttosto grave… non può avere rapporti sessuali.” Morgan si voltò inquieto dall’altro lato della sala, dando le spalle alla squadra, e questo sarebbe passato inosservato se nello stesso istante Raid non avesse sputato sul tavolo il caffè che aveva appena sorseggiato.
“tutto bene?” chiese Hotch guardando con espressione inquisitoria i due e passando un fazzoletto a Spencer. Morgan si voltò di nuovo e lanciò un’occhiata fulminante a Emily che ridacchiava maliziosa mentre aiutava Raid ad asciugare il tavolo. “si, sto…sto bene, mi è solo…andato di traverso il caffè…è tutto apposto adesso.” Rispose timido Spencer. “va bene. Adesso a lavoro.” Dsse Hotch con tono severo, rivolgendosi all’intera squadra. Raid annuì, in risposta alla domanda silenziosa che JJ gli aveva posto con uno sguardo, per poi uscire lasciando Emily ad aiutarlo a pulire. “allora…mi vorreste dire che cosa state combinando voi due?!” chiese la Prentiss ancora sorridendo con malizia. “smettila di farci il profilo, Emily…” disse Morgan a denti stretti, aspettando che uscisse per parlare con Raid. “sappiate che in ogni caso lo scoprirò, e son sicura di essere sulla buona strada!” rispose perentoria Emily, fece l’occhiolino a Raid e finalmente uscì lasciandoli soli. “Spencer…ci scopriranno…” disse Morgan poco dopo che la porta fu chiusa. 
“no, non lo faranno…non c’è niente per loro fino a quando non lo diciamo noi.” Raid si alzò piano e buttò nel cestino i fazzoletti imbevuti di caffè. “tesoro…vieni qui.” Disse Morgan sospirando, si avvicinò a Spencer e sollevò il suo esile mento con due dita. “perché non glielo vuoi dire? È come se lo sapessero già insomma…lavorano anche loro alla BAU, sanno capire certe cose! E poi hai visto Emily…lo sa già! È solo che ci rispetta troppo per dircelo! È una farsa, è stata la prima a scoprirci…avanti…l’hai visto anche tu come ci ha guardato JJ! Non serve a nulla continuare a fingere…” continuò Derek, sorridendo. Raid non si mosse. Ammutolito dalla voce di Morgan, continuò a fissare quegli occhi di cioccolato fondente e si abbandonò sul suo petto caldo, posando l’orecchio sul suo cuore. 
“se lo sanno già tutti che bisogno abbiamo di dirglielo?” chiese Spencer con voce da bambino. Si dondolava tra le braccia di Morgan e pensava che avrebbe davvero voluto dire agli altri di loro due, ma non trovava davvero le parole. Nel frattempo Hotch sbirciava dalla tapparella sollevata, che dava sulla sala comune. Quando Morgan girò casualmente il viso mentre ancora stringeva Raid, vide la faccia di Hotch affacciata nella sala riunioni. “credo che lo sappia anche Hotch…” disse piano, consapevole del fatto che probabilmente Aaron stesso aveva sentito le sue parole. “da cosa lo deduci?” chiese Spencer girando anche lui la faccia verso l’ingresso. Appena vide Hotch sgranò gli occhi e si allontanò con uno scatto dall’abbraccio di Morgan. Hotch sorrise scuotendo la testa e tornò nella sala comune con passo determinato. “hai visto? Lo sa anche lui ormai, non hai più scuse, Orsacchiotto…” disse Derek sorridendo maliziosamente, e tirò Spencer per il passante della cinta, avvicinandolo di nuovo a se. “non mi chiamare Orsacchiot…” provò a dire Raid, ma fu zittito dal bacio intenso e sensuale e dallo stato di semicoscienza in cui Morgan lo trascinò, e si sciolse ancora una volta tra le sue braccia muscolose.
  
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