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Autore: methadope    26/02/2012    4 recensioni
Editto numero 2120.
Tutte le bambine nate lo stesso anno, o il seguente, del futuro erede al trono di stirpe Armstrong devono essere portate immediatemnte alla Reggenza della propria città. Ogni tentativo di fuga verrà punitò con un processo davanti la Corte Suprema dei Consiglieri, e verrà condannato a morte. Chiunque tenti di nascondere la propria bambina verrà rinchiuso a vita nella torre maggione della prigione centrale. Ogni bambina deve essere fornita di una carta di riconoscimento, e certificato di nascita. I genitori non dovranno avere nessuna interazione con le figlie, nel momento in cui varcano la soglia della Reggenza diventano figlie del Re.

Nell'anno 2400 il mondo non è più quello che conosciamo, dopo un ennesima guerra tutti i paesi sono stati unificati in un unico continente sotto la stessa corona, la linea di sangue Armstrong. Sole nasce lo stesso anno dell'erede al trono, e come lei molte altre ragazze, tutte possibili regine. Ma chi riuscirà ad arrivare tra le cinquanta finaliste? Chi supererà le svariate sfide? Ma soprattutto chi vincerà veramente, alla fine?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Editto numero 2120
Tutte le bambine nate lo stesso anno, o il seguente, del futuro erede al trono
di stirpe Armstrong devono essere portate immediatemnte alla Reggenza della
propria città. Ogni tentativo di fuga verrà punitò con un processo davanti la
Corte Suprema dei Consiglieri, e verrà condannato a morte. Chiunque tenti di
 nascondere la propria bambina verrà rinchiuso a vita nella torre maggione della
 prigione centrale. Ogni bambina deve essere fornita di una carta di riconoscimento,
e certificato di nascita. I genitori non dovranno avere nessuna interazione con le figlie,
nel momento in cui varcano la soglia della Reggenza diventano figlie del Re.

Successe tutto molto velocemente.
Trentadue minuti perchè finisse
un mondo e ne iniziasse un altro.
-Justin Cronin.

Il mondo era cambiato, irremidabilmente cambiato. Dopo un'altra devastante guerra tutti i paesi erano stati unificati in un unico continente, governato da un sovrano della stirpe di sangue Armstrong, unificando la religione, la lingua e la cultura.
Si tornò a far uso di una monarchia assoluta, dove ai ricchi erano concessi svariati privileggi, mentre al resto della popolazione nulla, vennerò applicati dei cambiamenti in modo che tutti potessero avere un lavoro, se lo desideravano.
L'intera popolazione sembrava felice di questa novità, ma ovviamente, nei sobborghi di ogni città c'erano i gruppi denominati Villain, che passavano giornate intere ad ideare piani per far cadere la monarchia e riportare la democrazia.
Tutta la popolazione era divisa in Stati, ognuno di essi con un nome che specificasse il servizio che rendevano alla famiglia reale.
Non era possibile migliorare la situazione sociale ed economica di ogni Stato, perchè anche chi nasceva povero poteva crescere economicamente e socialmente.
Una parte fondamentale, in questo presente futuristico, l'avevano le ragazze della stessa età dell'erede al trono, ogni principe, o re, che si rispetti accanto a se deve avevre una forte figura femminile, in grado di procreare, e in caso di morte del Re, di poter prendere il controllo del regno.
Quindi la ragazza in questione doveva essere brava a maneggiare armi da taglio e da fuoco, e doveva conoscere le buone maniere, mettendole correttamente in atto.
Tutte le bambine nate lo stesso anno del principe venivano portate alla Reggenza cittadina dove, in seguito, venivano trasferite in un grande palazzo dove avrebbero vissuto fino all'età di 20 anni, anno in cui il l'erede avrebbe regnato.
Lì le bambine venivano istruite, le si faceva scrivere e leggere, e ogni anno i consiglieri del Re scartavano le meno adatte, molto importante era anche l'aspetto fisico, perchè oltre ad avere una grande intelligenza dovevano essere belle, ma non una bellezza qualunque, dovevano essere una rarità.
Un anno prima dell'incoronazione i Consiglieri avrebbero scelto le 50 prescelte che si sarebbero sfidate in una serie di sfide per decretare la vincitrice.
Quando le bambine varcavano la soglia della Reggenza, i genitori perdevano qualunque diritto nei loro confronti, anche dopo essere state scartate non potranno avere interazioni di nessun tipo. Siamo nel 2400 e questa è Hope Plaza.

Evolvere è una cosa complicata. Non puoi cambiare senza
cambiare il mondo intorno a te, e non tutti riuscirebbero
a vedere la tua trasformazione come la vedi tu. Quindi, a
cominciare da oggi il passato è solo un prologo.
Tutto comincia da qui.


Nacque in casa, grazie a suo padre che di professione faceva il medico, con un metodo poco convenzionale e sua madre soffrì parecchio, ma non volevano perdere la loro bambina.
Già dal primo attimo di vita videro che era speciale, era una bellissima bambina, anche così sporca di sangue, e la giovane Mary non riuscì a trattenere le lacrime di gioia.
George le abbracciò entrambe e giurò di proteggerle entrambe promettendo loro un futuro roseo lontano da tutti.
Le valigie erano pronte, sarebbero partiti a breve, il tempo di controllare le condizioni fisiche della bambina.
«George, come la chiameremo?» chiese Mary, mentre metteva le ultime cose in valigia.
«Vorrei darle un nome unico, e speciale. Qualcosa che le faccia capire quanto sia meravigliosa.»
«Vediamo...» Mary si fermò a riflettere. Quella bambina era il loro miracolo, la luce nella loro notte buia, il loro sole di Mezzanotte. Spalancò gli occhi sorpresa e chiamò il marito a gran voce «Ho trovato, so come chiamarla!» esclamò entusiasta quando arrivò il marito.
«Sentiamo, che nome ti piacerebbe darle?» George sorrise vedendo Mary così felice.
«Sole.» disse in un sussurro «lei è il nostro sole. Ha iniziato ad illuminarci le giornate fin da subito, lei è la nostra piccola Sole.» continuò con tenerezza. George la strinse in un abbraccio tenero, e le baciò la tempia dolcemente «Lei è il mio Sole, e tu la mia Luna. Mi illuminate entrambe la giornata.»
Mary gli strinse le braccia al collo, e gli passo le mani fra i capelli avvicinandolo alle sue labbra, desiderava poterlo baciare da troppo tempo.
Gorge non si fece pregare, eliminò la distanza fra le loro labbra e la strinse a se facendo attenzione a non farle male, ogni volta che si baciavano era come se il mondo intero sparisse, c'erano solo loro due. Le mani di George vagarono sul corpo di Mary, mentre lasciava una scia di baci roventi sul suo collo.
«George, non possiamo, dobbiamo andar via.» sussurrò senza convinzione.
«Mmm abbiamo ancora tempo. Voglio passare del tempo con te, ora.» Mary sorrise e poggiò la testa sul suo petto circondandogli la vita con le braccia sottili.
La stanza buia venne illuminata da una strana luce buia, i due si voltaroso spaventati verso la fonte luminosa, scoprendo con orrore che non avevano assolutamento tempo.
L'editto 2120 era comparso sulla parete, si sarebbe attivato al momento della nascita, ma loro non avevano detto a nessuno del parto.
«Come...fanno a saperlo?» Mary era spaventata, corse nella stanza accanto e prese Sole tra le braccia stringendola.
«Non lo so, non lo so! L'abbiamo fatta nascere a casa in modo che nessuno lo sapesse, in modo da non farle inserire il rilevatore.» George era spaventato, corse nella stanza accanto e finì velocemente di fare le valigie.
Indossarono i cappotti, e dopo aver preso le chiavi della macchina uscirono di casa guardandosi intorno.
Sole era nascosta in un borsone lasciato aperto, in modo che potesse avere dell'ossigeno, e dormiva tranquillamente ignara di tutto. Salirono in macchina e George provò ad accenderla senza successo.
«Perchè non si accende, perchè?» domandò più a se stesso che a Mary. La donna aprì la portierà e iniziò ad allontanarsi a piedi.
«Mary, dove vai?!»
«Mentre tu cerchi di far funzionare la macchina io inizio ad andare a piedi, dobbiamo portare la bambina dove sarà protetta, lontana da questa stupida tradizione.» sussurrò con voce tremante. George non sapeva come rispondere, lei aveva ragione, Sole veniva prima della loro stessa vita.
«Fai attenzione Mary, ti prego!» c'era disperazione nella sua voce, aveva come la sensazione che non l'avrebbe più rivista. Allora perchè la stava lasciando andare?
«Ti amo, George, Lo farò per sempre.» le lacrime iniziarono a rigarle il volto, lui le si avvicinò e la strinse in un abbraccio disperato.
«Ti amo anch'io, Mary. Se dovessi tornare indietro sceglierei te. Sceglierei sempre.» Mary sciolse l'abbraccio e dopo un ultimo sorriso tirato sparì con la loro Sole nella notte.
Mary camminava a cuore leggero, sapeva che non si sarebbero più rivisti, aveva notato quegli uomini nascosti dietro i muri della loro abitazione, volevano solo una cosa e lei avrebbe fatto di tutto pur d'impedirglielo, anche sacrificare la sua vita.
Sapeva che quella era l'ultima volta che poteva vedere le stelle, sorrise tra le lacrime.
Sole Donadio si meritava di poter vedere le stelle, voleva che fosse la prima cosa che i suoi piccoli occhietti vedessero, si fermò in mezzo alla strada desolata e la tirò fuori da quell'enorme borsone, svegliandola con un dolce bacio.
«Sole, piccola mia, la mamma ti farà vedere una cosa bellissima.» la fissò negli occhi chiari, e la vece voltare verso il cielo «Quelle sono le stelle, loro illuminano il sole notturno, ti fanno compagnia tutte le notti. Quando avrai bisogno di me, dovrai solo guardare il cielo, ed io sarò lì, a guardarti crescere. Diventerai una bellissima donna, io e tuo padre saremo fieri di te, mia piccola Sole.» sapeva che la bambina non poteva capire, ma voleva dirle qualcosa di significante, qualcosa che inconsciamente avrebbe ricordato per sempre.
Le diede un bacio e la rimise nel borsone, si accasciò a terra e si lasciò andare in un lago di sangue.
«Sole Donadio» lesse un uomo vestito di nero «come sono riusciti a evitare i controlli dell'ospedale?»
«Il padre è un medico, l'ha fatta nascere in casa.» rispose l'altro riponendo la pistola nella fondina.
«Forse non avremmo dovuto ucciderla, Micheal» mormorò dubbioso.
«Sarebbe morta comunque, sai cosa succede a chi tenta di fuggire, Lucas.»
«Lo so.» sussurrò distogliendo lo sguardo dalla donna.
«Portiamo questa bambina alla reggenza, dobbiamo ancora controllare venti famiglie.» prese in braccio la bambina, l'avvolse nella coperta e iniziò a camminare.
«Secondo te finirà mai questa barbarie?» chiese Lucas seguendolo.
«Non lo so, ma lo spero. Se mai dovessi avere una figlia non vorrei mai che facesse questa fine.»
«Potresti averla prima che nasca il prossimo erede.»
Micheal non rispose, mise semplicemente in moto la macchina partendo alla volta della Reggenza.
   
 
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