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Autore: Lily Inuzuka    26/02/2012    3 recensioni
La vernice verde -che, teoricamente, era destinata alle pareti- era totalmente sparsa a terra e loro, anche inutile dirlo, ne erano imbrattati dalla testa ai piedi; eppure, Tamaki, anche dipinto di verde, gli sembrava meraviglioso.
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Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Ohtori, Tamaki Suoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di lavori plebei e baci verde-vernice.

Autore: Lily Inuzuka

Titolo: "Di lavori plebei e baci verde-vernice."

Pairing: Kyoya Ootori\Tamaki Suou

Genere: romantico

Avvertimenti: shonen-ai

Introduzione: "La vernice verde -che, teoricamente, era destinata alle pareti- era totalmente sparsa a terra e loro, anche inutile dirlo, ne erano imbrattati dalla testa ai piedi; eppure, Tamaki, anche dipinto di verde, gli sembrava meraviglioso."

Note (facoltative): //

 

La vernice verde -che, teoricamente, era destinata alle pareti- era totalmente sparsa a terra e loro, anche inutile dirlo, ne erano imbrattati dalla testa ai piedi; eppure, Tamaki, anche dipinto di verde, gli sembrava meraviglioso.

Kyoya sapeva fin dall'inizio che, l'idea del "Visto che dobbiamo risparmiare, dipingiamola noi la sala!" di Tamaki, avrebbe potuto portare solamente ad una catastrofe, ma aveva accettato lo stesso, forse per pura taccagneria, o per la semplice, irrazionale ed illogica voglia di passare del tempo in più assieme al biondo.

Questo però, Kyoya non l'avrebbe mai ammesso.

Così era partito il piano "L'Host Club farà un lavoro plebeo: l'aula di musica n°3 verrà completamente ridipinta!", destinato, già dai primi quattro minuti, a terminare in un completo sfacelo: gli Hitachiin avevano subito dato avvio ad una cruentissima battaglia di vernice, diventando così dei gemelli a pois verdi; Honey si era arrampicato sulle spalle di Mori che lo aiutava amabilmente a dipingere dei coniglietti anche negli spazi più alti della sala; Haruhi, da ragazza razionale, aveva preferito restarsene a casa, svignandosela con la scusa del "devo fare le faccende domestiche".

Poi c'erano loro, Tamaki, mente malvagia che aveva ardito quel fottutissimo piano, e Kyoya, un poveraccio qualunque che si era lasciato convincere dalle parole "gratuito" e "attirerà clienti", i quali tentavano di pitturare ancora la prima parete -non era stato facile capire da dove andasse impugnato quel coso che i plebei chiamano "pennello"-.

Nonostante le evidenti difficoltà da loro incontrate, Tamaki ancora non demordeva, continuando a dipingere col sorriso stampato sul volto e, di tanto in tanto, rivolgendo occhiate fugaci al moro, perchè Kyoya se ne era accorto, nonostante rivolgesse spesso lo sguardo al cielo -imprecando mentalmente e pensando cose come "Ma chi me l'ha fatto fare?"-.

Anche se visibilmente seccato da quell'assurdo lavoro, il moro continuava a non demordere, forse per puro orgoglio, forse perchè non vedeva l'ora di vedere il sorriso raggiante di Tamaki mentre esclamava "Ce l'abbiamo fatta!".

Kyoya era sempre stato un abile calcolatore e, nonostante si fosse lasciato fregare facilmente, era riuscito comunque a trarre giovamento da quell'assurdo pomeriggio: era stato per qualche ora in più col suo fidanzato -seppure non nel modo in cui aveva sperato- ed aveva evitato di spendere soldi per un qualche pittore.

Intanto, gli Hitachiin continuavano a farsi la guerra ed Honey-senpai, naturalmente trasportato ed accudito dal suo Mori-senpai, era uscito di scena per fare il suo pisolino pomeridiano.

Era tutto tranquillo -per quanto possa esserla una sala con due "mucche a pois verdi" che si tirano la vernice e urlano- fino a quando gli Hitachiin non iniziarono a frignare perchè avevano terminato il secchio di colore a loro adibito.

Tamaki, cedendo alle lamentele annoiate, diede loro le chiavi del ripostiglio in cui erano custoditi i secchi e li incaricò di portarne due in sala;i due, quindi, andarono a prendere l'altra vernice, non senza qualche sbuffo, qualche "Il Lord scarica sempre a noi i lavori peggiori!" e qualche altra macchinazione ingegnosa su come dipingere di rosso l'orsacchiotto preferito di Tama, oppure su come rovesciare una tanica di inchiostro blu sul King.

Rimasti ormai soli, Kyoya si avventò sulle labbra del biondo che, sempre più preso dal bacio, continuava ad indietreggiare.

Pochi secondi dopo si ritrovarono entrambi totalmente verdi, Tamaki con lo stampo bianco delle mani del moro sul viso, a terra e col respiro leggermente irregolare.

Alle domande curiose ed insospettite dei gemelli, il povero Lord non potè far altro che rispondere con "Sono inciampato!" e liquidarli con un "Per oggi abbiamo finito!", mentre una losca figura sorrideva divertita, pensando che, nonostante tutto, pitturare quel pezzo di parete gli era piaciuto.

   
 
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