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Autore: Toristella_93    27/02/2012    2 recensioni
Esigevo qualche altro secondo, per memorizzare ogni singolo dettaglio valesse la pena di ricordare in quelli che erano stati i miei diciassette anni di vita.
Esigevo qualche attimo in più per focalizzare i suoi lineamenti efebici e le migliaia di sfumature che coloravano la sua carnagione, quando arrossiva.
Cazzo, perché era così difficile morire?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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He was so proud. And I was so proud of him.


 


 

Non riuscivo a respirare.

La cintura era così stretta, ruvida, rigida.

Portai due mani al collo, cercando di allentare quella specie di cappio, dimenandomi e provando ad acquistare qualche altro minuto.

Esigevo qualche altro secondo, per memorizzare ogni singolo dettaglio valesse la pena di ricordare in quelli che erano stati i miei diciotto anni di vita.

Esigevo qualche attimo in più, per focalizzare i suoi lineamenti efebici e le migliaia di sfumature che coloravano la sua carnagione, quando arrossiva.
 

Cazzo, perché era così difficile morire? 

Perché non riuscivo a rassegnarmi all'idea di aver definitivamente compiuto il mio destino? 

Perché stavo cercando di vivere, quando ero stato io stesso a desiderare di finire questa merda di supplizio che tutti chiamavano vita?

Perché il sorriso e gli occhi blu di quella fatina sberluccicosa mi saettavano davanti agli occhi, mentre l'ossigeno veniva progressivamente meno?

Perché lui?

Perché io?

Perché proprio gay?

Che senso aveva esser nato e continuare a vivere, con la consapevolezza di essere sbagliato?

 

Ed io mi sentivo sbagliato, sporco, malato.

 

Amavo un ragazzo con un tono di voce decisamente troppo squillante e con il gusto estetico di Lady Gaga ai Grammy's. 

Amavo il suo modo di camminare per i corridoi in quei pantaloni firmati e troppo stretti e amavo il fatto che sculettasse più di Kim Kardashian.

Lui era così fiero di sé.

Ed io ero così fiero di lui.

Lui non si sentiva sbagliato.

Lui non si sentiva diverso, si sentiva speciale.

Lui non si era arreso, come avevo fatto io, appendendosi nell'armadio di casa sua.

 

Mi mancava l'aria.

Avevo legato male la cintura.

Facendo quel genere di nodi, ci sono il 50% di possibilità che la morte sia indolore e rapida e che ti si spezzi l'osso del collo e il 50% di possibilità che si muoia per soffocamento.

Io, sfortunatamente o, beh, fortunatamente, ero rientrato nella seconda casistica.

 

E poi - mi ricordo - persi i sensi.

E l'ultima immagine che vidi, fu quella dei suoi occhi pieni di lacrime e immaginai che si potesse sentire in colpa per tutte quelle chiamate ignorate, per il rifiuto, per avermi chiamato Karofsky invece che Dave.

Io non ero Karofsky, il bullo, l'omofobo, il flagello che si divertiva a rovinare la vita agli altri.

Io ero Dave, il ragazzo gay, spaventato e insicuro.

E stavo morendo.

 

E pensai davvero di essere morto.

 

Quando mi svegliai in ospedale, mi guardai intorno e mi sentii un egoista: avevo fatto vivere a mio padre l'esperienza più devastante che un genitore possa vivere, avevo attirato l'attenzione come neanche la Berry sapeva fare e mi avevano addirittura dedicato le Regionali.

A me?

Avrei voluto solo che mi lasciassero sprofondare nell'anonimato, che mi facessero sentire una merda per quello che avevo fatto in passato e per aver compiuto un gesto così stupido e avventato, non che si mostrassero compassionevoli ed interessati a me.

Non meritavo tutto questo.

Io non l'avrei fatto per loro.

Non mi aspettavo amore, perché semplicemente non sapevo neanche io bene come donarlo e, nel mio universo fatto di pacche sulle spalle e insulti, ricevere senza dare era quanto di più improbabile e innaturale esistesse.

 

Ma ho capito da questa storia che c'è sempre qualcuno pronto ad ascoltarti - so che può sembrare una frase fatta ma è così - c'è sempre un'alternativa, una soluzione; che, per quanto la vita, a volte, possa far schifo puoi sempre provare a cambiarla e che se gli altri non ti accettano per quello che sei, forse, non ti amano poi così tanto.

 

Comunque, sono Dave Karofsky, sono gay.

Oh, e spero di trovarmi bene in questa scuola.



 

Si sistemò il colletto della giacca della Dalton, sorrise ai suoi compagni di classe e si asciugò le guance umide.

Una nuova vita.

Quella di Dave.



 


 L'angolo di Steph.

Okay, è la prima volta che scrivo mettendomi nei panni di David.
E' decisamente il mio personaggio preferito e, beh, credo che sia complesso, interessante e blablabla.
Non voglio diventare prolissa. Cioè, spero di non esserlo stata.
In caso, mi scuso D:
Sono appena uscita da scuola e ho buttato giù questa non meglio identificata cosa, ascoltando una canzone triste e guardando una gif della 3x14 ç_ç
Desidero tanto un Dave capace di raccontare la sua storia e di ammettere la propria omosessualità, quindi, sebbene sia un po' utopistica e affrettata come cosa, spero che in un futuro - più o meno remoto - succeda.
E boh, ho finito.

Buona giornata :3
Grazie per aver letto la mia storia.

  
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