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Autore: malice    27/02/2012    5 recensioni
piccole storie inventate sul momento o ricamante sopra ad immagini trovate in internet
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao, dopo tanti anni torno a scrivere, la cosa mi imbarazza un poco, speriamo che venga bene, quindi siate clementi ^^
Se trovate errori di italiano fatemelo sapere ^^
** = pensieri non detti
<<>> = discorsi
--
 
Il treno annunciò l'ultima fermata, quella di Venezia.
Mi piaceva girare in treno, anche se preferivo decisamente l'uso dell'auto, ma per andare da Feliciano nella sua città era impensabile l'auto per ovvie ragioni di urbanistica.
*che idiozia una città in cui non si può girare se non a piedi o in barca!*
Sciesi dal treno e mi diressi all'uscita della stazione; appena fuori il riflesso del sole sul canale di fronte mi accecò.
Ripresomi, mi guardai intorno per cercare quel buono a nulla di Feliciano, ma non lo vidi.
*Non è venuto a prendermi, eppure sapeva che sarei arrivato a quest'ora*
 
<< Mi scusi! >> una vocina dietro di me mi chiamò, ero fermo sulla porta e imbarazzato mi spostai.
<< AH, mi dispiace!... prego pass... >> appena mi girai per far passare la persona dietro di me mi apparve uno svolazzare di stoffa rossa che mi superò con leggerezza.
<< La ringrazio! >> in mezzo a tutta quella stoffa leggera, un volto sensuale e argenteo mi guardo per poi inclinarsi leggermente da un alto, facendo un leggero inchino. 
Pochi secondi dopo era già in fondo alle scale, dove una persona con un'enorme mantello nero e un volto bianchissimo l'accolse prendendole la mano e accompagnandola ad una gondola.
La cosa mi lasciò leggermente scosso, non ero riuscito a capire che cosa fosse, infatti mi ci vollero pochi minuti per capire che era una maschera, e altrettanti minuti per individuarne altre un pò sparse dentro e fuori la stazione.
*che belle, non le avevo notate! In fin dei conti, se non mi sbaglio questo week-end dovrebbe iniziare il carnevale*
Infatti l'invito di Feliciano era proprio per il carnevale.
Suo fratello e gli altri erano partiti il giorno prima, ma lui doveva lavorare, e se non fosse stato per quell'invito dimenticato sulla scrivania e trovato dal suo capo, ora non si troverebbe li vestito con un costume dell'ottocento tedesco che Gilbert gli aveva prontamente preparato sul letto prima di partire.
Sbuffai, ora davvero stanco, il viaggio da Berlino era stato davvero lungo, presi il telefono e chiamai Feliciano.
Un paio di squilli e la vocina squillante ben conosciuta rispose dall'altro capo
<< Pronto!? >>
<< Hello Feliciano, sono Ludwing! >>
<< Ciao Lud... >>
<< Ciao, sono qui davanti alla stazione, dove sei? >>
<< Non sono molto distante, tra un paio di minuti sono da te! >>
<< Ah.. ok, sono qui dall'ingresso! >>
<>
 
Feliciano chiuse la chiamata e io ricomincia a guardarmi in torno e stanco mi sedetti su un muretto poco più in là.
Le maschere che erano li presenti erano davvero belle e piene di particolari: ricami, pizzi, pietrine colorate.
Sinceramente persi la cognizione del tempo, ma un'ombra scura che mi sovrastò mi fece riprendere.
Alzai il volto per incrociare un una persona totalmente incappucciata che era ferma di fronte a me.
Quando la maschera si accorse che la stavo guardando, mi fece un leggero inchino aprendo il mantello con le mani per prendere i lati della gonna bianca abilmente lavorata con merletti e perle e ricamata in oro, così come il bustino dove vi era un ricamo che compresi poco, per poi porgermi un piccolo bigliettino bianco con scritto sopra "Seguimi".
Guardai la maschera un poco seccato, ma preso il bigliettino, la maschera si volse, facendo frusciare la stoffa sotto il mantello e avviandosi giù per le scale in direzione del canale.
<< Aspetta, io dovrei aspettare un'amico! >>
La maschera si girò di nuovo verso di me, allungò una mano guantata nella mia direzione e mi mostrò il dorso: su di esso era ricamato con maestria l'araldo di Venezia, il leone alato di s.Marco, per poi farmi accenno di seguirlo. 
Fatto ciò ricominciò la sua discesa.
La segui, e arrivati davanti al canale, una gondola si avvicinò e la maschera allungò la mano chiedendomi con i gesti di aiutarla a salire.
Anche il gondoliere, dopo aver assicurato l'imbarcazione, si sporse per prendere l'altra mano libera della maschera, per aiutarla a salire e farla sedere proprio di fronte a lui.
Dopo che fui salito anch'io e seduto di fronte ad essa e al gondoliere, egli si inchinò di fianco alla maschera.
<< Mia serenissima Venezia, dove devo condurla? >>
Guardai sbigottito la maschera incappucciata.
*Venezia!*
La maschera senza neanche scomporsi abbassò il cappuccio con lentezza ed eleganza, mostrando una maschera nera opaca in cui risaltavano una bocca color rosa e gli occhi color nocciola, da cui scendeva una scia sottilissima di oro a ricordare una lacrima.
<< A Palazzo Donà Tedesco alla Maddalena >> una voce giovanile e acuta, ma pur sempre maschile provenne da sotto la maschera, che riconobbi subito.
<< Fe..Feliciano! >> 
Ero senza parole... 
Feliciano si volse verso di me e anche se non potei vederlo, sono sicuro che sorrise, infatti gli occhi si assottigliarono come era sua abitudine.
Il gondoliere si alzò e incominciò a navigare, già sentivo il mal di mare attanagliarmi lo stomaco, non sono abituato a stare sull'acqua.
Appena voltati in un canale minore al riparo da sguardi curiosi Feliciano si alzò dalla gondola per accucciarsi di fronte a me, appoggiando le braccia e le mani bianchissime dal palmo rosso sangue sopra le mie gambe. 
<< Ma...ma che fai! >> la cosa era molto imbarazzante, e alzai gli occhi sul gondoliere che alla scena sorrise complice e continuò a navigare.
<< Devo fare così, se no non mi senti con la maschera il volto. >> gli occhi si assottigliarono di nuovo e non potei ribattere perchè effettivamente aveva ragione, il suono della sua voce arrivava molto lieve, si vede che prima aveva dovuto quasi urlare per farsi sentire dal gondoliere.
<< Allora togliti la maschera! >> Gli occhi di Feliciano si allargarono quasi prendendo tutto lo spazio lasciato vuoto dagli occhi della maschera e si sporse indietro con la schiena, ma senza lasciare la presa dalle mie ginocchia.
<< Impossibile! >> fu la sola risposta che ricevetti e si riappoggiò sulle ginocchia.
Sbuffai! era l'unica cosa che potevo fare in quel momento, però poco dopo, non mi dispiacque la situazione, Feliciano rimaneva immobile e zitto, cosa assai strana.
*Si vede che il vestito gli impedisce di fare tanti movimenti*
Dopo parecchi minuti il gondoliere si accostò di nuovo, ma stavolta di fianco ad una scalinata che dava su una porta.
Feliciano si alzò, facendo leva sulle mie ginocchia e sportosi verso la scaletta afferrò la ringhiera e con un balzo salì sul primo gradino, la gondola ondeggiò un poco, anche grazie all'abilità del gondoliere.
Mi alzai, Feliciano salì 2 gradini, e quando fui saldo lo segui imitandolo.
<< Passerò domani! >> Feliciano salutò il gondoliere ed entrò dentro la porta. Io rimasi a fissare l'imbarcazione che scivolava dentro un'altro canale.
<< Lud vieni? >> Feliciano si stava togliendo il mantello e lo appoggiò su una cassa panca li vicino, dove già giaceva la maschera, mi girai per entrare ma rimasi di sasso.
<< Ma... ma come s... sei vestito!!! >>  Feliciano si girò verso di me, mostrandosi di 3\4.
<< Che c'è Lud, non ti piace? >> e con un sorrisetto fece una giravolta per poi prendere la gonna e allargarla ni modo che potessi vederla per intero.
Io non sapevo che fare, il cuore mi era balzato in gola, è così sexy in quel abito che gli segnava tutti i punti che più mi facevano impazzire di lui: la schiena, le gambe
<< No.. cioè si... bhè ecco! Sei molto bello con quel vestito, ma è un vestito da donna! >> mi sentivo il volto in fiamme e distolsi lo sguardo
<< E allora?! >> la risposta di Feliciano fu come una fucilata in pieno petto
<< Ma come "E allora"... Feliciano, sei un'uomo, non puoi portare abiti femminili, non ti vergogni?>>
Feliciano mi guardò un pò perplesso e poi incominciò a ridere, fino a cadere a terra a gambe all'aria.
Durante il dopo guerra mi sono accorto di essermi innamorato di Feliciano e del suo sorriso, che mi è stato tanto utile in quel periodo, ma mi sono sempre trattenuto dall'esternarlo, in fin dei conti Lui è sempre un uomo, ma ora vederlo con quel vestito, facevo davvero fatica a tratenermi.
<< Feliciano, basta! ti si vede tutto! >> mi misi in ginocchio e presi le gambe di Feli per coprirle con la stoffa del costume cercando, anche se  lo desideravo, di non guardare.
Feli si calmò, ma continuò a sorridere.
<< Sai Lud, non mi vergogno a portare abiti femminili, mi piacciono molto e poi fin da bambino ho portato una tunica sacerdotale, poi un vestitino da cameriera uguale a quello di Ungheria mentre ero sotto il dominio Austro-ungarico, senza contare che molti mi scambiano per una femmina per via del mio corpo esile.... >> Feli si alzò e mi tirò su con lui << e poi, dimentichi una regola fondamentale del carnevale di Venezia, istituita fin dalla sua creazione... I costumi servono per rendere uguali tutti quanti, per annullare le differenze sociali, religiose o anche... sessuali! >> l'ultima parola Feliciano quasi la sussurrò perchè ormai era talmente vicino al mio volto che ne sentivo il calore della pelle.
Avvampai, ma non seppi di preciso per cosa: se per l'avvicinanza di Feliciano, per il suo vestito, perchè eravamo da soli in quella casa... mi sentivo come preso da un'incantesimo, non riuscivo più a togliere lo sguardo da lui
<< Lud! >>
<< Ja! >>
<< Baciami! >>
<< EH! >>
<< Lo so che lo vuoi anche tu! ... Me lo ha detto Gilbert che sei innamorato di me! >>
Rimasi sbigottito, quel traditore... mi aveva promesso di non dire niente.
<< Feliciano, io... >> abbassai lo sguardo, mi sentivo morire di vergogna. 
<< Lud, sai... anch'io... >> Alzai lo sguardo su quello di Feli che teneva il volto abbassato e arrossato... Il mio cuore saltò un battito.
Presi il volto di Feliciano tra le mani e lo baciai... del resto non mi importava più niente!
  
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