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Autore: Meggie    27/02/2012    2 recensioni
Iniziano da Chicago, per poi passare a Minneapolis, al monte Rushmore, allo Wyoming e alla California. E poi, finiscono a Lima, nella camera di Kurt.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: True places never are
Fandom: Glee
Pairing/Personaggi: Kurt/Blaine
Rating: PG13
Genere: Introspettivo, romantico, angst (lieve)
Warning: Slash
Disclaimer: No, chiaramente Glee non è mio e non ci guadagno nulla (purtroppo).
Note: Scritta per la prima giornata del Carnevale delle Lande di [info]maridichallenge, sotto prompt “Roadtrip” di [info]chibi_saru11
Riassunto: Iniziano da Chicago, per poi passare a Minneapolis, al monte Rushmore, allo Wyoming e alla California. E poi, finiscono a Lima, nella camera di Kurt.


TRUE PLACES NEVER ARE

Impiegano un sacco di tempo prima di decidere se vogliono andare verso est o verso ovest. Ci pensano e ci ripensano e poi concludono che, beh, hanno tempo – ce l’hanno, se lo sono ritagliato apposta, solo per quello, solo per vedere vedere vedere ed essere insieme. Se lo sono ritagliato apposta per staccare un po’ da tutto e da tutti. Dalla vita, soprattutto, che sta arrivando e non può essere fermata e loro non sono così sicuri di essere pronti, ma non importa, non in quel momento.
Alla fine partono da Chicago, facendo vincere l’ovest. E Blaine vorrebbe passare tutto il tempo a guardare il lago e a immaginarsi a kilometri di distanza, su una sponda lontana, in un altro stato, magari già in Canada, mentre Kurt vorrebbe vedere l’Art Institute e alla fine è solo un gioco di compromessi, come sempre, e decidono che hanno tempo per fare tutto.
Dopo Chicago è la volta di Minneapolis, ma solo per poco, perché la verità è che vogliono andarsene dal midwest, e Kurt già immagina Los Angeles e San Diego e la California e tutto sembra ancora troppo lontano. Hanno tempo, ma la voglia di fuggire è più forte di ogni cosa. Poi Blaine si ricorda che non saranno insieme ancora per molto, e non può non prendere la mano di Kurt e stringere le dita tra le sue.
Prima dello Wyoming - prima di iniziare ad immaginarsi su quelle montagne, parlando di Brokeback Mountain, di quanto sia tutto così ingiusto, di quanto sia triste la storia di Jack ed Ennis e di quanto a loro, tutto sommato, sia andata bene fino a quel momento, prima di iniziare a divagare su Jake Gyllenhaal – decidono di vedere il monte Rushmore e fare i turisti, e non importa che Kurt odi sentirsi uguale alla mischia – perché non hanno fatto che ripetergli quanto fosse diverso, e ha imparato a farne il suo punto di forza -, non importa perché è un altro ricordo, da archiviare e tenerselo stretto, perché non hanno tutto il tempo del mondo per godersi quello. Devono affrettarsi. Perché tra troppo poco Kurt dovrà salutare Blaine e-
Ma non ancora. C’è ancora il tempo per Las Vegas e in realtà decidono di lasciarsela alle spalle quasi subito, perché è tutto così di plastica e luminoso e falso falso falso, che capiscono subito che non fa realmente per loro – però, una volta abbandonata, decidono che potrebbero tornarci, solo per testare uno di quegli enormi alberghi e passare una giornata intera a vedere quanta stamina possiedono nel loro corpo.
E, finalmente, è la volta della California e di San Diego, prima, e di Los Angeles dopo, per poi proseguire per San Francisco e Kurt pensa che New York sarà la sua casa, ma potrebbe vivere anche lì, potrebbe vivere in quel posto. Quando si gira a guardare Blaine, si ritrova con i suoi occhi già addosso e un mezzo sorriso sulle labbra e Kurt sa che sta pensando la stessa cosa. Si sporge verso di lui e lo bacia, lì, con San Francisco come sfondo, lì dove può farlo perché se c’è un posto, al mondo, che non batterà ciglio davanti a loro due, è proprio quello. E lo sente respirare contro le proprie labbra e pensa che sì, potrebbe essere un bel posto per vivere, se non ci fosse New York.
Quando si separa da lui, Blaine ha già gli occhi aperti e, di nuovo, Kurt sa a cosa sta pensando. Sta pensando che ormai è finito. È finito il loro tempo insieme, per almeno alcuni mesi, è finita l’estate ed è finito il sogno ad occhi aperti. Perché è il momento di chiudere il portatile di Blaine e tornare alla realtà e la realtà è che sono nella sua camera, con una connessione ad internet e troppa immaginazione. Blaine gli sorride e sa che tra poco dovrà andarsene, perché si è fatto tardi e domani Kurt partirà e andrà a New York ed è stato meglio non andarci insieme, è stato meglio trovare un posto solo per loro due, è stato meglio evitare di vedere le luci di New York e innamorarsene ancora di più e pensare che il giorno dopo Kurt sarà là, mentre Blaine dovrà rimanere in Ohio per un altro anno. È stato meglio.
Kurt appoggia la testa sulla spalla di Blaine e sospira, guardando la sua mano, intrecciata con quella di Blaine da quando hanno visto le foto di Minneapolis. E fa uno strano effetto pensare che da domani non potrà più fare niente del genere e si chiede se New York sarà abbastanza per distrarlo. E sì, probabilmente riuscirà a non pensarci continuamente, perché, Dio, sarà a New York.
E poi si chiede cosa riuscirà a distrarre Blaine, invece, e non sa darsi risposta, quindi stringe un po’ di più le dita attorno alle sue e richiude gli occhi, e riesce di nuovo a vedere nella mente tutto ciò che hanno guardato in quel pomeriggio, e non può fare a meno di sorridere.

NOTE: Come sempre i prompt del tutto liberi mi ispirano a scrivere qualcosa, e il prompt di Robi non poteva essere ignorato.
Il titolo viene da una citazione di Melville: “It is not down in any map; true places never are.”
Mentre… nel testo ci sono due riferimenti a due canzoni :3 Dieci punti (a Grifondoro!) a chi le indovina \o/
   
 
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