Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |       
Autore: BlackKay97    28/02/2012    6 recensioni
Sei stato invitato a partecipare al World Congress in Germania.
Scopri che l’anima di tuo fratello è stata rapita e che, uno dopo l’altro, in una lenta agonia, sta succedendo la stessa cosa anche a tutti gli altri.
Sei disposto anche a collaborare con Ivan Braginski, il tuo nuovo collega, pur di vendicarti e, poco a poco, ti accorgi di essere solo la pedina di un gioco mortale perfettamente architettato, anche troppo per essere un caso come gli altri.
Siete bloccati in una residenza labirintica e piena di angoli angusti con uno spietato “ladro di anime” che progetta solo la tua distruzione.
Sai che qualunque cosa tu faccia Lui l’aveva già intuita e che qualsiasi cosa dirai Lui l’ascolterà, perché Lui è proprio come te e cela la sua identità agli occhi degli altri giocatori.
Il tuo nome è Arthur Kirkland e sei destinato ad affrontare le tenebre più oscure dell’anima.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 CAPITOLO 1°: GRIDA NELLA NOTTE 

Il sole splendeva quella mattina e un venticello fresco soffiava tra le cime delle montagne tedesche, che dominavano la città con la loro aria altera ed eterna. Arthur Kirkland era appena sceso dal treno che lo aveva portato a Berlino e osservava incuriosito la zona. Appoggiò la valigia per terra e si sedette su una panchina di cemento vicino ai binari della Stazione Centrale, mettendosi a sfogliare la cartina turistica che aveva nella tasca della giacca. Il World Congress sarebbe iniziato quella stessa sera e Alfred e Matthew stavano arrivando rispettivamente da America e Canada. Tanto per cambiare suo fratello era in ritardo. Lui invece aveva spaccato il minuto arrivando dall'Inghilterra. Certo, era più vicino, ma non importava poi molto. Perché accidenti dalle sue parti non conoscevano la puntualità?
Aspettò circa un’oretta, poi una voce che ben conosceva lo riscosse. Alzò gli occhi verdi dalla guida e si trovò davanti Alfred, che lo fissava con un gran sorriso e la sua immancabile giacca di pelle: - Ciao Iggy! Già qui, eh? Dovevo immaginarlo. -
Arthur si alzò, indirizzando un breve cenno di saluto al suo altro fratello acquisito, Matthew, che come solito non aveva spiccicato parola. Tutti insieme si avviarono verso l'uscita della stazione.
 
Russia osservava la tavola di legno ben levigato alla quale lui e gli altri Stati sedevano.
- Diamo inizio al World Congress ora che l'eroe ha fatto la sua entrata in scena! - urlò America varcando la porta con i due fratelli: Arthur alias Inghilterra, il maggiore e Matthew alias Canada, il minore. Russia scosse la testa: facevano tutti sempre troppa confusione, mentre lui era abituato al silenzio della steppa dalla quale proveniva.
 - Ma perché devi sempre fare queste figure? - mormorò sconsolato Arthur - Non che le tue entrées non siano d'effetto, per carità... -
Un uomo biondo sorrise: - Hai deciso di imparare una lingua romantica e melodica come solo il francese può essere finalmente? - ovviamente era Francia.
- Non farci l'abitudine Francis. - ribatté l’altro, con un sorrisino.
- Bene, vediamo di finire in fretta la cosa, devo andare a cucinare! - si agitò sulla sedia Cina, un tipo abbastanza fissato col cibo.
- Mangiare?!? PASTAAAAAA!!! –
- Italia taci!!! - lo zittì Germania.
- Si, magari se iniziamo possiamo concludere qualcosa. – annuì con calma Giappone, seduto a fianco del padrone di casa, mentre gli ultimi arrivati prendevano posto.
- Quale sarebbe l'argomento? - domandò America
- Ma perché nessuno legge i miei inviti?! – esclamò Ludwig. Insomma, per quale motivo uno Stato che si è preso la briga di organizzare un evento come quello doveva anche sentire idiozie del genere? Germania si passò una mano sulla faccia con aria esasperata e spiegò: - Vi ho chiamati per discutere dei problemi del mondo moderno, come l'inquinamento, l'effetto serra e le varie guerre in corso. –
- Colpa di America! - pensò ad alta voce Russia.
- Ehi! Non è vero! - esclamò Alfred offendendosi. Poi si rivolse ai due fratelli: - Diteglielo anche voi! -
- Beh, se facessi più attenzione ogni tanto sarebbe un miglioramento. E se mi dessi anche retta sarebbe addirittura fantastico. - commentò Inghilterra, incrociando le braccia. Matthew invece alzò la mano e prese parola, con la sua solita voce debole: - Io a dirla tutta penso che... - ma venne ignorato come al solito, perché America aveva iniziato un'accesa discussione con Arthur.
- Non ci posso credere: non è cambiato nulla dall'ultima volta! - mormorò Ludwig vagamente inorridito, fissando la scena - Quei due litigano, non riusciamo a metterci d'accordo e questo mi stressa con la pasta! - fece indicando Italia.
- Perché? La pasta è buona! Non come le tue patate mollicce! - fece quello di rimando. Russia si mise le mani nei capelli e, tanto per cambiare, Francia si unì alla discussione tra America ed Inghilterra trascinando lo sproloquio in una zuffa.
- SMETTETELA!!! SEDUTI E ZITTI!! - sbraitò Germania tanto forte che i presenti scattarono immediatamente ai loro posti, anche se Francis e Arthur continuarono a guardarsi in cagnesco anche a distanza.
- Ehm... da cosa pensavate di cominciare? - chiese Russia: - Perché io comincerei con il far chiudere tutte le fabbriche ad America... - venne guardato con sospetto - ...provocando una reazione a catena che si concluderebbe con il crollo dell'economia americana! Hi! - solito sorrisetto innocente.
- COOOSA??!! Non se ne parla nemmeno!! - urlò l'americano, saltando sulla sedia.
- Perché no? È un'idea meravigliosa, daaa? -
- Non lo è per me! E se non vuoi che i miei superiori ti dichiarino guerra ti conviene accontentarti! -
- Comportatevi in maniera civile voi due. - li ammonì Germania
- È tutta colpa sua! - sorrise Russia.
- Ora basta-aru! - Non finirono il discorso che la campanella di fine congresso suonò. Velocemente tutti si affrettarono a lasciare la stanza. Rimase Germania.
- Come al solito tocca a me sistemare tutto, eh? - parlava con se stesso mentre prendeva a riordinare i primi fogli.
 
Appoggiato al muro; il volto nascosto nell'ombra. Soffiò un alito di vento e la veste nera come la pece ondeggiò scoprendo gli stivali di ugual colore, nei quali forse erano rimaste piccole particelle di sangue, che l’acqua non era riuscita a rimuovere. Appena percettibile una figura si muoveva tremante per i vicoli illuminati solo dalla luce lunare. "Eccolo" aveva pensato la misteriosa figura. Si mosse nell'ombra silenzioso come stesse camminando su piume di corvo e, in un cono d'ombra, sparì; parve che la china nera delle tenebre l'avesse avvolto e trascinato via con sé in un sonoro "Clack!" come una porta che si chiude o un oscuro proposito...
 
A Matthew piaceva quel posto; Ludwig aveva un buon gusto per l'arredamento, su questo non c'era dubbio. Camminava piano in quegli immensi corridoi delle grandi finestre ornate di pesanti tende vecchio stile. La luce della luna piena entrava e si rifletteva sui suoi occhiali. Si era alzato perché avendo il sonno leggero non sopportava il russare di suo fratello Alfred. Aveva così deciso di andare a prepararsi una tisana e si era messo la giacca sopra il pigiama, dato che in Germania c'era sempre fresco. Si guardava in giro con aria beata, quando all'improvviso udì un  rumore alle sue spalle.
- C'è qualcuno? - chiese un po' timoroso. Il rumore si ripeté e Canada pose nuovamente la domanda. Una figura comparve dal nero di una parete oscurata senza tuttavia mostrare il proprio volto.
- Ch-chi sei? - mormorò con voce più flebile di quanto avrebbe voluto. Si arrabbiò con se stesso, imponendosi il coraggio che i suoi fratelli avevano dimostrato in più d'un occasione e lo chiese di nuovo, con voce più forte: - Chi sei?! -
Seguì una cupa e profonda risata sadica e l'essere si fece coprire dal velo dei raggi della luna mostrandosi a quel timido Stato.
- Che ci fai qui? Vuoi farmi morire di paura? - chiese sollevato Canada, intravedendo il volto del tizio e riconoscendolo.
Non ci fu risposta. Il tizio aprì la giacca ed infilò la mano nella tasca interna. La notte era molto scura in Germania, la Luna illuminava la residenza di Ludwig ed un botto seguito da un urlo riecheggiò.




NOTA DELLE AUTRICI
Ciao a tutti, siamo DranzerKay97 e BlackOwl97, le “scrittrici” che gestiscono questo account. Questa è la nostra prima fan fiction, dedicata ad una serie che ci piace molto: Axis Powers Hetalia. Per questo nostro primo “esperimento” abbiamo voluto utilizzare i nostri personaggi preferiti, speriamo che vi piaccia! I vostri eventuali consigli per migliorare sono sempre ben accetti!
Ancora Ciao! :)
BlackOwl97 & DranzerKay97




   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: BlackKay97