28/02/2012
7 recensioniMi scuso anticipatamente per la brevità del capitolo e la mia probabile lentezza nell’aggiornare, vi prego di capire (maturità in vista!) :O
Buona lettura!
Sherlock, no.
Non puoi rapire quel cagnolino, ha un padrone.
Non puoi seguire una donna per vicoli bui e sinistri.
Non puoi tenere resti umani in frigo.
Cosa sono quelli nella mia vasca?
Ragni?
Serpenti?
Gerbilli?
No, non capisco, davvero.
Devi mangiare
Noioso
Devi dormire
Noioso
Devi respirare
Noioso
Potresti evitare di fumare in casa?
Potresti evitare di suonare il violino alle tre di notte?
Accidenti Sherlock, è in braccio ad un uomo ed ha una medaglietta al collo, NON è un cane randagio!
La normalità al 221b Baker Street non era di casa.
Lo erano tutte le stramberie dell’incredibile genio, il non plus ultra dei detective: Sherlock Holmes.
Con quei morbidi ricci neri che carezzavano con noncuranza le tempie stacanoviste. All’interno della sua mente ingranaggi vorticavano senza sosta alcuna, alla ricerca di una soluzione impossibile.
Questo pensava John, fissando senza alcun ritegno la testa del suo coinquilino.
Ma che poteva farci?
Sfregava le dita fra loro, mentre il desiderio di afferrare con violenza quegli irraggiungibili ricci gli serrava la gola.
Anche deglutire, ormai, sembrava un’impresa.
Il respiro puoi tentare di controllarlo, anche se è un istinto naturale. I battiti accelerati sono spontanei. Il senso di vertigine non ha rimedio. Contro la gola secca c’è sempre una buona tazza di the, ma… anche quello?
No, avrebbe trovato una soluzione.
Si alzò di scatto e, armato di giubbotto pesante ed un intricato gomitolo di pensieri, si avvio verso una non-meta.
Doveva assolutamente riuscire a capirci qualcosa.
Sapeva di volere bene a Sherlock.
Infondo, tornato dall’Afghanistan, non aveva che una terapista, un massacrante dolore alla gamba ed un tremore diffuso.
Cosa gli aveva donato, invece, il suo nuovo e pazzo coinquilino?
Problemi. Quanti? Probabilmente abbastanza per due vite o più.
Eppure John lo sapeva.
Lui, come i suoi stramaledetti sintomi psicosomatici, aveva bisogno di quello e forse più. Non seppe neanche lui come, ma gli venne in mente Oliver Twist, con il suo celeberrimo “Please sir, I want some more”. Anche lui non ne avrebbe mai avuto abbastanza. Scosse la testa. Qualche volta se la prendeva con Sherlock per i suoi casi inauditi e le sue pretese insensate.
Avrebbe dovuto sposarlo, invece.
Questo pensiero gli scaldò il viso, nel bel mezzo delle gelide stradine invernali di Londra.
Non posso averlo pensato davvero
Si avviò nuovamente verso casa sua, dove sarebbe potuto andare altrimenti?
Tutte le strade portano al 221b di Baker Street
E di nuovo i diciassette gradini.
Sentì scoccare la mezzanotte tra le note stridenti di violino che, ad intervalli irregolari, si abbattevano sulle bianche pareti del loro appartamento.
Note post-primo-capitolino:
Okay, mi dispiace che sia così miseramente corto, ma sono in carenza assoluta di tempo e non volevo deludere la cara Ciulla che, invece, è stata così veloce a pubblicare!
Grazie in anticipo a chi recensirà e chi leggerà! =)
A presto!
E sì, naturalmente "melodia" (il titolo del capitolo) è riferito alle note stridenti dell'ultima frase! Povero John, per amore è pure sordo! xD