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Autore: kety100    28/02/2012    3 recensioni
E se Lucinda avesse una sorella gemella? e se questa gemella non fosse solo maestra pokemon e supercoordinatrice ma anche pokemon ranger? e se a farle rincontrare dopo 6 anni fosse il misterioso team Ghost che cerca gli 8 prescelti per cancellare il male dalla terra?
premetto che questa storia era già stata publicata, sotto un altro nome, però, ed era pure molto diversa, ho deciso di rifarla perchè non mi piaceva la storia di prima.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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IL GIORNO DOPO
ORE 8:00
Mi alzo e vado in cucina, dove gli altri hanno già fatto colazione e sono pronti per la prima lezione sulle Aure.
“Ok, oggi si inizia con le lezioni, la prima parte è trasformarsi nella propria Forma Aurica” spiega Lucinda, una volta che siamo usciti in giardino.
“E come si fa?” chiede Vera.
“Bisogna chiudere gli occhi, visualizzare una forza segreta dentro di se ed immergersi, a quel punto vi trasformerete per istinto” rispondo dal terrazzo.
“E perché Kety è li?”
“Perché è una scansafatiche e non vuole scendere” Lucinda è lapidaria.
“Veramente adesso scendo: anche io devo allenarmi.” Sbuffo piccata.
Quella scema di mia sorella mi fa ciao con la mano, mentre salto giù e vado sul promontorio, da dove spero di ricordarmi come si arriva alla Forma Aurica Ibrida.
Mi siedo a gambe incrociate e chiudo gli occhi, immergendomi in quel fiume segreto che mi scorre dentro.
A un tratto sento un anomalia, come se qualcuno cercasse di entrare nella mia Aura.
L’ho già sentito … quest’energia mi è familiare … oh, no!
Mi paralizzo per un istante, lo sento, preme contro le mie difese, senza cercare di aggirarle o romperle, ma risucchiandole.
No, no, no, no, no, no, no, NO!
VATTENE! VUOI CHE TI RIDUCA ANCORA IN FIN DI VITA?! Gli urlo mentalmente.
Ah! Vedo che sei rimasta acuta, Katherine, è un vero piacere, almeno giocare con te sarà divertente … ride, malvagio, cercando per l’ennesima volta di rubarmi l’Aura.
Ringhio, i muscoli tesi per lo sforzo, e riesco finalmente a scacciarlo.
Non è finita qui, Katherine! Io tornerò, e quando ciò accadrà, allora pregherai di non essere mai nata!! La sua minaccia non mi spaventa affatto, e gli e lo faccio capire con una risata sprezzante.
Appena la fastidiosa presenza abbandona la mia testa sento le forze mancarmi e sono costretta ad appoggiarmi sulle braccia ansimante.
Spighetto … non credevo saresti tornato, mio vecchio nemico … penso, anche se so che ormai non mi ascolta più.
Lucinda, abbiamo un problema! Chiamo mia sorella, spiegandole mentalmente la situazione, ovviamente si mostra preoccupata.
E che cosa facciamo?! A questo punto mi pare ovvio che sanno dove siamo! Esclama.
Lo so, per questo dobbiamo trovare Dexois e farci riportare nel nostro universo! Ci avevo già pensato, fortunatamente.
Cosa? E se li conducessimo da lui?
Correremo questo rischio, se anche portassero le loro forze nel nostro mondo i Ranger saprebbero contrastarli! Per non parlare di tutti i Dominatori abili che ci sono a Duefoglie! Sorrido: è un piano perfetto.
Prima chiediamo agli altri, poi si vedrà.
“Ragazzi! Vi dobbiamo dire una cosa …” esclamo avvicinandomi, ancora un po’ pallida, e spiegando la situazione ai nostri amici.
“E così, dobbiamo mollare tutto …” sussurra Vera.
“Come troveremo Dexois?” chiede Lunick.
“Ma non è ovvio? Dexois si trova nel punto più alto della Terra: l’Everest.” Esclamo, ben sapendo che è un impresa quasi impossibile quella che gli sto chiedendo.
“Kety, noi non siamo scalatori esperti, e non abbiamo mai scalato una montagna tanto grande!” protesta infatti Lunick.
“Punto uno: tu hai scalato la Catena di Sekra, quindi piantala di lamentarti; punto due: noi non possiamo farcela, noi dobbiamo farcela!” spiego rientrando nel Rifugio e iniziando a fare i bagagli.
Kety, non puoi chiederci questo! Lo sai che non ne siamo in grado! Loro non riescono neppure ad attivare la Forma Aurica! Come pretendi che possano farcela?Mi chiede Lucinda, mentre anche lei fa i bagagli, ma lo fa con voce diversa: quella di Yang.
Per la Forma Aurica, impareranno durante il viaggio, esattamente come tutte le altre cose, inoltre se tutto va come credo, non dovranno neppure scalare quella stramaledetta montagna.
Cosa stai dicendo? E poi che mi dici di Jonathan? Non possiamo lasciarlo qui!
Lo so, ma troverò una soluzione anche a questo.
Tu hai davvero una gran fiducia nelle tua capacità …
Io sono io! Rido leggera, più per alleggerire la tensione che per altro, mentre Lulù esce dalla mia testa.
Domani partiremo, quindi dormite! Avverto tutti col pensiero.
Stai sbagliando, ragazza! Non è così che risolverai i tuoi problemi. Yin, ovvio.
Lo so, ma non posso fare altro: o così, o la morte.
Veramente potreste lottare, combattere … u …
Non dirlo, sai che ho giurato di non farlo mai più, e un giuramento è un giuramento!
Hai ragione, cara, ma non è stata colpa tua se tuo padre è morto … Yang, benissimo, ci mancava solo lei …
È stata la mia mano a vibrare il colpo, e io lo volevo, in quel momento desideravo più di ogni altra cosa che morisse, non mi interessava se era mio padre, se gli volevo bene … lui aveva fatto soffrire mamma e Lulù, non contava nient’altro! Lo dico con rabbia, e anche con una sorta di malcelata soddisfazione, perché nel mio cuore lo penso ancora: Edward Moonstone meritava la morte che gli ho inflitto.
A un tratto, un ricordo mi salta alla mente, veloce si insinua nella mia testa e la invade:
 
“Nebbia.
Solo nebbia.
Poi, una voce, mentre la nebbia se ne va:
“Lo senti quest’odio, Katherine? È l’odio dei forti, quello che ha sempre permesso ai Moonstone di essere quello che sono!” una risata malvagia, sadica, che gode nel vedere la gente soffrire.
“Lo sento, papà! Perché mi sento invincibile? Perché quando abbiamo questo sentimento nel cuore sia io che John diventiamo invincibili?” un volto di bambina, duo grandi occhi indaco spalancati, curiosi.
“Perché noi siamo fatti così, noi siamo cattivi” finalmente vedo l’uomo: capelli biondi cenere, occhi indaco e un fisico da Dio greco.
“Ma la mamma dice che non bisogna essere cattivi …” un altro bambino, coi capelli blu e gli occhi viola, molto simile alla piccola.
“La mamma si sbaglia! Lei e vostra sorella non capiscono! Ma in fondo non è colpa loro, ma del seme di bontà che gli è stato impiantato da piccole … per fortuna ci siete voi, bambini miei!” l’uomo scompiglia i capelli dei bambini, ma il gesto è freddo, quasi innaturale, soprattutto con quella luce malvagia negli occhi …
Ad un tratto, la consapevolezza.
Forse è il gesto meccanico.
Oppure il mio cervello che finalmente si sveglia, ma io riconosco quei luoghi e quell’uomo.
“Papà … Jonathan …” mormoro trattenendo il fiato.
La me del ricordo, più piccola e innocente, è l’unica a voltarsi verso la porta, quasi mi avesse sentito.
Ci fissiamo per un istante, prima che lei mi riconosca e spalanchi in modo ancora più abnorme gli occhi.
Io sorrido rassicurante, mentre la nebbia torna e mi porta via.”
 
 
Spalanco gli occhi con il respiro affannato, mentre cerco di rimettere ordine nei miei pensieri.
Che è successo? Mi chiedo, mentre la consapevolezza dell’accaduto mi torna alla mente con una lentezza esasperante.
Guardo l’orologio: 3:00.
Notte, è notte … forse dovrei andare a fare una passeggiata … però devo anche riposare … oh, al diavolo!
Esco sul terrazzo e salto giù, cercando di imprimermi nella mente le immagini, gli odori e le sensazioni che provo, con la curiosa sensazione che potrebbero essere gli ultimi.
“Ma si può sapere che cosa vado a pensare?” mi chiedo ad alta voce.
“Se non lo sai tu …” il tono scanzonato e provocatorio del mio migliore amico mi coglie quasi di sorpresa.
“Nick! Dovresti essere a letto!” esclamo, voltandomi.
“Anche la qui presente Katherine”
“è diverso! Io  ho un buon motivo!”
“Ovvero l’insonnia, bene, in questo caso siamo in due.” mi guarda con calma, senza la minima traccia di ironia nello sguardo per la prima volta dopo anni.
“Hai vinto” commento laconica stendendomi sull’erba e osservando le stelle.
Lui si siede accanto a me, calmo.
Sa cosa deve fare, sa come farlo e si fida di me, solo questo conta.
  

  
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