Beh...ogni tanto ritorno ahahah
Allora, questa storia
è stata scritta nel 2010, infatti Taemin ha 17 anni.
Ho deciso di riprenderla e riscriverla, non completamente ma ho voluto
sistemarla un pò, perché non mi convinceva molto
omg
Non che adesso sia cambiato qualcosa ma vabbè ahaha
E' una JongTae (Jonghyun/Taemin) e se non ricordo male, è la
mia prima JongTae in assoluto.
Sono una JongKey shipper ahahaha ma ho iniziato ad apprezzare questa
coppia grazie ad una ragazza che scrive divinamente (<3).
Bene, smetto di blaterare e vi lascio alla storia.
Commenti, consigli e critiche di ogni tipo sono bene accette, come ho
già detto questa storia non mi convince, quindi se volete
potete aiutarmi a migliorarla.
Grazie e buona lettura.
Shin~
Capitolo 1. Restart
“Che cosa
sei?”
“Un demone, signore.”
“Non devo ricordarti le regole,
vero?”
“No, signore”
La stanza era buia e fredda, i miei
compagni, alle mie spalle, di certo non erano molto contenti per me.
La mia reputazione aveva fatto il giro
dell'Inferno.
Tutti sapevano, era comune che i Protettori ripetessero
“Non vorrai mica diventare come Kim Jonghyun”,
era una
minaccia molto comune.
Ovviamente avevano ragione, ovviamente
non potevo ribellarmi o reagire alle loro provocazioni.
Avevo
sbagliato. Errori come quello ti restavano sulla pelle per
sempre.
E
“per sempre” per me è fin troppo tempo.
“Un demone non
può e non deve avere
alcun rapporto affettivo con la sua preda. Se questo dovesse accadere ci
saranno delle conseguenze dolorose.
Fate in modo che non accada. Sono
stato chiaro?”
Un coro di “Sì, signore” si
sollevò, occupando il silenzio inquietante di quel posto.
“Sono stato chiaro, Kim Jonghyun?”
Deglutii lentamente “Sì, signore”
“Non saremo flessibili anche questa
volta”
Risatine sommesse e commenti non molto
incoraggianti non fecero altro che aumentare la tensione in me.
Perchè dovevo provare quelle emozioni?
Chinai il capo e feci un profondo
respiro.“Sì, signore”
Sbagli una volta e te la cavi con La
Punizione. Sbagli di nuovo e sei morto.
Mi venne consegnato un
fascicolo con
tutto ciò che dovevo sapere sul mio nuovo protetto.
Fascicolo
è una parola grossa, visto che quello consisteva in due
semplici
fogli un cui era descritta la sua vita,
da quando era nato fino all'attuale età di 17 anni.
Lee Taemin: studente modello, figlio
modello, ragazzo modello.
Dolce, gentile, premuroso e soprattutto
sempre sorridente.
Più leggevo e più mi veniva da
ridere. Questo ragazzino era una sorta di angioletto.
Ed io odiavo gli angeli.
Ma la vita di quel ragazzino, comunque,
non era poi così serena.
“Vogliamo la sua
anima.”
“Perchè?”
“'Ma l'hai visto? Ha l'anima così
pulita e innocente. Gli angeli lo vorranno sicuramente con
loro.”
“Perchè?”
“Non hai studiato? Diventerebbe un
angelo perfetto.”
“Quindi volete l'anima di quel
ragazzino solo per fare un dispetto ai piani alti?”
“Senti, fai il tuo lavoro senza
troppe polemiche. E vedi di farlo bene questa
volta!”
“Sì, signore”
~~~~~
Per quel lavoro
dovevo
impersonare uno studente all'ultimo anno di liceo.
Il Capo mi aveva
costruito una vita abbastanza semplice, vivevo con mia nonna
perchè
i miei genitori erano morti in un qualche incidente stradale.
La
nonna in questione era una donna sulla settantina, gioviale e
simpatica, a cui era stata modificata la memoria.
Per lei ero suo
nipote da sempre.
Avevo ottimi voti, come diceva la
scheda della mia precedente scuola, non avevo avuto problemi ed ero
un ragazzo tranquillo.
Insomma facevo la parte del semplice studente
appena trasferito.
Mi piaceva il centro di Seoul, mi
piaceva il caos, la gente sempre di corsa, le ragazze carine che
distribuivano volantini
e quelle che ti invitavano a provare una
nuova specialità in un ristorante.
Desideravo anche io, avere quel tipo di
vita.
Ma un demone non può desiderare,
deve solo obbedire agli ordini.
La mia nuova scuola, Lila
Art High School, era una delle più prestigiose,
chissà perchè
Lee Taemin frequentasse un posto del genere.
Riuscivo a sentire le
anime degli studenti e dei professori, così avare e
peccatrici da
risultare, al mio olfatto, invitanti e appetitose.
Ma
non ero in quella scuola per nessuno di loro e ovviamente non potevo
uccidere così tante persone insieme.
Non potevo e non
volevo.
La
cosa che più amavo della vita all'aria aperta, era la mia
moto. La
mia bellissima Honda CBR verde.
Odiavo
vederla rinchiusa in uno stupido magazzino e non poterla usare,
ma
avevo imparato sulla mia stessa pelle che le regole vanno rispettate
e quando un demone non lavora non ha il permesso di uscire,
quindi mi
era impossibile usarla, e...cavoli, mi era davvero mancata.
Zaino in spalla, casco sotto braccio,
mi preparai ad una nuova giornata, in una nuova scuola, con ragazzini
che avrei solo voluto divorare.
Passando vicino ad un gruppetto di
ragazze, potei udire i loro pettegolezzi su un qualche altro
studente.
Una di loro ne era innamorata, e pregava Dio di riuscire ad
uscire con lui. Povera illusa.
Quando fui
abbastanza vicino si
voltarono verso di me e una di loro mi sorrise, accennai un gesto del
capo e proseguii fino all'ingresso.
I corridoi erano affollati,
sentivo
troppe voci, troppi pensieri, ma non riuscivo ancora a percepire la
presenza di Lee Taemin.
Fortunatamente non appena suonò la
campanella, in pochi secondi i corridoi si svuotarono, così
anche le
voci si spensero.
Mentre raggiungevo quella che sarebbe
stata la mia classe per tutta la durata del mio lavoro,
sentii
una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Tu devi essere Kim Jonghyun,
giusto?” mi chiese quello che capii essere un professore.
“Si” risposi con un inchino e il
mio miglior sorriso gentile. A questo genere di cose ero abituato.
“Seguimi” mi disse
Entrai dopo il
professore e subito gli occhi dei miei nuovi compagni si puntarono su
di me.
Mi presentò alla classe e mentre lui
parlava scorsi la mia piccola preda.
Aveva tirato fuori un libro
dalla borsa e l'aveva poggiato sul banco con un gesto semplice e
deciso.
Poi sollevò lo sguardo e i suoi occhi
si posarono su di me. Era più carino che nella foto.
Ciao Lee Taemin, mia piccola preda.
Sorrisi e lui arrossì.
Osservai il suo viso pulito e dai
lineamenti dolci, più lo fissavo più il battito
del suo cuore
aumentava di velocità.
Lo sentivo riecheggiare nella mia
testa.
Il professore mi invitò a dire
qualcosa e cos'altro potevo dire se non la solita frase fatta?
“Piacere di conoscervi” mi inchinai
“Spero che passeremo insieme un anno felice”
“Ne sono sicuro” rispose il
professore con un sorriso che non ricambiai.
Cosa poteva saperne lui di cosa avrei
fatto?
Fissai la mia concentrazione sull'anima
della mia preda, la cercai in mezzo a quella degli
altri
studenti, ma non riuscii a percepirla.
Cercai di concentrarmi di più, sentivo
i pensieri di chiunque in quella classe,
il professore sembrava
preoccupato per il suo lavoro, una ragazza in prima fila era agitata
per un ragazzo,
percepivo sensazioni di cui non m'importava.
Erano
lì, rimbombavano nella mia testa come campane.
Andai a sedermi al posto,
accanto alla
finestra, indicatomi dal professore e passando accanto a Lee Taemin,
esitai per poco sperando che la vicinanza mi permettesse di percepire
la sua anima, ma nulla.
Era come se fosse protetta da qualcosa di
più
forte. Sapevo ci fosse ma non riuscivo a percepirla.
Non era affatto un buon segno.
Mi sedetti al mio nuovo banco pensando,
ragionando su una possibile soluzione.
Non potevo non sentirla, ero nato per
queste cose, nessuna anima era mai sfuggita alla mia mente, nessuna
da quando ero nato.
Mi grattai con noncuranza la nuca,
chissà, forse ero soltanto un po' arrugginito.