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Autore: shinya    28/02/2012    3 recensioni
"Un demone non può e non deve avere alcun rapporto affettivo con la sua preda. Se questo dovesse accadere ci saranno delle conseguenze dolorose. Fate in modo che non accada. Sono stato chiaro?"
Sbagli una volta e te la cavi con La Punizione. Sbagli di nuovo e sei morto.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Beh...ogni tanto ritorno ahahah

Allora, questa storia è stata scritta nel 2010, infatti Taemin ha 17 anni.
Ho deciso di riprenderla e riscriverla, non completamente ma ho voluto sistemarla un pò, perché non mi convinceva molto omg
Non che adesso sia cambiato qualcosa ma vabbè ahaha
E' una JongTae (Jonghyun/Taemin) e se non ricordo male, è la mia prima JongTae in assoluto.
Sono una JongKey shipper ahahaha ma ho iniziato ad apprezzare questa coppia grazie ad una ragazza che scrive divinamente (<3).
Bene, smetto di blaterare e vi lascio alla storia. 
Commenti, consigli e critiche di ogni tipo sono bene accette, come ho già detto questa storia non mi convince, quindi se volete potete aiutarmi a migliorarla.
Grazie e buona lettura.

 Shin~





Capitolo 1. Restart

“Che cosa sei?”
“Un demone, signore.”
“Non devo ricordarti le regole, vero?”
“No, signore”
La stanza era buia e fredda, i miei compagni, alle mie spalle, di certo non erano molto contenti per me.
La mia reputazione aveva fatto il giro dell'Inferno. 
Tutti sapevano, era comune che i Protettori ripetessero “Non vorrai mica diventare come Kim Jonghyun”, era una minaccia molto comune.
Ovviamente avevano ragione, ovviamente non potevo ribellarmi o reagire alle loro provocazioni. 
Avevo sbagliato. Errori come quello ti restavano sulla pelle per sempre. 

E “per sempre” per me è fin troppo tempo.

“Un demone non può e non deve avere alcun rapporto affettivo con la sua preda. Se questo dovesse accadere ci saranno delle conseguenze dolorose.
Fate in modo che non accada. Sono stato chiaro?”
Un coro di “Sì, signore” si sollevò, occupando il silenzio inquietante di quel posto.
“Sono stato chiaro, Kim Jonghyun?”
Deglutii lentamente “Sì, signore”
“Non saremo flessibili anche questa volta”
Risatine sommesse e commenti non molto incoraggianti non fecero altro che aumentare la tensione in me.
Perchè dovevo provare quelle emozioni?
Chinai il capo e feci un profondo respiro.“Sì, signore”
Sbagli una volta e te la cavi con La Punizione. Sbagli di nuovo e sei morto.

Mi venne consegnato un fascicolo con tutto ciò che dovevo sapere sul mio nuovo protetto.
Fascicolo è una parola grossa, visto che quello consisteva in due semplici fogli un cui era descritta la sua vita,
da quando era nato fino all'attuale età di 17 anni.
Lee Taemin: studente modello, figlio modello, ragazzo modello.
Dolce, gentile, premuroso e soprattutto sempre sorridente.
Più leggevo e più mi veniva da ridere. Questo ragazzino era una sorta di angioletto.
Ed io odiavo gli angeli.
Ma la vita di quel ragazzino, comunque, non era poi così serena.

“Vogliamo la sua anima.”
“Perchè?”
“'Ma l'hai visto? Ha l'anima così pulita e innocente. Gli angeli lo vorranno sicuramente con loro.”
“Perchè?”
“Non hai studiato? Diventerebbe un angelo perfetto.”
“Quindi volete l'anima di quel ragazzino solo per fare un dispetto ai piani alti?”
“Senti, fai il tuo lavoro senza troppe polemiche. E vedi di farlo bene questa volta!”
“Sì, signore”

~~~~~

Per quel lavoro dovevo impersonare uno studente all'ultimo anno di liceo.
Il Capo mi aveva costruito una vita abbastanza semplice, vivevo con mia nonna perchè i miei genitori erano morti in un qualche incidente stradale.
La nonna in questione era una donna sulla settantina, gioviale e simpatica, a cui era stata modificata la memoria.
Per lei ero suo nipote da sempre.
Avevo ottimi voti, come diceva la scheda della mia precedente scuola, non avevo avuto problemi ed ero un ragazzo tranquillo.
Insomma facevo la parte del semplice studente appena trasferito.
Mi piaceva il centro di Seoul, mi piaceva il caos, la gente sempre di corsa, le ragazze carine che distribuivano volantini
e quelle che ti invitavano a provare una nuova specialità in un ristorante.
Desideravo anche io, avere quel tipo di vita.
Ma un demone non può desiderare, deve solo obbedire agli ordini.

La mia nuova scuola, Lila Art High School, era una delle più prestigiose,
chissà perchè Lee Taemin frequentasse un posto del genere.
Riuscivo a sentire le anime degli studenti e dei professori, così avare e peccatrici da risultare, al mio olfatto, invitanti e
appetitose.
Ma non ero in quella scuola per nessuno di loro e ovviamente non potevo uccidere così tante persone insieme.
Non potevo e
non volevo.

La cosa che più amavo della vita all'aria aperta, era la mia moto. La mia bellissima Honda CBR verde.
Odiavo vederla rinchiusa in uno stupido magazzino e non poterla usare,
ma avevo imparato sulla mia stessa pelle che le regole vanno rispettate e quando un demone non lavora non ha il permesso di uscire,
quindi mi era impossibile usarla, e...cavoli, mi era davvero mancata.

Zaino in spalla, casco sotto braccio, mi preparai ad una nuova giornata, in una nuova scuola, con ragazzini che avrei solo voluto divorare.
Passando vicino ad un gruppetto di ragazze, potei udire i loro pettegolezzi su un qualche altro studente.
Una di loro ne era innamorata, e pregava Dio di riuscire ad uscire con lui. Povera illusa.
Quando fui abbastanza vicino si voltarono verso di me e una di loro mi sorrise, accennai un gesto del capo e proseguii fino all'ingresso.

I corridoi erano affollati, sentivo troppe voci, troppi pensieri, ma non riuscivo ancora a percepire la presenza di Lee Taemin.
Fortunatamente non appena suonò la campanella, in pochi secondi i corridoi si svuotarono, così anche le voci si spensero.
Mentre raggiungevo quella che sarebbe stata la mia classe per tutta la durata del mio lavoro, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Tu devi essere Kim Jonghyun, giusto?” mi chiese quello che capii essere un professore.
“Si” risposi con un inchino e il mio miglior sorriso gentile. A questo genere di cose ero abituato.
“Seguimi” mi disse
Entrai dopo il professore e subito gli occhi dei miei nuovi compagni si puntarono su di me.
Mi presentò alla classe e mentre lui parlava scorsi la mia piccola preda.
Aveva tirato fuori un libro dalla borsa e l'aveva poggiato sul banco con un gesto semplice e deciso.
Poi sollevò lo sguardo e i suoi occhi si posarono su di me. Era più carino che nella foto.
Ciao Lee Taemin, mia piccola preda.
Sorrisi e lui arrossì.
Osservai il suo viso pulito e dai lineamenti dolci, più lo fissavo più il battito del suo cuore aumentava di velocità.
Lo sentivo riecheggiare nella mia testa.
Il professore mi invitò a dire qualcosa e cos'altro potevo dire se non la solita frase fatta?
“Piacere di conoscervi” mi inchinai “Spero che passeremo insieme un anno felice”
“Ne sono sicuro” rispose il professore con un sorriso che non ricambiai.
Cosa poteva saperne lui di cosa avrei fatto?
Fissai la mia concentrazione sull'anima della mia preda, la cercai in mezzo a quella degli altri studenti, ma non riuscii a percepirla.
Cercai di concentrarmi di più, sentivo i pensieri di chiunque in quella classe,
il professore sembrava preoccupato per il suo lavoro, una ragazza in prima fila era agitata per un ragazzo,
percepivo sensazioni di cui non m'importava.
Erano lì, rimbombavano nella mia testa come campane.

Andai a sedermi al posto, accanto alla finestra, indicatomi dal professore e passando accanto a Lee Taemin,
esitai per poco sperando che la vicinanza mi permettesse di percepire la sua anima, ma nulla.
Era come se fosse protetta da qualcosa di più forte. Sapevo ci fosse ma non riuscivo a percepirla.
Non era affatto un buon segno.
Mi sedetti al mio nuovo banco pensando, ragionando su una possibile soluzione.
Non potevo non sentirla, ero nato per queste cose, nessuna anima era mai sfuggita alla mia mente, nessuna da quando ero nato.
Mi grattai con noncuranza la nuca, chissà, forse ero soltanto un po' arrugginito.

  
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