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Autore: Eliessa    28/02/2012    3 recensioni
Se una ragazza di 17 s’innamora di un uomo di 29, non c’è nulla di strano. Forse.
Ma se questa relazione venisse allo scoperto, cosa ne viene fuori?
Amore? Passione? Delusione? Tradimenti?
I due ragazzi riusciranno a tenere nascosta la loro relazione? Riusciranno a lottare per i loro sentimenti?
[Personaggi: Matteo Pisati, Laura Pisati, Leonardo Maida, Giulia Maida, Claudio Maida, Luca Mariani]
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giulia era una ragazza che aveva da poco compiuto 17 anni.
Era una ragazza felice. Viveva in una bella famiglia a cui voleva bene, e loro a lei.
Non aveva molti amici, ma quelli che possedeva li amava, li proteggeva ed era disposta a tutto per loro.
Era una ragazza semplice. Si, le piaceva definirsi così. Non le importava andare in giro vestita tutta firmata o essere sempre alla moda. Era dell’idea che la moda la faceva lei ogni giorno.
Frequentava il quarto anno del liceo classico, e quello che le mancava era condividere i suoi interessi con una persona, o meglio con un ragazzo. Quello che le mancava era un fidanzato.
Tutto sommato era una ragazza felice, non poteva lamentarsi.
Aveva un fratello maggiore, Claudio. Per lei era un mito, anche se alla fine è una persona comune, un normale essere umano.
Per lei Claudio è il suo confidente. Parlava di tutto con lui e non si vergognava per niente, gli confessava anche i suoi segreti più intimi, dove una persona fa fatica a parlarne.
Solo un segreto teneva per se, perché di quello aveva vergogna nel parlarne e non poteva farlo con nessuno. Doveva vedersela da sola.
Questo segreto riguardava l’amore.  
L’amore che provava per un ragazzo più grande di lei e che conosceva da anni […]
I loro genitori, Laura e Leonardo, erano delle persone semplici che avevano passato la vita a lavorando, anche con lavori umili, pur di dare il meglio ai loro figli.
Un’altra figura familiare che Giulia amava, era quella di Matteo, lo zio, fratello della madre.
Era poco più che trentenne e insieme al fratello era una delle poche persone che la capiva, che comprendeva le sue richieste, e suoi discorsi, in confronto ai genitori che molte volte le annuivano e basta.
Matteo viveva per conto suo, in una casa di proprietà della madre, con cui viveva fino a qualche anno prima. Alla sua morte, Matteo e Laura decisero che invece di vedere l’immobile, lo avrebbe abitato lui fino a quando un giorno non si sarebbe sposato. E forse era anche ora che questo avvenisse.
Quasi tutti i giorni si recava dalla sorella, con il suo migliore ed inseparabile amico Luca.
Anche Luca era un ragazzo trentenne. Aveva un’aria da bambino, che lo rendeva unico, affascinante, bello ed intrigante. Dimostrava qualche anno in meno.
Quello che non si poteva fare, era dimenticarlo.
La casa di Matteo, da quando era morta la madre, la sentiva troppo vuota. La madre era una donna sempre attiva ed energica. Diceva di stare bene, anche quando stava male. Sembrava una donna di ferro, quasi bionica. Ma una notte non si risvegliò più dal sonno. Era morta a quasi 65 anni. Il lutto aveva lasciato tutti tristi e sconfortati. La donna sembrava ancora una ragazzina, ma un giorno qualcuno l’ha chiamata con sé per farla riposare un po’ e definitivamente, dandole una vita migliore di quella che oggigiorno si vive […]
Matteo, con il suo inseparabile amico, si trovò a casa di Laura.
Claudio e Leonardo erano al lavoro, e come sempre madre e figlia rimanevano da sole per il pranzo.
Giulia era quasi arrivata a casa, da scuola, ed era al telefono con una sua amica, nonché compagna di classe.
Nonostante si fossero lasciate solo 30 minuti prima, avevamo molto da dirsi, o meglio da commentare sulla mattinata appena trascorsa.
Arrivata sotto casa, lei notò subito la Citroen grigia metallizzata dello zio e si precipitò all’interno dell’abitazione per raggiungerlo.
 
-Ele, sono arrivata a casa, ti chiamo dopo e finiamo di parlare ok? A dopo.- disse Giulia mentre entrava in casa. –Mamma, sono arrivata, dov’è zio Matteo?-
-Sono qui.- rispose una voce.
-Zio!- esclamò la ragazza, andando ad abbracciare l’uomo che era semi sdraiato sul divano. Poi il suo sguardo si voltò verso Luca.  –Te mi raccomando, non cambiare abitudini, sempre qui stai.-
-Sempre.- rispose Luca sorridendole ed abbracciandola calorosamente.
-Allora, com’è andata la giornata?- chiese Matteo alla nipote.
-A parte un sei e mezzo in latino e greco ed un cinque e mezzo in matematica, non mi posso lamentare.-
-Ma non puoi almeno aspirare al sei in matematica?- chiese lo zio.
-E tu mi spieghi perchè dovrei farlo, visto che ho scelto il liceo classico per allontanare le materie scientifiche ed invece me le ritrovo?-
-Perché ti serve la matematica.-
-Si, ha ragione. Mi serve a farmi uscire fuori di testa, ma cercherò di arrivare al sette al secondo quadrimestre.- disse la ragazza andando a portare lo zaino ed il cappotto in camera sua.
Giulia era contenta, entusiasta, e anche qualcosa in più, ma nessuno poteva sapere il perché.
Forse perché neanche lei voleva convincersi del tutto dell’idea che aveva, ma il suo cuore aveva già fatto la sua scelta, e doveva solo dargli ascolto.
Il cuore aveva capito tutto e lei doveva solo accettare l’idea e farsi coraggio, anche se, per quanto cercava di mentire a se stessa, non poteva frenare i suoi sentimenti.
Il suo sentimento verso quella persona che occupava il grande vuoto che sentiva.
Il suo amore per Luca.
Eh si, si era innamorata del migliore amico di suo zio, che l’ha vista crescere e cambiare.
Questo era un segreto troppo grande ed importante per parlare con qualcuno.
Era uno di quei segreti, che tutti hanno e che nessuno può rivelare all’altro.
Giulia non poteva parlarne.
Non poteva dirlo alla sua migliore amica, perché forse si sarebbe messa a ridere per quello che provava per Luca; non poteva dirlo al suo più grande confidente, il fratello, perché l’avrebbe sgridata come se fosse una bambina di 9 anni che non ha ubbidito ai genitori, come se la cuore si potesse comandare; i genitori in questo caso, neanche li considerava; non poteva parlarne con lo zio per l’amicizia che legava i due uomini; ed infine non poteva parlarne neanche con Luca perché era il diretto interessato.
Se avessero parlato da soli, come a volte accadeva, lo avrebbe guardato dritto negli occhi, dicendole che provava un sentimento molto forte nei confronti di una persona, avrebbe iniziato a balbettare, a sudare e Luca avrebbe capito subito che la persona in questione era lui.
Ma la domanda più importante che Giulia continuava a farsi era: “Ma lui mi considera?”
Giulia lo pensava sempre, era sempre nella sua mente, ma una voce distrusse i suoi pensieri, facendola tornare alla realtà.
 
-Giù è pronto. Manchi solo tu a tavola.- disse Laura.
-Mi lavo le mani ed arrivo mamma.- rispose la figlia. Infatti dopo due minuti era a tavola con gli altri.
-Allora, non ci dici nient’altro di quello che ha fatto oggi?- chiese Matteo.
-E che ti devo dire ancora zio? Ti ho detto quanto ho preso alle interrogazioni, se devi chiedermi qualcosa, fai la domanda direttamente e ti rispondo, senza girarci intorno.-
-Ok, l’hai voluto tu. Mi stavo chiedendo com’è che una bella ragazza come te non abbia ancora un fidanzato.-
-Ecco, lo sapevo che a questo andavi a parare.-
-Anche io sono curioso.- rispose Luca, mentre Giulia nel sentire la sua voce, aveva per l’ennesima volta il cuore in agitazione.
-Perché forse nessun ragazzo di quelli che conosco mi piace.-
-Ma devi conoscerne anche altri.- continuò a dire Matteo.
-E sentiamo un po’, te perché non hai una ragazza?-
-No, io non centro, non faccio testo.-
-Cos’è, quando non ti conviene non rispondi?- disse la nipote. –Sai mamma, mi sa che dovremmo tenercelo per un bel po’ di tempo.-
-Non sei contenta? Dove lo trovi uno zio che passa così tanto tempo con la nipote come me?-
-Ma certo che sono contenta zio!-
 
Mentre pranzavano gli occhi di Giulia ricadevano sempre su Luca. Lo osservava senza farsi notare.
Però anche lui guardava la ragazza. La guardava e ne rimaneva incantato, per il suo aspetto, la sua bellezza… Iniziava ad avere paura, e non capiva il perché.
Non riusciva a capire da cosa scaturiva questa sua paura. Ma alla fine era paura o qualcosa di più bello?
Quello che aveva Luca era la paura di amare, di sentire un sentimento profondo per una ragazza di 17 anni.
Paura, vergogna, amore, gioia, rabbia, dolore, questo era questo quello che provava.
Luca era innamorato di Giulia, e prima di arrivare a quella conclusione ne era passato di tempo. Erano passati mesi prima di essere sicuro di quello che stava pensando, e per quanto potesse essere così strano era la realtà.
Finito il pranzo, Giulia andò in camera sua per studiare.
Ma dopo una mezz’ora in camera sua entrò Luca.
 
-Che ci fai qui?- chiese Giulia.
-Volevo chiederti se potevo controllare una cosa su Internet con il tuo pc.-
-E come mai non hai usato il computer che c’è nello studio?-
-Perché… perché…- Luca balbettava mentre guadava Giulia.
-Perché?-
-Va bene, lo ammetto, era una scusa.-
-Diciamo che non l’avevo capito.- disse la ragazza ridendo. –Allora?-
-Bhè, ecco, diciamo che è un po’ complicato… eh, posso sedermi sul tuo letto?-
-Si, però cerca di essere veloce, perché devo fare una traduzione di latino.-
-Ma domani è domenica!-
-E lo so, ma domani non voglio studiare. Se permetti domani vorrei dormire e non fare nulla. Però tornando a prima, cosa volevi dirmi?-
-Insomma, quello che vorrei dirti è... stasera hai impegni?-
-Uhm, perché?-
-Perché vorrei invitarti a mangiare una pizza?-
-Senti Luca, parliamo chiaro, non è che magari prima di venire qui a casa, hai bevuto qualcosa? Un bicchierino, non molto.- disse ridendo Giulia.
-No Giulia.- rispose deciso Luca.
-Per me non stai bene, quindi ti dico no.-
-Giulia, per favore, una pizza.-
-Non posso, e anche se ti dicessi si, non so che scusa inventare per uscire con te.-
-Una scusa? Per cosa?-
-Per uscire stasera da casa.-
-Dì che esci con gli amici, io vengo a prenderti alle otto.-
-Eh… va bene.- disse rassegnata la ragazza.
-Io ti aspetto, non darmi buca.-
-Ok, va bene.-
-Ora torno da tuo zio. Ciao Giù.-
Giulia non poteva crederci. Luca l’aveva invitata a cena.
Forse per amicizia, per simpatia, per farla uscire un po’…
Questo era il loro primo appuntamento segreto. Nessuno sapeva niente.
Dopo cinque minuti riceve una chiamata, era Eleonora, la sua migliore amica.
 
-Ehi Ele, che fai di bello?- disse Giulia appena rispose al cellulare
-Niente di che. Volevo invitarti questa sera al Mc Donald’s. Siamo io Mario, Luisa e Giuseppe. Prima ci facciamo un giro al centro commerciale, dopo andiamo al MC e poi una passeggiata sul lungo mare.-
-Ti ringrazio dell’invito, ma non mi va di fare da “palo”; e comunque non posso, stasera esco.-
-E con chi? Dove vai? Perché non mi dici nulla?-
-Ehi, ehi, calma. Dipende da come va la serata ti racconto tutto.-
-C’è qualcosa che devi dirmi? Magari qualcosa che ancora non so?-
-Forse. Tutto dipende da come andrà la serata.-
-E come si chiama lui?-
-No, non te lo dico.- disse Giulia sorridendo pensando al suo lui
-E dai, a me che sono la tua migliore amica non dici nulla?-
-Vabbhè, è Luca.-
-Luca chi? Quel bel ragazzo, l’amico d tuo zio?-
-Si, è lui.-
-E tu mi tieni nascosta una cosa del genere? Voglio sapere tutto quello che non mi hai detto.-
-Facciamo così, domani sera vieni a casa mia, così poi l’indomani andiamo a scuola insieme e ti racconto tutto.-
-Ok, ci sto.- ripose decisa Eleonora.
-Ci sentiamo domani allora, ciao Ele.-
-Ciao Giù.-
 
Giulia chiuse la telefonata, ed iniziò a pensare alla serata che l’attendeva.
Dopo un po’ andò dalla madre in cucina.
 
-Mamma, questa sera esco!-
-E con chi?- disse la madre.
-Con Eleonora, Mario e gli altri.-
-D’accordo, e dove andate?-
-Al MC, e poi non so.-
-Va bene, ok.- Giulia si girò verso Luca e gli fece l’occhialino, ma lo zio le notò qualcosa di strano.
-Allora noi andiamo.- disse Matteo.
-Vai già via?- chiese la nipote.
-Si, ci vediamo domani a pranzo, come sempre.-
-Giusto, me ne ero dimenticata.-
-Laura, ci vediamo domani.-
-Ok.- rispose la sorella.
-Forse mi aggiungo anche io domani.- aggiunse Luca.
-No, tu ora devi dirmi quando mai non vieni qui a mangiare.-
-Devo ridere?- chiese Luca. –Vabbhè, andiamo. Ciao.-
-Ciao.- rispose Laura.
-Io vado in camera, tra poco inizio a prepararmi.- disse Giulia
-Ok.- ripose la madre, mentre la ragazza di era già volatilizzata in camera sua.
 
Dieci minuti dopo Matteo e Luca andarono a casa di quest’ultimo Arrivati nel salone, si sdraiarono sul divano, e mentre cercavano qualcosa d’interessante in tv, Matteo iniziò a parlare.
 
-Luca, sarò diretto, mi spieghi che succede con mia nipote?-
-Niente, perché?-
-Perché ho visto come la guardi, soprattutto oggi. Ho visto come vi guardavate.-
-Se ti dico la verità non andrai a spifferare tutto a tua sorella, vero?-
-No, ma spiegami.-
-Sono innamorato di Giulia.-
-Sei innamorato di una ragazzina?-
-Non è una ragazzina e poi anche se lo fosse, la amo. Il problema è che suo zio è il mio migliore amico.-
-Che intenzioni hai con lei?- disse Matteo serio guardando fisso negli occhi l’amico.
-Serie.-
-Io mi fido di te, e ti credo. Non dirò niente.-
-Bene. Allora ti dico che questa sera usciamo insieme. Non so dove andiamo, ma le dirò quello che sento per lei. Anche se non so se sarà lo stesso per lei.- Aggiunse Luca dopo un breve attimo di silenzio.
-Si vede che prova qualcosa per te e da molto tempo. Vi ho osservato molto bene oggi, come arrossivate, quando vi guardavate, i sorrisi che cercavate di nascondere, in ogni modo non c’è bisogno che ti faccia delle raccomandazioni, vero?-
-No, so quello che mi vuoi dire e puoi stare tranquillo.-
-Ok, allora io vado, ti lascio libero.-
-Grazie Matteo.-
-Stai attento Lù.-
-Ciao.-
-A domani.-
 
Dopo un’oretta Giulia iniziò a prepararsi, tutta elegante, vestiti, tacchi a spillo, borsetta.
Detto così poteva sembrare qualcosa di vistoso, invece era elegante ma semplice.
Vero le otto, una macchina nera fece ingresso nel cortile di casa di Giulia.
La sera Giulia e Luca s’incontrarono sotto casa di lei, attenti a non essere visti dai suoi genitori.
Fortunatamente Laura, Leonardo e Claudio non si accorsero di chi era alla guida dell’auto, altrimenti sarebbe saltata la serata di Giulia.
Una volta visto, uscì di casa salutando con un ciao i genitori ed il fratello.
 
-Mi spieghi vuol dire questo?- chiese Giulia appena entrata in macchina, senza neanche dire ciao.
-È un invito a cena. Non ti fa venire in mente nulla?-
-No.- rispose incerta e sicura allo stesso tempo.
-Giulia, io…-
-Andiamo via. Questo non è il luogo migliore per parlare. Non vorrei ti scoprisse qualcuno- Luca annuì, aprì il motore ed uscì dal quartiere in cui si trovavano.
-Giulia, io provo qualcosa per te.- disse continuando a guidare, fissando la strada e poggiando la mano destra sulla gamba sinistra della ragazza.
-Luca.- Bisbigliò Giulia a bassa voce, mentre lui si fermò in una piazzola al ciglio della strada.
-Giulia ti amo.- disse l’uomo guardandola negli occhi. –Ecco, finalmente sono riuscito a dirlo.-
-Che… che hai detto? Puoi ripetere?-
-Non c’è nulla da ripetere, hai sentito bene, ti amo e non voglio più negarlo. Forse però sono un cretino perché sei tu a non amarmi, e questo particolare non l’ho messo in conto del tutto.-
-No Luca, anche io ti amo, ma…-
-Ma cosa?- chiese Luca.
-Hai idea di cosa vuole dire stare insieme? Doverci nascondere da tutto e tutti, stare attenti a quello che facciamo… Io finché non diventerò maggiorenne, ovvero fra tre mesi, non posso dire che sto con te e non perché mi vergogni, intendiamoci…-
-Si, lo so. So come sono fatti i tuoi, e potrebbero esserci conseguenze serie.-
-Appunto, invece una volta maggiorenne posso anche andare via di casa.-
-Non pensare a quello che sarà, ma a quello che siamo ora, se tu lo vuoi.-
-Te la senti ti stare come me e vivere una relazione clandestina?-
-Con te mi sento di sopportare tutto.- Luca prese il volto della ragazza e la baciò con passione. Una passione chiusa dentro di loro per troppo tempo. Molto tempo.
-Ora dove andiamo?- chiese Giulia appena si staccarono dal bacio. –Di certo non possiamo andare in pizzeria o in luoghi dove potrebbero vederci insieme.-
-Casa mia è libera; possiamo andare lì. È anche isolata, non ci scoprirà nessuno.-
-Sicuro?-
-Certo, così possiamo improvvisare la nostra prima cena, cucino io.-
-Mi piace l’idea. Si. Ci sto. Andiamo.- Luca ripartì a camminare sulla strada.
-Oggi ho parlato con Matteo.-
-E di cosa?- chiese un po’ preoccupata Giulia.
-Ha capito cosa c’è tra noi.-
-E tu hai negato tutto vero?- chiese la ragazza, sperando in un’affermazione.
-Lui è il mio migliore amico, mi conosce bene; gli ho spiegato tutto e puoi stare tranquilla che non andrà a dire nulla a tua madre. Fidati.-
-Ma io mi fido di lui, però non so… È tutto così strano.-
-In che senso?-
-Non so, forse perché non ci ho mai sperato fino in fondo che tra noi potesse esserci un sentimento.-
-Ti sei pentita?
-No. Tu ora sei tutto per me, sei importante e non voglio perderti. Ti amo.-
-Anche io.- Dopo due minuti di silenzio. –Eccoci qua, siamo arrivati. Non aspettarti molto per questa prima cena. Perdonami se non sarà perfetta.- disse lui entrando con Giulia nel salone di casa.
-Se ci sei tu, tutto è perfetto.-
-Fai come se fossi a casa tua.- disse Luca levandole il cappotto di dosso e sistemandolo delicatamente su una poltrona. –Io vado in cucina a vedere cosa preparare.- Luca guardò un po’ nei mobili della cucina. –Spaghetti, pomodoro e basilico, vanno bene o preferisci altro?-
-No, è perfetto se non fai diventare la pasta scotta.- disse ridendo la ragazza. –L’ultima volta l’hai dimenticata sul fuoco.-
-Starò attento questa volta. Se vuoi mettiti sul divano, ora arrivo.- Quasi subito Luca raggiunse la ragazza. –Eccomi.- disse sedendosi accanto a lei. –Sei che sei bellissima?-
-Beh grazie.- rispose Giulia arrossendo un po’.
-Che scusa hai inventato per venire qui stasera?-
-Uscita con Eleonora e gli altri. Sai, stavo pensando che dovremo inventare qualche scusa se vogliamo uscire insieme o per lo meno vederci da soli.-
-Beh, ma con tu zio dalla nostra parte sarà tutto più semplice.-
-Ma io non voglio approfittare di lui. D’altronde non manca molto perché diventi maggiorenne.-
-A lui ci penso io, e comunque spero che il tuo appetito possa aspettare perché ci vorrà un po’ affinché sia pronta la cena.-
-Posso aspettare.- disse baciandolo.
-Ti faccio vedere il resto della casa, ti va?-
-Si, sono curiosa. Non l’ho mai vista.-
-Allora andiamo.- Luca portò Giulia in giro per casa, o per meglio dire, nella mini villetta. Era grande, enorme, spaziosa, stupenda, fantastica.
-Hai anche il bagno in camera, il mio sogno. Anche se nel mio sogno c’è un armadio a cabina.- disse la ragazza sorridendo.
-Non esageriamo, non sono una donna.-
-Che vorresti dire con questo?-
-Che voi donne perdete molto tempo per scegliervi i vestiti belli, con i vari accessori, impiegate molto tempo a truccarvi…- Giulia lo fermò.
-Non è proprio il mio caso.-
-Si, hai ragione, non ti ho mai visto perdere più di cinque minuti per prepararti. Non dai importanza al trucco.-
-Si, anche perché non ne sono molto portata. Comunque scendiamo giù? Ho visto tutto.-
-Ok, andiamo.- Scesi sotto aspettarono una ventina di minuti prima di cenare a lume di candela, la loro prima cenetta romantica. Nonostante fosse stata, diciamo improvvisata, era riuscita.
Dopo aver cenato, insieme andarono a sedersi sul divano, con una coperta addosso e guardano un film in tv. Ma tra una cosa ed un’altra era arrivata la mezzanotte.
-Cenerentola deve perdere la scarpetta di cristallo e tornare alla realtà.- disse Giulia quasi sbadigliando per la stanchezza.
-Che stai dicendo?- le chiese Luca, anche lui quasi sul punto di dormire.
-È mezzanotte inoltrata. Nella storia Cenerentola scappa dal principe per tornare a casa. Qui però il principe può riportarmi a casa.-
-Rimani qui con me stanotte, chiama tua madre e dille che dormi da Eleonora.- disse Luca quasi implorandola.
-No, meglio di no. Però prometto che ci saranno altre occasioni, rimarrò qui qualche volta, passeremo intere giornate insieme, ma ora è meglio andare.-
-D’accordo, sei pronta?-
-Devo mettermi solo le scarpe.-
-Io intanto prendo le chiavi dell’auto.-
-Ok.- Luca prese le chiavi e Giulia cercò di sistemarsi. Appena pronti tutti e due andarono in macchina per tornare a casa.
-Domani pomeriggio ti va di uscire? Magari ci portiamo anche tuo zio per non destare sospetti.- disse Luca.
-No, domani non posso. Ho promesso ad Eleonora che saremo state insieme, dorme da me e poi la mattina andiamo insieme a scuola.-
-Come non detto.- disse Luca facendo finta di essersi offeso.
-Dai, non fare l’offeso. A pranzo sei da me, rimati come sempre tutto il giorno, cena compresa, ne avremo di tempo.-
-Ma non per stare da soli.-
-Lo so, non sarà facile. È una prova, se la superiamo il nostro è amore, se non la superiamo vuol dire che quello che proviamo non è abbastanza forte come crediamo.-
-Come sei saggia.-
-Luca, ti ho già detto che ti amo e se per il nostro amore dovrò mettermi contro tutti e tutti lo farò.-
-Anche io. Ti appoggerò sempre e comunque, in ogni situazione.- disse Luca stringendole la mano. Dopo dieci minuti Giulia era già a casa sua. La madre era ancora sveglia, motivo per cui il suo fidanzato doveva perdersi velocemente nella notte. Infatti, dopo un bacio al volo, andò via.
La ragazza per entrare in casa infilò la chiave nella toppa, girò, una volta dentro si chiuse la porta alle spalle molto delicatamente, si levò i tacchi per impedire che le scarpe al contatto con il pavimento svegliassero il fratello ed il padre e poi andò in cucina.
-Sei tornata presto.- disse la madre.
-Si, e sono anche stanca, vado a dormire.- disse Giulia per essere svelta nel chiudere la discussione che la madre aveva appena iniziato.
-E dove sei stata?-
-Al Mc, ma ne parliamo domani. Notte.- detto questo Giulia si preparò per la notte ed andò a dormire.
Il giorno dopo si svegliò verso le 11. La notte aveva impiegato più di un’ora per prepararsi per andare a dormire ed una volta nel letto, non prese sonno prima di un’altra mezz’ora.
La mattina appena si svegliò, si alzò da letto ed ancora assonnata controllò il telefonino. C’era solo un messaggio, da parte di Luca, con scritto “Buongiorno amore mio <3”, risaliva a più di un’ora prima, e rispose con scritto “Buongiorno anche a te <3 Mi sono appena svegliata!”
Subito dopo inviò un altro messaggio ad Eleonora “Devo parlarti urgentemente! Vieni a pranzo o ci vediamo pomeriggio?”.
Ovviamente quando Giulia doveva dire qualcosa di bello e non stava nella pelle non usava mai un saluto, come buongiorno o ciao. Niente.
Dopo aver inviato il messaggio, prese il suo elastico dei capelli, li raccolse senza essere molto accurata ed andò prima in bagno e poi in cucina,
Lì con sua grande gioia e sorpresa, anche lo sapeva che sarebbero andati, trovò Luca insieme allo zio.
In quel momento aveva capito il perché di nessuna risposta al suo messaggio.
 
-No dico, potevi alzarti direttamente all’ora di pranzo, visto che c’eri!- esclamò Matteo.
-No, è che ho dormito male, e poco. Comunque buongiorno.- disse la ragazza andando a salutare lo zio con un abbraccio. –Luca.- disse dandogli un bacio sulla guancia.
-Mi ha detto tua madre che sei uscita ieri sera.-
-Si zio, sono stata con Eleonora. Anzi, dovrebbe raggiungerci per il pranzo o dopo e rimane a dormire qui.-
-E dove siete andate?-
-Al centro commerciale e poi al Mc.-
-Ti sei divertita?-
-Molto!- rispose la ragazza fissandolo negli occhi e sorridendogli.
-Buongiorno!- esclamò la madre entrando in cucina.
-Se vuoi c’è del caffé caldo.- disse Laura rivolta alla figlia.
-Si, grazie.-
-Questa sera esci di nuovo?-
-No altrimenti domani non mi sveglio per la scuola lo sai.- mentre parla le arriva un messaggio sul telefonino.
-Già da ora iniziano ad arrivarti messaggi?- chiese Luca.
-No, veramente sto aspettando la risposta di Eleonora. Infatti.- disse guardando il telefonino. –È lei. Vengo verso le 15. Un bacio. Ecco la risposta che aspettavo. Mamma, Ele rimane a dormire qui.-
-Ok.-
Giulia fece colazione e dopo andò in camera sua per cambiarsi con una tuta tanto per non rimanere con il pigiama tutta la giornata.
Era in camera sua, quando aveva sentito bussare alla porta della sua stanza, e subito dopo una voce. –Posso entrare?- era Matteo.
-Si certo, vieni.- Matteo entrò, chiuse la porta e fece cenno alla nipote di sederci accanto a lui sul letto.
-Senza troppi giri di parole, sei sicura della tua relazione con Luca?-
-Innanzi tutto parla piano perché qualcuno potrebbe sentirci, e comunque si. Voglio stare con lui, non m’importa dell’età.-
-Non intendevo questo.-
-Ed a cosa ti riferisci?-
-A tutto. Io di Luca mi fido, ma non voglio che ti faccia soffrire.
-Si, certo, ora inizi con le solite frasi fatte, ma devi stare tranquillo.-
-E dimmi, che avete fatto ieri sera?- chiese curioso Matteo.
-Mah, niente. Abbiamo improvvisato una cenetta a casa sua e poi siamo stati sul divano a vedere un film.- disse la ragazza molto contenta.
-E quando hai intenzione di dirlo agli altri?- chiese Matteo in tono serio.
-Appena divento maggiorenne.-
-Perché non prima?-
-Conosci mio padre, non so come la prenderà, Luca è molto più grande di me, anche se per me non conta l’età. Non so come prenderà il fatto che esco con uno così grande per lui. Mia madre e forse anche mio fratello mi appoggerebbero, lui no. Ma se non lo accetterà dovrà dimenticarsi di avere una figlia, questo è sicuro.- disse Giulia sicura di sé.
-Non stai esagerando?-
-No zio. Lo conosco troppo bene. Ma sono pronta a mettermi contro tutti e tutto, anche ad andare via di casa.-
-Non penso ci sarà bisogno di tutto questo, però una cosa voglio dirtela, io sarò sempre e comunque dalla tua parte, dalla vostra. Potrai sempre contare su di me.-
-Grazie zio.- disse abbracciandolo. –Ti ho mai detto che ti voglio bene?-
-Sempre.- disse sorridendole. –Senti, se ti serve d’ora in poi una scusa per uscire con lui, basti che mi avvisi e dico a tua madre che passi la giornata da me.-
-No, non preoccuparti, troveremo una soluzione, in fondo non sarà per molto, possiamo fare un piccolo sacrificio.-
-Va bene, come vuoi. Vieni di là con me? Così magari ti butti anche un po’ su Luca quando non c’è nessuno in giro.-
-Ma se anche i muri hanno gli occhi!- esclamò Giulia. -Comunque devo sistemare la stanza, come vedi ci sono libri ovunque.-
-D’accordo, vado solo.-
-Ok.- Mentre lo zio uscì, Giulia aprì il suo computer, ascoltò musica ed iniziò a pulire.
Aveva un pensiero fisso, Luca. Erano vicini, a dividerli c’era solo un corridoio eppure sembravano lontani, molto lontani.
Dopo pranzo in quella casa arrivò Eleonora.
 
-Ele, finalmente.- Disse Giulia prendo la porta. –Vieni, andiamo in camera mia.- continuò la ragazza tirandola per un braccio.
-Allora?- chiese Eleonora.
-Sto con Luca!- esclamò Giulia con gli occhi entusiasti e pieni d’amore per lui.
-Cosa?- chiese l’amica stupita.
-Si, non…-
-Ma perché non me ne hai parlato?- continuò l’amica interrompendo il discorso di Giulia.
-Si, così tu magari avresti riso di me..
-Giù sai che non mi sarei mai permessa.- disse seria Eleonora.
-Mi raccomando, oltre a mio zio non lo sa nessuno.-
-Beh, ma se uscirai con noi, gli altri dovranno saperlo. Anzi, lo capiranno da soli quando vi vedranno.-
-No Ele, non uscirò con voi, oppure se lo farò sarà senza Luca. Non posso farmi vedere in giro con lui, almeno fino al miei 18 anni.-
-Dai, non esageriamo, perché mai dovresti essere maggiorenne per uscire con un ragazzo?-
-Perché forse ha 13 anni più di me, e mio padre potrebbe uccidere prima me e poi lui?- rispose Giulia.
-Beh, su questo non posso darti torto. Allora, dopo questa tua confessione, che dici se mi aiuti a ripetere filosofia? Non so nulla e domani la prof m’interroga.-
-Ma come, devo ancora dirti quello che è successo ieri sera. Non sei curiosa di sapere? Mi meraviglio, non è da te!- disse Giulia facendo finta di essere offesa.
-Siete usciti insieme? Che avete fatto? Dove siete stati?- chiese Eleonora tutta curiosa.
-Ora ti riconosco. Siamo stati a casa sua.-
-Voglio sapere tutto!-
-Ma non c’è molto da dire. Mi ha portato a casa sua, abbiamo cenato e poi siamo stati sul divano insieme abbracciati sotto una coperta a vederci un film, un po’ di coccole…-
-E basta?-
-Perché volevi alto?-
-A dire la verità si.-
-Sei tremenda, sei sempre la solita.- disse Giulia prendendola a cucinate e l’amica rispose facendo lo stesso.
Giulia rimase in camera fino alla sera, tranne una volta per andare in cucina a preparare i pop-corn da mangiare con l’amica, visto che insieme avevano deciso di vedersi un film. Così, stando sedute sul letto, con un plaid di sopra ed i pop-corn avevano ricreato l’atmosfera del cinema.
La sera, prima che Luca e Matteo andassero via entrarono in quella stanza. I due fidanzati si salutarono con un bacio, il primo di quella lunga giornata che sembrava non passare mai […]
 
Intanto passò un mese e mezzo. Un mese e mezzo di bugie, segreti, sotto e fuggi, complice di tutto questo anche Matteo.
Un periodo complicato e contorto, ma anche meraviglioso.
In quel mese e mezzo era successa anche un’altra cosa, Luca e Giulia avevano fatto l’amore, ed ora lei aveva un ritardo, nonostante fossero stati attenti.
Eleonora era partita e non sarebbe tornata prima di una settimana, così l’unica persona con cui poteva e doveva pararne era Luca, così gli scrisse un messaggio: “Devo parlarti, è urgente!”.
Luca con l’auto di Matteo si precipitò dalla ragazza, ma casa sua non era un luogo adatto per parlare, così uscirono ed andarono in macchina.
-Mi spieghi cos’hai?- chiese Luca preoccupato.
-Andiamo da te, per favore?- rispose Giulia.
-Mi stai preoccupando.- disse Matteo. –Sicura di stare bene?- la ragazza annuì-
Intanto arrivarono a casa di Luca e Giulia era sempre più preoccupata e terrorizzata all’idea che il fidanzato potesse lasciarla sola ed abbandonarla, vedendo così uno dei suoi punti fermi della vita svanire all’improvviso.
-Allora?. Chiese Luca facendo spallucce.
-Ho un ritardo. Luca, credo di essere rimasta incinta.-
-Come?- disse Luca cadendo sul divano.
-Questo è il test di gravidanza.- disse Giulia estraendo una scatolina dalla borsa. –Non ho il coraggio di farlo da sola.-
-Lo vuoi fare ora?- chiese Luca e lei rispose facendo cenno di si con la testa. Lei si chiuse in bagno, mentre Luca e Matteo rimasero in salone a parlare.
-Mi spieghi come diavolo hai fatto a metterla incinta?- chiese Matteo arrabbiato.
-Beh, non è che ci siano poi così tante spiegazioni. Vuoi i dettagli o lo capisci da solo?-
-No, io non capisco il fatto perché tu non sia stato attento.-
-Lo sono stato, ma… basta, ancora non è sicuro niente.- disse Luca confuso.
-E se è incinta, che fai? La lasci?-
-Ma che ti sei impazzito? Spero tu stia scherzando. Come potrei lasciarla, non lo farei mai, la amo e se è incinta io sarò il padre di quel bambino, mio figlio. Si vede che non mi conosci abbastanza.-
-Io ti conosco, ma in questo momento sto pensando a mia nipote e sono molto preoccupato per lei, così giovane e già madre.-
-Lo so, ma io che ci sto a fare? Io non la lascerò, come devo farti capire che la amo?-
-Scusami Luca, sono io che sono un po’ paranoico, un po’ per paura, un po’ perché sono preoccupato per lei. Scusami.- Dopo un quarto d’ora, Giulia raggiunse i due uomini.
-È positivo.- disse subito e tutto d’un fiato.
-Senti Giù, qualsiasi cosa tu decida di fare, io sarò sempre con te, sempre dalla tua parte.- disse Luca.
-Grazie.- disse abbracciandolo. –Zio, tu ovviamente…-
-Non ti tradirò proprio ora, stai tranquilla.-
-Grazie.- disse sedendosi sul divano. –Non so che fare, non so come dirlo ai miei genitori, mi sento persa e anche molto sola, anche se non lo sono, vero?- disse Giulia.
-Certo che non sei sola.- rispose Luca. –Noi che ci stiamo a fare qui?-
-E comunque è normale che tu stia così, in fondo nessuno si aspettava una situazione del genere.- disse lo zio.
-Forse è un po’ presto per parlarne, però tu potresti venire a vivere insieme. So che forse non sarà facile per te, ma se entrambi vogliamo questo bambino come lo voglio io, possiamo goderci insieme questa gravidanza. Tanto tra un paio di mesi finisci anche la scuola, giusto?-
-Un mese e 10 giorni per l’esattezza, Luca. Sto tenendo il conto.- disse accennando un sorriso.-
-Ecco, così potremo stare insieme.-
-Sarebbe un’ottima idea quella di venire a vivere con te, ma poi l’anno prossimo? Che faccio?- domandò Giulia.
-Beh, potrei accompagnarti ogni giorno a scuola così non perdi l’ultimo anno, oppure potresti frequentare l’anno da privatista, o ancora puoi aspettare due anni e poi prenderti il diploma con calma. Insomma le soluzioni non mancano, per decidere c’è tempo.- rispose Luca.
-Ha ragione.- disse Giulia. –Ma tu veramente lo vuoi questo bambino?-
-Certo, voglio lui, come voglio anche te.- rispose Luca. -Ora però pensiamo alle cose imminenti, come ai tuoi 18 anni.-
-Perché, secondo te ho ancora voglia di festeggiare?-
-Dovresti farlo. Mi sembrava che ti tenessi molto a questa festa.-
-Allora di pure che ci tengo a questa festa, ma non me la sento di festeggiare.- disse la ragazza rassegnata.
-E niente può farti cambiare idea?- chiese lo zio.
-Non lo so.- rispose.
-Ora però meglio se torno a casa, stasera ci sono amici di papà ed avrei promesso di esserci.-
-Va bene, ti riporto a casa.- disse Luca.
-Senti, questo ti dispiace se lo tieni tu?- chiese Giulia dando a Luca il test di gravidanza. –A casa ho paura che qualcuno possa scoprirlo.-
-Certo, ci penso io.- ripose il ragazzo. Dopo 10 minuti la ragazza era di nuovo a casa.
-Dove sei stata con Matteo?- chiese Laura alla figlia appena la vide.
-Mi ha portato fuori a fare un giro ed abbiamo parlato.- disse disinvolta la ragazza.
-Non ti sembra di stare un po’ troppo con lui?-
-Ma se mi chiama, sai che non so dirgli di no.- rispose contenta. –Comunque a che ora arrivano gli invitati?-
-Un’ora più o meno.-
-Bene, vado a posare la borsa ed il cappotto in camera, e vengo ad aiutarti.-
-Ok, ti aspetto.- Dopo cinque minuti Giulia stava giù aiutando la madre in cucina, ma alcuni odori delle pietanze preparate le davano il volta stomaco.
Mentre cenava però, non ne poté più. Si alzò di scatto ed andò in bagno a rimettere. I primi sintomi della gravidanza iniziavano a farsi sentire, fortuna che nessuno in casa si era accorto della realtà.
Una volta uscita dal bagno, tornò in cucina.
-Che hai?- chiese Claudio.
-Nulla di che. Mi sarò influenzata, perché oltre la nausea ho anche un gran mal di testa. Tutto sommato però sto bene.- ripose Giulia sperando che la sua balla fosse credibile.
-Sicura?- chiese il fratello.
-Si, tranquillo.- Dopo mezz’ora a Giulia squillò il telefonino. Era un messaggio con scritto “Come stai? Sono preoccupato per te” e lei rispose “Nausea a parte non posso lamentarmi”.
Giulia aveva ancora la nausea. La mattina quando si alzò per andare a scuola continuò a rimettere.
-Ancora la nausea?-
-A quanto parte si.- rispose lei ancora inginocchiata al water.
-Rimettiti a letto, oggi non vai a scuola, almeno non in queste condizioni.-
-C’è la faccio, tranquillo pà.-
-No, vai a letto, è meglio, fidati. Per oggi riguardati.-
-Grazie papà, torno a letto.- E così fece. Tornò a letto, scrisse a Luca “Oggi non vado a scuola, chiama quando ti svegli”, e poi ad Eleonora “Ciao Ele, oggi torni a suola, ma io non vengo. Dovrei dirti troppe cose… ci vediamo domani o pomeriggio se vieni”. Fatto questo, posò il telefonino sul suo comodino, tirò le coperte e sé, e chiuse gli occhi, ma non per dormire, ma per pensare a quello che da quel momento, anzi dalla sera prima in poi sarebbe stata la sua vita.
Oramai era cambiata per sempre. Giulia era sempre stata una ragazza responsabile, ma da quel momento in poi doveva esserlo di più. Stava per diventare madre.
Verso le 8:30 in casa non c’era nessuno, così la ragazza ne approfittò per fare colazione da sola, però qualcuno bussò al campanello. Era Eleonora.
-Pensi che sarei andata a scuola dopo il tuo messaggio?- disse l’amica appena le aprì la porta.
-Tu sei pazza a non tornare a scuola dopo una settimana, però hai fatto bene.- le rispose Giulia abbracciandola. –Entra, vieni.-
-Allora?- chiese l’amica. –Che devi dirmi?-
-Sono incinta.-
-Eh?- chiese sbalordita Eleonora.
-Hai capito bene Ele.-
-Ed ora che fai?- chiese Eleonora sconcertata.
-È da prima che ci penso, voglio dire tutto ai miei genitori.-
-Si, forse hai ragione, meglio così. Non c’è bisogno che ti ricordi che io ti sono accanto, vero?-
-Grazie tesoro. Fai colazione con me?-
-Come minimo dovresti offrirmi una colazione sontuosa. Oggi non sono andata a scuola per te.- disse sorridendo.
-Prendi quello che vuoi, tanto sai che in frigo ci stanno gli yogurt, nel mobile dietro di te trovi i biscotti con le brioches, anzi se vuoi vado a prendere i cornetti al bar.-
-No, ferma ci vado io. Non credo sia il caso che tu esca così.-
-Così come scusa?- disse Giulia pensierosa.
-In pigiama.- disse ridendo.
-Hai ragione.-
-Torno subito.- disse Eleonora uscendo di corsa. Intanto a Giulia squillò il telefonino, era Luca.
-Giù come stai?- le chiese.
-Meglio di ieri. Sentimi bene, ho deciso di raccontare tutto ai miei genitori, se vuoi puoi venire, tanto fino a stasera non ci sono, così parliamo meglio.-
-Ok, massimo mezz’ora ed arrivo, ma senza Matteo, ieri sera, o meglio notte si è fermato a casa di Pamela.-
-Ah ecco, finalmente si dà da fare, comunque io sono con Ele.-
-D’accordo, ci vediamo dopo.- disse Giulia chiudendo la chiamata. Una volta rientrata Eleonora, insieme all’amica iniziarono a fare colazione e 20 minuti dopo arrivò Luca, ma da solo, senza Matteo. Anche perché era impossibile, dopo quello che le aveva appena detto Luca, conoscendolo avrebbe avuto tuta la giornata impegnata. […]
-Giù, allora? Sei sicura di voler dire tutto?-
-Lù, ho già la nausea, mal di testa, quanto può durare la commedia dell’influenza, una settimana? Dieci giorni? E poi? Non posso andare avanti così. Tra ieri sera e stanotte ho dato l’anima. Non posso nascondermi.-
-Hai ragione, scusa, non stavo pensando a te che stai male, scusami.- disse dandole un bacio. –Allora, quando hai intenzione di dirglielo?-
-Oggi stesso. Ma quello che mi preoccupa e che tu devi sapere è che c’è la possibilità che papà non mi perdoni il fatto che sto con te e di aspettare un bambino, e se sarà così io andrò via di casa.-
-Se sei sicura, non sarò io ad ostacolare la tua decisione; e poi ti ho già detto che hai una casa. Abbiamo una casa.- disse Luca abbracciandola forte a se.
-Che fai, rimani o torni al bar a dare il cambio a tuo fratello?-
-No, rimango con te oggi.-
-Giù, ma se tu vai via di casa, posso sempre venire a trovarti?- chiese Eleonora
-Certamente, come farei se non ci fossi tu, senza di te sarei persa.- disse Giulia andando ad abbracciarla.[…]
Intanto la mattinata passava, i tre ragazzi pranzarono insieme, passarono la giornata insieme, sembravano tre ragazzi spensierati e senza problemi, invece due di loro ne avevano uno ed anche bello grande.
Verso le 18 arrivò il resto della famiglia di Giulia.
-Forse è meglio se vi lascio soli.- disse Eleonora.
-Se non vuoi vedere volare i piatti e le sedie direi di si, ma se vuoi restare va bene lo stesso.-
-Sicura?- Giulia annuì.
-Che ci fate tutti en tre messi in fila così?- chiese Leandro, il padre di Giulia.
-Devo parlarvi.- disse la figlia rivolta a tutti.
-È grave?- chiese Claudio.
-Si.- rispose lei. –Ecco, io sto con Luca.-
-Tutto qui il problema? Quando lo conosceremo noi?- chiese felice il fratello non trovandoci nulla di strano che la sorella avesse un fidanzato.
-Veramente lo conoscete già. È lui Luca.- disse seria Giulia.-
-Come scusa?- chiese ancora con voce insicura Claudio.
-Avete capito bene. È più di un mese che stiamo insieme.-
-Come ti sei permesso?- esclamò Leandro. –Dopo anni di amicizia ti consideravo uno di famiglia Luca! Giulia è solo una ragazzina.-
-Papà io sono cresciuta, anche se non te ne rendi contro. La vita è la mia, decido io!- esclamò arrabbiata la figlia.
-E tu Laura, non dici nulla?- chiese il marito.
-Che devo dire, se si amano; in fondo Luca lo conosciamo bene, Giulia con lui non è in cattive mani.-
-Ma ti rendi conto di quello che dici?- disse gridando il marito.
-Non è tutto.- continuò Giulia. –Non sfogare tutta la rabbia che hai, c’è ancora il secondo round.- disse Giulia arrabbiata guardando fisso negli occhi il padre.
-Che altro devi dirci?- chiese calmo e tranquillo il fratello.
-Sono incinta.- disse portandosi la mano destra al ventre, mentre con la sinistra stringeva forte quella di Luca.
-Maledetto! Non ti bastava stare con lei. L’hai messa anche incinta! Io ti uccido!- continuò a dire il padre in collera.
-No papà, tu non ucciderai nessuno, non farai nulla.-
-Tu sta zitta. Prima dici di essere cresciuta e poi…-
-E poi che papà? Che c’è ho tradito le tue aspettative? Volevi una figlia perfetta? Mi dispiace, non lo sono mai stata, non sono una santa. Se vuoi la figlia perfetta, adotta una Barbie!-
-Spero almeno tu ti assuma la responsabilità del bambino.- disse Claudio rivolto a Luca.
-Di questo ti preoccupi? Che io lasci Giulia da sola? Se l’avessi voluto fare non sarei qui, che dici? Invece sono qui perché amo Giulia.- rispose Luca.
-Vai via di casa Giulia!- esclamò il padre.
-Come?- chiese la figlia in lacrime.
-Vai via di casa, ora!-
-Bene, non preoccuparti, ci vado subito. Il tempo di preparare la valigia.-
-Io ti aspetto fuori.- disse Luca rivolto alla fidanzata.
-Bene, tranquillo. Tu Ele, vieni con me?-
-Certo.- rispose un po’ terrorizzata per via delle urla che aveva appena sentito da parte di Claudio. Non lo aveva mia visto reagire in quel modo.
E così Luca andò ad aspettare Giulia in macchina, mentre le due amiche si chiusero in camera per preparare le valige.
-Sapevo che sarebbe andata a finire così.- disse Giulia piangendo.
-Vedrai che tuo padre ti perdonerà.- cercò di confortarla l’amica, mentre sistemava dei vestiti nel trolley.
-Lo so, però ora mi sta mandando via di casa. E se Luca non ci fosse stato, io che avrei fatto? Continuò Giulia piangendo buttandosi tra le braccia dell’amica.
-Ed io che ci sto a fare? Io ti avrei aiutato e ti aiuterò sempre.-
-Grazie Ele, ti voglio bene.-
-Anche io.- disse Eleonora, mentre si sentì qualcuno che bussò alla porta.
-È permesso?- chiese Laura insieme a Claudio.
-Entrate.- rispose un po’ seccata Giulia.
-Piccola mia, volevo dirti che io sono felice per te.- iniziò a dire la madre.
-Felice perché vado via?- chiese Giulia. –Adesso sono sicura che sarete la classica famigliola felice e senza problemi.-
-No, non fare così. Sono contenta perché stai per avere un figlio da una persona che ti amo. Prima l’ho visto come ti stringeva Luca, ho capito che ti ama veramente. Forse non ti aspettavi che questo bambino arrivasse adesso, ma…-
-Ma cosa? Ma vi rendete conto? Si, è vero Luca mi ama, ma tu col cavolo che mi hai difeso prima. Grazie, eh! Bella famiglia. È bello sapere che posso contare su mia madre o su mio fratello se ho bisogno d’aiuto.-
-Sai che se tuo padre si arrabbia il quel modo non sente niente e nessuno, soprattutto me, e sai anche meglio di me che non pensava quello che ha detto. Lui ti pensa ancora una bambina, ha solo paura per te e vuole proteggerti.-
-Mi ha mandato via di casa. Va bene, sapevo sarebbe successa una cosa del genere. Però ricordagli che non ha più una figlia. Qui ho finito, ho preso tutto.- disse Giulia, mentre con una mano cercava di trascinare il trolley e con l’altra di alzare uno dei tanti scatoloni.
-Dai, ti aiutiamo.- disse il fratello. –Non puoi prendere pesi ora; potrebbero fare male a mio nipote.- finì di dire, accarezzandogli il ventre.
-Grazie Clà.- disse la sorella dandogli un bacio.- Ad un tratto si sentirono due colpi alla porta e in quel momento a bussare poteva essere solo il padre.
-Posso entrare?- chiese gentilmente e con tono calmo.
-Che vuoi?- rispose arrabbiata Giulia.
-Parlare con te.-
-Per aggredirmi ancora? No grazie, sto andando via, tolgo il disturbo.-
-Giulia…-
-Giulia che? Non hai capito che non esisto più per te dal momento in cui mi hai detto di andare via?-
-Dai, forse è meglio che vi lasciamo soli.- disse Claudio, invitano la madre ed Eleonora con la mano ad andare via. Una volta usciti il padre iniziò a parlarle.
-Giù, io non voglio aggredirti, né mandarti via di casa. Ero solo arrabbiato, se ricevo una notizia del genere sai come reagisco, non per questo per non ti voglio bene. È solo che hai 17 anni, è vero che sei cresciuta, ma io ti vedo sempre come la mia bambina.-
-Ma ora sono cresciuta papà, devi abituarti.- affermò lei.
-Lo so, ti chiedo scusa. Ovviamente sono contento per te e non voglio che tu vada via di casa. Io ti voglio bene.-
-Anche io.- rispose la figlia buttandole le braccia al collo.
-Piano, non stringere, ora devi stare attenta a quelle che fai.-
-Hai ragione papà.-
-Allora, rimani?- chiese il padre sperando in un si.
-No papà, ora ti deluderò, ma in un caso o nell’altro sarei andata via di casa. Io e Luca facciamo sul serio, ed ora che sono incinta vogliamo goderci la gravidanza insieme. Però tu puoi fare una cosa per me.-
-Cosa?- chiese il padre.-
-Chiedi scusa a Luca.-
-Si, vado subito. Dai, ti aiuto, hai troppa roba da portare a casa nuova.-
-Eh già, un trasloco in piena regola.- Padre e figlia uscirono da quella stanza insieme.
-Allora non vi siete uccisi? Beh, meglio così.- disse Claudio.
-No, ci siamo chiariti. Senti, mi vai a prendere le due scatole che sono sul mio letto e li metti in macchina.-
-Si Giù.- Intanto il resto della famiglia con Eleonora andarono verso la macchina, e Leandro si avvicinò a Luca che era in piedi, poggiato con la schiena sullo sportello del lato guida.
-Luca, perdonami, non volevo reagire in quel modo.-
-Non importa di quello che dici a me, mi importa di più se ferisci Giulia.-
-Con lei ho parlato, le ho chiesto scusa, ora lo sto dicendo a te. Puoi perdonarmi per prima?- Giulia che aveva osservato la scena fece cenno di si con la testa, per fargli capire che il padre meritava una seconda opportunità.
-Si Leo, ti perdono.- disse abbracciandolo. –Allora Giù, sei pronta?-
-Si. Ele, tu vieni con noi.-
-No, io torno a casa. Poi ti chiamo.-
-Almeno vuoi un passaggio?-
-No, tranquilla, neanche abitassi in America. Vado a piedi. Ciao bella.- disse dandole un bacio.
-Ciao Ele.- Eleonora si allontanò, tornando a casa.
-Allora ci sentiamo dopo. Ciao famiglia.- disse Giulia per poi dopo salire in macchina ed allontanarsi per andare nella sua nuova casa, quella che da un mese a questa parte l’aveva vista più di qualsiasi altro luogo. Arrivati a casa, Luca le portò le valige e gli scatoloni.
-Allora che effetto ti fa entrare qui e sapere che sarà per sempre casa tua?-
-Mah, non lo so, sicuramente mi fa un effetto bello, mi piace.- dopo un breve attimo di silenzio.
-Matteo!-
-No, tu adesso m devi dire che centra tuo zio.- disse Luca.
-Non sa nulla di noi, che mi sono trasferita.-
-Ho capito, lo chiamo.-
-Mi sa che non occorre.- Luca la guardò perplessa. –È qui sotto.- disse Giulia scostando la tenda del balcone del salone.
-Gli apro la porta.-
-Ehi, ma non è solo, è con Pamela. Mi sa che qui la cosa è seria.- disse la ragazza contenta. –E poi sai che non mi dispiace Pamela come zia?-
-Meglio, no?-
-Siamo noi.- disse Matteo entrando in casa con la ragazza.
-L’avevamo capito.- ripose la nipote. –Zio, devo dirti una cosa.- continuò a dirgli ancor prima che si potesse levare la giacca.
-Che succede?- chiese lo zio.
-Che è successo vorrai dire! Comunque dopo che papà mi aveva mandato via di casa, ci ho fatto pace, e da stasera inizia la mia convivenza con Luca.-
-Sicura che hai fatto pace con tuo padre?-
-Si si zio, tranquillo. Ma dimmi, non sei contento?-
-Certo che sono contento! Ora però vi dico io una cosa, io e Pamela stiamo insieme.-
-Ed era anche ora zio mio.- disse Giulia raggiungendo la cucina. –Per quanto tempo ancora volevi stare senza una donna.-
-Ma se sono ancora giovane e bello!- disse facendo finta di darsi un po’ di arie.
-Si, sei bello.-
-Allora, andiamo a mangiare al solito ristorante?- propose Pamela.
-Non mi calcolate, non ho voglia di pasta, carne e contorni vari.- disse Giulia.
-E che vuoi mangiare? Chiese un po’ preoccupato Luca.
-Pizza!- esclamò lei.
-E vada per la pizza. Chi fa le ordinazioni?- chiese Pamela.
-Chiamo io.- rispose Matteo. –Il solito?- e come risposta ebbe solo un accenno da parte di tutti.
[…]
Finita la serata Giulia e Luca andarono a dormire.
-Senti, a te piace il matrimonio?- disse Luca mentre stringeva a sé la sua fidanzata.
-Si Lù, perché?-
-Beh sai, pensavo che se vuoi possiamo sposarci.-
-Davvero?-
-Certo, magari non subito.-
-Magari potremmo farlo dopo la nascita del bambino, così abbiamo più tempo per organizzare il ricevimento.-
-Si, possiamo sposarci in estate, verso luglio o agosto.-
-Il 18 luglio.- rispose lei.
-Perché proprio il 18 luglio?-
-Perchè la prima che mi è venuta in mente.-
-E allora vada per il 18 luglio.-
-Luca… sarà una sciocchezza, però io voglio dirtelo lo stesso, io non ho voglia di fare la festa ai 18 anni. Sto per diventare madre, non posso essere ancora una ragazza capricciosa che pensa a divertirsi. E poi che festeggio a fare? Tutta al più possiamo uscire a mangiare fuori io, te, i miei genitori, Claudio, Eleonora, Matteo e Pamela.-
-Giù, io non voglio condizionarti nelle scelte, ma se vuoi così va bene. L’importante per me è che tu sia felice.-
-Se tu sei con me sono felice.- Luca le diede un bacio.
 -Ora dormi, ti fa bene.- lei annuì.
-Notte Lù.-
-Notte amore.-
[…]
 
Un mese dopo Giulia andò a fare la sua prima ecografia, insieme alla sua scorta, così la chiamava, perché era stata accompagnata da Luca ovviamene, Matteo, Pamela ed Eleonora.
Non c’era giorno che non si sentissero o non si vedessero…
Quel giorno sapeva che era impossibile conoscere il sesso del bambino, ma fu felice lo stesso, perché finalmente aveva la prima foto di suo figlio.
Due mesi dopo, invece Giulia diventò maggiorenne.
Come da lei richiesto non ci fu una vera e propria festa, ma le persone a lei più care furono invitate in segreto a casa sua da Luca per poterla festeggiare con un pranzo ed una torta, al cioccolato. Beh, si le voglie iniziavano a farse sentire e Giulia in quel periodo usciva pazza per la cioccolata, anche se in quantità limitata, giustamente.
E fu anche in quell’occasione che i due fidanzati annunciarono che nell’estate che stava per avvenire si sarebbero sposati.
Intanto il tempo passava… Giulia era entrata nel quinto mese di gravidanza e la ginecologa che la seguiva le diede la notizia che avrebbe dato alla luce una bambina. La sua prima figlia.
Appena arrivata a casa, dopo aver comunicato la notizia ad amici e parenti, scelse il nome da dare.
Le possibilità erano tante, ma Luca alla fine se ne uscì con un nome: Stella.
Stella perché la notte in cui era stata concepita la bambina, il cielo era stellato. […]
Quattro mesi dopo.
Erano le 5 di una mattina di gennaio, quando Giulia si accorse di aver rotto le acque nel letto.
Luca, che era in dormiveglia accanto a lei, la portò subito in ospedale.
La parte più complicata fu quella di far scendere le scale a Giulia piena di dolori, ma una volta arrivati in macchina, con la guida del ragazzo, arrivarono in ospedale in pochi minuti.
Arrivati lì, alle 5.10 Giulia fu portata in sala parto, mentre Luca che si trovava nell’atrio fuori quella stanza, chiamò i suoceri, Matteo ed Eleonora che a sua volta avvertì Mario e gli alti amici.
Volevano esserci tutti gli amici quando sarebbe nata la loro nipotina acquisita.
In meno di mezz’ora furono tutti lì attorno a Luca. Intanto le ore passavano, e verso le 10.30 gli fu concesso di entrare per stare accanto la fidanzata e quindi assisté al parto.
Forse per Luca sarebbe stato meglio non esserci perché Giulia mentre partoriva stringeva molto forte la mano di Luca, con il risultato che per poco non si ritrovava con questa stritolata, ma pensò che poco gli interessava avere una mano distrutta quando la sua fidanzata, il suo amore stava dando alla luce la loro bambina.
Alle 10.58 era nata la loro Stella.
Cinque minuti dopo Luca uscì dalla sala parto per dare la notizia agli altri e subito gli diedero gli auguri.
Due ore dopo Giulia fu portata in degenza con la su bambina ed anche qui la neo-mamma aveva ricevuto gli auguri da parte di amici e parenti.
Finalmente erano una famiglia completa, ed anche se ancora non erano sposati poco gli importava.
Nessuna fede al dito avrebbe potuto mettere in dubbio l’amore che provavano.
Ma il tempo passava ancora, e finalmente era arrivato il 18 luglio.
Giorno in cui non si celebrò solo il matrimonio in Chiesa tra Giulia e Luca, ma anche il Battesimo della piccola Stella.
Ora Giulia era finalmente felice, aveva veramente tutto quello che voleva: una splendida famiglia, degli amici che l’adoravano, uno zio che non aveva mai smesso di volergli bene, ma soprattutto aveva trovato l’amore e cosa ancora più importate di questo, era diventata madre e sin dall’inizio era stata chiara con Luca, i figli venivano sempre prima di lui.
E la scuola, vi starete chiedendo?
Beh, Giulia aveva continuato a frequentare quel mese di scuola che le restava per finire il quarto anno, e poi decise di lasciare la scuola per due anni, in modo tale che la sua Stella crescesse e lei avrebbe potuto frequentare un altro anno nella stessa scuola che aveva appena lasciato.
In fondo per un anno si può fare un piccolo sacrificio, no?
 
 

Fine.

   
 
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