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Autore: cannucciarosa    29/02/2012    0 recensioni
Sono sempre loro Tak e Shad, scusatemi li amosdflsas questa invece è un pezzo del loro primo incontro, tutta la role non potevo metterla perchè era davvero di una lunghezza infinita, mi sono limitata ai primi post. Ovviamente ringrazio Angie per la meravigliosa parte di Takeji (Suo Efp -> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=145297 ) io scrivo per Shad, la parte in grassetto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Takeji.
Era la prima volta che prendeva quella prospettiva di Londra, soprattutto con l'obbiettivo, in genere, anche se la sua voglia di creare più scatti possibili lo portava ad inquadrare più soggetti ogni giorno, difficilmente i suoi occhi riuscivano a posarsi su una qualsiasi struttura architettonica già vista e stra vista.
Preferiva osservare gli sguardi delle persone che passeggiavano o i turisti che spesso e volentieri oltrepassavano la sua macchina fotografica, senza la minima preoccupazione. Se n'era fatto una ragione e con il tempo aveva compreso che erano quelli i momenti migliori che potesse immortalare, le espressioni vere supportate dai sentimenti, i luoghi e le persone giuste.

Stava arrivando la sera e data la nottata libera da impegni aveva iniziato a camminare lungo la via di fronte al suo appartamento, le luci artificiali iniziavano a prendere il sopravvento sul chiarore del cielo, non ci sarebbe voluto molto prima che calasse la notte, il sole aveva quasi oltrepassato l'orizzonte.

Impugnò la macchina notando una figura non troppo distante da lui, la osservò.
Il suo profilo, degno del panorama che lo stava accogliendo, si mise in ginocchio cercando di mettere a fuoco l'immagine al meglio e scattò.
Quattro semplici tocchi con un totale di due scatti, entrambi meritavano, nonostante tutto riuscì ad ammettere.
Senza farsi prendere troppo raggiunse il ragazzo poggiato sulla ringhiera sistemandosi la sciarpa leggera che teneva al collo, l'inverno era alle porte.
Si lasciò sostenere la schiena dalla stessa sbarra dando un ultima occhiata al "lavoro" e silenziosamente porse lo schermo verso il suo soggetto.

« Ti donava questo paesaggio e come fotografo mi pareva giusto chiederti se ne volevi una stampa. »

Tirò un sospiro tenendo fra le labbra una sigaretta spenta.
Freddo, come suo solito.

Shad.
Era tornato da pochi giorni a Londra, ma già la sua vita pareva essersi riadattata alla sua vecchia normalità.
L'unico tasto dolente era la casa, gli pareva più grande e vuota che mai, adesso trovava un pò più difficile starsene lì da solo dopo che aveva sperimentato l'esperienza di convivere con qualcuno.
Per questo se ne sgattaiolava via ogni volta che poteva, 
ogni volta che si sentiva troppo solo o ogni volta che i suoi pensieri erano una compagnia che gli andava troppo stretta.

Era tornato a casa dopo il lavoro solo per farsi una breve doccia e dopo essersi vestito in fretta, stava già uscendo di nuovo.
Quella particolare ora del giorno era la sua preferita, così come lo era quella stagione, gli sapevano di "via di mezzo" tra qualcosa che finisce e qualcosa che invece inizia, gli sapevano di ottimismo, di buono e di vita. 
Sorride come un'idiota mentre cammina per le strade illuminato dalle luci dei primi lampioni accesi stringendosi nel suo giacchetto, era sceso qualche grado ma che importava? L'aria era frizzante e lui era ottimista.

Ottimista, lui.
Chi lo conosce starebbe già inorridendo per lo stridio di queste due parole vicine, se non sapesse i profondi cambiamenti che erano avvenuti in lui ultimamente. 
Strano ma vero era riuscito a tirar fuori dalla sua ultima esperienza del buono, arrivando persino a cambiare leggermente i lati più negativi del suo aspetto.

E per una volta nella vita era ottimista, sì, e curioso, curioso di sapere cosa poteva ancora aspettarsi dal domani e dalla vita.
Si poggia alla /sua/ ringhiera, oramai andava quasi tutti i giorni in quel posto e guarda lontano ancora inghiottito dai suoi pensieri.

Una voce incolore lo riporta alla realtà, un ragazzo gli stava mostrando una fotografia, la mette a fuoco e si riconosce, ricollegando così anche le parole dell'altro.

-E' una foto molto bella, sì mi piacerebbe averne una copia-

Sorride e poi guarda lui.

-Il paesaggio mi donava?-

Ripete, quel pensiero gli piace.




Dopo qualche secondo passato ad osservare le luci soffuse sullo sfondo dell'immagine passò ad osservare i suoi occhi, persi nel vuoto.
Alzò leggermente un sopracciglio infilando l'indice e il medio nello stretto taschino del suo giubbotto in pelle, alla ricerca di quel maledetto accendino.

Non erano ancora le nove di sera che stava sfiorando la soglia del terzo pacchetto, ricordandosi poi circa ogni minuto che quella sarebbe stata l'ultima, l'ultima prima del' inizio di un nuovo pacchetto.
Sapeva benissimo come autodistruggersi, l'aveva fatto spesso nella sua vita, volontariamente o meno.

Sentì la voce dell'altro in risposta e tornò nuovamente a posare lo sguardo al suo viso.
Gli ci vollero pochi istanti per capire che al 99% era un modello, non ci aveva lavorato spesso, pochi servizi, per altrettante poche riviste, in genere, non prediligeva fotografare fantocci senza emozioni, anche se questo in particolare pareva non essere un essenza così vuota, anzi, al contrario.

Ricambiò il suo sorso con uno forse più ironico che altro, non sarebbe riuscito ad essere simpatico praticamente con nessun essere vivente sulla faccia della terra, anche se forse non pareva proprio essere così.

« Vuoi che te le faccia su tela oppure semplici, carta? »

Riuscì dopo vari tentativi ad estrarre il suo accendino e con la mancina diede un forte colpo al rullo, lasciando apparire una flebile fiammella con cui accese il tabacco.

« Sì, ti donava, a metà fra il celeste ancora abbastanza vivo del cielo e il sole che sta tramontando, sentimenti contrapposti, bel significato, sguardo che dice più o meno la stessa cosa. »

Ne tirò una forte boccata, trattenendola fra le labbra mentre ripose il suo gioiello nella custodia, dopo aver tappato accuratamente l'obbiettivo.
Si passò una mano fra i capelli lasciando che la nicotina facesse il suo effetto, espirò, quasi soddisfatto.
Era questo l'effetto dello stress.

« Fatti trovare qui, magari verso quest'ora domani, mi troverai nei paraggi abito qui di fronte, in caso leggi sul campanello Takeji S. sono io e generalmente sono sempre in casa. »

Tossì leggermente, sbuffando scocciato.
Dannazione.


Si perse per qualche secondo a fissare quella nuvoletta di fumo che saliva dalla sigaretta incastonata nelle sue labbra, sì aveva smesso di fumare da molti giorni ormai ma quell'odore ancora lo attirava come poche cose al mondo. Prova ad ignorarlo ma è difficile, storce un pò le labbra preoccupandosi solo in secondo tempo di come potrebbe essere intesa la sua smorfia.

-Mi va bene la semplice carta, non voglio disturbarti troppo.-

E' inutile il suo sguardo continuava ad essere attratto da quella dannata sigaretta, era così stupido... sprecare la sua attenzione per quel particolare così iniquo e inutile quando aveva qualcosa di molto meglio da guardare appena lì dietro.
E pensare che lui l'aveva sempre odiato, l'essere dipendente da qualcosa, da qualsiasi cosa.

Le sue parole però fanno la giusta magia, lo risvegliano quasi come uno schiaffo o una doccia freddo, ne rimane colpito.
Come aveva potuto capirlo? Si erano appena scambiati due parole.

"Sguardo che dice più o meno la stessa cosa"

-Hai ragione, il contrasto di quest'ora è molto bello, il mio momento preferito della giornata... come l'hai capito?-

Chiede poi, non può trattenersi, la curiosità o la paura di essere un libro aperto, pronto ad essere letto da chiunque sono più forti e spesso la sua lingua va più veloce dei suoi pensieri. 

-Comunque io mi chiamo Shad Peverell... -

Aggiunge questo piccolo dettaglio automaticamente, sprofondando le mani nelle tasche dei suoi pantaloni, iniziavano ad essere un pò fredde così come il cielo che stava diventando più scuro scorrendosi veloce tutte le tonalità di quel bel celeste vivo, cadendo dritto dritto fra le braccia del blu.

-E credo che dovresti smettere.-

Sorride spostando nuovamente lo sguardo sulla sua sigaretta.




Notò lo sguardo fisso del ragazzo sulla sua bocca, più precisamente sulla sigaretta che vi teneva appoggiata, si lasciò sfuggire un sorriso, dopo la sua piccola smorfia.
La tolse e la spostò sulla mano opposta, aveva due opzioni possibili,che avesse appena smesso di fumare oppure che non ne sopportasse semplicemente l'odore.

« Non mi costa nulla fartele su tela, ma se per te la carta va bene non c'è problema, lascio decidere a te, sei tu il modello, per una volta scegli tu cosa farne dei tuoi scatti migliori. »

Sentì nuovamente lo sguardo su di sé e fece un mezzo sorriso, stringendo le mani sulla sbarra d'acciaio che lo stava sostenendo.
Non sapeva per quale astruso motivo, ma aveva una strana sensazione, come se qualcosa non stesse girando per il verso giusto.
Iniziò ad analizzare i suoi ricordi da quando era finito ad abitare in quell'appartamento, inizialmente non gli pareva di ricordare qualcuno che spesso finiva ad appostarsi lì e fissare il fiume, mentre nelle ultime settimane la stessa ombra, sempre alla stessa ora giorno appariva.
Non che gli fregasse più di tanto il motivo, solo, era una persona piuttosto analitica e finiva per cercare risposte a domande inutili o che semplicemente non avrebbero mai sfiorato la sua vita, avrebbe pur dovuto far passare il tempo in qualche modo, no? 

« Da quando ho iniziato a fare il fotografo ho imparato che le fotografie migliori sono quelle in cui il paesaggio riesce a far rispecchiare i sentimenti della persona che si trova ritratta, per questo ti posso dire che "Il paesaggio ti dona" penso che sia il tuo abito migliore, quello che ti sta meglio. Nulla di così complesso. »

Tirò un sospiro, con la gola in fiamme, inutile che i medici gli dicessero di smettere e che si stava letteralmente distruggendo i polmoni, non ce la faceva, non riusciva a trovare un modo per occupare la sua mente, non riusciva a trovare un motivo per non disintegrarsi, uno che gli facesse abbastanza paura per far cessare quel vizio.
Preso nei suoi pensieri molto rassicuranti, sentì il suo nome e allungò una mano verso di lui, stringendola, sciolto.
Rimase su quel contatto abbastanza per riuscire a sentire la pelle ghiacciata del ragazzo in contrasto con la sua, bollente.

« Io Sono Takeji Kyosawa e se hai freddo possiamo anche spostarci. »

Lasciò la sua mano dopo due/tre minuti abbondanti e voltandosi dall'altra parte prese l'ennesima boccata di fumo dalla sigaretta, quanto avrebbe desiderato farne a meno ogni giorno della sua vita. La riappoggiò alle sue labbra sentendo di conseguenza quella frase…
"Credo che dovresti smettere"
Si voltò verso di lui con espressione più che stupita, nessuno, nessuno glielo aveva mai detto, nemmeno sua madre. Corrucciò la fronte, togliendo velocemente il tabacco dalle labbra, portandolo sulla mano destra, accanto al ragazzo.Tossì violentemente trattenendo il respiro per qualche secondo, no, non andava per niente bene. Con voce ancora strozzata gli rispose.

« Non ci sono mai riuscito e nessuno mi ha mai aiutato, non ce la faccio. »

  
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