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Autore: cannucciarosa    29/02/2012    0 recensioni
Ok piccola presentazione di questi due personaggi, loro sono la personificazione di due dei sette peccati capitali, Dmitryus è l'Ira, Zacharias la Superbia. Anche in questo caso solo metà dell'opera è merito io mio, io scrivo Zacharias, in grassetto, il resto è sempre di Angie (suo account Efp -> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=145297 ) Era una role partita molto alla scazzo, invece alla fine si è dimostrata essere una delle mie preferite, anche se vabbè io sono di parte e ciao
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dmitryus (Ira)
Dopo aver corso per più di due isolati si ferma a prendere fiato nel vialetto davanti alla casa di Zach, si passa una mano sul labbro, come tutte le sere ormai aveva fatto a botte e si vedeva, la macchina era distrutta /per colpa di cause esterne/ e doveva, doveva, doveva a tutti i costi vederlo quella sera. Abbastanza nervoso ed incazzato si getta sulla porta iniziando a batterci un pugno insistentemente, cerca di nascondere il taglio che ha sullo zigomo con la mano libera e spera in grazia che sia lì .


Zacharias (Superbia)
Era stata una serata abbastanza tranquilla, non era uscito perchè la notte prima aveva fatto troppo tardi e aveva passato tutto il giorno a sonnecchiare fra il letto ed il divano. Stava appunto facendo quello comodamente spalmato sulla poltrona, quando dei pugni alla porta lo svegliano.
Impaurito va alla porta è così curioso e spaventato che stranamente non si preoccupa del suo aspetto un pò sciatto, la maglietta stropicciata e i capelli arruffati in quel momento vengono ignorati. Apre la porta nascondendocisi dietro un pò.


"Dmitryus!"

Sollevato si rilassa e gli sorride, notando subito il suo labbro gonfio.




Fa una smorfia.
Diamine, se n'era già accorto, non che fosse una novità, ma in trenta secondi gli pareva decisamente un tempo record.
Tira un sospiro abbastanza nervoso e osserva il suo abbigliamento piuttosto trasandato, sorride, cerca di stringere le labbra per non scoppiare a ridere e lascia cadere la mano che copriva la guancia, sul suo fianco.
Sì, anche lui ogni tanto se la faceva una risata.
Rimane sulla porta, poggiandosi allo stipite.

« Zach, sembra che tu abbia due corna in testa, non ti sei pettinato? »

Continua a ridere, asciugandosi il sangue che colava sulla pelle del viso, quei sorrisi esagerati probabilmente erano ampliati dal fatto che /stranamente/ si trovasse a casa così presto.


Il fanatismo si reimpossessa di lui, adesso che lo spavento iniziale se ne è andato ha nuovo spazio.
Oddio capelli... cerca di appiattirseli sulla testa come può, spiaccicandoli con le mani, facendo solo peggio. A fatica distoglie l'attenzione da se stesso e si impegna per concentrarla sull'altro che se ne stava elegantemente poggiato allo stipite della porta.
Ride.
Dmitryus sta ridendo.
Ed è felice che lo faccia, anche se non riesce a trattenere un sospiro dispiaciuto per le ferite al suo viso.
Gli prende una mano e lo tira dentro.

"Stavo dormendo, ho praticamente dormito tutto il giorno."

Adesso ride anche lui e chiude la porta di casa, sempre tenendo stretta la sua mano.

"Sono felice di vederti qui, mi sei mancato."




Lo osserva cercare di aggiustarsi i capelli e si lascia prendere dall'ennesima risata, che cazzo avevano messo nella birra quella sera?! 
Continua ad asciugarsi la guancia con la mano, sorridendo, era decisamente felice quella sera e avrebbe rinfacciato a Zach quelle due corna per il resto della sue esistenza. 

« Perché hai dormito tutto il giorno, che hai fatto ieri notte? »

Chiede abbastanza preoccupato e decisamente geloso, chissà con chi era stato... Tira un sospiro abbastanza nervoso e gli passa una mano fra i capelli, cercando di aggiustarglieli nel modo migliore.

« Anche io sono felice che tu ci sia, non me l'aspettavo e devo parlarti... »

Lascia la frase in sospeso, anche se forse quelle parole non parevano essere le migliori per chiedergli una cosa del genere.
Troppo importante.
E decisamente agitato.



Si finge offeso per la sua totale mancanza di fiducia.
No, rettifico.
Si finge offeso perchè quella mattina si era esercitato in tutte le espressioni facciali possibili, davanti allo specchio, ed era arrivato alla conclusione che l'espressione da imbronciato, era la più irresistibile.

"Sono uscito sì, ma non ho fatto niente con nessuno."

E' ancora fintamente offeso/adorabile quando l'altro gli passa la mano fra i capelli, ma poi la curiosità lo rapisce e lascia stare la sua messa in scena per guardarlo incuriosito sgranando un pò gli occhi.

"Che devi dirmi? Speriamo sia una cosa bella.. è una cosa bella vero?"

Agitato e curioso continua a guardarlo.




Inarca leggermente un sopracciglio e lo osserva leggermente preoccupato, che avesse fatto qualcosa che l'aveva rattristato?
Non era decisamente tipo che riusciva a comprendere i sentimenti delle persone.
Lo stringe a sé cessando repentinamente di ridere, tornando alla sua solita espressione decisamente fredda.
Stupido.
Il solito stupido che non riusciva a comprendere ciò che desiderava. 

« ... Ne sono felice. »

La sua espressione non riusciva a convincerlo, non sapeva se chiederglielo, aveva paura che lo rifiutasse.
Era la prima volta che provava quella sensazione, non aveva mai sentito quell'inquietudine nemmeno mentre qualcuno lo stava accoltellando, immaginiamoci.
Prese un sospiro, deciso, come suo solito.

« Vorresti essere il mio, mio inteso come mio, il mio ragazzo? Vorrei che fosse "ufficiale". »

Si butta sulla frase più scialba e classica che conosce, non avrebbe saputo usare altre parole, l'importante che la parola "MIO" fosse stata recepita al massimo.



Si lascia stringere felice anche se no, preferiva l'altro quando rideva era fin troppo abituato alla sua espressione seria e fredda, ma era normale così, era Dmitryus.
Si stava per strofinare contro il suo collo quando... 

Oh.

Non se lo aspettava, lo guarda stupito, incredulo, incerto, confuso... immagina la lotta interiore di Dmitryus per essere arrivato a quella richiesta se la immagina per filo e per segno. 
Anche se la sua non è da meno e ora reclama attenzioni.
Loro due, una coppia.
Era un'idea ridicola non avrebbe mai funzionato, non scherziamo.
...Lo voglio.
Insomma dai, sai chi sei, come pensi di poter amare qualcuno che non sei tu?
... Lo voglio.
Finirai per farti del male, per fargli del male, i sentimenti non servono a niente, perchè complicarsi la vita?
... Lo voglio.
Poi non dire che non ti avevo avvisato(...)

Chiude gli occhi e li riapre sorridendogli con essi e con le labbra.

-Sì, certo che voglio, voglio te, ti voglio mio, ufficialmente.. in tutti modi che vuoi-

E' stranamente imbarazzato, ma è felice, come non lo era mai stato, porta le mani al suo collo e poggia il petto contro il suo, desidera avere un cuore adesso per poterglielo far sentire battere addosso, stringe la presa e avvicina il viso al suo per baciarlo.



Non ci credeva, aveva accettato.
Quel falso sentimento che pareva sembrare felicità in quel fottuto preciso istante pareva farlo esplodere e stranamente non dalla rabbia.
Tutto ciò lo lasciava decisamente interdetto.
Continuava a stringerlo a sé come l'aveva desiderato nessuno poteva immaginarlo.

« Mi hai appena reso il demone più felice di tutto l'inferno. »

Cerca le sue labbra per lasciargli un bacio, forte, stranamente passionale, forse troppo per quanto era lui.
Gli passa delicatamente le mani fra i capelli, arruffati, ma allo stesso tempo perfetti.
Dopotutto erano i suoi, no? Lui era perfetto per forza.
Sperava di aver fatto la cosa migliore, non poteva vivere sapendo che non fosse suo, ma era un totale contrasto non possedeva una vita.
Voleva costruirsene una al più presto, anche se pareva essere più che un impresa epica.
Era pazzo.
Sì, pazzo di quel maledetto narcisista.
Era arrivato ad una semplice conclusione, loro non sapevano amare, non erano stati creati per quello però come qualsiasi altro essere potevano ribellarsi, l'avevano già fatto, no?
Per cui non avevano nulla da perdere. 
Nulla.
Nessuno li avrebbe fatti separare per forza, nessuno si sarebbe interessato alla loro storia, erano solo un puntino sullo sfondo della dannazione eterna e del peccato.
Essendo peccatori non avevano fatto altro che cedere a quello del sentimento.
Il loro scopo. 

« Zacharias Fenrir, sei mio. »



Il suo bacio annulla i suoi pensieri, per fortuna, non li vuole sentire, non gli piacciono, c'è un modo per spegnere il cervello?
Un pulsante, una spina qualsiasi cosa... fanculo.
Avrebbe avuto tempo per rodersi con le sue pippe mentali, tutto il tempo del mondo, ne avrebbe avuto da qui all'eternità.

Ma quel momento non voleva rovinarlo.
Era perfetto così, perfetto, complicato e naturale allo stesso tempo, sembrava assurdo ma riusciva meravigliosamente ad essere entrambe le due cose.
Ora c'erano solo loro due.
Zacharias e Dmitryus.
Verrebbe da definirli un miracolo, ma sarebbe estremamente inappropriato; anche se è proprio quello che sono.
Un miracolo /vivente/.

Resta aggrappato al suo collo e alle sue labbra ancora, lo bacia con delicatezza, vorrebbe morderlo in realtà, ma non vuole fargli altro male. Scivola le mani dal suo collo sul suo petto, poi più giù fino ai suoi fianchi spigolosi, che stringe appena attirandolo ancora di più a sè.

"Mi piace essere tuo quasi quanto mi piace sapere che sei mio."

Sorride quelle parole sulle sue labbra mentre pensa che se avesse un cuore ora avrebbe perso un battito, perchè si stava perdendo in quegli occhi cristallini.

"My universe will never be the same..."

Canticchia sempre sorridendo con la fronte poggiata alla sua.





  
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