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Autore: ImBatman    29/02/2012    2 recensioni
"Sono pazzo." mormora come per dare un perché al gesto di Dean.
"Sani non lo siamo mai stati comunque" risponde e prova ad accennare un sorriso storto. Anche Sam ridacchia o forse è un singhiozzo strozzato.
"Non mi abbracci così da quando avevo 12 anni" mormora e la sua voce è appena più forte del normale e Dean crede sia per coprire la voce che lui non può sentire.
7° stagione, Sam svalvolato. No Wincest.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Lymph node

Ci sono volte in cui le parole di Dean sono troppo. Troppo amore da sopportare, come se la completa certezza che se Sam si fosse allontanato Dean sarebbe impazzito non fosse sufficiente. Una prigione d'amore e Sam stesso ha buttato via le chiavi. Per amore di Dean.
L'amore a parole non ha confini. I confini stanno ai gesti, congelati dallo sguardo di un padre e da un tabù talmente radicato che non ha bisogno di espressione verbale. Coccole e abbracci lasciamoli alle donne. Anche quando la notte è gelida e la paura cieca è meglio morire che chiedere l'unica cosa che ti può salvare. L'affetto sdolcinato lasciamolo alle donne e ai bambini. E Sam e Dean bambini non lo sono più.
Dean apre la porta del motel e lascia che Sam entri cercando di stimare quanto la sua camminata distrutta rifletti la sua effettiva stanchezza. Sam si lascia cadere sul letto matrimoniale dell'ultima stanza rimasta libera senza nemmeno togliersi giacca e borsa. Si sente così stanco che ha paura di chiudere gli occhi.
Dean chiude a chiave la porta e mette la sicura, Sam è quasi certo abbia scelto quel motel per via delle sbarre alle finestre.
"Vuoi farti una doccia o...?" dice Dean mentre gli prende lo zaino e lo posa a terra accanto al comodino. Sam dice si con la testa e si avvia verso il bagno mentre il fratello ha già un bicchiere in mano. E'da un bel po' che la birra non basta più.
Dean non guarda fuori dalla finestra perché è sbarrata e non accende la tv via cavo perché deve controllare lo scroscio dell'acqua e assicurarsi che tutto vada bene, che ci sia solo suo fratello intento a lavarsi, ancora in grado di farlo da solo. Quando esce dal bagno i capelli di Sam sono ancora fradici e lui prende un asciugamano prima che Dean dica qualunque cosa in merito. Dean è in piedi al centro della stanza e osserva Sam frizionarsi la testa seduto sul bordo del letto e quando incrocia il suo sguardo legge tanta stanchezza ma anche una certa lucidità.
"Dean, sto bene" dice indicando la porta del bagno con un cenno del mento "davvero" aggiunge. Dean assottiglia gli occhi e non può non notare che Sam ha scelto di sedersi nel punto più lontano dalla porta e i suoi occhi non sono così grandi da quando aveva dieci anni. Ma una doccia calda è una doccia calda e in quelle giornate è un richiamo impossibile da contrastare. Anche perché entrambi sanno che "sto bene" non significa che sta bene ma solo che in quell' esatto momento è solo senza malvage presenze a confonderlo e questo deve bastare a entrambi.
L'acqua bollente sulla sua pelle è il primo momento che Dean si prende interamente per sé da settimane ed è così perfettamente confortante che potrebbe passarci quel che resta della notte se non fosse che non può farlo.
"Tutto ok, Sam?" grida dal bagno uscendo dal box doccia.
"Si" risponde e vuol dire che è ancora solo e Dean può sostare e lavarsi i denti. Quando esce dal bagno lo ritrova dove lo aveva lasciato, ma i suoi occhi tremano un po' e sembra più pallido.
"Sam?"
"Sono solo stanco" risponde immediatamente. Ha talmente bisogno di dormire che la sola idea di non riuscirci lo terrorizza.
"Dormiamo allora" dice Dean finendo di infilarsi la maglietta.
Il copriletto è ruvido ma ripara coperte calde che sono esattamente quello che ci vuole, Dean le scosta anche dal lato di Sam e aspetta che il ragazzo pieghi asciugamano e felpa e si metta a letto.
"Tutto ok?" chiede ancora per conferma quando il fratello è a letto.
"Tutto ok" risponde Sam come un mantra e non sa se ha più paura di chiudere gli occhi o tenerli spalancati nel buio e vedere qualcosa oltre al familiare profilo dei mobili tutti uguali dei motel.
Dean se ne accorge subito, lo sente irrigidirsi, fremito e dolore per la testa che pulsa senza sosta e senza riposo. E non sono più in due nella stanza. E il dolore di Dean non è in quella presenza che non può vedere, è nella disperazione dell'urgenza di un bisogno che non può essere soddisfatto. E Dean non può lottare contro ciò che non è reale e di reale c'è solo Sam e la consapevolezza di entrambi che stavano solo aspettando che succedesse.
Sam resta abbandonato sul materasso, non tenta nemmeno di stuzzicare la ferita cercando di cacciare la visione col dolore, beve le sue parole perché non può fare altro, subisce la sua risata perché non ha armi ed è solo questione di tempo, Lucifero ha vinto.
"Sam." Sam gli da la schiena e non si volta, non serve gli risponda che no, non è tutto ok. Ed è talmente disperato il suo bisogno di un appoggio che non vuole credere nemmeno un istante che il braccio che è comparso a circondargli la vita non sia quello del vero Dean. E il corpo di suo fratello è caldo come lo ricorda. Lo stringe forte e lo sforzo che il fratello fa per lui trattenendo il fiato e bloccando le inibizioni, cancella per un solo istante la fredda risata di Lucifero.
"Sono pazzo." mormora come per dare un perché al gesto di Dean.
"Sani non lo siamo mai stati comunque" risponde e prova ad accennare un sorriso storto. Anche Sam ridacchia o forse è un singhiozzo strozzato.
"Non mi abbracci così da quando avevo 12 anni" mormora e la sua voce è appena più forte del normale e Dean crede sia per coprire la voce che lui non può sentire.
"Era notevolmente più facile allora" Dean commenta e sorride "eri decisamente meno enorme" eppure Sam è tutto raggomitolato e sembra le sue spalle vogliano entrargli nel petto. E per un orribile momento Dean capisce che Sam è scoppiato a piangere e Sam non sa come scusarsi per l'aver infranto quel tabù e il respiro rantola per la vergogna e il terrore e l'ultima volta che si era permesso di farlo così aveva dieci anni e un demone gli aveva quasi staccato un braccio ma non riesce a controllarsi nemmeno quando avverte Dean gelarsi contro la sua schiena.
"Porca puttana, Sammy" dice Dean e lo stringe di più, sollevando il busto, accostando il capo tra la spalla e il collo.
"Ho bisogno di dormire... Dean, devo dormire, devo dormire..." biascica annaspando in cerca di ossigeno tra i singhiozzi tanto che Dean deve fare qualcosa perché Sam finirà con lo strozzarsi o lui finirà con l'andarsene lasciandolo li ai suoi incubi lontano da quel pianto straziante che gli ricorda il perché del tacito divieto del padre, gli ricorda perché in vita sua di lacrime ne ha viste così poche e di come non sappia gestirle. E Dean lo stringe ancora e porta le labbra al suo orecchio e deve essere calmo e parlare forte perché a parlare sono in due e Sam deve ascoltare lui
"Sam." chiama "Sam lascialo parlare, lascia che parli e dica quel che vuole con la faccia di chi cazzo vuole. Non ti porta via. Ti tengo io e non ti lascio andare e lui non ti porta più da nessuna parte." E parla a lui, ai suoi capelli lunghi, alla sua pelle, al suo petto che stringe con il palmo aperto, al suo respiro che cerca di calmare con cerchi concentrici "ti tengo" sussurra.
Sam si aggrappa al braccio del fratello, quello che gli circonda il petto stringendolo forte sottolineando le sue parole e ci affonda il viso. Ma ancora non è sufficiente, ancora più forte del bisogno di dormire è quello di trovare un riparo. Sam non ha mai smesso di cercarlo in Dean. E Dean si blocca, perché Sam si sta rigirando tra le sue braccia col viso chino per non farsi vedere e rimane immobile mentre il fratello nasconde il viso umido contro il suo petto muovendo timidamente le braccia senza sapere davvero dove metterle, resta congelato e risponde a quella disperata richiesta solo quando sente le mani grandi di Sam poggiarsi delicatamente sulla sua schiena impaurite da tanta audacia. E Sam piange ancora. Implacabile ma con meno furia. Quel fratellino così grosso avvinghiato a lui a Dean scioglie il cuore e riesce a muoversi e a stringergli la schiena, infilando una mano trai suoi capelli, non riesce nemmeno a tenerlo tutto ma Sam si rilassa comunque e chiude gli occhi.
"E' andato via?" chiede Dean dopo un po'. Sam non apre gli occhi.
"No." risponde e la sua voce è debole. Dean gli tocca impacciato i capelli, portando alla mente il ricordo di una sensazione lontana. Quella è una carezza solo perché entrambi vogliono che lo sia.
"Prova a dormire" dice Dean ed è strano perché le braccia muscolose sono ancora attorno al fratello ed è come se gli avesse detto, prova a dormire, dormi abbracciato a me. E Sam ci prova, prova a rilassarsi e smettere di tentare di fermare le lacrime, non si sente meno disperato ma più rassegnato si e si sta bene in quel calore.
Dean lo tiene a lungo e finché lo stringe nessuno può portarlo da nessuna parte e si assopisce, poi si sveglia e dorme ancora e non è mai certo se Sam dorma o no, lo sente respirare contro il suo petto e forse è sveglio perché il suo sonno non è mai stato così tranquillo.
"Sei ancora con me?" domanda Dean e forse l'alba è vicina.
".. .si" risponde ovattato.
"E..."
"E' tutto ok." per ora.
Tra loro aleggiano strane voci che non sono allucinazione questa volta piuttosto ricordi lontani, come domande che nessuno dei due ha il coraggio di fare all'altro come quando in passato si ritrovavano la mattina stretti nello stesso letto e in accordo tacito facevano finta di niente. Quando Dean invece che chiedere affetto obbligava Sam a ricevere il suo, perché Sammy si che poteva ancora chiedere qualche coccola ma Dean no, e un abbraccio è di conforto a entrambi. Quando Sam piangeva di nascosto e Dean gli carezzava i capelli senza farne parola col padre.
E forse non chiedono perché lo ricordano entrambi, perché il corpo che stringono è estraneo ma l'emozione è conosciuta. Forse non chiedono perché Sam sembra essersi assopito e nella situazione in cui si trovano, è un dono prezioso.

  
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