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Autore: Vitriolic Sheol    29/02/2012    8 recensioni
“Guarda, Hershel… i numeri primi possono dividersi solo per uno e per se stessi, come il due, il tre, il cinque… ma poi esistono dei numeri speciali, quelli che i matematici chiamano , come l’undici ed il tredici… separati da un solo numero pari. Vicini, ma non abbastanza per potersi toccare davvero.”
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Muoia la ragione, arda il mio corpo, soffi la cenere del tempo tiranno.


“Il mio tempo qui è quasi finito, Hershel..”

Quelle parole ti colpiscono come un pugnale; otto parole, otto stilettate al cuore, al viso, al petto, aprenti ferite tanto profonde quando invisibili da cui la nera sofferenza comincia a colare, come pece vischiosa che gocciola lenta al suolo, in chiazze concentriche in cui si riflette il volto della disperazione.
La guardi, per quanto possono permettertelo gli occhi offuscati, colmi di quelle lacrime che, da gentiluomo quale sei, hai sempre cercato di reprimere.

E’ bella.. Così bella che pare essere uscita da una tela del Botticelli: ne osservi le gambe magre, che sembrano non poter reggere da sole tutto il dolore che portano. Risali ai fianchi stretti, sottili, con quella appena accennata forma di clessidra che tanto amavi stringere mentre passeggiavate.. accarezzi  con lo sguardo quel seno minuto, ma sublime ai tuoi occhi nella perfezione che l’amore sa dare ad ogni cosa, fasciato dalla piccola maglia bianca al di sotto di un’evanescente camicetta azzurra.
Il suo collo niveo, dall’eleganza del cigno, dove tante volte le tue labbra hanno trovato asilo, avvolto in un candido foulard, assume per le tue dita l’invitante aspetto di un dono da svelare.

Ed il suo viso, che già in passato fece perdere al tuo cuore più di un battito, ti appare mille volte più fulgido, incorniciato da un’ordinata cascata di rame, dove i suoi occhi ti avvolgono nel caldo abbraccio che solo l’amore può dare.

La ami, Layton, dieci anni non hanno sopito il sentimento ardente che provi per lei. Dieci anni non hanno coperto di cenere il suo ricordo.

La desideri, Layton, il tuo corpo urla il suo nome; la pelle, il sangue, le ossa si tendono a cercare i suoi.

La desideri in un modo talmente travolgente che quasi ti spaventa.

Ora non sei un professore. Ora non sei un gentiluomo.

La sua presenza mette a nudo  la tua vera essenza, la fortezza della tua identità cade sotto i suoi abili colpi di arciere.

Ora sei un uomo. Solo, un uomo.

“CLAIRE ASPETTA!”

Protendi un braccio verso di lei e muovi un passo; barcolli come un ballerino inesperto che impara a muoversi sulle punte; non vorresti  gridare, ma il cuore sembra sul punto di deflagrare, riversando nella voce tale implosione.

“NON POSSO PERDERTI UN’ALTRA VOLTA! NON POSSO, E NON LO FARO’!”

Si avvicina a te, leggera, eterea, quasi non lasciando segno sulla terra che calca..ti guarda con quegli occhi a cui non hai mai saputo negare la dolcezza che chiedevano…e ti sorride come chi sa perfettamente che non ci sarà una seconda occasione per farlo.

Perché il tempo, la vita, sono giochi crudeli. Per quanto si possa cercare di viverli, plasmarli, volgerli a proprio favore, non si piegheranno mai alla volontà umana…e seguiranno il loro corso, travolgendo e distruggendo ciò che incorre sul loro cammino.

Si avvicina ancora, il suo profumo ti arriva alle nari come un ricordo ancora troppo vivido da poter scolorire con la cenere del tempo ed il grigio della nostalgia.

“Vorrei tanto, ma non posso restare…”

Ti mormora con quella voce che per te è sempre stata come quello che per Ulisse fu il canto delle sirene…e ti abbraccia, stretta, disperata, impaurita dal tempo che corre e non attende.

E poi, accade. E’ come innalzarsi al cielo, a voler raggiungere un empireo nascosto.

La pelle si sfalda come petali di un fiore scosso dal vento, il sangue si smaterializza e scompare in mille perle vermiglie, le ossa ardono.

Rimangono due anime,  due entità vicine e lontane al contempo, due essenze.

Il tempo potrà prendersi la tua vita, il tuo corpo, Layton; potrà esultare nel vedere i tuoi capelli incanutire e la tua pelle avvizzire…ma non riuscirà mai veramente ad averti… Il tuo cuore, la tua anima, li hai rimessi nelle amorevoli mani dell’angelo mortale che stringi tra le braccia.

Ricordi una frase, un eco che rimbomba impertinente nella tua testa… Una frase che lei ti disse tempo addietro.

“Guarda, Hershel… i numeri primi possono dividersi solo per uno e per se stessi, come il due, il tre, il cinque… ma poi esistono dei numeri speciali, quelli che i matematici chiamano <>, come l’undici ed il tredici… separati da un solo numero pari. Vicini, ma non abbastanza per potersi toccare davvero.”

I numeri primi… forse lo siete sempre stati, forse davvero eravate vicini ma lontani al contempo. Ma era proprio quella diversità a rendervi così straordinariamente unici e complementari l’un l’altra.

Silenziosa, ti bacia in un soffio, poggiando delicatamente bocca sulla tua e stringendo appena la presa della sua mano sulla tua guancia. Quando si stacca, i suoi occhi brillano di rimpianto e di un addio che non vorrebbe mai essere pronunciato. Prima di parlare, indietreggia di un passo, nel suo corpo i cui contorni vedi diventare dorate iridescenze.

Io ti conosco…e so che sarai forte. Addio Hersel. Avevamo così tanti progetti per il nostro passato…e per il nostro futuro perduto.”

E con questo ultimo commiato, con la voce incrinata di sofferenza, si allontana per sempre da te, scomparendo nell’angolo del vicolo in cui vi eravate trovati.

Non riesci a dare corpo alla voce, le lacrime parlano al posto suo. E solo un saluto, che sa di arrivederci e non di addio, esce fioco dalla tua bocca.

“Addio, Claire…”




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*Angolino dell’autrice*

Niente.
Non ce la faccio.
Oh, che volete che vi dica?

Ogni santissima volta che guardo il finale de “Il Professor Layton e il Futuro Perduto” i rubinetti partono.  Ma se gli occhi piangono, la testolina malata frulla informazioni ed immagini, dando vita a cose non bene identificabili come questa One Shot… (non so perché, ma il Richiamo dello Spettro non mi fa lo stesso effetto creativo u.u).
Comunque, cerchiamo di spiegare il perché di questa… “cosa”;  ho sempre pensato che Layton avesse una concezione molto “petrarchista/ dantesca” dell’amore e della donna, e che aderisca bene al concetto dell’amata come “donna angelo”. Layton e Claire (secondo il mio modestissimissimo parere) sono legati da un amore atrocemente potente ed al contempo delicato come pochi se ne possono vedere, perciò ho cercato di far collimare le due cose.

Tutto qui. Pour Parler.

L’unica cosa che mi rimane da fare sono tre osservazioni.

1) Le ultime due battute tra Layton e Claire saranno al 400% con qualche parola sbagliata… non avendo il DS sottomano, ho dovuto ricostruire il dialogo a memoria che, ahimè, non è dote con cui Madre Natura si è rivelata generosa. Perciò vi chiedo scusa già ora per gli errori che sicuramente ci saranno!

2) La battuta di Claire sui numeri primi è tratta dal libro “La Solitudine dei Numeri Primi” di Paolo Giordano. (Sicuramente non avrete avuto bisogno della mia precisazione per capirlo, ma sono una puntigliosa di natura ^^ )

3) Ringraziare sentitamente e di cuore tutti quelli che perderanno un po’ del loro tempo a leggere questa ff, e che (spero) avranno voglia di recensire, consigliarmi e farmi notare punti utili a poter migliorare la mia esperienza da scrittrice. Grazie mille in anticipo anche per questo!

Attendo fiduciosa.

Un saluto ed un inchino
RoS
    
  
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