Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Aniel_    29/02/2012    12 recensioni
In una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Genere: Introspettivo, Fluff.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam (Teneri loro...)
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!





Esistono giornate in cui tutto quello che si desidera è sprofondare sul divano con un bel bicchiere di whisky e, al tempo stesso, ascoltare il picchiettio della pioggia sui vetri delle finestre.
Quella giornata era una di quelle: tempo uggioso, magari non proprio freddo, ma fresco abbastanza da trovare allettante l'idea di chiudersi in casa.
Bobby Singer amava quelle giornate, che venivano rese tali anche grazie all'assenza totale di problemi, si fa per dire, lavorativi.
Per quello che sapeva, Dean e Sam, sarebbero rimasti in Ohio ancora qualche giorno e considerando il fatto che il ruguru a cui davano la caccia era stato prudentemente eliminato, adesso i ragazzi si sarebbero goduti un fine settimana di pace.
Bobby avrebbe fatto sicuramente lo stesso.
Il vecchio cacciatore si lasciò sprofondare sul divano malconcio di quello che una volta, molto, molto tempo prima, era un salotto: adesso somigliava più ad uno studio abbandonato pieno di cartastraccia.
Sorrise mestamente mentre riempiva le prime tre dita di liquore nel bicchiere da drink di pace ma qualcosa lo fece subito destare dall'intorpidimento che provava in quel momento e lo fece scattare in piedi, sospettoso e...beh...armato.
Non è paranoia, è solo che la prudenza non è mai troppa
si diceva sempre.
Ma in cuor suo sapeva che non era altro che una dose esagerata di vecchia paranoia da vecchio cacciatore burbero e ubriacone.
L'uomo impugnò il fucile e aprì la porta velocemente, inoltrandosi in quel cimitero di macchine che era il parcheggio. Man mano che vi si inoltrava, il lamento che aveva sentito in casa si fece sempre più intenso fin quando non riuscì chiaramente a riconoscere il pianto di un bambino.
Mi ci gioco la casa che sarà un mostro orrendo con tanto di tentacoli che vorrà farmi fuori.
In effetti, considerata la vasta esperienza sul campo, Bobby era davvero convinto che non si potesse trattare di un bambino: nessun marmocchio girava da quelle parti e nessun genitore sano di mente, in ogni caso, avrebbe permesso al proprio figlio di giocare lì in mezzo.
Si avvicinò cautamente alla fonte del lamento che proveniva da dietro un auto sgangherata e con un balzo - e il fucile ben stretto tra le mani- piombò alle spalle della creatura che stava cercando.

- Ehi...tu...- tuonò il vecchio cacciatore, aggrottando la fronte - tu...ehm...bambino..-.
Nulla. La piccola creaturina, che ad occhio e croce (o almeno da quello che poteva sembrare di spalle) non poteva avere più di due anni, rimase immobile, accovacciata a terra su se stessa e piangendo ininterrottamente. Ciuffetti di capelli neri sbucavano dalla testa, seminascosta dal piccolo cappottino beige su misura.
Bobby si sporse con cautela, camminando finché non si ritrovò faccia a faccia con il piccolo: era un normalissimo bambino con i capelli neri e un nasino arrossato; il blu degli occhi si confondeva inesorabilmente con il rosso della pupilla e il cacciatore non riuscì a fare a meno di chiedersi da quanto fosse lì e da quanto piangesse.
Incastrò il fucile in una piega dei pantaloni e allungò una mano verso il bambino, il quale si ritrasse, spaventato.

- No, non ti spaventare.- gli disse, sfoggiando un sorriso sghembo.

Il bambino portò una manina sulla propria guancia e annuì pur continuando a piangere. Stese le braccia verso il cacciatore e Bobby lo tirò su in braccio in men che non si dica.
Non sapeva proprio come comportarsi: non aveva mai avuto a che fare con bambini così piccoli e specialmente in lacrime. Aveva dovuto badare a Sam e Dean in passato, questo era vero, ma Dean era abbastanza grande da cavarsela da solo e Sam abbastanza buono da non fare storie e, in particolare, per storie Bobby intendeva veri e propri pianti.
Il cacciatore strinse quel fagottino con gli occhi azzurri quando la pioggia iniziò a fare capolino su di loro.
Balls.
Si incamminò lentamente verso casa, sfilandosi il cappellino e poggiandolo sulla piccola testa del moccioso per ripararlo dalla pioggia. Mentre trascinava un passo dietro l'altro, qualcosa gli colpì le ginocchia con violenza. In un primo momento pensò ad un attacco, un'imboscata, uno stramaledetto demone, ma quando si guardò in direzione dei piedi tutto quello che vide fu una marmaglia di capelli biondi e bagnati.
Un secondo bambino saltellava allegramente, abbracciando le ginocchia del cacciatore.

- E tu da dove diavolo salti fuori?- chiese Bobby, più a se stesso che al bambino.

La testolina bionda si alzò, spedendogli contro uno sguardo felice e scanzonato e a Bobby quasi non venne un colpo riconoscendo perfettamente forma e colore di quegli occhi verdi. Non gli ci volle molto per individuare altri dettagli: piccole lentiggini, labbra carnose e la collana che una volta era stata sua.

- Dean?- chiese, sbalordito , mentre il bambino continuava a saltellare e ridere.
- Veni, veni zio Bobby, veni...- gli rispose il piccolo, afferrandogli una mano e tirandolo nuovamente verso il parcheggio.

Arrivarono di fronte alla Chevy Impala dei ragazzi, e quando il bambino fece scattare lo sportello, Bobby vide che, nei sedili posteriori, un terzo bambino dal capelli più scuri stava beatamente addormentato con un giubbotto di pelle sulle spalle.

- Sam? Ma che diavolo...- iniziò, ma le parole gli morirono in bocca quando rivolse nuovamente la propria attenzione sul bambino in lacrime che teneva in braccio. - Cas?- gli chiese e il bambino annuì, stropicciandosi gli occhietti arrossati sotto il cappello.

Diciamo anche addio alla mia giornata tranquilla.
Il piccolo Dean era il più vispo di tutti: correva e urlava come solo un bambino rompiscatole riesce a fare, svegliando Sam il quale scese dalla macchina con un'aria stralunata e afferrando la mano di Bobby.
Quando riuscì, dopo numerosi tentativi, a farli entrare in casa relativamente asciutti, li fece accomodare sul divano e si parò davanti a loro, come se si trattasse di una seduta dallo psicologo.
Castiel piangeva silenziosamente, tirando su col naso ad intervalli regolari.
Sam sbatteva le palpebre lentamente, ancora provato dalla dormita.
Dean sbraitava e dondolava i piedi allegramente.

- Allora...ehm...ragazzi! Ora voi mi dite come è successo questo casino, ok?- tentò Bobby, scrutando con attenzione ognuno di loro.
- Totta!- mugugnò Dean, sorridendo.
- Cosa?- chiese confuso il cacciatore.
- Zio Bobby, totta.-

Torta? Quell'idiota non cambierà mai!

- Non ora Dean.- gli disse, mentre il labbro del bambino iniziava pericolosamente a tremare e Bobby sapeva bene che sarebbe impazzito se anche Dean avesse deciso di seguire a ruota Castiel in un pianto lamentoso.
- Ok, va bene- si arrese, afferrando la torta al cioccolato che si era riservato per sé e dividendola in tre pezzi uguali per porgerli ai piccoli.

Quando finirono la torta - Dean completamente sporco di cioccolata fino alle orecchie - Bobby notò qualcosa sbucare dal piccolo trench di Castiel. Afferrò quel pezzetto di carta e lo lisciò con la mano per riuscire a leggervi cosa c'era scritto.

Gentile signor Bobby, sono Balthazar e forse hai sentito parlare di me. C'è stato un piccolo, minuscolo problema con una delle mie armi (la colpa non è mia, ma di Raphael ovviamente). Abbiamo avuto un danno collaterale che dovrebbe durare, se tutto va per il verso giusto, circa ventiquattro ore. Ho lasciato i piccoletti da te dato che si vocifera che tu sia bravo con i marmocchi.
Fai attenzione particolarmente a Castiel: è un angelo e non è mai stato un bambino (si, gli angeli nascono già grandi, benedizione divina!), potrebbe non essere abituato.
Goditi queste ventiquattro ore da padre provetto.


- Non posso crederci.- mormorò il cacciatore tra sé, rigirandosi tra le dita il foglietto prima di accartocciarlo e spedirlo dritto dritto nella pattumiera.
Forza Bobby, hai combattuto l'Apocalisse...puoi gestire tre marmocchi per ventiquattro ore.


Dean afferrò il vaso di ceramica sulla mensola e lo scagliò contro un muro, ridendo divertito.
O forse no.

Quando tre ore dopo qualcuno aveva bussato alla porta di Bobby, quest'ultimo si sentì l'uomo più felice del pianeta vedendo Ellen Harvelle con le braccia conserte e la solita espressione da sei un idiota stampata in viso.

- Allora, cosa succede di tanto grave da non potermelo spiegare per telefono?- tuonò la donna, irrompendo nel salotto.
- Guarda tu stessa.- le rispose Bobby, indicando i tre bambini.

Ellen spalancò la bocca, come per voler dire qualcosa, ma la richiuse quando il piccolo Dean accorse per abbracciarla forte.

- Dean?- gli chiese, passandogli una mano sulla guancia per guardarlo meglio; quegli occhi erano inconfondibili.
- Tao- le rispose il piccolo, prima di piombare al fianco del fratello.
- Chi li ha ridotti così?- chiese la donna con le mani lungo i fianchi.
- Un angelo del cavolo e io non posso fare il babysitter da solo. Specialmente non con...beh..lui- concluse il cacciatore, indicando il piccolo Castiel accovacciato sul divano e ginocchia strette al petto.
- Sicuramente non potresti fare il padre temporaneo, Bobby. Sarebbe alquanto blasfemo.-
- E poi che io sappia gli angeli non hanno una madre, quindi vedi quello che riesci a fare. Da quando l'ho portato qui non ha smesso un secondo di piangere!-

Ellen si avvicinò cautamente all'angelo, spedendogli un sorriso radioso, e lo prese tra le braccia portandolo via dal divano. Castiel non fece storie e si aggrappò con le manine al collo della donna, facendosi cullare. Dopo una decina di minuti aveva smesso di piangere e aveva accennato un lieve sorriso.

- Ora prendiamo un bel succo di frutta, va bene?- gli propose e Castiel annuì con energia mentre i suoi occhi tornavano del blu consueto.
- Come ci sei riuscita?- chiese Bobby, seduto in mezzo a Dean e Sam.
- Misteri di una mamma, Singer.- rispose la donna, poggiando il piccolo angelo accanto a Dean, il quale gli diede un bacio sulla fronte.
- Wow, Dean, come siamo affettuosi- lo canzonò il vecchio cacciatore.

Bobby parlottava in cucina con Ellen, spedendo ogni tanto un'occhiata ai tre bambini accovacciati sul divano, tutti con un succo di frutta alla pesca in mano e gli occhi imbambolati sulla vecchia tv. Ellen aveva sintonizzato un canale di cartoni animati per Sam, il quale era sprofondato sul divano seguito a ruota dagli altri due.
Questo trucco era facile da comprendere.
Calmarne uno per calmarli tutti.

- Grazie Ellen- mormorò Bobby, buttando giù un sorso di birra.
- Grazie di cosa? Te la saresti cavata anche senza di me.- rispose lei, dandogli un buffetto sulla guancia.
- Ne dubito.-
- So che pensi di non essere capace di tirar su dei bambini, ma guardali! Sam e Dean sono cresciuti benissimo e il merito non è stato solo di John e questo lo sappiamo entrambi. E smettila di giudicarti male...ti hanno iniziato a chiamare zio Bobby per un motivo sai?-

Bobby sorrise mentre osservava Castiel profondamente addormentato sulla spalla di Dean e Sam abbracciato al petto dell'angelo che probabilmente aveva scambiato per cuscino.
Qualche ora dopo erano crollati tutti e tre, sporchi di cioccolata, tutti con le bocche aperte e intenti a sbavare sugli altri e sul divano.
Mocciosi in tutto e per tutto.
Bobby afferrò una coperta in Pail e la adagiò delicatamente su di loro: Cas schiuse appena gli occhioni blu e gli sorrise, prima di sprofondare nuovamente guancia a guancia con Dean.
Il vecchio cacciatore si lasciò andare ad una risata e sprofondò sulla poltrona di fronte a loro: era curioso di vedere le loro facce una volta tornati adulti e maturi, anche se per lui sarebbero rimasti sempre dei piccoli mocciosetti sporchi di cioccolato e succo alla pesca.

Fine.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Aniel_